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Autore: Gaia_dc    28/02/2016    4 recensioni
Ziva David doveva ancora compiere i 17 anni, quando un attentato nel suo paese d'origine, Israele, mise in allarme il padre, Eli David, il direttore del Mossad, che la mandò , insieme con il resto della famiglia, in America. Ziva è riservata, anche troppo, e non sa quanto riuscirà a resistere lontano da casa, senza affetti e senza i suoi... Amici... Se tali si possono definire!

Tony DiNozzo ha 17 anni, frequenta il penultimo anno del liceo e si definisce uno "Spirito libero". È il capitano della squadra di basket dell'Anacostia High School, è il ragazzo più popolare della scuola, i compagni di squadra sono i suoi migliori amici, ed esce con le cheerleader... Potrebbe desiderare di meglio?
Sì... Solo quando si renderà conto che lui non è come tutte quelle persone che lo circondano, e che forse, i suoi veri, unici amici sono Abby Sciuto e Tim McGee...

E se un giorno Tony e Ziva si incontrassero e decidessero di mettere il proprio cuore l'uno nelle mani dell'altra?
E se proprio quando sembra andare tutto per il meglio, qualcuno ha ordini precisi dall'alto, di dover tornare a casa? Ma ormai casa è l'Anacostia High School!
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abigail Sciuto, Anthony DiNozzo, Timothy McGee, Un po' tutti, Ziva David
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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LET ME DRIVE

 
“Quindi è qui che abiti?”
Chiese Tony, fermando la moto e togliendosi il casco.
 
“Ma che acuto osservatore!”
Ironizzò Ziva, mentre scendeva dalla moto e prendeva la sorella.
 
Si tolse il casco lasciando cadere i suoi lunghi capelli sulle spalle, e Tony rimase a guardarla come quando l’aveva vista all’entrata della scuola per la prima volta.
 
“Beh… Allora avevo ragione a dire che ci sarebbero state altre volte!”
 
Ziva si fermò, e lentamente si voltò a guardarlo con aria interrogativa.
 
“Io abito lì!”
Rispose ridendo, mentre indicava una casa poco distante alla fine della strada sull’altro lato del marciapiede.
 
“Allora domani ci passi a prendere di nuovo sulla moto!”
Esultò Tali, mentre la sorella le stava togliendo il casco.
 
Tony fece per confermare quando Ziva lo fermò, con un sorriso in volto.
 
“Certo topina… Non vedo l’ora di poter guidare una Ducati Panigale 959!”
Sorrise beffarda, guardandolo pietrificarsi davanti ai suoi occhi.
 
“Forza andiamo…”
Disse alla fine prendendo per mano Tali.
 
Tony stava aspettando di vederle entrare in casa prima di ripartire sulla sua moto fiammante, ancora intontito dalle conoscenze di Ziva sulle moto, quando si ridestò dai suoi pensieri e chiamò la piccola di nascosto.
 
 
 
“Però non dirle che te l’ho chiesto… Intesi?”
 
La piccola annuì fiera, e con le mani finse di chiudersi una cerniera sulla bocca.
 
“Vai, adesso torna da Ziva che ci sta guardando”
 
 
 
“Che ti ha chiesto?”
Domandò Ziva curiosa.
 
“Uhm… Niente… Solo a che ora doveva passare domani per portarci a scuola”
Mentì la bambina.
 
Ziva rise, ed entrarono in casa, dove quell’aria frizzantina svanì di colpo.
Si sentì afferrare violentemente per un braccio, mentre Tali guardava la scena impotente.
 
“Perché ci hai messo tanto a tornare?”
 
“Ma che vuoi Ari?! Pioveva!”
Ziva rispose al fratello, seccata.
 
“Ma complimenti!”
Si affacciò alla finestra scostando una tenda.
“Al primo giorno di scuola, già ti fai accompagnare a casa da uno sconosciuto! Brava!”
Batté le mani, mentre Ziva sbuffava.
“E magari è un altro terrorista sotto copertura! Tu ne sai qualcosa, vero?”
 
“Tony non è come Avraham! Lui è buono!”
Si intromise Tali.
 
“Ari… La mia vespa è finita a brandelli nel retro della scuola, pioveva, ho perso il bus e sai che non potevo chiamarti, o avremmo rischiato di essere intercettati!”
Rispose arrabbiata della totale sfiducia.
 
“Ti devo ricordare perché avete perso le vostre stelle di David?!”
Disse spazientito il fratello, mostrando la sua collana che portava al collo con il ciondolo della stella di David.
 
Ziva si portò una mano al petto, cercando il ciondolo che aveva perso durante l’esplosione.
“Tony non metterebbe mai una bomba vicino alla nostra auto! Tony non è un terrorista!”
Si scaldò Ziva, mentre tali guardava la scena impaurita.
 
“Ziva… Siamo stati colpiti da un attacco terroristico… Non puoi fidarti di tutte le persone che incontri… Credevo che dopo Avraham avessi avuto le idee più chiare”
Disse alla fine Ari, mentre richiudeva le tende, in tono più delicato.
 
“Tranquillo… Ho visto cosa succede a fidarsi”
Rispose Ziva, abbassando anche lei i toni.
 
“Tali va’ in camera tua… Ziva ti raggiunge tra un attimo”
Poi quando rimasero da soli, Ari e Ziva, il fratello aggiunse
“Sai che non è stato facile nemmeno per lei…”
 
“Già… Ma lei sa bene come consolarsi!”
Rispose Ziva stringendo le labbra e mordendosi le guance.
“Dov’è ora?”
Aggiunse.
 
Ari indicò con la testa il balcone, dove una donna era seduta su un tavolino in legno ormai rovinato dal tempo, basso e rotondo, con le gambe incrociate, mentre scriveva qualcosa al cellulare.
 
Ziva roteò gli occhi.
“Ma guardala! Mi sembra un’adolescente in calore!”
Commentò schifata.
 
“Ehi! È sempre vostra madre!”
 
“Certo… Però credo che sia a lei che tu debba ricordarlo… Non a me!”
Rispose, e non riuscendo più a reggere l’argomento, fece per salire le scale e raggiungere Tali, quando Ari la afferrò di nuovo per un braccio, ma con più delicatezza.
 
“Non è facile sentirsi liberi con nostro padre… E tu lo sai bene!”
 
“Già… Peccato che lei invece non si sforza di capire tutto il dolore che sta provocando… A Tali!”
Rispose ingoiando le lacrime, per non apparire debole davanti al fratello.
 
Ari avrebbe voluto continuare a parlarne, ma Ziva non era della stessa idea, e corse su per le scale nella sua stanza.
 
Ari era un figlio illegittimo di Eli David. La madre era morta durante il parto, e Rivka, moglie di Eli, e quella che ora era la madre di Ziva e Tali, l’aveva cresciuto come un figlio.
In seguito all’attentato, Eli aveva deciso di mandare Ziva, Tali e Rivka in un posto sicuro, come l’America, e preferì affiancare loro un agente del Mossad che le proteggesse anche oltre oceano: Ari.
 
Il ragazzo era molto protettivo nei confronti di Ziva. Sapeva della situazione familiare in cui si trovava, e che era lei ad occuparsi della sorellina. Ma sapeva anche che a 16 anni, quasi 17, si è vulnerabili più di quanto si possa immaginare, e soprattutto, facili prede non solo per terroristi, ma anche ragazzi che amano approfittarsi di tale vulnerabilità.
 
 
 
Era uscito da scuola alle 16, come sempre, aveva riaccompagnato Ziva a casa, e stava per dirigersi verso la sua quando il suo istinto gli disse di fermarsi ancora per qualche minuto.
Tony, rimase sulla moto, quando si accorse di quello che stava succedendo in casa David.
 
Un ragazzo, sui 25 anni, alto, capelli neri, discuteva animatamente con Ziva.
 
All’inizio vedeva solo le loro ombre, poi quel ragazzo spostò la tenda e Tony poté vedere anche i loro volti.
 
 Stava per andarsene, quando si accorse di un particolare: quel venticinquenne, stava mostrando una collana a Ziva… E rivide la ragazza compiere lo stesso gesto di portarsi una mano al petto cercando qualcosa che probabilmente non aveva più…
 
Provò ad osservare meglio il ciondolo appeso alla collana, e un’idea gli balenò nella mente. Quel giorno sarebbe rientrato tardi a casa… Ma tanto suo padre, preso com’era dai suoi affari, non ci avrebbe neanche fatto caso.
 
Ringraziò mentalmente la sorellina di Ziva, e ripartì sulla sua Ducati fiammante.
 
 
 
Ziva era nella sua stanza, e stava cercando di concentrarsi su quelle complicate formule di Chimica che Vance aveva loro assegnato, quando sentì la porta aprirsi.
 
“Zee…”
 
Sentendo quella vocina, Ziva si voltò all’istante, vedendo la sorellina sulla soglia della porta.
 
“Ehi topina che succede?”
Chiese andandole incontro.
 
Si piegò sulle ginocchia, mettendosi alla sua altezza, e le prese le manine.
“Perché Ari si è arrabbiato che siamo tornate con Tony?”
 
“Perché aveva paura che fosse come Avraham”
 
“Ma lui non è come Avraham! Avraham era cattivo, Tony ha lo sguardo buono…”
La interruppe.
“E poi a me Avraham non è mai piaciuto! Invece Tony sì…”
 
Ziva la guardò negli occhi.
“Già… Non ti eri sbagliata su Avraham, e non ti stai sbagliando su Tony… Io invece mi ero sbagliata su tutti e due”
Ammise alzandosi e prendendola per mano per sedersi entrambe sul letto.
 
“Perché su tutti e due? Anche tu credevi che Tony fosse come Avraham?”
Chiese la piccola.
 
“No tesoro… Ma… Non mi fidavo… Se però tu mi dici che è un bravo ragazzo allora io ti credo!”
 
Tali era l’unica alla quale Ziva raccontava sempre la verità, perché era l’unica che riusciva a capire veramente i suoi sentimenti, senza neanche rendersene conto.
 
“Tony è buono… Ti vuole bene…”
Ziva abbracciò la sorellina e la strinse forte, lasciandole un dolce bacio sulla tempia, quando vennero interrotte da un suono proveniente dal cellulare della ragazza.
 
Tali allungò il collo dalle braccia della sorella che continuavano a stringerla, e quando si accorse della notifica sul cellulare, si divincolò dall’abbraccio, tornando in camera.
 
Ziva prese il cellulare e si accorse di un messaggio di un numero sconosciuto, ma non le ci volle molto per capire di chi fosse.
 
“Pronta a guidare una Ducati Panigale 959, piccola Zee-Vah?”
 
Sorrise… E d’un tratto le fu chiaro quello che era successo poche ore prima… Tali doveva avergli dato il suo numero di telefono… Ecco perché era scappata via!
 
“Mia sorella ti ha dato subito il mio numero senza esitare, eh?”
 
“Come fai a sapere che gliel’ho chiesto io?”
 
“Non lo sapevo… Ora lo so! XD”
 
“Poi mi spieghi come fai a fregarmi sempre, David! Comunque… Domani a che ora passo? Non te lo chiederei, ma il fatto è che tua sorella aveva proprio voglia di fare un giro in moto… Non voglio scontentarla!”
 
“Ma quanto parli, DiNozzo?! Anche per messaggio?!”
 
“Ridi, ridi… Intanto io sono sommerso di compiti di spagnolo per dopodomani e costretto a rimanere a casa per anticiparmeli…”
 
“Io me la cavo in spagnolo… Se vuoi domani ti posso dare una mano!”
 
“Te l’ho già detto che è un piacere essere il tuo compagno di banco?”
 
“Stupido!”
 
“Vabbè dai… Non solo perché mi aiuterai con spagnolo…”
 
“Lo sai che questo significa che mi farai guidare sempre la tua moto, vero?!”
 
“Si, papà arrivo!”
 
“-.-”
 
“E va bene…”

“A domani, Tony J”
 
“A domani Ziva -.-’ ”
 
La ragazza sorrise per poi tornare a studiare.
 
 
 
La mattina seguente, Ziva stava ancora dormendo, mentre riviveva il momento dell’esplosione, quando la porta della sua camera si aprì all’improvviso, e lei si svegliò di scatto sudata…
 
Ma era solo Tali, che non vedeva l’ora di salire di nuovo su una moto.
 
“Ziva! Ziva! Ziva! Oggi andiamo a scuola con Tony?”
Chiese al settimo cielo.
 
Ziva si riprese dall’incubo, e con un filo di voce rispose
“Si topina… Ma adesso vai a cambiarti e fai colazione”
Si mise una mano sulla fronte, e si sedette al bordo del letto.
 
“Tutto bene Zee?”
Domandò Tali preoccupata.
 
“Certo tesoro… Solo un brutto sogno”
La tranquillizzò.
 
 
 
Tali e Ziva erano pronte ad uscire, ma avrebbero dovuto attendere l’arrivo di Tony che le portasse a scuola, ed era ancora molto presto.
 
“Ziva, tesoro… Non fai colazione?”

“No mamma… Non la faccio mai”
Rispose senza alcuna intonazione, ricevendo in cambio uno sguardo severo da parte di Ari
 
“Oggi vi accompagna il ragazzo di ieri?”
 
“Siiiiii!”
Esultò Tali.
 
“State attente”
 
“Come si chiama questo ragazzo?”
Domandò Rivka, addentando un cornetto.
 
“Tony!”
Rispose Tali.
 
“Uhm… E com’è, Tali? Può andar bene alla nostra Ziva?”
Chiese sperando di far ridere le figlie, mentre Ari si accorse immediatamente del cambio di umore di Ziva.
 
“Sto uscendo a prendere un po’ d’aria”
Disse alla fine la ragazza.
 
 
 
Appena aprì la porta, però, trovò una sorpresa proprio sotto casa sua: una Ducati rossa fiammante parcheggiata davanti al cancello.
 
Si avvicinò in cerca di Tony, ma di lui non v’era traccia. Poi notò un bagliore provenire dal sedile della moto, e uscì dal cancello.
 
Appena capì cosa fosse, rimase pietrificata. Sentì una stretta al cuore, e le lacrime venire a galla.
Erano le chiavi della moto e un foglietto con su scritto Israeliana! ma non era stato quello a generare un tornado di emozioni in lei, bensì quello che vi era sopra quel foglietto: Una collanina con appeso un ciondolo… Il  ciondolo, il suo scudo… La stella di David.
 
Si sentì mancare, e si sedette sui gradini della sua casa, mentre aveva fra le mani quella collanina. Ne aveva una uguale fino al giorno dell’esplosione, in cui la perse fra le macerie.
 
Le sembrava di rivivere quel momento, e tutto quello che ne seguì. Le sembrava di rivivere tutto il dolore che aveva causato quell’attentato, la paura, l’agitazione, l’ansia… Iniziò a respirare affannosamente, mentre gli occhi diventavano lucidi… Il cuore prese a battere più velocemente, le mani a sudare, insieme alla fronte.  Strinse il ciondolo e lo portò al petto, premendoselo sul cuore… Non riusciva più a respirare, e divenne pallida, quando un paio di braccia la avvolsero immediatamente. Si voltò di scatto a fissare la figura che aveva davanti a sé, e subito ritornò alla realtà.
 
Tony si era nascosto dietro un cespuglio, per vedere la sua reazione. Si aspettava una risata, un viso stupito, ma mai quello che accadde. Appena la vide stare male, pur non capendone il motivo, corse ad abbracciarla per infonderle sicurezza.
 
Perché in fondo era questo ciò di cui aveva bisogno Ziva. Qualcuno che le dicesse che andava tutto bene…
 
“Ziva, Ziva… Calma! Va tutto bene!”
Disse con voce calma per rassicurarla, prendendole le spalle.
 
Ziva lo guardò spaesata, prima di sentire nuovamente le lacrime salirle lungo i condotti lacrimali. Ma non si sarebbe messa a piangere lì, davanti a Tony, con la paura che Ari potesse vederla.
 
Tony la abbracciò, e Ziva appoggiò la sua testa al petto del ragazzo, che continuò a tranquillizzarla per qualche minuto. Quando poi Tony sentì il cuore della ragazza riprendere a battere regolarmente, provò a parlare.
 
“Ehi volevo solo farti una sorpresa!”
Scherzò, mentre Ziva alzava al testa in un timido sorriso, passando il dorso della man sotto il naso.
 
Tony preferì non parlare di quello che era appena successo… Se vedere una collana le aveva procurato tanta ansia, parlarne doveva esserle ancora più difficile!
 
“Allora questa volta ho indovinato?”
 
“Si…”
Ziva annuì, lasciandosi sfuggire una piccola risata.
 
Fino a quel momento, Tony era stato il primo a riuscire a farla tornare di buon umore così facilmente.
 
“Beh, allora girati che ti allaccio la collana”
 
 
 
Una volta che Ziva si fu sistemata, andò a chiamare Tali, per portarla a scuola.
 
“Allora dove vi porto, fanciulle?”
Domandò Tony.
 
“A scuola forse?”
Rise Ziva.
 
“Assolutamente no, piccola Israeliana… Manca ancora un’ora e mezzo, e io devo fare colazione!”
 
Ziva rimase stupita dal comportamento di Tony. L’aveva vista quasi crollare, e l’aveva abbracciata per rassicurarla, ma non le aveva chiesto nulla… Forse è così che fanno i veri amici!
 
E poi era l’unico, a definirla israeliana, invece che ebrea… Magari a lui non importava la sua religione, il suo credo… Magari a lui importava semplicemente di lei!
 
“Neanche Ziva ha fatto colazione!”
Rispose prontamente Tali.
 
“Oh beh… Se la mettiamo così, allora vi porto subito in un bar eccezionale!”
Disse salendo sulla moto, e mettendosi il casco.
 
Ziva al contrario rimase ferma a guardarlo a braccia conserte.
 
“Ritira gli artigli, mia bella israeliana… Ora vi porto io! Quando andremo a scuola guiderai tu!”
Le disse divertito.
 
“Affare fatto!”
Disse salendo sulla moto anche lei e mettendosi il casco.
 
Tali stava per salire anche lei, quando ebbe un’illuminazione… Era un piccolo diavoletto… Ma alla fine, Tali aveva sempre ragione…
 
“Ehm… Ziva… Io… Prendo il bus! C’è una mia compagna che sale alla nostra stessa fermata…”
 
“Sicura topina?”
 
Tali annuì convinta.
 
“Allora noi andiamo…”
Disse Tony alla fine.
 
“Stringiti forte Zee-Vah… Si parte!”
 
Ziva fece come le fu detto, e circondò con le braccia i fianchi di Tony, e alla fine il ragazzo partì.
 
Erano a metà strada, quando Ziva sentì il vento accarezzarle la pelle. Adorava quella sensazione… La velocità! Lei amava correre, e tutti i pomeriggi, in Israele, non si faceva sfuggire l’opportunità di correre nel parco. Qui però, non conosceva posti dove poter andare, e decise di godersi quel momento. Appoggiò la testa sulla schiena di Tony, che inspiegabilmente andò ancora più veloce.
 
 
 
Scesi dalla moto, entrarono in un bar, e si sedettero ad un tavolino. Fecero colazione insieme e Ziva rimase stupita dalla quantità di cibo che Tony ingurgitava in pochi secondi… Dall’aspetto non l’avrebbe mai detto!
 
Terminata la colazione, avevano iniziato a parlare, senza rendersi conto dell’orario.
 
“Oh cavoli! Sono quasi le 9! Non arriveremo mai in tempo a scuola… Direi che è il caso che guidi io!”
Disse Tony.
 
“Non preoccuparti… Vedrai che arriveremo in tempo…”
Rispose Ziva beffarda.
 
“Ziva… Lo so che vuoi guidare… Ma è molto tardi!”
 
“Smettila di frignare, e salta su!”
 
Tony sbuffò, ma alla fine accettò… In fondo saltarsi un’ora di Storia e Filosofia col professor Mallard non gli sarebbe certo dispiaciuto!
 
“Ora la tua Israeliana ti mostra come si guida una Ducati…”
Disse Ziva un secondo prima di partire… Quando per Tony comprese il significato di quelle parole era già troppo tardi!
 
Ziva aveva iniziato a guidare in modo a dir poco pericoloso, a tutta velocità, e sfiorando a pelo le auto che venivano di fronte.
Tony era terrorizzato, e supplicò Ziva di andare più piano… Ma la ragazza si stava divertendo troppo, e al contrario, aumentò la velocità!
 
Tony si strinse a lei con tutte le sue forze, da ritrovarsi con la testa incollata alla sua schiena!
“Questa me la paghi!”
 
E Ziva sorrise!
 
Arrivarono a scuola in meno di 5 minuti. Ziva scese dalla moto con assoluta tranquillità, mentre Tony doveva ancora riprendersi. In quel momento videro l’autobus di Tali arrivare… Erano ancora le 8:50!
 
 
 
“Avanti Tony… Non ho sfiorato nemmeno i 200!”
 
Tony la guardò incredulo, mentre insieme percorrevano i corridoi della scuola per raggiungere la loro aula.
 
“Mi hai quasi ucciso!”
 
“Ma smettila!”
 
“Ehi che succede qui?”
Abby era già seduta al suo banco insieme a Tim quando Tony e Ziva arrivarono…
 
“Tony si lamenta perché dice che vado troppo veloce con la moto!”
 
“Hai la moto, Ziva?”
Domandò McGee.
 
“Avevo una vespa… Ma qualcuno me l’ha distrutta… Ho guidato la moto di Tony”
Rispose tranquilla, mentre il ragazzo ancora doveva riprendersi dallo shock di quella mattina.
 
“Tony ti ha lasciato guidare la sua moto?!”
Si sbalordirono Abby e McGee.
 
“Vuol dire che sai guidare molto bene allora!”
Affermò Tim.
 
“Voi… Voi non avete idea!  Guy Martin in TT3D: Closer to the Edge non è nessuno in confronto a lei!”
Si giustificò Tony ancora sconvolto.
 
Abby e McGee si guardarono negli occhi… Lo stesso pensiero attraversò le loro menti!
 
 
 
La giornata trascorse in fretta, e come promesso, Ziva andò da Tony per aiutarlo in spagnolo.
 
“Allora guido io?”
Disse Ziva cercando di afferrare le chiavi dalle mani di Tony.
 
“Preferisco vivere, grazie!”
 
“Oh andiamo… Se ti stringi a me vedrai che non ti succederà nulla!”
Sorrise maliziosamente.
 
“Quanto vorrei crederti!”
 
“E dai Tony… Hai paura di Ziva?!”
Lo prese in giro McGee.
 
“No pivello…”
Ziva lo fulminò con lo sguardo, e Tony si corresse sbuffando.
“Tim…”
 
Abby e McGee si guardarono di nuovo… Iniziavano ad avere delle certezze!
 
“Non ho paura… È solo che di DiNozzo non ce ne sono molti in giro! E non vorrei mai privare il mondo di una risorsa tanto importante”
 
 
 
Arrivati sani e salvi in casa DiNozzo, Ziva rimase stupita dalla bellezza di quella villa enorme…
 
“Ah… Ehm… Mio padre oggi non c’è… Non so quando torna…”
 
“Oh, certo… Non preoccuparti”
 
Salirono in camera di Tony, dove Ziva poté notare tutte le coppe che aveva vinto per i campionati di Basket.
 
“Wow! Sarai una leggenda all’Anacostia!”
Esclamò Ziva.
 
“Che vuoi farci… Sarà il fascino DiNozzo!”
Si vantò.
 
“Ma smettila!”
Rise la ragazza, tirandogli un pugno sul petto.
 
“Comunque stasera devo giocare una partita… Se ti va, Abby e McGee stanno venendo a vederla… Perché non vieni anche tu?”
Chiese Tony.
 
“Oh si! Mi piacerebbe tanto… Non ho mai visto una partita di Basket!”
 
“Scherzi, vero?”
Si stupì il ragazzo.
 
Ziva fece cenno di no con la testa…
 
“Allora stasera devi assolutamente venire… Vedrai che guardandomi giocare te ne innamorerai!”
Disse Tony… Poi rifletté su quello che aveva appena detto…
“Delle partite di basket intendo…”
 
Ziva rise, per come sembrava goffo in quel momento.
 
“Ridi già da adesso? Mi aspetterà un pomeriggio d’inferno!”
Sospirò.
 
 
 
Iniziarono a studiare spagnolo, e spesso capitava che Ziva ridesse per gli errori di Tony, o per tutti gli spuntini che faceva per accumulare energie per quella sera… Come diceva lui!
 
“Poi dopo la partita, io Abby e Tim andiamo a mangiare qualcosa… Ti va di venire con noi?”
 
“Oh… Non ceni con la tua squadra?!”
Disse Ziva sarcastica.
 
“Loro sono la mia squadra… Ma ultimamente mi accorgo che non sono loro i miei amici”
Rispose in tono lievemente malinconico.
 
Ziva colse immediatamente quello che intendeva dire Tony e si affrettò a spiegarsi.
 
“So cosa vuol dire fidarsi di qualcuno che poi tradisce quella fiducia… Mi dispiace”
Disse appoggiando una mano sul suo braccio e guardandolo negli occhi.
“Certo che verrò con voi!”
 
“Sempre se a Tali andrà bene restare sola con mamma e Ari…”
Aggiunse riflettendo tra sé e sé…
 
“Ma vedrò di convincerla…”
 
“Allora corro ad avvisare Tim”
Disse Tony alzandosi dalla sedia.
 
“No, tu resti qui a finire di ripetere… Ci penso io!”
Lo fermò Ziva tirandolo per un braccio.
 
“Ma Ziva…”
 
“Siediti!”
 
“Ma…”
 
“Sientate!”
 
Tony la guardò poco convinto.
 
“Oh andiamo Tony! Vuol dire siediti in spagnolo!”
La ragazza sospirò portandosi una mano sulla fronte.
 
 
 
Arrivò il momento di prepararsi per usciere, e Tony accompagnò Ziva a casa, aspettandola fuori. Doveva solo cambiarsi e avvisare che non sarebbe rientrata per cena.
 
Corse in casa, si fece un doccia veloce e indossò un semplice vestitino nero corto e morbido a maniche corte. La parte di spora era costituita da due fasce che si incrociavano sul seno, mentre la parte di sotto, ricadeva leggera sopra il ginocchio. Ci accostò degli stivaletti beige e si raccolse i capelli mossi in una coda lasciando qualche ciocca a incorniciare il viso.
 
Scese di corsa le scale e avvisò la madre.
 
“Esci con Tony?”
Chiese questa maliziosa.
 
“Con amici… Vado a vedere una partita di Basket dove Tony gioca”
Rispose fredda.
 
“Sarai a casa per la cena?”
Domandò Ari.
 
“No…”
“Ma Tali dov’è?”
Aggiunse.
 
 
 
Intanto, fuori di casa, la sorellina di Ziva, parlava con Tony.
 
“Allora com’è andato il viaggio fino a scuola?”
Domandò con un sorriso divertito, Tali.
 
“Allora tu lo sapevi, piccolo diavoletto!”
Disse Tony prendendola in braccio e sollevandola da terra.
 
“È per questo che non sei venuta con noi!”
 
“Ehm… Già….”
Mentì la piccola, mentre rideva per quello che Tony le stava facendo.
 
Quando riappoggiò i piedi per terra, tornò immediatamente più seria.
 
“Oggi ho visto Ziva che piangeva e tu che l’abbracciavi…”
 
“Non stava piangendo… Era solo un po’ spaventata”
Spiegò il ragazzo.
 
“Tu le vuoi bene?”
Domandò Tali.
 
“Certo che le voglio bene! Come voglio bene anche a te…”
Rispose immediatamente Tony.
 
“Non le farai del male come ha fatto Avraham, vero? E non la farai arrabbiare come la mamma… Giusto? Tu sei buono, io lo so!”
 
Tony rimase turbato da quelle affermazioni, ed iniziò a capire che doveva essere successo qualcosa in passato… Ma ogni cosa a suo tempo.
 
“Questo è il mio numero… Chiamami ogni volta che hai bisogno”
Disse Tony dandole un fogliettino sul quale aveva scritto il suo numero di telefono, e piegandosi alla sua stessa altezza.
“Non so chi sia Avraham o cosa abbia fatto… E non so perché Ziva è arrabbiata con vostra mamma…”
Aggiunse
“Ma puoi stare tranquilla che io ci sarò sempre per voi!”
Disse alla fine.
 
 
 
Ziva era uscita di casa proprio in quel momento, in tempo per sentire le ultime parole del ragazzo, ma senza dire nulla.
 
Quando Tony alzò il volto e la vide ne rimase ammaliato… Era splendida.
 
“Forza andate!”
Li incoraggiò Tali.
 
Tony e Ziva si guardarono negli occhi per qualche minuto, poi salutarono Tali, salirono sulla moto e partirono.
 
 
 
La serata trascorse tranquilla. Ziva tifava per la squadra di Tony e si spaventava quando qualcuno lo colpiva… E intanto Abby e McGee si scambiavano sguardi complici…
 
Terminata la partita, Tony si cambiò, e si avviarono verso una pizzeria, quando Ziva venne fermata da Ray.
 
“Ehi Ziva… Ti è piaciuta la partita?”
 
“Sparisci!”
Gli rispose appena lo vide.
 
“Non vieni a prendere una pizza con noi?”
 
“Ho detto che devi sparire!”
 
“E dai Ziva…”
Ray insistette, avvicinandosi a lei, quando però una mano lo spinse all’indietro.
 
“Ray ma non ci senti?! Ha detto che devi sparire dalla sua vista… Vaporizzati!”
Tony era di fianco a Ziva, pronto a proteggerla, a differenza dell’ultima volta.
 
“Questa volta è venuto il principe azzurro a salvarti?!”
Rispose Ray sarcastico, mentre i due ormai si erano voltati e tornavano dai loro amici, che ancora una volta si scambiarono una sguardo complice…
 
“C’era bisogno che arrivasse Ziva per fargli capire che razza di amici aveva!”
Commentò Abby sottovoce.
 
Il resto della serata fu indimenticabile per tutti e quattro. Non avevano fatto niente di che… Semplicemente, ora si sentivano un gruppo davvero affiatato… Un gruppo di amici veri!









NOTA DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti! Allora che ne pensate di questo terzo capitolo? Stiamo lentamente entrando nella famiglia di Ziva, e presto scopriremo qualcosa sul suo passato...
Spero che la storia vi piaccia... Il capitolo è molto lungo perché come già sapete, potrò pubblicare solo di domenica... Quindi ho provato a unire 2 capitoli!
Ad ogni modo... Che ne pensate della piccola Tali? Ha capito già tutto!
E poi Tony che regala a Ziva la collanina non è tenerissimo?!
Detto questo... Baci a tutti, e buona notte <3

Gaia
   
 
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