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Autore: Robigna88    22/02/2016    3 recensioni
SEQUEL DI THE FAMILY BUSINESS
Elijah ed Allison stanno insieme da poco quando John Constantine, che di solito preferisce lavorare da solo, chiede aiuto alla cacciatrice. Lei è l'unica di cui, a parte Chas e Zed, si fida a sufficienza. E' una persona che come lui conosce le atrocità di quella vita e che nonostante tutto combatte ancora. Una persona che ha molti amici e molti nemici, che ha stabilito alleanze e ha una grande abilità nel cacciare. I loro cammini si sono incrociati diverse volte per piccoli casi risolti velocemente. Stavolta però si tratterà di lavorare fianco a fianco per lungo tempo, dare vita a nuove collaborazioni e combattere nuovi e oscuri nemici. Questa collaborazione quanto minerà gli equilibri della appena nata relazione tra l'Originale elegante e la bella cacciatrice?
IL CROSSOVER COMPRENDE, OLTRE A CONSTANTINE, ANCHE SPN E TVD.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elijah, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'The family Business'
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NDA: Allison Allison... cosa combini? La fine si avvicina :) lasciatemi un commento se vi va. Adoro sapere cosa ne pensate :D

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31.

 

 

 

 

 

Allison bevve un sorso da quella bella tazza bianca a fiori rosa, molto lontana dallo stile che immaginava per Crowley ma molto bella da vedere.

Stavano seduti da almeno un’ora, Jackson aveva ripreso conoscenza da pochi minuti e si guardava intorno confuso.

“Hey” gli disse lei piegandosi sulle ginocchia. “Mettiti in piedi.”

Con delicatezza lo aiutò a mettersi seduto su una sedia e gli versò una tazza di thè. Poi tornò a sedersi al suo posto e incrociò le mani sul tavolo.

“Hai degli amici strani” le disse Crowley precedendola prima che lei potesse parlare. “Molto selvaggi, delle bestie. Tu cacci il soprannaturale eppure ti circondi di esso. Sei una continua contraddizione Morgan.”

“Hai finito di psicanalizzarmi?” Allison fece una specie di sorriso, poi si lasciò andare contro la sedia fissando gli occhi su Jackson; era scosso, smagrito, gli occhi gonfi e rossi pieni di lacrime.

Lei sapeva come ci si sentiva, ci era stata una sola volta in quel posto ma era un ricordo che non si sarebbe mai e poi mai cancellato dalla sua mente. Sarebbe successo lo stesso a Jackson ma sperava che con l’amore di Hope e di Hayley per lui sarebbe andata un po’ meglio che per lei.

Non era rimasta da sola quando quell’unica volta era tornata dalla sua gita all’Inferno, doveva ammetterlo. Dean e Sam le erano stati vicini, Castiel aveva fatto altrettanto anche se lei lo aveva saputo solo anni dopo. Allora era stata stupida, lo aveva capito molto dopo, quando della vita era riuscita a vedere quel bello che per tanto tempo era stato coperto da quel costante velo di oscurità che era parte del suo mondo.

Diede uno sguardo al suo anello di fidanzamento, risplendeva di una bellissima luce ma chissà perché la rendeva triste.

“Crowley, sono in questo posto da fin troppo tempo” disse riprendendo il controllo, arrivando dritta al punto. “Allora, credi che potremo raggiungere un accordo o no?”

“Per riportare indietro questo qui?” il Re dell’Inferno bevve un lungo sorso dalla tazza dopo aver indicato Jackson con una mano. “Cosa proponi?”

Allison fece un grosso respiro. “Quando ero in coma, in quella specie di realtà alternativa, mi hai detto che esiste una specie di mercato delle anime e che la mia anima è molto desiderata sia dall’Inferno che dal Paradiso.”

Crowley si fece avanti e si poggiò interessato al tavolo. “Continua.”

La cacciatrice diede una rapida occhiata a Jackson, chiuse per un attimo gli occhi ed infine guardò di nuovo il demone. “Puoi averla” gli disse. “La mia anima.”

“Allison…” mormorò Jackson, ed era la prima volta che parlava.

Lui alzò la mano per zittirlo e sorrise ad Allison. “Mi daresti la tua anima per questo tizio?”

Allison rise. “Ci sono delle condizioni Crowley ma sono certa che capirai che i vantaggi della mia proposta sono molti di più degli svantaggi. E soprattutto è un’offerta che non si ripeterà.”

Il Re dell’Inferno le riempì di nuovo la tazza. “Ti ascolto.”

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Hayley e Camille erano appena tornate da una delle loro serate fuori tra amiche mentre Elijah stava bevendo del thè. Il vampiro ripensò a quella fastidiosa questione che gli tornava in mente da una settimana oramai e cioè dalla sera prima che Allison partisse.

Anche allora l’Ibrida e il nuovo vampiro si erano concesse una serata tra amiche, invitando Freya ed escludendo, anche se non direttamente, la cacciatrice.

 

 

UNA SETTIMANA PRIMA

 

 

“Pensavo che fossi fuori a fare baldoria con Hayley e Camille” Elijah si sbottonò la giacca e prese posto accanto a lei sul divano. “Freya ha detto che hanno invitato anche lei, ma ha preferito non andarci.”

Allison annuì sorridendo appena e chiuse il libro che stava leggendo. “Io non amo fare baldoria. Preferisco una buona lettura in tranquillità. Oltretutto una potente congregazione di vampiri mi crede morta e, ad ogni modo, non sono stata invitata.”

L’Originale si irrigidì impercettibilmente, ma provò a rilassarsi subito facendo un grande respiro.

“Non preoccuparti” lo rassicurò lei. “Non me la prendo per così poco. Non sono più al liceo e onestamente certe stupidaggini non mi ferivano nemmeno allora. Ho scoperto fin troppo presto nella vita che le cose veramente importanti sono ben altre, non di certo non essere invitata ad una serata tra donne da un’Ibrida ed una vampira. Mi dispiace solo per Freya che non può godersi la vita neppure ora che Dahlia è morta perché deve fare da babysitter ad Hope praticamente tutto il tempo.”

C’era un lieve nervosismo nella sua voce ma più che altro c’era un’amara consapevolezza. A lui faceva venire voglia di stringerla forte.

“Hayley è ancora scossa per la morte di Jackson; è arrabbiata e non è completamente se stessa,” disse. “E Camille… sembrava star bene ma ha abbracciato il suo lato oscuro e credo che in fondo sia giusto così, se le serve a capire…”

“Per favore” lo interruppe lei scuotendo il capo. “Non devi inventarti scuse per loro Elijah. Non ce n’è alcun bisogno e mi sento profondamente offesa perché mi tratti come se fossi una stupida.”

“Non sto inventando scuse per loro e non volevo offendere la tua intelligenza. Dico solo le cose come stanno.”

“Le cose come stanno…” ripeté lei alzandosi. “Peccato che non stiano così. La verità è che Hayley mi incolpa per la morte di Jackson visto che Tristan l’ha ucciso solo per attirare la mi attenzione, e Camille mi incolpa della sua trasformazione perché è colpa mia se la Strige è arrivata a New Orleans distruggendo tutto sul suo cammino. Sai… se non fossi così stanca di essere quella che si fa in quattro per tutti senza ricevere nulla in cambio forse mi sforzerei di capire il loro punto di vista. Ma sono stufa marcia quindi se vogliono incolpare me per tutte le disgrazie che sono capitate loro, facciano pure. Mi incolpino pure delle guerre nel mondo, della povertà e di tutte le cose brutte su questa terra se questo le fa sentire meglio. A me non importa più.”

“Allison,” Elijah si mise in piedi. “Nessuno ti incolpa di tutte queste cose e se lo pensi forse sarebbe il caso di parlarne, non credi?”

“No,” lei sospirò raggiungendo le scale. “Non credo. Non servirebbe a nulla e onestamente sarebbe solo fiato sprecato Elijah. Ho di meglio da fare che combattere contro i mulini a vento.”

“Dove stai andando?” chiese lui allargando le braccia.

“Nella mia camera, dove altro sennò?”

 

 

“Sembra che voi due vi siate parecchio divertite.”

Camille ed Hayley lo guardarono con un sorriso.

“Abbiamo bevuto un bel po’” confesso la bionda. “Domani avremo un grande mal di testa ma è stato… liberatorio. Niente regole, niente preoccupazioni. Una boccata d’aria fresca.”

“Mentre Freya faceva da babysitter a tua figlia” Elijah si voltò verso Hayley e piegò poco il capo.

L’Ibrida sembrò irrigidirsi, assunse una postura nervosa e sospirò. “Se hai qualcosa da dire, parla chiaro Elijah.”

Lui si alzò e dopo esseri riabbottonato la giacca mise le mani nelle tasche. “Allison crede che voi due la incolpiate per la morte di Jackson e per il fatto che tu” disse guardando Camille per un attimo. “sia un vampiro. Le ho detto che si sbaglia ma la verità è che lei si sbaglia poche volte.”

“E da quando sei il suo avvocato?”

“Non lo sono” Elijah sorrise a Camille. “Ma sono il suo fidanzato e  mi preoccupo per lei.  È molto a disagio ultimamente; nervosa, sfuggente. Non la Allison che conosco e amo. Il suo disagio mette a disagio anche me, se capisci cosa intendo.”

“Forse perché in fondo si  sente in colpa” disse Hayley, le braccia incrociate sul petto. “Camille ha perso la sua umanità perché lei si è sentita in dovere di darle del sangue di vampiro senza che lo sapesse e quel pazzo di Tristan ha strappato il cuore dal petto di mio marito…”

“Adesso basta!” la interruppe Elijah con tono glaciale. “Se Camille è ancora tra noi, seppur diversa, lo dobbiamo solo ed esclusivamente ad Allison  e se proprio lei non ti avesse salvato la vita rischiando la sua, Tristan avrebbe strappato anche il tuo di cuore. Klaus le ha spezzato il collo per colpa della Strige, non commettere l’errore di credere di essere l’unica che ha sofferto a causa loro.”

“Su di lei c’era un maledetto incantesimo di protezione!” urlò Hayley puntando con forza il dito sul tavolo. “Lei è ancora viva ma Jackson non lo è e non tornerà mai più. Perdonami se pensando all’atroce morte di mio marito mi viene da riflettere sul fatto che se lei non facesse parte delle nostre vite la Strige non sarebbe venuta in città rovinando ogni cosa, portandoci via i nostri cari… persino noi stessi.”

“Hayley…” sentirono.

E quando si voltarono tutti e tre sgranarono gli occhi alla vista di Jackson, dietro di lui Allison se ne stava con le mani nelle tasche del suo cappotto, sul viso l’espressione più insofferente che Elijah avesse mai visto.

“Jack” mormorò l’Ibrida coprendosi la bocca con una mano, avanzando piano verso di lui quasi avesse paura che fosse un sogno. “Come… com’è possibile?”

“Ero all’Inferno, ma Allison mi ha riportato indietro. Ha fatto un patto con uno strano tizio e… eccomi qui. In carne ed ossa.”

Hayley sentì gli occhi riempirsi di lacrime, si diede della stupida e solo allora si rese conto di quanto davvero lo fosse stata. Mentre pensava le peggiori cose su di lei, accecata dal dolore della perdita di Jackson, Allison si stava dando da fare per alleviare quella sofferenza, per ridarle quell’uomo buono e gentile che la faceva sentire amata.

“Allison” disse guardandola, piegando poco il capo sperando che lei capisse.

Ma Allison non rispose, anzi le diede le spalle decisa a lasciare quella casa e persino quella città.

Elijah la raggiunse giusto in tempo, prima che lei salisse sull’auto.

“Cos’hai fatto?” le chiese afferrandola piano per un braccio, su quel viso bello c’era il terrore. “Hai fatto un patto con Crowley? Hai di nuovo sacrificato la tua vita per salvare Jackson?”

“Posso assicurarti che non ho messo in pericolo la mia vita” gli disse lei scuotendo il capo. Lo sentiva tremare, di rabbia forse di preoccupazione. “Te lo giuro.”

Lui fece un grosso respiro, abbassò per un attimo lo sguardo e poi lo rialzò per incontrare gli occhi nocciola della donna che amava. “Mi dispiace” le disse. “Mi dispiace che tu avessi ragione riguardo ad Hayley e Camille. Mi dispiace per tutto.”

Allison si rilassò, gli prese il viso tra le mani e lo baciò dolcemente per un lungo istante. “Non è colpa tua” gli disse poggiando la fronte sulla sua. “Ma non posso restare.”

“Va bene” lui annuì. “Verrò con te, andremo dovunque vorrai.”

“No” chiarì Allison cercando il suo sguardo. “Io ti amo Elijah, ti amo a tal punto che per farlo ho smesso di amare me stessa e non mi va più.”

“Cosa stai dicendo?”

“Sto dicendo che vorrei un po’ di tempo per schiarirmi le idee e ritrovare me stessa, perché mi sento come se mi fossi persa” Allison gli prese una mano e la baciò dolcemente. “Ma è una cosa che devo fare da sola e credo che tu possa capire.”

Elijah chiuse per un attimo gli occhi. Lo capiva ma non gli piaceva. “Lo capisco, ma non mi piace” le disse infatti.

“Tornerò presto e quando lo farò tutto sarà diverso, te lo prometto. Fidati di me ti prego.”

“Lo faccio, sempre.”

La donna sorrise sollevandosi sulla punta dei piedi e con decisione poggiò la bocca sulla sua. Sarebbe stato diverso al suo ritorno, ogni cosa sarebbe stata diversa.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

LOS ANGELES – DUE GIORNI DOPO

 

 

“Grazie” Allison mise una firma e tirò fuori dalla tasca una banconota da cento dollari che diede ai due tizi che l’avevano aiutata a sistemare quella consegna dentro quel grande magazzino che aveva affittato nei pressi del porto.

Rimase a guardarli fin quando non ripartirono e poi tirò fuori dal bagagliaio un contenitore. Mandò un messaggio a John ed entrò. Accese la luce prima di far partire la chiusura automatica della saracinesca e dopo aver fatto un grosso respiro raggiunse il grande container che era stato posizionato al centro del locale.

Con forza aprì la grande porta di ferro e la luce che illuminò l’interno rivelò quello che lei in fondo si aspettava. Dei due che erano stati rinchiusi all’interno rimaneva solo uno; aveva l’aria assetata e pallida, sul suo bel viso si vedevano già i primi segni della disidratazione.

Il tizio la guardò con occhi sgranati, poi sorrise strisciando sino al bordo.

“Allison” sussurrò. “Sono così felice di vederti. Hai cambiato colore di capelli. Sei bellissima…”

Lei sospirò lanciando dentro il container una sacca di sangue. “Smettila di parlare e rimettiti in forze Tristan, io e te dobbiamo fare quattro chiacchiere. Ho grandi piani e tu mi aiuterai a realizzarli.”

 

 

   
 
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