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Autore: SusanButterfly    22/02/2016    2 recensioni
[Akira/Amon] [PoV Akira]
Sono venuta per salutare mio padre, come ogni domenica mattina, ma sempre più spesso trovo Kotaro Amon davanti alla sua tomba. Non riesco a fare a meno di disprezzarlo ogni volta in cui i miei occhi incontrano i suoi.
È sempre così serio, professionale; tutti i suoi colleghi lo apprezzano.
Io invece provo disgusto per la sua debolezza.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amon Kōtaro, Mado Akira
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NA: Piccola flash su Akira Mado e su quelli che ho immaginato potessero essere i suoi sentimenti.

Hateful feeling




Raggiungo la sommità della collina, ma ad un tratto mi fermo.
Tra le lapidi scorgo la sagoma alta e robusta di un uomo. Sta in piedi davanti ad una tomba, immobile come una statua di gesso.
Non ho bisogno di pensare nemmeno un momento: so perfettamente chi è.
Inevitabilmente il cuore mi salta in gola, e subito stringo più forte il piccolo mazzo di fiori che ho in mano, provando un moto di rabbia contro me stessa e contro di lui.
Sono venuta per salutare mio padre, come ogni domenica mattina, ma sempre più spesso trovo Kotaro Amon davanti alla sua tomba. Non riesco a fare a meno di disprezzarlo ogni volta in cui i miei occhi incontrano i suoi.
È sempre così serio, professionale; tutti i suoi colleghi lo apprezzano.
Io invece provo disgusto per la sua debolezza.
Ogni volta in cui lo vedo, ricordo che è solo grazie a lui se Kureo Mado è stato ucciso da quel ghoul, Rabbit. Se solo lui non avesse perso tempo, se fosse intervenuto, sarebbe riuscito ad aiutarlo e io ora non sarei orfana di entrambi i genitori.
Una goccia di pioggia mi scivola sul viso; ho appena il tempo di rendermene conto che cominciano a caderne altre, sempre più fitte. Nonostante ciò, resto ferma dove sono.
Ricordo quando Amon mi ha convinta ad andare a cena con lui e con quel sempliciotto di Takizawa. Arrossisco ricordando quella serata, e subito dopo mi maledico.
Sono altri i sentimenti che dovrei provare nei confronti di quest'uomo, mi ripeto. Sospetto che gli esili steli dei fiori siano stati ormai stritolati dalla mia stretta.
Però ecco, mi torna in mente un altro ricordo: rivedo Kotaro Amon in piedi davanti a me, in pugno la quinque, e la mia voce che gli urla di andarsene e lasciarmi dove sono, perché sono ferita e gli sarei solo d'impaccio. Ma lui si è voltato solo un attimo, dai suoi occhi avevo capito che non mi avrebbe lasciata, poi è tornato a fissare il Gufo davanti a noi, e io sapevo che se avesse dovuto lo avrebbe fronteggiato anche sapendo di non avere speranze da solo.
Allora, credendo che la nostra fine fosse giunta, ho pensato solo Mio Dio, che stupido.
Senza rendermene conto comincio ad avanzare verso le lapidi. La figura dell'uomo è sempre più vicina, le mie mani stringono convulsamente i fiori.
Amon ode i miei passi e si volta, e la mia presa di allenta. Sento la pioggia bagnarmi i capelli e infiltrarsi nei miei vestiti, ma non ho freddo.
Al contrario, un brivido caldo mi percorre la schiena quando sono finalmente così vicina a lui, e i nostri sguardi s'incrociano.
E in quel momento non odio Amon, né Rabbit, né nessun altro.
Odio me stessa, perché amo l'uomo che ha ucciso mio padre.

   
 
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