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Autore: Veni Vidi Jackie    22/02/2016    1 recensioni
Matilde, amica (o qualcosa di più?) da più di un anno di Jack, ha da tempo dimostrato con lui atteggiamenti aggressivi. Quando lei troverà l'amore in Frank, Jack verrà prima relegato in secondo piano e poi abbandonato dalla ragazza. Ormai libero, la fine del "regime tirannico" di Matilde dovrebbe farlo stare meglio, ma la gelosia lo dilanierà e ben presto lo farà arrivare sull'orlo della pazzia.
In questa situazione, saranno personaggi assai strani a farlo tornare su di morale!
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno dopo la finale, mi ritrovo a casa con tutti i miei amici vecchi di duemila anni. Ci sediamo tutti al grosso tavolo della sala, festeggiando il mio successo. Abbiamo patatine, tramezzini, bevande di ogni genere e un mucchio di antipasti. Ho collocato anche il trofeo sul tavolo: non me ne voglio più liberare.

C' è una nuova sensazione nell'aria, qualcosa che non riesco bene a definire. E' come se tutti fossero più felici, più sollevati. Una cosa è certa: io sono più felice. Il ricordo di Matilde si sta lentamente affievolendo e la vittoria nel torneo di casa mi ha fatto capire che nella vita posso riuscire anche senza il suo aiuto.

Se io abbia trasmesso questa felicità anche a loro, questo non lo so.

- Hey, Jack – mi chiama Cicerone, con una bottiglia di vino in mano – sai, penso che tu debba fare una cosa -

- Che cosa? -

- Scrivere. -

Lo guardo con gli occhi sgranati. - Che hai detto? -

- Hai capito bene – mi risponde. - Scrivi -

- Marco, hai bevuto? -

Lui sorride e poi versa il vino dentro la mia coppa. - Questo è poco ma sicuro -

Cicerone trangugia tutto quanto il vino, mentre gli altri battono le mani sul tavolo e urlano: “tutto!Tutto! Tutto!”. Marco ripone quindi il mio trofeo e si pulisce la bocca con la manica.

- Dicevo – riprende – dovresti scrivere di tutto ciò che hai provato durante questi mesi -

- Ma...perché? -

Lui alza le spalle. - Potresti sentirti ancora meglio di adesso, sai -

- Sì...ma...cioè, non capisco -

- Jack – si intromette Orazio, mangiando una patatina – penso che abbia ragione. Metti su carta la tua esperienza con Matilde, provaci. E' una sorta di valvola di sfogo -

- Capisco...ma quindi...prendo un foglio e scrivo? -

- Sì – risponde Alessandro Magno da una poltrona, con in mano una rivista al contrario – oppure al conputter, come credi meglio -

- Mhm...-

Immagino che per conputter intenda “computer”, ma non è questo il punto. Effettivamente, l'idea mi piace. Non ci avevo mai pensato:questo mi potrebbe dare l'occasione di esternare una volta per tutte i miei sentimenti. Sì, non è una cattiva idea.

- Sapete, voglio iniziare fin da ora! - annuncio

- Oh! Bene, molto bene! - esclama Cicerone

Mi alzo e vado a prendere il mio PC portatile, lo accendo ed apro subito il programma di scrittura. Mi sgranchisco le dita delle mani e mi preparo a scrivere, ma subito un dubbio si insinua nella mia mente.

- Da dove dovrei iniziare? - chiedo

- Dall'inizio! - grida Alessandro Magno

- Sì, questo lo so. Intendo: da che parte dell'inizio? -

Seneca, rimasto in silenzio fino a quel momento, si alza e si siede accanto a me. - Comincia da dove senti di dover iniziare, amico mio -

- Mhm...-

E' una decisione difficile: voglio fare un bel lavoro, mi ci voglio impegnare moltissimo. Sono sorpreso che non mi sia mai venuta in mente l'idea di scrivere tutto ciò che ho provato, malgrado sia sempre stato attratto dalla scrittura. Voglio che questo racconto mi faccia definitivamente uscire dal tunnel di tristezza in cui sono caduto diversi mesi fa.

Mi viene un'idea.

- Voglio partire da quando tutto ha cominciato ad andare a rotoli -

- Mhm...bella idea, bella idea – commenta Alessandro grattandosi il mento

- Cosa intendi di preciso? - chiede Cicerone

- Dagli ultimi tempi in cui uscivo con Matilde -

- Quando ha iniziato a essere aggressiva? -

- Non proprio: da quando lo era già, non da quando ha cominciato -

- Capisco, capisco. -

Dal momento che tutti non mi chiedono più nulla e non fanno che ubriacarsi dicendo cose senza senso, comincio a scrivere. Decido di partire da un giorno in particolare: quello in cui passeggiavo per il lungomare della mia città con Tom, Andy e ovviamente Matilde. Ricordo che feci un apprezzamento su Maria Sharapova e Matilde mi colpì rapidissima.

Sì, è l'inizio giusto per il mio racconto.

- “Matilde si volge verso di me...”-

Mi giro di scatto: alle mie spalle Catullo sta sbirciando sullo schermo, leggendo quel poco che ho già scritto. Lo copro col braccio e lui inizia a ridere.

- Non mi dirai che ti vergogni! -

- Un pochino...-

- Forza, fammi leggere! -

Senza troppi complimenti mi prende il PC dalle mani e lo posa lontano da me sul tavolo. Anche Seneca e Ottaviano Augusto (quest'ultimo con una lattina di Coca Cola in mano) si avvicinano al computer.

- “...con quel suo solito sorrisetto che ha sempre in queste occasioni.” - continuano a leggere all'unisono.

Mi alzo e corro veloce da loro, riprendendomi l'oggetto.

- Lasciatemi scrivere e fatevi i fatti vostri! -

Me ne torno veloce dove prima, irritato dalla loro curiosità morbosa.

- Jack – mi chiama Ottaviano

- Che c'è? -

- Sai, scrivi bene -

Alzo lo sguardo verso di lui. - Sul serio? -

E' in questo momento che tutti scoppiano a ridere.

- Assolutamente no! -

Sbuffo spazientito e ricomincio a picchiettare sui tasti del mio portatile, sentendo una sensazione nuova. Non è solo il piacere di esternare tutte le mie vicende (questo lo facevo già nel raccontarle a tutti), è qualcosa di più.

E' una sorta di rivincita personale, di vittoria...di vittoria contro Matilde. Dentro di me so che non devo vivere tutto questo come una sfida (questo credo di averlo imparato!), ma un minimo di piacere lo devo pur provare nello sfogarmi.

- Jack! -

Alzo improvvisamente le mani dalla tastiera e mi volto verso Seneca, che adesso si sta asciugando la bocca con una pagina del “De tranquillitate animi”.

- Dimmi -

- Sai, dovresti pure pubblicarlo -

- Lucio, non credo che la gente lo apprezzerebbe -

- Perché no? Ottaviano, diglielo pure tu. -

Ci giriamo verso Augusto, che ha un bicchiere di vino in mano e gli occhi rossi.

- Ad Azio! Azio! Ad Azio! Azio! A-zi-o! Azio! - esclama, sollevando e riabbassando il bicchiere, sgocciolandosi tutto addosso.

- No, non guardare lui – mi dice Seneca – comunque, sul serio: lo pubblicherai -

- Ma dove? Come posso farlo? -

- Quello stupido di Marco Antonio...ah! Azio...Azio...un, due, tre...cavallo, carrozza e re! Azio! Ah! Marco Antonio...ah! - grida ancora Ottaviano, con una voce poco rassicurante

- Non lo so...da qualche parte - risponde Lucio

- Mhm...-

Mi gratto il mento, cercando di ricordare il nome di un sito di cui Matilde mi aveva parlato diversi mesi fa. Era un sito di scrittura e lei me lo aveva mostrato ricordandosi del fatto che mi è sempre piaciuto scrivere. Come si chiamava? Esf? No, non era così. Epd? Nemmeno...

- Efp! - esclamo all'improvviso, facendo sobbalzare Seneca

- Dico, ma sei impazzito? -

- No no, scusami - mi giustifico - ho appena capito dove pubblicarlo -

- E dove? -

- Su un sito chiamato "Efp" -

- Ah, bene -

- Devo trovare un nomignolo per me...-

- Uh!Uh! - grida Ottaviano dal lato opposto della stanza - scegli il mio nome! Il mio!-

- No, il mio! Il mio! - grida pure Cicerone.

- Non li stare ad ascoltare- dichiara Seneca – credo che un nome appropriato possa essere “JackThe SerialKiller95” -

- Che ne pensi di “CucciolinoAmorosoDududadada”? - propone Alessandro.

Non avendo assolutamente intenzione di soddisfarli, decido di scegliere un nome che non ha niente a che fare con loro: "Milziade".

Ovviamente nessuno dei miei amici ne è felice, ma io non ci penso nemmeno.

Continuo a battere sul computer, pieno di idee ed entusiasta per questa nuova avventura.

  
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