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Autore: AlexBoss1997    23/02/2016    1 recensioni
La storia segue le vicende de "La bambina della pioggia e l'uomo di ferro"; indietro nel tempo, 5 fra i giorni più raffigurativi nella vita di Gajill, alle prese con l'accudire la piccola Lluvia, che col tempo crescerà, ma per qualcuno resterà sempre una bambina.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gajil Redfox, Lluvia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Non serve esser famiglia per esser felici '
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Una giornata uggiosa, era diventata un'abitudine: A volte la pioggia cadeva solo nell'area interna e adiacente l'abitazione di Gajill e Lluvia, come se una nuvola grigia fosse piazzata proprio sopra la testa della piccola, altre volte invece la perturbazione si estendeva a tutta la città, che non aveva mai visto così tanta acqua dalla sua fondazione; ma un motivo c'era, la piccola Lluvia era in possesso di poteri magici! Gajill se ne accorse quasi per caso, la sua magia era ben nascosta nel profondo, quasi assopita, egli credeva che quella mancanza fosse causata da qualcosa nell'io interiore della bambina, come la timidezza, l'insicurezza, oppure la tristezza causata dalla solitudine, in quel caso lo stesso Gajill avrebbe avuto il merito di quella scoperta, ma queste erano solo ipotesi senza un briciolo di fondamento, poteva anche essere causa della tenera età, ma ne dubitava, in fin dei conti era contento, un giorno compì una follia e questa si rivelò essere un grande acquisto, ma qualcosa lo rendeva pensieroso, si chiedeva se volesse realmente bene alla ragazzina o se in qualche modo avesse sentito l'odore di occasione e l'avesse colta, creandosi una specie di mondo a se in cui lui si mostrava umano, quando invece non lo era per nulla.
"Chissà, ho passato momenti divertenti con lei, che fossero una mera menzogna?" Pensò mentre si accingeva ad aprire la porta di casa, di ritorno da una missione, da qualche tempo aveva ripreso la sua normale routine, più o meno, cercava comunque di passare del tempo a casa, anche se aveva imparato come comportarsi in assenza di Gajill  lluvia restava sempre una bambina, non la si può lasciare sola per troppo tempo, e ogni volta che apriva la porta temeva per quel che avrebbe trovato.
"Signor Gajill! Lluvia è molto felice che sia tornato a casa" urlò la piccola al settimo cielo: Lei a contrario del Dragon Slayer non aveva dubbi, voleva troppo bene a Gajill, e non solo per tutto quello che aveva fatto e che continuava a fare, ma per la persona che è, anche se sotto una corazza di rabbia e strafottenza, fermamente convinta che in fondo era un uomo buono.
"Hai combinato guai in mia assenza? Almeno casa è ancora in piedi ghihi" sogghignò sotto i baffi, ma era solo scena, non voleva far sapere di essere pensieroso.
Lluvia per tutta risposta fece la finta offesa, Gajill le aveva insegnato a non prendersela per ogni cosa, ci era voluto del tempo, ma ci era riuscito e ne era valsa la pena, ora almeno non frignava più per ogni sciocchezza, ma il vizio del "Signor" ancora non era riuscito a toglierglielo.
"Signor Gajill, signor Gajill" per l'appunto, si ridestò dai suoi pensieri "Lluvia si chiede quando sia il suo compleanno" disse lei.
Gajill la osservò titubante "Il mio compleanno? L'11 giugno, perché?" Rispose l'uomo, con un sopracciglio alzato attendendo un qualche segno dalla piccola.
"Perché Lluvia li compie il 15 settembre" rispose la bimba dai capelli blu con uno sguardo raggiante, Gajill invece era impassibile, non capì cosa cercasse di dirgli la bambina, forse era una delle sue solite follie, non ci fece caso più di tanto e si girò in cerca di qualche pezzo di ferro, aveva un certo languorino e voleva soffocarlo alla svelta, quando pensò a che giorno fosse.
"Oggi è martedì, martedì... 15..." Pensava mentre una lampadina gli si accendeva in testa, con occhi indagatori fissò Lluvia "Per caso oggi è il tuo compleanno?" Chiese infine; la bambina a quella domanda arrossì leggermente mentre con le mani dietro la schiena gongolava allegramente "Oggi Lluvia compie 7 anni" sorrise.
"Ah... Ehm... Auguri allora" disse balbettando, non sapeva bene come comportarsi "però non aspettarti regali o cose del genere" chiarì subito; lui non aveva mai festeggiato, mangiato torte o scartato regali di compleanno, ma forse perché oltre a Metalicana non ha mai avuto nessuno, nessun parente, nessun amico, nulla.
"Lluvia non vuole regali, Lluvia é felice se il signor Gajill passa questa giornata con lei" rispose la piccina, sempre leggermente rossa in viso, e per la prima volta causò rossore al drago, anche se impercettibilmente, quella marmocchia, come a lui piaceva definirla, era l'esatto opposto di chiunque altro con un briciolo di sale in zucca, tutti gli stavano alla larga, non aveva proprio l'aspetto di un santo, a lui non dava fastidio, anzi, la gente doveva temerlo, però c'erano momenti, quando usciva con Lluvia, e la gente si girava a guardarli, alcuni con facce colpite e con un sorrisetto di approvazione sotto i baffi, e questo gli dava fastidio, ma i peggiori erano quelli con occhi carichi di disgusto, come se il diavolo tenesse la mano a un angelo, e lo facevano imbestialire, avrebbe voluto spaccare loro la faccia, ma quel che lo fermava dal compiere una carneficina era sempre quella piccola chioma blu.

Si ridestò dai suoi pensieri, Lluvia era tornata a disegnare silenziosa, quando lo faceva era immersa nel suo mondo, nemmeno le cannonate l'avrebbero svegliata, così Gajill lentamente aprì la porta e uscì senza fare rumore.
Iniziò a girovagare per le strade, silenzioso.
"E ora che le prendo a quel mostriciattolo?" Si chiedeva, pensava a un vestito, era l'unica cosa che nel bene e nel male conoscesse, ma l'idea di tornare in quel negozietto tutto rosa e fiori e con quella commessa sdolcinata gli causava i crampi allo stomaco; un po si vergognava di conoscere così poco la bambina, ormai vivevano assieme da diversi mesi, eppure oltre la passione per il disegno e tutte quelle cose che piacciono ai bambini non sapeva nulla di lei, ma lui non era fatto per quelle cose, era solo uno spietato mago della gilda di Phantom Lord, nulla di più.
Girava senza meta da diversi minuti ormai, si chiedeva se Lluvia si fosse accorta della sua mancanza, ma ancora non sapeva cosa comprarle, fin quando passò davanti a un parco giochi per bambini, distrattamente prese a osservare il divertimento che provavano, e per cosa poi? Uno scivolo di pochi metri, dei cavalli in legno con una molla sotto, cosa ci poteva essere di divertente? Eppure ai bambini bastava così poco.
Per la seconda volta una lampadina gli si accese in testa, di fretta si fiondò verso casa, non entrò, piuttosto si diresse verso il piccolo giardino adiacente, dove iniziò ad armeggiare con utensili di ogni tipo e a modellare ogni tipo di metallo.
Lluvia stava allegramente finendo di disegnare, quando sentì la porta sbattere "Tu adesso chiudi gli occhi e non li apri fino a quando non te lo dico io, intesi?" Non si era nemmeno accorta che Gajill fosse uscito, e quelle parole la turbarono.
"Ma... Lluvia..." Era sorpresa.
"Fidati di me e chiudi gli occhi" la ragazzina ascoltò e chiuse gli occhi, poco dopo sentì due mani poggiarglisi sulle spalle, spingendola leggermente verso la direzione giusta; capì che erano usciti fuori, sentiva la pioggia incessante battere per terra, ma erano ancora coperti, non capiva da cosa, forse Gajill aveva preso l'ombrello.
"Ora puoi aprire gli occhi" disse la voce dell'uomo; la bambina eseguì e quel che si ritrovò davanti la lasciò senza fiato: Un'altalena, completamente fatta di metallo, era li, coperta da un tetto anch'esso fatto di metallo, aveva mille domande per la testa, ma si limitò a guardare Gajill che ghignava come suo solito, lei intanto piangeva.
"Lluvia... Lluvia... Lluvia ti vuole tanto bene Gajill" urlò tra le lacrime correndo ad abbracciarlo, lui non mosse nemmeno un muscolo, per la prima volta gli aveva dato del tu e senza chiamarlo "Signor".
Prima che potesse ridestarsi la bimba sciolse l'abbraccio "Anche Lluvia ha qualcosa per te" per poi correre in casa, si incuriosì molto, non dovette aspettare che la bambina uscì subito con un foglio in mano e lo porse al drago; era un disegno, uno dei tanti, c'erano due scarabocchi, uno piccolo con una punta di blu in alto, e uno molto più lungo e nero, sembrava avere un ghigno in alto, ed entrambi erano attaccati da filo di matita.
"Cosa sarebbe?" Chiese, non riusciva a tradurre quel disegno.
"Questi sono Lluvia e Gajill" rispose la piccina. Gajill era sbigottito, guardandolo meglio poteva effettivamente notare una somiglianza quasi impercettibile tra lui e quello schizzo di colore dal ghigno quasi malvagio, voleva ringraziarla, ma non era il suo compleanno dopotutto.
"Dai su ora basta, che aspetti? Vai a giocare" ora lo sapeva, non aveva più dubbi, non gli importava che la bambina avesse poteri magici, gli importava solo di lei, che stesse bene, aveva smesso di soffrire da quando l'aveva portata via, lui le voleva bene e non gli importava nemmeno di apparire debole per quello, adesso aveva qualcuno da difendere e l'avrebbe fatto, a ogni costo.
Così pensando la guardò impacciata com'era sull'altalena "Che incapace, nemmeno da sola sai andare" disse lui guardandola "dai ti spingo io... Lluvia".


Angolo dell'autore:
Prima di tutto mi scuso per l'orario, ma oggi ho avuto abbastanza da fare e scrivere questo capitolo è stato più difficoltoso del solito, spero comunque vi piaccia e se volete lasciate una recensione per farmi sapere se vi piace, ovviamente anche le critiche sono ben accette. Alla prossima.
  
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