~ Welcome to Storybrook ~
Rimasi in silenzio ascoltando ciò che mi diceva Valerie e nel frattempo lanciai uno sguardo ai miei tre compagni di avventura che stavano controllando i loro arsenali nelle due auto posteggiate sulla riva del fiume ad alcuni metri da me.
"Figurati, quelli crederebbero perfino che sono stata arruolata dalla NASA per una nuova missione sulla luna." Sbuffai "Non c'è limite alla loro follia..."
Dean stava caricando un fucile con quelli che probabilmente erano proiettili caricati a sale. E pur facendo qualcosa di tanto banale riusciva ad essere bello. Mi tornò alla mente una sera in cui, vittima della stanchezza in quanto reduce da una caccia di tre giorni ad un maledetto boggart affamato di miele, avevo confessato a Valerie che Dean, il mio ex, era talmente bello che mi veniva da piangere.
Inutile dire che Val non aveva perso l'occasione di prendermi in giro per quella mia affermazione che in circostanze diverse non avrei mai ammesso.
"Ora devo andare, ci sentiamo quando saprò qualcosa in più sul caso. Sì, ok. Ciao. Salutami DD." Chiusi la chiamata e mi diressi vero i tre dell'Ave Maria giusto in tempo per sentire Bobby stabilire il piano d'azione.
"Io e Sam andremo a controllare la casa degli Smith, mentre Dean e Murphy andranno in quella del Davidson."
"Ehi, aspetta un secondo!" Esclamai preoccupata per la scelta delle squadre e sperando di evitare un faccia a faccia in solitaria con il ragazzo d'oro. "Non posso andare io con Sam?"
"No, tu vai con Dean. E cercate di comunicare, su argomenti pertinenti al caso! Qui c'è gente in pericolo. Quante volte devo ricordarvelo? Non abbiamo tempo per le vostre crisi sentimentali." Ringhio Bobby bloccando qualsiasi protesta stesse per fare Dean per poi dirigersi verso il pick up seguito a ruota da Sam che lanciò le chiavi dell'Impala al fratello.
"Cercate di non fare disastri voi due." Aggiunse prima di salire sull'auto di Bobby.
Mi voltai verso Dean con una smorfia che voleva essere quantomeno un sorriso di circostanza e chiesi indicando l'Impala :
"Andiamo?"
Lui alzò gli occhi al cielo e mi fece segno di seguirlo in auto. Sarebbe stata una lunga giornata sospirai sedendomi sul sedile anteriore e chiudendo la portiera.
Dean dopo i primi 5 minuti di strada passati nel silenzio più totale aveva acceso la radio al massimo volume facendo rimbombare nel abitacolo le canzoni degli AC/DC per mia somma gioia tanto che ebbi la tentazione di aprire il finestrino e viaggiare con la testa fuori.
Proprio quando stavo valutando seriamente l'idea e alcune sue varianti alquanto fantasiose Dean spense la musica.
"Scusa Dean, non ce la faccio." Disse poi tenendo lo sguardo fisso sulla strada.
Oh, no! Qualcuno riaccenda la radio, ascoltare Back in Black a tutto volume non mi sembra più una cosa così tremenda, basta che Dean non cominci a fare quei discorsi proprio ora.
Non ero pronta ad affrontarli, né lo sarei stata in tempi brevi. Anzi probabilmente non lo sarei mai stata.
"Dean...” cominciai con un sospiro.
“Dobbiamo parlare.” Disse una voce da uomo alle mie spalle. Mi voltai di scatto e tirai un urlo degno di Steven Tyler in Dream On.
“Cas!” esclamò Dean voltandosi verso l’amico materializzatosi sul sedile posteriore dell’Impala.
“E tu chi cazzo sei?” sbottai io leggermente sconvolta praticamente spiaccicata contro il finestrino dell’auto e completamente girata verso il tipo con il trench. “Lo conosci?” chiesi poi guardando Dean con gli occhi fuori dalle orbite.
“Sono Castiel, un angelo del Signore.”