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Autore: Amanda_nikita    23/02/2016    1 recensioni
Il mondo monotono e rigido dei purosangue e dei mangiamorte é scosso da due ragazze, due migliori amiche, due streghe appartenenti a Case opposte. Il loro legame verrá messo alla prova, la loro forza dovrá reggere innumerevoli attacchi: riusciranno a portare a termine il loro destino? Fra incantesimi, tradimenti e colpi di scena, la loro avventura cambierá il mondo magico.
Dal testo: < ...dovevo fare in modo che qualcuno venisse a liberarmi dal controllo di quella pazza. Avrei potuto usare il Patronus, ma non l'avevo fatto mai prima di quel momento e si sa, la teoria è sempre molto diversa dalla pratica. Mi sforzai di ripescare dalla mente ricordi felici e tentai: non successe nulla. Non potevo arrendermi!
Ero già al quarto tentativo, e finora avevo prodotto solo qualche sbuffo di fumo; continuai a concentrarmi talmente tanto da farmi venire il mal di testa, ma... Ecco! C'era quel racconto di mio padre...>
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Harry Potter
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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 Capitolo 6 : Il Duello 

Dracos pov
 
< Irina…> mormorai avvicinandomi. La sua figura raggomitolata sulla poltrona era immobile, tutta arruffata e spiegazzata; le scostai una ciocca dal viso, sentendo la sua pelle gelida in confronto con la mia mano. Effettivamente stava tremando, così tolsi la coperta dal letto e gliela drappeggiai sul corpo. Irina si mosse, parlottando nel sonno e facendomi scappare un sorriso involontario; le rimboccai meglio le coperte per evitare che prendesse freddo, poi cominciai a spogliarmi, abbandonando la giacca sul letto ed allentando il nodo della cravatta. Le mie dita si impigliarono nella seta e con un gesto di stizza la strattonai, riuscendo finalmente a sfilarla e mandarla a raggiungere la giacca. Presi un respiro profondo, riportando gli occhi sulla sagoma di Irina e passandomi una mano fra i capelli. Era stata una serata pazzesca, sentivo ancora le spalle indurite dalla tensione. Mi stesi sul letto, ma dopo poco rinunciai a dormire, optando per recuperare un’altra coperta e stendermi sulla poltrona accanto a quella già occupata; continuavo a pensare al ritorno di mia zia e non mi accorsi del sonno che ad un tratto mi colse. Mi sembrò passato solo qualche secondo quando sentii un urlo soffocato ed una porta sbattere. Spalancai gli occhi in preda al panico, notando subito l’assenza di Irina e, temendo che fosse uscita dalla stanza, scattai in piedi, ma il rumore d’acqua corrente mi fece dirigere verso il bagno. Quando aprii la porta mi sentii pervadere dal sollievo, ma durò poco.
 
 
Irinas pov
 
Mi sveglia all’improvviso, preda di un dolore atroce che sapevo benissimo ricollegare alla peggiore esperienza della mia vita. Quasi strappai la manica del vestito per tirarla su e poggiare gli occhi su quel teschio ghignante. Con un grido strozzato corsi in bagno, tuffando illogicamente il braccio sotto l’acqua corrente. Sapevo che non avrebbe smesso, quella tortura non sarebbe finita mai…
Scivolai a terra, scossa da singhiozzi silenziosi, lasciando il rubinetto aperto e non registrando neanche l’entrata improvvisa di Draco, troppo presa dal tenermi il braccio e dal contatto con le fredde mattonelle del pavimento. Mi riscossi quando sentii la sua mano lasciarmi una carezza sulla testa: sollevai di scatto lo sguardo, specchiandomi nei suoi occhi grigi. Ma li spalancai ancor di più quando mi prese in braccio, sollevandomi delicatamente da terra; mi agitai un poco, guadagnandomi un’occhiata sbieca da parte sua.
< Lo sai che il bruciore non passa con l’acqua, vero?> mi chiese retoricamente. Io mi rifiutai di incontrare il suo sguardo:< Puoi mettermi giù, ce la faccio anche da sola> replicai, forse più duramente di quanto avrei voluto. Lo sentii irrigidirsi, ma fu questione d’un attimo perché poi sospirò, adagiandomi sul letto. Si chinòdi fronte a me, accovacciandosi ai miei piedi e posando le mani sulle mie ginocchia:< Non essere orgogliosa, non serve. So che stai soffrendo, è evidente. Lasciati aiutare invece, da soli è sempre più difficile, e per dirtelo io…> mormorò con voce calma e rassicurante. Aveva il tono di chi è alle prese con un animale selvatico, a cui tenta di avvicinarsi senza farsi graffiare, e forse era proprio cosìche mi sentivo: un animale in gabbia, ferito e arrabbiato. Il dolore del Marchio andò scemando, dandomi la possibilità di ribattere:< Non ho bisogno di aiuto> dissi ostinatamente, tentando comunque di non badare a come la mia voce suonasse ancora flebile e nervosa alle mie stesse orecchie. Draco scosse la testa, alzandosi lentamente e mettendosi a sedere accanto a me; stette per un po’ in silenzio, ed io rimasi ad osservarlo: la frangia gli copriva gli occhi, nascondendomi la sua espressione, ma la sua postura, con la testa incassata fra le spalle, i gomiti poggiati sulle ginocchia e le mani unite, tradiva una certa tensione.
< Sai, quando tornai per le vacanze natalizie al primo anno parlai tanto di quello che avevo vissuto ad Hogwarts. Ero un bambino entusiasta di tutte le attenzioni che ricevevo a Serpeverde. Un momento ti nominai di sfuggita, a quell’epoca a stento ci salutavamo, e mia madre mi disse che era normale che non mi ricordassi di te> disse voltando il capo verso la mia parte e fissandomi negli occhi. < Forse non ricordavo bene i momenti che avevamo trascorso insieme da piccoli, eppure, ripensandoci adesso, ho sempre saputo una cosa di te: quando giocavamo io, te, Alexia e anche altri a volte, ricordo come fosse ieri il modo in cui, se ti facevi male, continuavi a correre come la ferita non ci fosse. Piangevi a testa bassa, asciugandoti con rabbia quelle lacrime che non eri riuscita a trattenere…>.
< Non capisco dove tu voglia arrivare> lo interruppi, cercando di evitare la paternale che sentivo in arrivo.
< Oh, lo sai benissimo invece. Il marchio non sarà mai come una sbucciatura su di un ginocchio. Ed anche se tu sei forse la persona più forte che io conosca, per far fronte a questa situazione hai bisogno di aiuto. No, non sto dicendo che tu sia debole!> mi bloccò fermando la mia protesta sul nascere. Davvero ero cosìprevedibile?
< Hai delle persone che ti vogliono bene e di cui ti puoi fidare, non dimenticarlo> concluse.
< Alexia e Narcissa?> lo provocai sorridendo.
< Hey! Grazie per la considerazione Miss Ho-tutto-sotto-controllo Greengrass!> rise lui dandomi una botta sulla spalla. Ridemmo come due bambini per minuti interi, troppo presi a farci il solletico. < Comunque… Mi fido anche dite, Draco> mormorai sorridendogli. Lui mi sorrise di rimando, alzandosi a recuperare la coperta che avevo abbandonato sulla poltrona. Mi spinse sdraiata sul letto, poi mi coprì:< ‘Notte>.
< Buonanotte>.
Poi mi riaddormentai tranquillamente.
 
 
 
 
 
Alexias pov
 
La mattina, per i miei gusti, giunse fin troppo presto. Stavo dormendo beatamente quando qualcuno prese a scuotermi delicatamente per la spalla:< Alexia… Alexia, svegliati!>.
< Zia Cissy, altri cinque minuti…> borbottai girandomi dall’altra parte. Nelle nebbie del sonno si stava così bene, al caldo e sul morbido…
< Alexia, il duello!>
Quante furono? Tre parole? Scattai a sedere come una molla, gli occhi spalancati come quelli di un gufo ed i capelli ricci sparati in tutte le direzioni. Il duello! Oh, perché capitavamo tutte a me!
Guardai sconsolata Narcissa, pensando a come sarebbe finita a breve la mia misera vita: non era giusto!
< Dovresti metterti qualcosa di comodo, conoscendo Bella ti farà rotolare parecchio> mormorò lei, guardandomi attentamente. Io la fissai interrogativamente di rimando, creando immagini tremende nella mia mente; sentii la paura afferrarmi, e non potei resistere:< Non vorrei insultare l’onore di Godric Grifondoro, ma zia, lei è tua sorella, non puoi combatterci tu?!>. Zia mi fissò stancamente, la piega delle labbra che tradiva la sua amarezza:< Pensi che non abbia provato a convincerla? Pensi che sia stata ferma a vederti andare al patibolo come se nulla fosse? Fin da quando tu e Draco eravate piccoli ho provato a tenervi il più lontano possibile da questa storia: Voldemort, i suoi pazzi seguaci… Io amo mio marito, anche se non condivido le sue scelte, e voglio bene a voi. Ma far desistere Bellatrix dai suoi propositi è sempre stata una cosa pressocché impossibile e questa volta non è stata diversa dalle altre>.
< Scusami zia, non volevo offenderti. Ho soltanto paura…> mormorai. Lei mi accarezzò la guancia e poi si alzò, uscendo dalla stanza. Con un sospiro mi preparai, infilando svogliatamente una felpa e dei leggins; afferrai la mia bacchetta da sopra il comodino e me la rigirai fra le mani: legno di noce, dodici pollici e mezzo, rigida. Quante ne avevamo passate insieme? Strinsi più forte la presa sull’impugnatura, e dalla punta uscirono delle scintille dorate. Forza e coraggio!
Quando scesi al piano di sotto, trovai zia Cissy ad aspettarmi nel suo salottino preferito. Quando mi vide si alzò, facendomi cenno di seguirla, ed insieme ci dirigemmo sulla sala dei ricevimenti che dava sul giardino posteriore, a cui si accedeva tramite una grande scalinata marmorea. Dalla cima fissai impietrita Bellatrix, impegnata a cruciare un paio di elfi domestici per svago; Narcissa mi strinse brevemente il polso, poi cominciò a scendere, attirando l’attenzione della pazza su di noi e costringendomi a seguirla.
Mi fissò ed io rabbrividii, sentendo il gelo aumentare mentre si avvicinava a me.
< Eccola! Ti sei svegliata, eh?> mi trillò in un orecchio, girandomi intorno come un avvoltoio. Beh, il colore era lo stesso!
< Buongiorno zia, dormito bene?> le dissi, simulando uno sbadiglio ed una spavalderia che in realtà non avevo. Lei ghignò sadicamente:< Ho dormito magnificamente, facendo sogni magnifici sullo scontro di stamattina. Sono così eccitata!> disse emettendo gridolini da ragazzina, < Spero solo che durerai piùdi cinque minuti>.
La sua faccia, il suo tono, quello sguardo da pazza sadica… Persi la testa, mandando a quel paese qualsiasi prudenza:< Onestamente zia, spero che lo faccia tu>.
Non mi rispose, ma in compenso guardò zia Cissy che con un sospiro disse:< Bacchette in posizione. Cinque passi indietro… Bella, cerca di ridurre il tuo uso di maledizioni senza perdono ad un numero sopportabile per una ragazzina di quindici anni!>.
< Ma Cissy!> replicò quella con uno sguardo artisticamente sbalordito < Senza quelle che divertimento c’è?>.
La guardai terrorizzata sghignazzare. Ma certo! Come avevo fatto a non pensarci? E sì che il suo nome andava di pari passo sulla bocca di tutti con la parola crucio!
Zia Narcissa mi scoccò uno sguardo impotente:< Tre, due, un->
Accidenti! Mi lanciai a terra, evitando per un pelo una maledizione; sentii lo strillo indignato di zia Narcissa, ma non gli prestai attenzione, troppo presa ad evitare la gragnola di colpi che la pazza mi spedì dietro. Rotolai sul manto erboso, ma quando mi rialzai rimasi immobile, osservando la padrona di casa che veniva colpita da un Imperius. < Oh, così va meglio> disse la pazza, spingendo la sorella a camminare fino alla fontana che stava dietro di noi < Almeno adesso non ci darà più fastidio>. Guardò la mia smorfia di disappunto, ridacchiando fra sé:< Sai Alexia, ieri sera io e Cissy abbiamo parlato un po’. Non che lei se lo ricordi, sia chiaro: sono sempre stata molto brava con gli Oblivion. E anche con l’incantesimo Legilimens. Allora… Grifondoro, eh? Non gioca a tuo favore, no, direi proprio di no>.
Mi rialzai, lanciandogli contro un Expelliarmus che però venne parato con un minuscolo ed annoiato movimento di bacchetta. Bellatrix mi sorrise in modo inquietante: e mi spedì contro una maledizione Cruciatus che io parai malamente, rotolando di nuovo a terra per la potenza con cui l’aveva lanciata. Inseguita dalle maledizioni, feci una cosa molto poco coraggiosa: corsi a nascondermi dietro una statua che raffigurava il Barone Sanguinario.
< No tesorino, così non va! Esci da lì dietro> mi intimò, lanciando in contemporanea una Cruciatus che polverizzò il braccio della statua. Mi ranicchiai dietro il basamento, pregando Merlino che mi venisse qualche idea brillante. A sorpresa mi sporsi di scatto e presi sommariamente la mira:< Diffindo!> gridai. Quando mi resi conto di averle procurato un taglio poco sopra il Marchio Nero tremai, diventando se possibile ancora più pallida. Mi avrebbe ucciso sul serio ora!
< COME HAI OSATO?!> gridò come una banshee impazzita. Cominciò a trivellare la statua di colpi, ma poi dovette stufarsi perché urlò:< Reducto!>.  La statua esplose in mille pezzi ed io rimasi senza alcuna protezione, così tentai un gesto disperato:< Flipendo!>. Stavolta dovette formulare un vero scudo, ma anche questo non la fermò dal rispondere subito dopo con uno Stupeficium ben assestato. Lo parai.
< Stupeficum!>.
La forza che vi aveva infuso era maggiore: lo parai di striscio, indietreggiando e perdendo l’equilibrio.
< STUPEFICIUM!>.
Dolore devastante. Dopo quattro metri di volo atterrai malamente ai piedi della fontana, ferendomi seriamente ad un braccio che cominciò a sanguinare copiosamente.
< Flipendo!>.  Ad un ordine della pazza alcuni frammenti della statua mi volarono addosso, colpendomi alle costole che fecero dei brutti rumori. Per il contraccolpo battei la schiena al bordo della fontana e la mia vista si appannò, riempiendosi di puntini neri.
< Expelliarmus>. Senza forze, sentii la bacchetta volare via dalla mia mano insanguinata, e non potei fare altro che guardare Bellatrix avvicinarsi con un ghigno sadico in volto.
< Ha mai ricevuto una Maledizione Senza Perdono? No?> mi chiese osservando con estrema gioia le mie pupille dilatarsi dalla paura, < Beh, guarda il lato positivo: io mi divertirò molto…>.
Si fermò, a gambe divaricate sopra di me, osservandomi sprezzante dall’alto:< Crucio>.
Non so, forse se l’avesse gridato sarebbe stato meglio; invece, a contrasto con il suo tono mellifluo, mille stilettate mi trafissero, scatenandomi un dolore che non avrei mai immaginato e che non potrei mai descrivere a parole. Mi sembrò durare per un tempo infinito e, quando smise, per un attimo ebbi la speranza che avesse deciso di accontentarsi del dolore che mi aveva provocato.
Fu un illusione di breve durata.
< Crucio>.
Dolore. Ancora tanto, orribile, devastante dolore dappertutto.
< Crucio!>
Gridai, sentendo la voce graffiarmi in gola.
< CRUCIO!>
Il mio corpo era scosso dagli spasmi e io riuscivo solo a sperare di morire in fretta. Mi sforzai di aprire le palpebre, cercando con lo sguardo zia Cissy: volevo vedere, prima di abbandonare questo mondo, un volto amico. Ma grande fu la sorpresa quando la vidi piangere, una smorfia dolorosa sul viso: stava cercando di contrastare la maledizione! La fissai negli occhi, sperando di trasmetterle quel poco di forza che mi rimaneva. “Ti…prego…” pensai sentendo le lacrime della disperazione bagnarmi il viso; riportai di sfuggita lo sguardo su Bellatrix, pronta a scatenare l’ennesima Cruciatus, ma poi… con la coda dell’occhio vidi zia Cissy chinarsi con difficoltà, prendere la mia bacchetta e lanciarmela, con una smorfia sul viso che mi fece intendere lo sforzo che stava facendo. Con un insospettabile scatto del polso afferrai quel fragile, fino legnetto che rappresentava la mia salvezza e lo puntai contro Bella, scagliandole uno Stupeficium. Non fu potente, non avevo più energia, ma la nostra distanza ravvicinata e la totale imprevedibilità della mia mossa sortirono effetto. La strega venne colpita in pieno petto e volò indietro, per cinque o sei metri, prima di atterrare vicino alla gradinata del Manor.
Crollai di nuovo a terra, posando il capo sul terreno, nonostante tutto intorno a me sembrasse continuare a girare e le forze che avevo racimolato mi stessero abbandonando di nuovo; cercai Narcissa con lo sguardo, ma mi impietrii quando la vidi cadere sotto di nuovo sotto Imperio. Mi voltai, la bocca spalancata.
< Imperio> disse con voce acuta Bellatrix, il vestito sgualcito e la faccia livida di rabbia < Alzati>. Sentii il mio corpo, svuotato da ogni volontà, alzarsi nonostante tutte le ferite e le maledizioni. Se la situazione non fosse stata così drastica sarebbe stato un miracolo. Bellatrix mi fissò col suo sguardo folle, ma non sapeva che con la maledizione Imperius avevo un asso nella manica: l’anno scorso infatti, io ed Harry eravamo stati fra i pochi che erano riusciti ad opporsi alle Imperius del Professor Moody, e anche se questa era molto più potente…“Non mi arrenderò mai”.
< Ora, nipote cara, sei pronta a diventare una perfetta Black?> mi chiese. Io la fissai con odio, lottando contro le funi invisibili che imprigionavano la mia anima:< N-no…Ma-mai!> rantolai. Lei ghignò pericolosamente e mi piantò le sue unghie affilate nella ferita sul braccio. Gridai dal dolore, sentendomi svenire e perdere quel poco di controllo che avevo recuperato su me stessa.
< Proviamo ancora, cara nipote mezzosangue, ti ripeto la domanda: sei pronta a diventare l’araldo oscuro e sublime della famiglia Black?!> ripeté, puntandomi bene contro la bacchetta.
< Si…> soffia, con un filo di voce.
< Si cosa?>
< Si…Zia>
 
 
 
 
Mi portò in camera mia, cruciandomi ogni tanto se non camminavo velocemente. Peccato che non capisse che, anche se sotto Imperio, il mio corpo era stremato e non poteva pretendere miracoli. Aprì la porta e mi fece stendere sul letto dopo avermi privato della bacchetta:< Da oggi in poi sarai la mia bambolina privata e rimarrai qui per molto tempo… Almeno finché non diventerai la mia perfetta creazione> disse segnando il contorno del mio viso con un dito, lasciando un segno rosso con l’unghia. Si alzò, dirigendosi ancheggiando verso la porta. “No! Le ferite! Maledetta” gridai impotente nella mia mente. Era davvero così pazza da lasciarmi in quelle condizioni? La risposta, evidentemente, era si.
Le mie ultime speranze morirono quando Bellatrix si chiuse la porta alla spalle, chiudendola con un paio di incantesimi, ed io rimasi sola. Ferita, debole, con qualche osso rotto e senza il controllo del mio corpo. Oh Irina…


Holaaaa!
Siamo tornate con un altro capitolo! Speravate che avessimo finito eh? E invece no! 
Ieri la nostra "correttrice" (se si dice così) mi ha mandato il capitolo bello e corretto. Non so cosa faremmo senza di lei... 
E quindi Bellatrix si sta facendo sentire... e quindi Draco e Irina sembrano "inciuciare" qualcosa di bello... 
Siamo super-felici di pubblicare questa fic.
Vogliamo sentire anche voi, le vostre impressioni e le vostre idee sulla fanfiction. 

Aggiorneremo il prima possibile e speriamo che vi piaccia questo capitolo! 
A presto ippogrifini!

Revisionato e corretto da : Lucinda Grey 

 
   
 
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