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Autore: hij    24/02/2016    4 recensioni
Lily riceve una strana lettera che pare provenire dal futuro. Gli viene chiesto di radunare i malandrini, Regulus e Piton per leggere dei libri che cambieranno la loro vita. Il primo della lista si intitola "Harry Potter e la pietra filosofale". Come reagirà la Old Generation alle prese con la lettura di questa saga? Cosa accadrà?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista, Regulus Black, Severus Piton, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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- Voglio continuare a leggere - affermò Potter, sicuro.

- Ma Ramoso... E Codaliscia? - gli ricordò Black.

- Non ho detto che voglio continuare a leggere adesso, ma voglio conoscere tutta la storia. Parla di mio figlio. Io non vivrò abbastanza per vederlo crescere, questo è l'unico modo che ho per conoscerlo. Non potete negarmelo -

Remus e Black si guardarono, non sapevano che cosa fare. Sia Potter che Minus, dopotutto, erano loro amici. Sperai che accettassero, prima la mia era solo semplice ed insaziabile curiosità, ora la situazione era diversa, quello era anche mio figlio.

- Mi dispiace per Peter - continuò lui - mi spiace che non possa stare qui con noi. Io per primo mi ero rifiutato di iniziare per non farlo andare via. Ora le cose sono diverse, ho bisogno di sapere, ho bisogno del vostro aiuto, di quello di tutti voi. Dopotutto lui, voi, potrete viverle queste cose e non solo leggerle tra le pagine di questi libri, come accadrà sia a me che alla Evans -

Era serio, parlava piano ma il tono era determinato. Black fu il primo a cedere.

- Ok Ramoso, mi hai convinto. So che significa davvero molto per te -

Ora Potter guardava Remus, spettava a lui decidere.

- Non posso negare una cosa del genere nè a te nè a Lily, non sarebbe giusto. Continueremo -

Il suo volto si illuminò e sorrise agli amici, grato.

- Passeremo sempre più tempo con Peter, non lo lasceremo mai solo per non fargli pesare questa cosa. Ci state? - propose Potter agli amici.

Loro, naturalmente, erano d'accordo. Mi stavo rendendo lentamente conto del legame che univa i Malandrini: era qualcosa di speciale, indissolubile. Sapevo che erano grandi amici, tutta la scuola lo sapeva, ma non mi ci ero mi soffermata davvero.

Potter poi si rivolse ai due Serpeverde:

- Voi due ci siete, no? Continuerete anche voi? -

Non avevo preso in considerazione un loro possibile rifiuto, anche se sarebbe stato lecito, dopotutto. A cosa importava loro di questa storia? D'altronde non sapevo neppure quale fosse il motivo che avesse spinto la mittente della lettera ad inserire anche loro. Cosa avrebbero avuto a che fare con mio figlio?

Loro non risposero subito.

- Vi prego - supplicai.

Mi costò molto, non ero il genere di ragazza che pregava gli altri affinché le facessero mille grazie e favori. Ma sapevo che sarebbe costato più a loro, ai Malandrini, che a me. Se io non ero in buoni rapporti con i due Serpeverde, figurarsi loro.

Silenzio, ancora silenzio e nessuna risposta da parte dei due che si guardavano come per cercare un muto accordo.

I Malandrini si allontanarono un poco, forse per lasciargli lo spazio per decidere con calma. Era importante per loro, e anche per me, che facessero la scelta giusta, che ci facessero questo grande favore, anche se avrebbero avuto tutte le ragioni per non farlo.

Imitai quel poco di buon senso che avevano avuto i tre e mi allontanai anch'io, decidendo di sedermi accanto a Potter. Remus e Black avevano trovato il modo di sedersi entrambi sulla stessa poltrona, quella più lontana ai Serpeverde, e stavano parlottando tra loro a voce molto bassa, bisbigliandosi nelle orecchie. Decisi di non disturbarli. Lui invece era seduto a terra, a gambe incrociate di fronte al camino. Sembrava rilassato. Teneva il libro aperto, poggiato sulle ginocchia, mentre rileggeva quelle poche pagine che non erano più bianche. Più precisamente si era soffermato sulla parte finale, aveva un sorriso amaro appena accennato sul volto e stava inconsapevolmente torturando con il pollice e l'indice l'angolo superiore della pagina.

- Come fai ad essere così calmo? - gli chiesi ad un tratto, frantumando quello pseudo-silenzio che si era formato, dato che erano tutti intenti a sussurrare.

Lui sollevò lo sguardo, distogliendo la sua attenzione dal libro.

- Dentro si me vorrei urlare - mi confessò piano, avvicinandosi un po' a me per farsi sentire - Tutto questo... Non penso di poter sopportare un altra notizia negativa -

- Mi sento anch'io così. Ho paura di quello che è scritto nel nostro futuro -

Presi una ciocca rossa tra le dita e iniziai a giocherellarci, torturandola, come facevo sempre quando ero nervosa.

- Possiamo scegliere di cambiare il nostro destino, non rassegnati ad accettare una realtà che è stata scritta per te, puoi scegliere -

- Come fai ad essere così ottimista? E se il nuovo futuro fosse perfino peggio di questo descritto qui? -

- Ad essere pessimista cosa ho da guadagnare? So per certo anch'io che è impossibile che ogni cosa vada come voglio io, ma ho bisogno di aggrapparmi a questa certezza, ho bisogno di questa utopica illusione. E ciò mi da la forza di cui ho bisogno per far si che questo futuro cambi davvero, non posso crogiolarmi nella disperazione, altrimenti non risolverei nulla -

Aveva ragione e io avrei voluto tanto pensarla come lui, ma non ci riuscivo. Non riuscivo ad aggrapparmi a questa flebile speranza senza avere la certezza che questa non mi si sgretolasse tra le mani. Avevo sempre seguito la ragione, io, le cose certe. Adesso ero destabilizzata. Non ero pessimista, mi consideravo più realista. Se poi la realtà non è mai tutta rose e fiori non è di certo colpa mia.

- Senti Evans - mi disse ad un tratto. Era strano, se non sapessi chi avevo di fronte avrei perfino detto che sembrava imbarazzato - io ci riesco, so di poter riuscire a reggere tutto questo, perché non devo portare questo peso da solo, avrò Remus e Sirius al mio fianco. Tu al contrario... -

- Credi che io non abbia nessuno? Che i miei amici non possono reggere il confronto con i famosi Malandrini? - lo interruppi.

Ero rossa dalla rabbia. Come si permetteva? E dire che mi sembrava stessimo avendo una chiacchierata seria, ho perfino considerato profonde e intelligenti le sue parole.

- No... no... no... Non volevo dire questo! - si affrettò a negare lui - Evans, non mi permetterei mai... Mi hai frainteso! -

Ok, era decisamente imbarazzato adesso, non c'era dubbio. Gesticolava impacciato mentre mi parlava. Era stata talmente naturale la sua reazione che gli credetti subito: ero scattata per nulla, lui era sincero, non voleva offendermi.

- Evans, io mi riferivo al fatto che non possiamo parlare di questa cosa con nessuno all'infuori di qui. Ecco perché se, beh se ti dovesse servire qualsiasi cosa sappi che puoi contare su di noi -

Ero stupita. Non me lo aspettavo, soprattutto perché non ero mai andata molto d'accordo con loro.

Vedendo il mio silenzio lui si affrettò ad aggiungere: - So che non abbiamo molta confidenza... Ma forse con Remus... -

- Continueremo questa stupida cosa - annunciò Regulus interrompendo il suo farfugliare.

- Grazie, grazie di tutto - gli sussurrai mentre mi alzai.

- È il minimo, futura mogliettina - mi rispose con un sorriso arrogante. Lo fulminai con un'occhiataccia, era riuscito a rovinare tutto con una stupida esclamazione. Poi lui esclamò rivolto a Severus e Regulus: - Perfetto! -

- Di certo non lo facciamo per farti piacere, Potter - puntualizzò Severus, schivo.

Mi guardava e io guardavo lui. Ero entusiasta del fatto che avessero accettato, anche se non riuscivo a capire le loro motivazioni. Severus mi stava facendo un favore? E perché mai avrebbe dovuto farlo? Per non parlare di Regulus, lui continuava ad essere un grande mistero per me.

- Non mi interessa di certo perché lo fate - specificò Potter.

- Quindi ci vediamo domenica alla stessa ora? - intervenne Remus.

- No, vi prego no! Non di mattina - supplicai.

- Perché no? - mi domandò Black.

- Vorrei dormire la mattina, almeno la domenica -

- Oggi l'hai proposto tu - mi fece notare.

- Lo so, ed è stato un errore imperdonabile. Non potere immaginare che trauma è stato catapultarsi giù dal letto questa mattina -

- Allora che si fa? - chiesa impaziente Potter.

- Ci possiamo sempre incontrare la domenica, ma di pomeriggio - proposi.

- Ma li avete visti quei libri? - ci interruppe Severus - Sono sette e alcuni sono enormi. Come pensate di finirli entro la fine dell'anno leggendo solo un paio di capitoli a settimana? -

- Non ci avevo pensato... -

- Non è una novità. Tu non pensi mai, mi domando se tu abbia almeno un cervello, Potter -

- Sarà sicuramente scappato via terrorizzato non appena ti ha visto, Mocciosus -

- Si è suicidato perché ha dovuto aver a che fare con te -

- Non potete smetterla? Troviamo una soluzione, nessuno di noi aveva ancora pensato a quanto tempo ci avrebbe portato via una cosa del genere -

- Potremmo semplicemente leggere più capitoli la domenica - propose Remus.

- Non basta - obiettò Potter - oltre a questo dovremmo vederci anche qualche altra sera dopo le lezioni -

- Di sera non direi, c'è il coprifuoco -

- Sempre la solita perfettina, Evans -

- Non sono una perfettina! E dire che tu sei anche Caposcuola con me, dovresti essere il primo a rispettare il regolamento -

Tutti quanti risero. Potter non era lui se non finiva nei guai infrangendo tutte le regole possibili e immaginabili. D'altronde neppure io ero una santa, con Mary ne combinavano davvero tante, solo che noi avevamo il buonsenso di non farci beccare mai. Così tutta la scuola, professori compresi, ci prendeva per delle ragazze calme e diligenti, mentre noi ci divertivano in mille modi, e nuessuno sospettava nulla. Questa era una delle cose che nessuno avrebbe mai dovuto scoprire di me.

Passammo quasi mezz'ora per organizzarci poiché saltò fuori che ognuno di noi aveva un impegno diverso ed era difficile conciliare il tutto. Alla fine giungemmo alla conclusione che ci saremmo incontrati il martedì e il giovedì subito dopo la fine delle lezioni, solo il tempo per leggere velocemente uno o due capitoli. La domenica pomeriggio, invece, saremmo rimasti molto più tempo.

A me andava più che bene, più volte ci vedevamo, più in fretta avrei letto tutto quello che c'era da sapere su mio figlio.

Mio figlio. Il solo pensarlo mi risultava ancora strano, eppure l'atmosfera di questa stanza, il fatto di essere ancora tutti confinati qui, rendeva il tutto più plausibile.

Quando si vive costantemente circondati dalla magia alla fine, pian piano, ci si abitua ad essa. All'inizio ero ammaliata da ogni piccola cosa che riguardava questo modo, così diverso dalla realtà nella quale ero cresciuta. Per chi discendeva da famiglie di maghi tutto questo era la pura e semplice normalità e, con il passare del tempo, mi ci abituai anch'io. Dopotutto ora era anche la mia normalità. Ma quella stanza nonostante tutto continuava a rimanere speciale, emanava una particolare atmosfera di magia diversa da quella a cui ero abituata, non è qualcosa che si può esprimere a parole, ma soltanto percepire. Era come se fosse fuori dal tempo e dallo spazio. Era un luogo particolare, unico, una delle parti del castello che preferivo di più. E, in qualche modo, rimanendo qui dentro tutta questa storia era come e sembrasse meno bizzarra, ma cosa sarebbe successo una volta che sarei tornata alla vita di tutti i giorni? Come mi sarei dovuta comportare con tutti loro adesso che avevamo questo grande segreto che ci accomunava?

Ad ogni modo era arrivato il momento di lasciare la Stanza delle Necessità. Mi ero ingenuamente aspettata che Severus mi raggiungesse poco prima di uscire, credevo che mi avrebbe fermato e chiesto se stessi bene, ma non lo fece. In effetti mi ignorò completamente per i giorni successivi, come se questa mattinata non fosse mai esistita, come se non gli importasse niente che di lì a pochi anni io sarei morta, sarei scomparsa per sempre dalla faccia della Terra. Ero forse io che davo troppa importanza ai piccoli gesti? Agli sguardi, alle occhiate che mi lanciava? Ci vedevo qualcosa di più soltanto perché speravo che ci fosse. Ma a lui non importava niente, sennò avrebbe fatto qualcosa, qualsiasi cosa che non fosse gelida indifferenza.

 

Appena uscì andai dritta in dormitorio, avevo bisogno di stare un po' da sola per far correre i miei pensieri. Mi spaventava leggermente l'idea di lasciare libero spazio ai miei pensieri e scoprire dove sarebbero approdati, ma avevo un disperato bisogno di svuotare la mia mente. Percorsi il tragitto che avevo fatto poco più di un'ora prima sempre affianco ai Malandrini, dopotutto anche loro erano diretti alla torre.

Fu imbarazzante. Remus e Potter camminavano molto più avanti a noi, con passo svelto e, a quanto sembrava, erano impegnati in una discussione piuttosto animata, anche se non riuscivo a sentire neppure una parola del loro discorso. Black, che camminava più lentamente, mi stava affianco. Non riuscivo a trovare nulla di intelligente da dire, nell'aria aleggiava il silenzio interrotto solo dai nostri passi che procedevano svelti. Evidentemente i Malandrini conoscevano Hogwarts come pochi, poichè passammo per le strade più strane e incontrammo appena qualche studente, cosa davvero impensabile visto che era domenica mattina.

Arrivati nella Sala Comune dei Grifondoro ci separammo e io corsi dritta su per le scale. Ma tutti i miei piani andarono in frantumi. Non avrei passato quel che rimaneva della mattinata da sola con i miei pensieri. Mary era stesa comodamente comodamente sul mio letto e teneva in mano un grande libro. Lei era una vera fanatica della lettura, la potevi trovare sempre con qualche bel romanzo in mano, peccato che un libro era l'ultima cosa che volessi vedere in quel momento.

- Bentornata - mi salutò lei non appena mi vide - Come mai la bella addormentata si è destata così presto questa mattina? -

Qualche anno fa, iniziando a parlare del più e del meno, ci ritrovammo a discutere sulle fiabe, babbane e non, il che può sembrare assurdo se non si conosce la passione che ha Mary per qualsiasi tipologia di libro. Così mi ritrovai a raccontarle tutte le fiabe che mia madre leggeva a me e a mia sorella prima di andare a dormire e, in cambio, io mi feci raccontare qualche fiaba da lei, quelle dei maghi erano così diverse dalle classiche che sapevo io. Fu uno scambio curioso, Mary rimase incantata dalle storie che le raccontai, così, mentre le nostre coetanee adolescenti spettegolavano sui ragazzi o parlavano di vestiti, trucco e moda, io e Mary ci scambiavamo racconti di favole.

Sorrisi a quella che era ormai diventata la mia migliore amica e con un balzo mi fiondai sul letto accanto a lei.

- Ahi! - protestò - fa più piano scema -

- Che stai leggendo? - le chiesi mettendomi comoda.

- Quel libro che abbiamo comprato insieme l'anno passato ad Hogsmeade, non ricordi? - disse, mostrandomi la copertina - L'avevo messo nel baule e mi sono dimenticata di leggerlo. Ora l'ho trovato et voilà -

- Compri talmente tanti libri tu, non è colpa mia se li confondo -

- Dovresti provare a comprarne qualcuno anche tu, sai? Leggere è molto più rilassante di quello che tu possa immaginare. Ogni volta è come se venissi catapultata in una realtà diversa, vivo mille vite e mille avventure -

Parlava con tanto entusiasmo, le brillavano così tanto gli occhi, che era difficile non crederle. Ma da oggi anch'io avevo i miei personalissimi libri, e quelli erano più che abbastanza per me.

- Mi basta passare le ore davanti ai libri di scuola, Mary. Non c'è bisogno che io aggiunga altro -

- Riuscirò a convincerti prima o poi, comunque cosa ne dici di andare a fare un giro fuori? C'è un bel sole e per una volta non ti trovo rintanata sotto le coperte -

- Questa mattina non sei riuscita a buttarmi giù dal letto -

- Mi rifarò domani, stanne certa. Dovresti ringraziarmi, lo sai? -

- E per cosa? Il servizio sveglia? Guarda che arrivo comunque in ritardo tutte le mattine - la provocai, facendole un'infantile linguaccia.

- Se non fosse per me tu non ti presenteresti neppure a lezione, dormiresti direttamente fino al giorno dopo - ribatte ridendo.

Aveva ragione, lei era la mia salvezza mattina dopo mattina.

- Coraggio Lily prendi il mantello e usciamo -

Lei si era già alzata e stava cercando il suo cappello.

- Devo proprio? Fa così freddo fuori -

- Un vermicolo sarebbe più attivo di te. Coraggio, già per il fatto che non piove è una giornata fantastica -

- Ma non puoi chiederlo al tuo ragazzo? -

- Nikolaj ha la febbre, lo sono andata a trovare prima. Adesso però voglio stare un po' con la mia amichetta -

- Non ho proprio scampo, vero? - mi arresi, rassegnata.

- Proprio no! -

Vedendo che non accennavo affatto a muovermi Mary si avvicinò a me con un ghigno a dir poco terrificante sul volto.

- Se con le buone non funziona... -

Poggiava un piede dopo l'altro a terra con estrema lentezza. Quando arrivò al mio fianco iniziò a farmi il solletico. Purtroppo per me, quella piccola pazza conosceva il mio punto debole.

- Ahahah... No... No... Mary... Ahahah... No... Basta... Ti prego - farfugliai in preda alle risate.

Anche lei se la rideva per questa scenetta e non accennava a smettere, nonostante le mie suppliche. Mi dimenavo energicamente e alla fine lei riuscì a farmi rotolare giù dal letto, ma neanche allora interruppe la tortura. Avevo le lacrime agli occhi e mi facevano male gli addominali.

- Ok, visto che sono magnanima ti concedo una pausa. Ti do dieci secondi per preparati, se non sei pronta peggio per te. Uno... Due... Tre... - iniziò a contare lentamente.

Scattai subito in piedi e afferai il mio mantello.

- Otto... Nove... -

- Ferma, ferma, ferma! Hai visto? - indicai me stessa da capo a piedi, con un grande gesto della mano - Sono pronta! -

- Stupida, ci voleva così tanto? Coraggio vieni -

- Ehi, aspetta! -

Mi prese per un braccio e iniziò a correre trascinandomi con lei. Io cercavo di tenermi stretto il mantello che nella fretta non ero riuscita ad infilarmi. Mary continuava a ridere e a correre contemporaneamente, cercando di non far cadere il suo amato capello dalla testa. Era una delle persone più solari che conoscessi, aveva quel pizzico di follia che la rendeva unica, sempre fuori dagli schemi. E non parlo così di lei solo per l'amicizia che ci legava. Peccato che solo pochi conoscessero la vera Mary bene come la conoscevo io.

Passammo una mattinata piacevole, riuscì a farmi dimenticare tutte le mie preoccupazioni. Ma quanto tempo ancora potevo riuscire a mantenere il segreto? Lei non era una ragazza invadente, affatto, e di certo non mi avrebbe mai fatto domande scomode, ma l'idea di tenerle nascosto qualcosa di importante non mi piaceva. Avrebbe notato che me ne andavo, e non mi andava di mentirle.

 

Martedì arrivò in fretta e, dopo aver sopportato due interminabili ore di Storia della Magia, mi diressi verso la Stanza delle Necessità con i Malandrini, senza però farmi notare da Mary che, intanto, stava parlando con Nikolaj. Lui, assieme agli altri Tassorosso, frequentava questa lezione con noi.

In questi due giorni io e i ragazzi non ci eravamo parlati per niente, non che in genere passassi del tempo con loro, ma di solito li trovavo sempre intorno con i loro scherzi, il loro fastidioso modo di fare. Era da molto che non passavo una giornata tranquilla ad Hogwarts.

Loro, però, avevano avuto un bel da fare con Minus. Qualche ora prima li avevo sentiti litigare, a quanto pareva lui non era molto contento che ci dovessimo riunire tutti ancora una volta senza di lui. Malgrado gli sforzo degli altri tre, il loro amico se n'era andato via infuriato. Sembravano giù di morale, si sentivano in colpa per il loro amico.

Arrivati davanti al muro del settimo piano aspettammo qualche minuto l'arrivo degli altri due, poi entrammo.

- Leggerò io oggi - si propose Severus.

Prese il libro e si mise a spalle contro al muro.

" Capitolo 2

Vetri che scompaiono "

- Non ti siedi? - gli chiesi.

- Preferisco stare in piedi per leggere - mi spiegò.

- Dai continua a leggere - lo incitò Potter.

- Un attimo, dammi il tempo - ribatté.

Prese tra le dita una ciocca un po' più lunga dei suoi capelli nerissimi e se la spostò dietro un orecchio per evitare che gli ricadesse sempre davanti agli occhi. Tutti eravamo in trepidante attesa, lo guardavamo sperando che si sbrigasse. Lui, proprio per questo, sembrava facesse ogni gesto volutamente più lento. Dopo, finalmente, si schiarì la voce e iniziò a leggere il secondo capitolo.

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice:

Buon pomeriggio a tutti! (O buongiorno, buonasera, buonanotte dipende da quando leggerete)

L'idea originale era molto diversa, ma poi, mentre scrivevo, ho rivoluzionato un po' le cose e ho optato per un capitolo più statico.

Non ho molto da dire in effetti, solo un paio di cose.

1) I motivi per cui sia Severus che Regulus accettano di continuare sono gli stessi che gli hanno spinti ad iniziare. In più Severus ha appena scoperto della morte di Lily, non la vuole lasciare andare.

 

2) Qualche giorno fa mi sono imbattuta un po' per caso in un breve brano di Alfieri, mi ha colpito moltissimo la riflessione che lui fa sulle illusioni: nel testo che ho letto c'è una breve considerazione sulla morte (sì, lo so che è molto allegro v.v ) e su come l'autore si aggrappi all'illusione che, dopo di essa, ci possa essere dell'altro, che non si smetta mai di esistere veramente. Per Alfieri questo va contro ogni sua logica, va contro la ragione, eppure si aggrappa a questa illusione, la definisce necessaria all'esistenza dell'uomo, poiché l'uomo ha un disperato bisogno di crederlo. Allo stesso modo anche James si ancora ad una dolce illusione, tuttavia a lui non importa cosa ci sia dopo la morte, gli interessa tenersi cara la vita e di non permettere che venga stroncata quella delle persone a cui tiene. Questo obiettivo sarà difficile da raggiungere, ma lui non perde la speranza.

Questa digressione non c'entra molto, lo so, e probabilmente non interessa niente a nessuno, ma lo spunto per il discorso che fa James l'ho avuto grazie al pensiero di questo grande letterato e mi è sembrato doveroso citarlo, anche perché così, forse, è più chiaro il discorso che fa a Lily.

 

Non c'è altro, mi sembra. Come sempre per qualsiasi cosa vi passi per la testa contattate pure, vi risponderò subito.

Fatemi sapere cosa ne pensate anche di questo capitolo, ci terrei molto ;)

Un bacio a tutti quanti,

Hij

   
 
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