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Autore: hotaru    25/03/2009    8 recensioni
Da un'idea di Steffa (che ringrazio moltissimo per avermi permesso di aprire una "filiale" della sua serie), una raccolta di one-shot dedicate ai vari personaggi nel giorno del loro compleanno... tanti auguri!
Capitolo primo: Sono grande?
Capitolo secondo: Malumori
Capitolo terzo: Jam Session
Capitolo quarto: In treno
Capitolo quinto: Il tempo di una regina
Capitolo sesto: Pesche
Capitolo settimo: Streghe e dintorni
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prima di tutto…

Hatori: che bello sentirti anche qui! Mi fa davvero piacere che il compleanno di Onpu ti sia piaciuto, in quanto Pesci anche tu! Hana è un Ariete, ma spero ti piaccia anche questo…

Alissyachan: non dirlo, che adesso mi viene l’ansia da prestazione! Comunque è vero, Toru fa sempre la sua figura… anche da bimbetto impertinente!

kikkyxx14: sono contenta che tu abbia apprezzato il riferimento a Peter Pan… secondo me ci stava troppo bene... e anche il resto della storia! Grazie per aver commentato!

ale03: meglio per te, se non prendi spesso il treno, anche perché incontri interessanti io non ne ho mai fatti… uffa… comunque spero ti piaccia anche il compleanno della Regina delle Streghe! Aspetto commenti!

Tsukino_chan_91: sono felice soprattutto perché Onpu ti è sembrata così IC. Sai, non è un personaggio semplice da trattare, sono contenta di essere riuscita a renderla bene. Il compleanno di Hana forse è un po’ triste… comunque aspetto commenti!

 

 

 

Dedicato a tutti coloro che sono nati sotto il segno dell’Ariete in un giorno d’inizio primavera

 

 

-         Vostra Maestà, è tutto pront… ma dov’è finita? – chiese sorpresa la strega quando vide la sedia del trono nuda e vuota.

-         Non c’è – le rispose un’altra strega, intenta a trovare il modo migliore di disporre le decorazioni di rose blu in tutto il palazzo.

-         Come non c’è? Ma oggi…

-         È il suo compleanno, lo so – disse la strega con aria tranquilla – E infatti sparisce tutti gli anni, almeno da centoventi compleanni fa. Comunque non preoccuparti, per stasera sarà di nuovo qui.

-         Ma… cosa farà tutto il giorno? – chiese l’altra, curiosa.

-         È la Regina, quindi può fare quello che vuole.

 

La Regina, intanto, si trovava nel mondo degli umani. Passeggiava tranquillamente per la strada, osservando con aria interessata i cambiamenti dell’ultimo anno. Portava i lunghi capelli biondi raccolti in cima al capo e indossava un vestito bianco di cotone, forse ancora troppo leggero per quel periodo.

Ma per la regina delle streghe il freddo è l’ultimo dei problemi, e Hana si godeva tranquillamente il sole di quello splendido giorno. Il suo giorno.

Aveva fatto colazione nella pasticceria Asuka, che preparava torte e dolci per gli abitanti della città da più di cento anni. C’era andata più che altro per controllare quanto fosse cresciuta la bambina bionda figlia dei proprietari, ed era rimasta alquanto compiaciuta del fatto che la piccola, appena riusciva a rimanere sola in cucina, chiacchierasse tranquillamente con tutti gli oggetti lì presenti.

Pentole, cucchiai, stampi per dolci… perfino il forno parlava con lei, e le raccontava del fastidioso cigolio che sentiva ogni volta che gli aprivano lo sportello. Passando senza essere vista, Hana aveva sentito la bambina bionda promettere al forno che i genitori l’avrebbero riparato presto.

Sicuramente sarebbe diventata una pasticcera degna della propria antenata, colei che aveva fondato il negozio.

Camminando, Hana giunse al parco cittadino, dove due bambine stavano giocando nello spazio per la sabbia. Quella con i capelli castani alzò la testa a guardarla, poi fece un cenno alla sua amica e guardò di nuovo nella sua direzione. L’altra bambina, dai grandi e sinceri occhi azzurri, le sorrise rassicurante.

Hana sapeva perfettamente cosa significassero quei gesti: sapeva che la bambina dai capelli castani poteva vedere spiriti e fantasmi, di qualunque genere essi fossero. Umani, animali… ogni tanto capitava che per strada si chinasse ad accarezzare un micino abbandonato, ma i passanti che si attardavano a guardarla vedevano soltanto una bambina un po’ strana che stava- chissà perché- accarezzando l’aria. Per questo aveva chiesto l’aiuto della sua migliore amica: le aveva spiegato come stavano le cose e le aveva domandato di avvertirla, se per caso anche lei vedesse gli animali e le persone che apparivano a lei. Se riuscivano a vederli entrambe, allora voleva dire che non erano dei fantasmi.

La piccola dagli occhi azzurri era rimasta davvero sbalordita da quella rivelazione, ma era sicura che la sua amica non le stesse mentendo: era infatti in grado di “annusare” all’istante la puzza di una bugia- cosa che le procurava non pochi guai con gli adulti- e quella non lo era.

Dopo un po’ Hana si alzò, rammaricandosi di non poter rimanere ancora un po’ ad osservare i giochi delle discendenti di Hazuki e Aiko. Ma quella giornata non sarebbe durata in eterno, lo sapeva fin troppo bene.

Lungo un viale alberato, trovò una bambina dai capelli scuri e gli occhi verdi seduta sotto un ciliegio, intenta ad osservare le fronde da sotto in su. Hana le si fermò accanto, chiedendole:

-         Allora, cosa dice oggi il fischio del vento?

La bambina la guardò sorpresa, incredula che un’adulta potesse conoscere il suo segreto e parlargliene come fosse la cosa più normale del mondo. Ma si riprese in un attimo, e rispose solennemente:

-         Che sarà una magnifica giornata, senza ombra di pioggia. Forse un po’ d’acqua arriverà domani.

-         Mi fa piacere saperlo. Grazie mille.

-         Prego – rispose la piccola, osservandola allontanarsi. Sorrise ancora, sbalordita, mentre il fischio del vento le raccontava chi fosse in realtà quella donna tanto bella. Ma non disse nulla, e decise che avrebbe mantenuto il suo segreto.

Intanto Hana era quasi arrivata all’ultima tappa di quel suo annuale ritorno del mondo degli umani.

Era contenta che il suo compleanno cadesse all’inizio della primavera: in principio era stato veramente difficile riuscire ad entrare lì, e gli alberi pieni di boccioli e tenere foglie neonate l’avevano aiutata non poco.

-         Ciao, dolce Doremì – disse alla lastra di pietra che dopo qualche passo si era trovata davanti – Sai, se non sapessi che nel mondo degli umani è tradizione portare fiori o al massimo bruciare dell’incenso, ti avrei portato una bella bistecca. So che l’avresti gradita più di mille rose.

Poi mosse leggermente le dita, come se stesse suonando l’aria, e splendide campanule crebbero dal terreno andando ad abbracciare la tomba dell’amica.

-         … credo ti dovrai accontentare di questo.

Hana si voltò e uscì lentamente dal cimitero. Immersa nei mille ricordi di quello che per gli umani era un lontano passato, non si era accorta della bambina che stava avanzando con una grossa scatola fra le braccia, finché quest’ultima non le sbatté addosso, finendo col sedere a terra.

-         Ohi, ohi – fece, massaggiandosi il didietro – Perché devo sempre essere così sfortunata?

Quando poi alzò gli occhi verso la donna che l’aveva aiutata a rialzarsi, la sua espressione si mutò in pura gioia.

-         Oh! – esclamò – Ma che fortuna! Tanti auguri!

-         Grazie – rispose Hana.

-         Però è strano… non riesco a vedere quanti anni compie…

-         È perché sono parecchi – rispose la strega con un sorriso.

-         Beh, auguri lo stesso – ribadì la bambina, per poi recuperare la scatola e continuare per la propria strada, salutandola.

-         Dolce e pasticciona… - mormorò Hana, pericolosamente vicina alle lacrime, ancora una volta – Dev’essere proprio nei geni degli Harukaze… grazie al cielo.

 

Quella sera il gran ballo nel Regno delle Streghe, al quale vennero invitati anche i maghi del Regno vicino, fu davvero spettacolare: rose blu in ogni dove, dai boccioli più minuscoli ai fiori già sbocciati e grandi quanto una bacinella.

-         Tutto bene, Maestà? Vi state divertendo? – le aveva chiesto una strega.

Al che Hana si era alzata, facendo comparire la propria inseparabile, fidata fisarmonica, e aveva attaccato un bel valzer, seguito da un minuetto, sulle cui note tutti avevano ballato felici.

Un bel compleanno, non c’è che dire. Ma i migliori erano stati altri.

 

 

Lo so che è tristissimo, me ne rendo conto. Ma pensateci un attimo: Hana è effettivamente destinata a vivere molto di più rispetto alle normali esistenze di Doremì e delle sue amiche, ed è inevitabile che arrivi il momento in cui le nostre beniamine saranno scomparse da molto tempo, ormai dimenticate.

Eppure, come avete visto, in un certo senso sopravvivono nelle loro discendenti: ipotizzando che ciascuna delle nostre protagoniste si sia sposata con un mago, ho pensato che le loro discendenti potessero sviluppare un qualche potere magico (d’altra parte una cosa del genere veniva già accennata in una puntata, dove un bambino discendente dell’ex-regina poteva parlare con gli animali, ve lo ricordate?).

Spero siano chiari i “riferimenti” che vi ho inserito: la pro-pro-pro-pro-nipote di Momoko sa parlare con gli arnesi di cucina, quella di Hazuki (terrorizzata dai fantasmi) vede gli spiriti ma ci ha fatto l’abitudine, quella di Aiko “fiuta” le bugie e quella di Onpu, che suonava il flauto, comprende ciò che dice il suono del vento. Mentre la discendente di Doremì… in tutta la sua dolcezza, non poteva far altro che sapere all’istante il compleanno delle persone che le stanno intorno, e di conseguenza far loro gli auguri.

Troppo strana? Mah, ditemi voi.

 

Arrivederci al 6 maggio, con il compleanno di Momoko Asuka!

 

   
 
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