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Autore: kuutamo    26/02/2016    0 recensioni
È questo ciò che ormai vedo di me, quasi un involucro, una conchiglia vuota con niente al suo interno se non il rumore del mare che un tempo era la sua casa. Ciò che un tempo ero io.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Redeem me into childhood

Show me myself without the shell

 

 

 

Rimasi alla finestra anche dopo che lui scomparve all'angolo, in attesa che il mio corpo mi dicesse cosa fare. E ora, ora cosa accade?

Sentivo il cuore esplodermi nel petto; da quando lui mi aveva presa per il braccio non avevo più sentito freddo e ora addirittura avevo caldo. Mi tolsi il cappotto e il maglione e andai in camera da letto. Feci ondeggiare più volte l'armadio e finalmente riuscii a scostarlo dal muro di qualche centimetro. Con un cacciavite mi aiutai a svitare un pannello ormai coperto da strati di pittura, fino a rimuoverlo completamente. Eccola, mi dissi, era ancora là intatta come se le ragnatele le avessero fatto compagnia tenendola al sicuro. Le ringraziai mentalmente come una sciocca e poi le rimossi, prendendo di nuovo quella scatola tra le mani. 

Quando me n'ero andata da questa casa avevo giurato che mai più anima viva avrebbe visto o toccato quella scatola, che io non avrei rimesso più piede in questa casa, che non sarei più tornata. Quante promesse si fanno a se stessi che poi non si mantengono? Credevo di poter decidere come comportarmi, di poter 'guidare' me stessa ed essere a capo del mio mondo, e invece.. per tutto questo tempo forse questa è stata solo una bugia che ho continuato sapientemente a dirmi tutte le sere prima di dormire, così da esser pronta ad affrontare un altro giorno con un sostegno a cui appoggiarmi. La vita non è mai come ce la costruiamo. Di solito va al contrario.

 

La aprii. Gli oggettini erano tutti al loro posto : le lettere, i biglietti del cinema, tapes, i petali, dei pendenti. Ma la cosa più importante per me era un anello, quell'anello che si nascondeva timido ancora dentro la sua scatolina di velluto blu. Quando lo misi al dito era molto freddo, interamente d'argento, quell'opale mi era sempre piaciuto molto. Ville me lo aveva regalato dopo pochissimo tempo che ci conoscevamo e io ne ero stata entusiasta.. Aveva sempre avuto buongusto nel scegliere cosa regalarmi, era uno che non lasciava nulla al caso, che se doveva fare un regalo lo faceva come si deve, e il risultato poi era che quello che sceglieva era davvero il regalo perfetto, e lo era ogni volta. 

Strinsi i pugni al petto e una lacrima, a mia insaputa, rigò la guancia. In silenzio scese fino al collo e poi si assorbì nel tessuto. Era passato così tanto.

'Lui non è la stessa persona' continuava a ripetermi una voce. 

Io lo sapevo. Come potevamo essere le stesse persone dopo tutto quello che era successo, o meglio quello che gli era successo… Lui non conosceva i dettagli su cosa avevo fatto in questi anni, ma io sì. 

Lo avevo seguito come fa un'ombra da lontano. Avevo visto l'ascesa al successo degli HIM e poi il grande pubblico americano, i suoi frequenti viaggi negli Stati Uniti, le sue storie, le sue dipendenze, la sua riabilitazione, il suo dimagrimento, l'uscita di un nuovo album, il far credere a tutti quanti di stare bene sorridendo in camera e poi il rintanarsi per settimane come se non esistesse un mondo fuori le mura della torre. E ancora, i pettegolezzi, la dipartita di Gas, l'arrivo di un nuovo membro e tutto il tempo dovuto al nuovo assestamento nella band. 

Io sapevo tutto, avevo visto ogni cosa e forse mi ero spinta anche più in là. Ma nonostante ciò neanch'io riuscivo a capirlo del tutto, perché appunto era cambiato. 

Ho ascoltato tutto dall'angolo più remoto e ogni volta, per ogni difficoltà che ha dovuto affrontare sarei voluta stargli vicino. Avrei voluto salire su un aereo e dirgli che andava tutto bene, che doveva ricordarsi chi era, perché aveva scelto il suo percorso e che era una persona come poche se ne incontrano. Avrei voluto comporre il suo numero e dirgli col cuore in gola che continuava a mancarmi nonostante il tempo, i mari del Nord e le persone che c'erano tra noi, nonostante provassi disperatamente senza esito a dimenticare il suo volto e di come invece mi appariva in sogno quasi come un dolce amaro sollievo dalla vita che vivevo ma non sentivo. Avrei voluto esserci per lui, ma la fredda verità era che non c'ero stata e i miei pensieri non gli erano arrivati.

Umani, esseri inutili, vigliacchi e paurosi. 

 

 

 

The words could never tell you

How much I still miss you

 

 

Ogni cosa muore se non la si nutre, un po' come appassiscono le piante se non gli vien data l'acqua, ma  allora perché lui aveva ancora tutto questo potere su di me? Perché continuava a mancarmi così tanto? 

Nel momento in cui l'ho visto, ho capito che non sarei mai dovuta tornare qui: dovevo tener fede alla mia tacita promessa. Ma si sà, gli adolescenti diventano adulti e gli adulti sono molto più insensati di quel che sembra. 

 

 

 

 

_____________________

 

 

 

 

 

Alma era tornata.

Era tornata, ora potevo esserne finalmente certo e smettere di passare sotto quella casa ogni volta che dei nuovi inquilini la abitavano, in cerca dell'unica persona che avrei voluto vedere attraverso quelle tende.

Come sono cambiate le cose in questi venti anni, quante ne sono cambiate.. Io sono cambiato, e in peggio ovviamente. 

Se chiudevo gli occhi per un attimo potevo di nuovo vedermi giovane e inesperto, i miei nuovi abiti neri e quelle ossicine mingherline che sporgevano. Ricordo che a quel tempo mi sentivo libero e senza paure, se non fosse stato per la fifa da palco. Mi sentivo invincibile, ero stupido. Un ignorante, ignoravo il mondo pur intuendone i mali, ma non m'importava. Se ci riflettevo meglio era stato il mio essere così imbecille davanti a certe situazioni a portarmi a fare certe scelte nel corso del tempo, molte delle quali sbagliate, molte da cui non si torna indietro, molte di cui mi sono pentito amaramente.. e Alma, Dio, era una di queste. 

Avrei voluto dirle che mi era mancata di più di quello che pensava, di più di quanto io le fossi potuto mancare. Che l'avevo cercata, aspettata. Ma ora, dopo tutto questo tempo, a cosa servono queste parole? Nonostante le sue sembianze da ragazzina le cose sono cambiate per tutti e due… Non si può cancellare il tempo con un battito di ciglia, schioccare le dita e far finta di tornare indietro come se nulla fosse accaduto, come se la vita non fosse stata vissuta, bella o brutta che sia. Eravamo diversi.. lei era diversa, e lo sentivo, aveva perso quel candore di un tempo e la vivida voglia di fare che la caratterizzava.. forse anche lei aveva 'vissuto'. Non sapevo nulla di lei infondo: gli adolescenti dicono tante cose ma poi cambiano; non sapevo neppure se era tornata a Helsinki con un marito e dei figli, non l'aveva detto. In realtà non parlammo molto durante il tragitto e le cose che ci dicemmo furono puramente superficiali, eravamo entrambi ancora scossi da ciò che era successo, ma sono sicuro che tuttavia, come me, la sua mente si era già messa in moto iniziando a macchinare spiegazioni, parole, suoni, ipotesi. 

Ero così.. impaziente. Di vederla, di riabbracciarla ancora, di baciarle il volto, di stringerla e fermare il tempo. Volevo conoscerla, conoscerla di nuovo o forse per la prima volta. Come ho detto, gli adolescenti cambiano, e noi non eravamo più due adolescenti. 

 

 

 

 

Ora lei era distesa affianco me: durante la notte si era appropriata di un mio braccio e da allora non l'aveva più lasciato. Stranamente dal mio solito quella stamattina mi svegliai all'alba e dal momento in cui il sole aveva cominciato a filtrare dai vetri della finestra io ero lì che continuavo a guardarla quasi come un maniaco, a non credere  che lei fosse davvero lì con me.  All'inizio quando ancora era buio pensavo che tutta quella situazione fosse solo un'altra delle mie fantasie. 

Era girata verso di me e riuscivo a vederla bene in volto mentre con un braccio mi cingeva il torace: la sua pelle era così liscia e diafana che quando la accarezzavo sul fianco fin sopra al torace mi sembrava di toccare seta bianca. I capelli le incorniciavano buffamente il viso, un po' scompigliati, ma nonostante tutto rimaneva sempre bellissima e impeccabile anche appena sveglia. 

Il suo respiro era regolare, segno che stava riposando bene e che forse faceva bei  sogni.  Ogni tanto mentre la guardavo mi veniva il batticuore, o meglio sentivo il battito che accelerava apparentemente senza motivo: era come se continuando a guardarla mi sentissi ancora un ragazzino, uno di quelli infatuati che appena vedono una ragazza che gli piace iniziano a farsi rossi e a non dire una parola. Alma mi faceva proprio quest'effetto. Lei è una di quelle persone il cui ricordo non muterà mai: come quelle persone che non vedi da un sacco di tempo ma con le quali sei cresciuto e che quindi nella tua memoria si sono guadagnate quel posto speciale da cui nessuno è capace di rimuoverle, nemmeno tu stesso che in teoria della tua mente sei il padrone. Ma era davvero come nella mia testa? La verità era che lei era cambiata . Insomma come farebbe una persona a non cambiare in vent'anni? È un processo naturale  e anche abbastanza logico ma nonostante questo il mio istinto, il mio cuore, tutto dentro di me continua a dirmi che lei è semplicemente la stessa ragazza di un tempo. La parte conscia di me però sa che è una cazzata, e pure bella grande. Ma non voglio svegliarmi per il momento.

 

"Buongiorno" disse stirandosi piano le gambe scalciando le lenzuola mentre apriva gli occhi.

"Buongiorno a te. Hai dormito bene?"

"Come non mi succedeva da tempo. E tu, soffri ancora di insonnia?" e come volevasi dimostrare lei mi conosce ancora meglio di me che in questo corpo ci abito.

"Sai, l'insonnia a dirla tutta è davvero peggiorata. Dovrò aggiornarti a riguardo"  sorrise. Poi guardò di nuovo in basso per un attimo e iniziò a stringermi come aveva fatto per tutta la notte e ad accarezzarmi il petto con l'altra mano. Dopo un po' si mise a guardare le sue dita mentre mi accarezzavano creando disegni al centro del torace, pensando chissà a che cosa: certo potevo solo immaginarlo, oppure averne una vaga idea. Questa era una delle sue abitudini che notai non esser cambiata.

 

"A cosa stai pensando?" le chiesi.

"A te… "

"Te ne sei già pentita?"

"No, affatto " mi guardò contrariata inarcando le sopracciglia quasi come fossero quelle di un personaggio dei fumetti. 

"E allora cosa ti turba o meglio cosa cattura tutta la tua attenzione?"

"Stavo solo pensando che sei ancora un bel figurino" disse incerta e scherzosamente puntò il dito su una spalla.

"Io? Tu sei semplicemente bellissima" dissi sorridendo un po' imbarazzato.

"Bellissima?"

" Sì, beh al momento non mi vengono altri aggettivi più esplicativi, sono parecchio distratto" dissi arrossendo lievemente. Lei sorrise, non se lo aspettava. Appoggiò la guancia contro di me e io la strinsi ancora più forte. Con il viso al sicuro dalla mia vista inspirando poi disse:

"Mi è mancato tutto questo…"

In quel momento il mio cuore cadde da non so quale altezza vertiginosa emettendo un sonoro tonfo in un pozzo senza fine: poteva strapparmi il cuore in qualunque momento avesse voluto e io sarei stato lì a guardare, a lasciarglielo fare.

"Tu mi sei mancata.." a quel punto lei guardò verso di me sollevando il capo tanto che le posai per un secondo le labbra sulla fronte, e mi baciò con un' espressione grata e sorpresa stampata sul volto. Ci baciammo a lungo nuovamente come se non ci vedessimo da una vita, e in fin dei conti era vero ma fu come il primo bacio della notte appena passata, come se nessuno dei due riuscisse pienamente a saziarsi. Mentre mi insinuavo in ogni meandro del suo collo notai quanto perfetto, esile e longilineo fosse  e pensai che quel tipo di fragilità rispecchiasse perfettamente come era fatta la sua persona: ero abbastanza certo della sofferenza che scorgevo nebbiosamente in quegli occhi quando lei era troppo presa a pensare ad altro per notarmi ad osservarla minuziosamente.

Poi a poco a poco la stessa fame che ci aveva investito entrambi la notte precedente  si presentò di nuovo  e fu  come accogliere il più dolce degli abbracci.

 

 

 

 

"So perché mi guardi così" 

"Ah sì?"

"Vuoi sapere cosa ho combinato, che cosa ho fatto a Londra, chi ho conosciuto, con quanti uomini sono stata a letto…"

"Beh, non sono stato io a chiederlo, ma fai pure - risi - In effetti sono molto curioso"

"Riguardo all'ultima voce dell'elenco?" non c'era malizia nel suo tono di voce.

"Riguardo tutto quanto" dissi serio. In quel momento lei fece un respiro profondo e prese a fissare un punto indistinto nella stanza.

"Non ho fatto nulla di diverso da ciò che ti ho brevemente raccontato: a Londra ho lavorato facendo quello che più mi piace ma a lungo andare per un periodo mi ha stancato, devo ammettere. I giorni erano tutti uguali, ricordi quei giorni di quella vita che ripetevamo non sarebbe mai toccata a noi? Le lunghe giornate seduti in ufficio e tutto il resto. Non so perché, ma di tanto in tanto si formava come un blocco e andare avanti anche facendo le cose più stupide mi era difficile"

" Succede a tutti. A me molto frequentemente, per non parlare dei blocchi dello scrittore, o del musicista.. È come se non si riuscisse a riempire il vuoto " dissi, continuando a guardarla. Volevo farle capire.

" Esatto - disse saettando lo sguardo su di me - Un senso di vuoto che ti si accanisce contro quando il periodo di produttività o serenità sta per terminare perché essenzialmente sono finite le cose che tenevano vivo il tuo interesse " 

Prese di nuovo a guardare quel puntino che sembrava molto più attraente di me. Provò a parlare due volte mimando delle parole mute ma solo al terzo tentativo qualcosa uscì davvero. Forse stava pensando al miglior modo per dirmi qualcosa. O forse stava decidendo se lasciarmi sapere o tenermi allo scuro.

" Stavo per sposarmi, a Londra " disse atona. Mi limitai a guardarla irrigidendomi, lei  parve non farci caso e continuò a fissare davanti a sé sapendo di avere il mio sguardo addosso.

" Prima di incontrare Lui ero uscita con qualche ragazzo ma non era finita bene nemmeno una volta. Erano tutti o troppo stupidi o troppo presuntuosi. Quando conobbi Mark in un bar all'inizio non mi colpì affatto ma poi si avvicinò e iniziando a parlare scoprimmo di avere quasi gli stessi gusti riguardo a film e cose di questo genere. La verità è che mi stava simpatico perché non parlava di politica o di calcio, il che è piuttosto strano per un inglese ma ad ogni modo, col passare del tempo ho trovato dei difetti di fabbrica anche a lui "

" Quanto tempo vi siete frequentati ? " chiesi.

" Due anni e mezzo " davvero tanto tempo, pensai.

" E poi? "

Sospirò.

" E poi entra in scena la storia più vecchia del mondo: mi tradiva. Qualche mese prima del matrimonio ho iniziato ad avere dei dubbi, così ho collegato vecchi indizi, ho iniziato ad annusare le sue camicie prima di metterle in lavatrice e cose così, fin quando un giorno ho frugato nel suo telefono e ho dato appuntamento al contatto più contattato che aveva in rubrica. Ho mandato un sms anche a Mark dicendogli di presentarsi mezz'ora dopo nello stesso posto e tutto è stato straordinariamente naturale da affrontare: non m'interessava più di lui e delle sue bugie, così ho preso e mi sono trovata un altro appartamento. Ma devo ammettere che smascherare quel pezzo di merda mi è davvero piaciuto un sacco. "

" Hai fatto davvero una cosa del genere? " chiesi quasi divertito. Lei si voltò dubbiosa.

" Non sono una cretina. Non lascerò mai a nessuno il potere di prendersi gioco di me tantomeno ad un traditore e mediocre come Mark "

Restammo in silenzio per qualche istante.

" Anch'io l'avrei fatto " riflettei a voce alta.

" Davvero? "

" Sì, voglio dire, non piace a nessuno essere preso in giro "

" Eppure ho visto che sei stato piuttosto malleabile.. "

" Dite tutti così. Sono stufo di sentirmi dire quanto sia stato stupido e cieco " mi scaldai; quello era sempre un argomento che continuava a stizzirmi. Un tallone d'Achille.

" La amavo " dissi mettendomi a sedere, dandole le spalle. Guardai verso gli alberi, fuori dalla finestra.

" Cosa aveva Jonna di così speciale? So che è una domanda tanto frequente quanto priva di senso ma me lo sono sempre chiesta "

Iniziavo a chiedermi quanto mi avesse tenuto d'occhio Alma.

" Il fatto è che potrei elencarti tutti i pregi e le cose belle che trovavo in lei come potrei invece dirti 'non lo so'. Tutte le volte che ho amato non sono stato lì a chiedermi cosa mi piacesse della persona che m'interessava, m'interessava e basta. E sono sempre partito per la tangente, con tutte le promesse andate a farsi benedire e scottandomi ogni volta. Perché alla fine per quanto ripeta sempre a me stesso di andarci coi piedi di piombo e non fidarmi, arrivo sempre ad un momento di non ritorno in cui vengo risucchiato sempre dallo stesso mulinello che a lungo andare mi trascina a fondo con sè. Posso dirti però che nonostante tutta la sofferenza, amare mi è piaciuto "

La sua bocca si allungò in un sorriso mesto.

" Amare è la parte migliore di noi, sempre " disse accarezzandomi le spalle. In quel momento si levò anche lei e appoggiò il suo petto nudo contro di me, avvolgendomi in un abbraccio.

" Amare è l'unica cosa che rimane, l'unica cosa importante " mi strinse. 

In quel momento sentii un misto di felicità e incertezza esplodermi in petto. Mi voltai appena verso di lei torcendo il collo da un lato tanto bastava per avere le sue labbra ad illuminare la mia visuale.

" Voglio che tu rimanga " dissi deciso, egoisticamente. Poi mi voltai in modo da  essere l'uno di fronte all'altra; i suoi occhi un misto di paura e complicità. Annullai la distanza fra di noi e la baciai con trasporto fino a perdere il fiato entrambi. 

" Dimmi che rimarrai " sussurrai tra un bacio e l'altro mentre nel frattempo ero già sopra di lei tenendola in ostaggio quasi come ad aver paura che qualche forza malvagia me la rubasse di nuovo. 

All'improvviso lei capovolse la situazione torreggiando su di me, tenendomi i polsi vicino alla testa.

 

 

Way down deep within my heart

Lies a soul that's torn apart

Tell me, tell me what your after

I just want to get there faster

 

 

" Ho sempre odiato il modo in cui eri con Jonna " disse guardandomi dall'alto. Si avvicinò di più fino a che potei sentire il suo respiro sulle palpebre: disegnò con il naso una linea immaginaria e poi mi morse con forza il labbro.

" Il modo in cui sottostavi a tutto quello che ti faceva.. "

" Come fai a sapere quello che mi faceva? " chiesi con il fiatone. Sentivo chiaramente il sapore metallico del sangue in bocca.

" Le hai permesso di usarti, picchiarti, stracciarti il cuore e dopo tutto questo la amavi ancora. Avresti fatto di tutto. " era rabbiosa e non ne capivo il perché. Continuava a baciarmi il petto e a lasciare qui e là una scia di morsi dolorosi.

 

 

All this pain smothers me

Like a bomb that you can't see

Tell me, tell me what your after

I just want to get there faster

 

 

" Io ti ho amato, ti ho odiato e poi ti ho amato di nuovo. Sai cosa si prova? Sai cosa si prova quando lanciano il tuo cuore in un braciere e poi lo infilzano con ferri incandescenti?.. " mi fulminò con lo sguardo mentre tornava con la schiena dritta e mi liberava i polsi. Rimasi interdetto.

" ..Questo è solo un'infinitesima parte " mi tirò a sedere e mi baciò con un fervore e una decisione che non le avevo mai visto. Sentivo il labbro inferiore bruciare e proprio quando stavo abituandomi al dolore sentii delle scie lunghe e nette dietro la mia schiena. Alma continuò a baciarmi ancora più appassionatamente graffiandomi e mordendomi ed io ero semplicemente in fiamme. 

A un certo punto si concedette una pausa e poggiò la fronte sulla mia; mi guardava fisso negli occhi. Sembrava indomabile e sfuggente come il più selvaggio degli animali.

" Sai .. - sussurrò ansimante - ..le tue labbra ora sembrano più carnose, come erano una volta. Come le ricordavo " mi disse alludendo al gonfiore e al rossore provocatomi. Aveva un sorriso diabolico che le illuminava il volto e mi piaceva così tanto che il dolore passò immediatamente in secondo piano.

Ci unimmo di nuovo, ma questa volta fu piena di rabbia, più passionale, quasi primordiale. Eravamo totalmente, incondizionatamente in balìa dei nostri istinti ed io in quel caos mi sentii al sicuro nell'incertezza di ciò che ci attendeva. 

 

 

 

 

 

Note:

Lo so, non aggiorno da un po' ma spero che questo capitolo vi piaccia e che non sia troppo corto. Scusate i francesismi.

Le canzoni che ho inserito sono:

Ghost Love Score, Nightwish

Rosary Blue, The 69 Eyes ft. Kat von D

Siva, The Smashing Pumpkins (li ho ascoltati moltissimo scrivendo questo cap).

 

Ringrazio chi commenterà e chi leggerà in silenzio.

Alla prossima.

-kuutamo

 
  
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