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Autore: vittoriaM20    26/02/2016    3 recensioni
Dal testo:
"Vedrai, quando tutto questo sarà finito, ti sposerò e saremo una vera famiglia." mi sussurrò.
"Ma lo siamo già, Felpato."
Selene Brandon è una ragazza studiosa, orgogliosa e insicura. Sirius Black.. Beh, sappiamo tutti chi è Sirius Black.
I due si incontreranno ad Hogwarts e, tra intrecci e triangoli amorosi, si innamoreranno. Ma troveranno qualche ostacolo: la loro testardaggine e il loro orgoglio non saranno gli unici impedimenti.
Questa non è solo una storia d'amore, ma è anche una storia di coraggio e di amicizia. Una storia in cui la vita dei protagonisti non sarà tutta rose e fiori, anzi: dovranno affrontare parecchie difficoltà e le supereranno insieme. Inganni e bugie tormenteranno le loro vite, ma alla fine scopriranno la verità.
{Questa storia parte dall'epoca dei Malandrini e non ho ancora deciso quando finirà. Sicuramente arriverò alla Seconda Guerra Magica.}
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Regulus Black | Coppie: James/Lily, Lucius/Narcissa, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Selene's POV
Le settimane successive furono alternate da momenti di tranquillità, sorpresa, spensieratezza, ma soprattuto di ansia. Lara durante le sue prime settimane di vita perse peso e questo non fece altro che causare il panico più totale in casa Black-Brandon. Sirius fu capace di allarmare il mondo intero, e per la prima volta era più ansioso lui di me. C'era davvero da preoccuparsi.
"Dobbiamo portarla dal medico, subito! - disse una sera mentre la cullava - Ma le dai da mangiare?"
"Sirius! Ma se passo praticamente tutta la notte ad allattarla?!"
"E' una cosa normalissima, cuginetto. Anche Dora ha perso molto peso durante le sue prime settimane di vita, è una cosa comune a tutti i neonati." ripetè per l'ennesima volta Andromeda.
"Sicura?" chiese Sirius quasi rincuorato.
"Sì."
"Ma la portiamo lo stesso dal medico?"
"E' un caso irrecuperabile. Buona fortuna Selene." disse Andromeda, stufa delle scenate d'ansia di Sirius mentre andava via.
"Grazie, ne avrò bisogno." risposi sorridendo.
Nel frattempo la piccola Lara aveva ricominciato a piangere in segno di protesta: era ora della poppata. Sirius rimaneva praticamente imbambolato a guardarci, con lo sguardo perso e sognante.
Il suo atteggiamento non era altrettanto sognante però quando doveva cambiare i pannolini di Lara. Per lui era un trauma ed io adoravo le sue espressioni quasi schifate.
"Sirius ti dispiace cambiare il pannolino di Lara?"
"Dici a me?"
"Ci sono altri Sirius in questa casa?"
"Fortunatamente no." rispose Remus al posto di Sirius.
"No, sai Remus e Sirius finiscono con le stesse lettere e mi sono confuso." disse Sirius, e a me parve di sentire il rumore di chi sta cercando di arrampicarsi sugli specchi.
Remus scoppià a ridere, sapendo benissimo che non era proprio uno spasso per Sirius cambiare pannolini. Era un totale disastro e non mi sarei stupita se un giorno avessi visto la bambina con un pannolino sulla testa o a mo' di maglietta.
Ma dopo tutte quelle scenate, Sirius, con tutta la sua buona volontà si prendeva cura di sua figlia tra risate e faccette buffe.
"Perchè non ride? Non sono divertente?" mi chiese una sera in camera da letto, dopo aver fatto le espressioni più brutte e buffe del suo repertorio.
"Fra qualche mese ti stancherai di sentire le sue risate."
"Non sarò mai stanco di vederla ridere - disse accarezzando Lara con la sua mano che sembrava enorme in confronto al piccolo corpo della bimba; poi posò i suoi meravigliosi occhi grigi su di me, con uno di quei suoi sguardi che tolgono il fiato - Ti amo, lo sai vero?"
"Sì." gli risposi sorridendo.
"Non hai nient'altro da aggiungere?"
"No" dissi seria cercando di trattenere le risate.
"Sai, in questi casi si dice 'Sì amore ti amo anche io'!" protestò Sirius fingendosi offeso.
Presi in braccio Lara, che ormai dormiva beatamente, e la misi nella sua culla; poi salii di nuovo sul letto sedendomi a cavalcioni sulle gambe di Sirius, il quale mi guardò piacevolmente sorpreso. Avvicinai il mio viso al suo e lo baciai intensamente, come non facevo da prima della nascita di Lara.
"Ti amo anche io, Felpato." 
 
 
 
 
-
 
Senza nemmeno accorgecene arrivò il 5 Luglio, il giorno in cui Lara compiva esattamente un mese. Era incredibile come fosse cresciuta, i progressi che faceva ogni giorno non smettevano di stupirci. Sirius era entusiasta e divertito come un bambino, passava tutto il tempo a sua disposizione con Lara; adorava farle il bagnetto, uno dei momenti più divertenti: la bambina amava l'acqua.
La mattina del 5 Luglio, io, Remus e Sirius eravamo tutti attorno alla tinozza in cui Lara scalciava nell'acqua e sorrideva soddisfatta al rumore degli schizzi. E con lei ridevamo noi, osservandola divertirsi e mostrarci i suoi primi sorrisini sdentati.
"Guardala, non è irresistibile?" ripeteva Sirius, completamente innamorato di sua figlia.
Dovevo iniziare ad essere gelosa?!
Remus era evidentemente spiazzato: non sapeva se ridere per le smorfie buffe della sua figlioccia e se ridere per il suo amico completamente rincitrullito, come diceva James.
 
Quel giorno avevamo deciso di festeggiare con i nostri cari il 'complimese' - come si ostinava a chiamarlo la piccola Dora - di Lara. Sirius insistette affinchè Lara portasse la famosa tutina che avevo comprato dieci mesi prima per annunciare la lieta notizia dell'arrivo di un piccolo Black. Come potevo dirgli di no?!
E così, mentre Remus ed Elmo mi aiutavano a mettere a posto la casa per l'arrivo dei nostri ospiti, Sirius girava per la casa in giro con Lara tra le braccia, canticchiando e saltellando e mettendo in bella mostra la tutina della piccola con la scritta 'My daddy is a superhero'.
Erano le cinque del pomeriggio e per quell'ora non aspettavamo ospiti, ma inaspettatamente qualcuno suonò il campanello di casa.
"Chi sarà a quest'ora?" chiese Sirius mentre si dirigeva verso la porta.
 
Sirius' POV
Il campanello suonò di nuovo impaziente e Lara fu colta da un moto di sorpresa sentendo quello strano rumore. Mi affrettai a guardare dallo spioncino e non fui affatto contento di ciò che vidi; quel totale imbecille di Duncan aveva un sorriso da idiota stampato sulla sua faccia da cretino, mentre nel frattempo gonfiava i suoi bicipiti e se li guardava soddisfatto.
"Chi è?" chiese Selene curiosa.
"Duncan. Non gli apro. - dissi sicuro - Lara non vuole conoscere un tale imbecille, vero tesoruccio?"
"Sirius..." disse minacciosamente Selene.
"E va bene, ma ti avviso: non riuscirò a fingermi felice della sua visita."
Così malvolentieri aprii la porta di casa.
"Oh, ciao Duncan! - dissi senza nemmeno dissimulare entusiasmo e sorpresa - Qual buon vento.."
"Ciao Duncan! - disse invece cortesemente Selene - Prego, accomodati."
Senza farselo ripetere una volta, il nostro amato vicino di casa si accomodò in salotto, e si sedette proprio sulla mia poltrona.
"Volevo salutarvi, sono stato via per un po'. E volevo conoscere le mie due nuove vicine di casa!" disse quasi gridando.
E senza rendersene conto - poverino -, disse la prima cosa sbaglita
"Sì, lei è Lara, e lui è il mio migliore amico Remus, padrino di nostra figlia." intervenni io sviando l'argomento.
"Aspetta, ma non erano due le bambine? Io non sono scemo, mi ricordo la pancia enorme di Selene e le due culle che vi ho montato... "
Il viso di Selene si adombrò; era evidente che non riusciva a dire che Diana non ce l'aveva fatta; si guardò intorno e fece finta di spolverare un mobile.
Negli ultimi giorni aveva cercato di andare avanti con tutte le sue forze, ma era ancora una ferita aperta e solo con il tempo si sarebbe rimarginata, forse. Capitavano momenti della giornata in cui si adombrava proprio come aveva appena fatto ed i suoi ormoni ancora in subbuglio - come mi aveva suggerito Andromeda - non l'aiutavano per niente a mantenere il buon umore.
"Sì erano due, ma.." iniziai a dire.
"..Diana non ce l'ha fatta." finì Selene al posto mio.
Il suo sguardo divenne vuoto come lo diventava spesso in quei giorni, quando ricordavamo le giornate spese a fantasticare sulla nostra nuova vita con le gemelle, il suo enorme pancione e i doppioni di tutte le cianfrusaglie che avevamo comprato insieme da quei negozi babbani.
Il sorriso stupido di Duncan si trasformò in un'espressione imbarazzata.
"Mi spiace, io.. non lo sapevo..." disse sinceramente dispiaciuto.
Ecco, per una volta mi dispiaceva davvero per lui; non avrei mai voluto essere al suo posto.
"Non ti preoccupare. - intervenni io, senza nemmeno pensare a quello che dicevo - Non potevi saperlo."
"Beh, sarà meglio che vada. - disse Duncan che aveva l'aria di chi desiderava sparire dalla faccia della Terra - Ci si vede in giro."
Lo accompagnai alla porta, mentre Lara la seguiva con la sua tonda testolina piena di capelli neri come i miei.
 
Verso le otto di sera i nostri ospiti iniziarono ad arrivare. I primi furono i Tonks con la piccola Dora. Fu strano vedere come fosse cambiato il suo atteggiamento con il povero Lunastorta: qualche anno fa gli diede il tormento per tutto il tempo e quella sera invece a malapena lo salutò.
"Mi sa che non sono proprio amato dai bambini" mi sussurrò in un orecchio Remus.
"Ma che dici, le donne si fanno desiderare - dissi facendogli un occhiolino - Si vede che Dora è cotta di te."
L'ultima frase la dissi un po' troppo ad alta voce tanto da meritarmi una linguaccia dalla dispettosa Dora, i cui capelli erano diventati rosso fuoco, come la sua faccia a causa dell'imbarazzo.
"Visto?!" mi vantai con Remus dandogli una gomitata.
"Ma smettila.." disse ridendo Lunastorta.
Nel frattempo anche i coniugi Potter e gli altri membri dell'Ordine della Fenice si erano aggiunti a noi.
Lara era vistosamente infastidita da tutte quelle facce nuove che richiamavano la sua attenzione che vocine e smorfie stupide. L'unica persona che riusciva a sopportare senza scoppiare a piangere era Dora: quelle due erano già diventate grandi amiche e la più grande delle due intratteneva la neonata con le sue abilità da Metamorfomagus.
Dora stava proprio mostrando ad una divertita Lara un naso da suino, quando il campanello suonò.
Io corsi ad aprire la porta e mi ritrovai di fronte Duncan con un'aria più seria rispetto a quella del pomeriggio precedente.
"Scusatemi, avete ospiti. Volevo solo dare questo regalo: è per Lara."
"Dai accomodati - disse Selene che era appena apparsa dietro di me - Unisciti a noi!"
Così Duncan si affacciò timidamente nel salone e l'espressione imbarazzata di chi si unisce ad un gruppo di persone sconosciute fu ben presto rimpiazzata da una interdetta e confusa. In effetti tutte le persone presenti erano vestiti in modo strambo per un babbano.
"Idea geniale, Selene."
"Merda.- sussurrò rendendosi conto dell'errore commesso - Sai Duncan, Sirius ha avuto l'idea di organizzare una festa in maschera!"
Cosa?!
Tutti i presenti la guardarono straniti ed io, che ero proprio dietro Duncan mimai con le labbra la parola B A B B A N O, indicando il suo corpo muscoloso.
"Ehm si, il tema è la magia! Adoro quei trucchi di prestigio con le bacchette, assurdi no?!"
In un primo momento il nostro grosso vicino sembrò dubbioso e si guardava attorno in cerca di conferme. Per un nanosecondo il suo sguardo si posò sul volto di Ninfadora che aveva ancora il naso da suino. Duncan sgranò gli occhi e Andromeda in quel momento ne approfittò per richiamare sua figlia, che riprese ad avere il suo nasino fine e sottile, tipico dei Black.
"Mi è sembrato di vedere quella bambina con il naso da maiale.." mi confessò in silenzio Duncan.
"Ma che dici! - dissi scoppiando a ridere - Ti sarai sbagliato; su vieni a mangiare qualcosa."
Poi mi ricordai di Elmo che in cucina stava servendo gli ospiti. Con uno sguardo di intesa Selene mi capì al volo e corse in cucina prima di noi per cacciare il povero elfo. 
 
La serata trascosse più o meno tranquillamente, ma riuscimmo ad essere ancora più tranquilli quando Duncan decise di andar via, perchè "Domani devo svegliarmi presto per gli allenamenti" disse pavoneggiandosi come al solito.
A fine serata rimanemmo soli tra malandrini e proprio in quel momento mi accorsi che ne mancava uno all'appello. Tra la confusione e tutta quella gente non mi ero accorto che Peter non c'era.
"Ragazzi, ma Peter?" chiesi a Remus e James.
"Non lo vediamo da parecchio - ammise James - Sono andato a trovarlo qualche giorno fa. Ha detto che non sta bene e che non sarebbe venuto stasera."
"Io non l'ho proprio visto da quando sono tornato" disse invece Remus.
La cosa mi puzzava e non poco. Perchè quando si trattava di stare in compagnia e di mangiare, Peter era sempre in prima linea. E per di più ci eravamo visti solo una volta da quando era nata Lara.
Lily, James e Remus ripresero a parlare del passato mentre io continuavo a pensare che quella lunga assenza di Peter fosse davvero strana. Guardai Selene e mi accorsi che anche lei sembrava presa da mille pensieri. Chissà cosa le passava per la testa..
Dovevo andare a trovare Peter e assicurarmi che stesse bene e che non si fosse cacciato nei guai. Non potevo permettere che gli facessero del male, avevo promesso che l'avremmo protetto e aiutato.
 
Il giorno dopo, riuscii a buttare giù dal letto di buon mattino il povero Lunastorta e gli proposi di andare a trovare Peter. Remus accettò di buon grado e così, dopo aver salutato Selene e Lara,andammo a casa del nostro amico Codaliscia.
Quando suonammo al campanello di casa Minus, l'anziana madre di Peter ci venne ad aprire e ci accolse con gioia. Ci offrì dei pasticcini e poi sparì al piano di sopra per andare a svegliare il suo Peter.
Dopo qualche minuto Codaliscia scese in soggiorno e sembrò abbastanza stupito di vederci lì.
"Peter, amico! Come stai?" dissi io stringendogli la mano.
"B-bene. Voi come state?"
"Stiamo bene. Devi perdonarmi se non siamo venuti a trovarti prima, ma la bambina ci da un sacco da fare."
"N-non preoccupatevi. Remus sei tornato definitivamente?"
"Sì, basta vita da eremita. I malandrini sono uniti di nuovo" disse Remus sfoggiando uno di quei suoi sorrisi rassicuranti.
Peter invece appena accennò un sorriso incerto.
"Tutto bene amico? Sai che puoi sempre contare su di noi." insistetti io.
Peter sussultò quando gli dissi quelle parole e divenne rosso in volto.
"Sì davvero, sto ancora p-poco b-bene. Grazie amici."
Quando lasciammo casa Minus, io e Remus parlammo di quanto ci era apparso strano il piccolo Codaliscia, ma alla fine arrivammo alla conclusione che era solo molto spaventato per la guerra che continuava ad essere l'unica cosa costante in quel periodo.
"Senti io ora vado, devo fare una cosa" mi disse Remus mentre ci stavamo dirigendo verso casa.
"Torni vero? Selene andrebbe su tutte le furie, ed anche Lara. Non lasciarmi in minoranza."
"Torno torno. Fra un'oretta sarò già qui."
E così dicendo sparì nel buio della sera.
 
Quando Remus tornò verso l'ora di cena, con la sua solita aria trasandata e stanca, Selene tirò un sospiro di sollievo e sorrise radiosa. Forse qualcun altro sarebbe stato geloso al posto mio: l'attaccamento che Selene aveva per Remus era quasi reciproco ed era un qualcosa che all'apparenza poteva sembrare andare oltre l'amicizia. Ma avevo imparato a non farmi prendere dalla gelosia ed avevo capito perfettamente che tra Remus e Selene non poteva esserci altro che amore fraterno.
Remus entrò in salotto con le mani dietro alla schiena e con un'aria imbarazzata.
Si sedette a terra accanto al seggiolino in cui giaceva una dormiente Lara e la osservò con dolcezza.
"Dorme eh?" disse sussurrando.
"E' stata un'impresa come sempre farla addormentare.." disse Selene aggiustando il ciuffo ribelle appena phonato di Lara.
"Peccato, avevo qualcosa per lei. Vuol dire che la darò a voi."
Io e Selene ci guardammo interdetti, mentre Remus sfilava dalla sua tasca un pacchetto quadrato e ce lo porse.
"Remus perchè? Non dovevi!" protestò Selene.
"Sono il suo padrino e voglio che abbia una testimonianza del fatto che sono stato accanto a lei sin dai suoi primi momenti di vita." rispose Remus con lo sguardo basso, mentre diventava rosso come un peperone.
Selene scartò il pacchetto e all'interno vi trovammo un ciondolo dorato a forma di lupo.
"Lo so non è granchè ma..."
"E' stupendo, davvero Remus. Grazie!"
"Non fa riferimento alla mia licantropia, sapete che io odio.."
"Remus..."
"La lupa è simbolo di protezione..."
"Lunastorta..."
"Sapete la leggenda di Romolo e Remo?"
"A noi non importa nulla della tua licantropia.." iniziò a dire Selene
".. E nemmeno a Lara importa molto: puoi notarlo dalla sua faccia beata quanto se ne stia infischiando, mentre dorme accanto a te." conclusi io.
"Grazie ragazzi!"
"Grazie a te, amico mio."
 
-

Selene's POV
Il giorno del parto di Lily arrivò senza che ce ne accorgessimo e il 31 Luglio ci ritrovammo tutti riuniti al San Mungo. Tornare in quel posto, in quel reparto evocò ricordi piuttosto dolorosi; avevo passato nella stanza n°7 di quell'ospedale forse uno dei giorni più brutti della mia vita che non avrei mai potuto scordare. E mi sentivo tremendamente in colpa nel dire che il 5 Giugno era uno dei giorni peggiori della mia vita; quel giorno era nata Lara, come potevo dire e pensare una cosa del genere?! Rividi le due curatrici che mi aiutarono a partorire; le salutai per educazione, ma entrambe fecero finta di non conoscermi. Pensai che probabilmente era difficile ricordare il viso di ogni donna che partoriva lì. Mentre Lily era in travaglio, andammo a salutare Alice Paciock, che proprio il giorno prima aveva dato alla luce il suo Neville. Alice e Frank erano felici, la mamma radiosa e il papà colmo di orgoglio e di gioia.
Qualche ora dopo, sentimmo il pianto di un bambino e dopo qualche minuto James uscì dalla stanza euforico per annunciarci la nascita di suo figlio Harry.
"E' nato! Sta bene, è stupendo!"
Quando entrammo nella stanza per conoscere il piccolo Potter, trovammo Lily e James a piangere per la gioia, mentre guardavano quel miracolo chiamato Harry. Qualche anno fa nessuno avrebbe immaginato questa scena, nemmeno il sognatore più fantasioso; e invece eccoli lì, un tempo due acerrimi nemici, ora genitori di un bellissimo bambino.
 
Quella sera la mia testa era più che mai affollata di ricordi e pensieri. Ripensavo al 5 Giugno: di quel giorno ricordavo ben poco, tanto ero presa dal dolore, prima, durante e dopo il parto; ma più rimuginavo e scavavo nella mia memoria, più diventavo certa di aver sentito un pianto succeduto da un altro dopo qualche minuto. Diana quindi non era nata morta come ci avevano detto: ci avevano mentito. Perchè mentirci?
"Selene a cosa pensi?" mi chiese Sirius.
"A nulla..."
"Pensi a Diana vero?"
Mi aveva scoperta, come sempre. Ero diventata prevedibile ormai.
"Mi ricordo ben poco del parto, ma sono certa di aver sentito due pianti.." dissi senza esitare.
"Io non voglio contraddirti, ma è impossibile.."
"No Sirius. Sono sicura! E' l'ultima cosa che ho sentito prima che perdessi i sensi.."
"Te lo sarai immaginato, perchè.."
"Mi stai dando della pazza forse? Sono sicura di quello che dico!"
"Puoi chiederlo a Lily e ad Andromeda se non ti fidi di me: noi abbiamo sentito solo Lara piangere. Diana è nata morta per una malformazione cardiaca.."
"Sirius non me lo sono immaginato... Sono sempre più convinta che non sia nata morta."
"Diana è morta, prima o dopo la sua nascita non importa.Questa è la realtà, Selene. Devi fartene una ragione e andare avanti per Lara."
Quelle parole così schiette e così vere furono una pugnalata al cuore.
"Selene, mi dispiace, io.." disse Sirius accarezzandomi i capelli.
Sembrava davvero dispiaciuto, ed io lo ero più di lui.
"Non ti preoccupare. Tu hai ragione, ma io non riesco a non pensarci. Non posso.."
"Anche io ci penso ogni giorno, quando vedo Lara crescere e fare progressi. Ma dobbiamo andare avanti, anche se non è facile da accettare. Insieme possiamo farcela.."
La parola insieme, così semplice ma così importante e piena di forza. Non ero sola: al mio fianco avevo un uomo meraviglioso, amici che mi volevano bene ed una splendida bambina. Potevo farcela, dovevo farcela.
 
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Quando Lucius Malfoy tornò a casa per conoscere il suo primogenito, trovò più di una sorpresa. Sua moglie Narcissa stava cullando un neonato vestito di rosa.
"Lucius, finalmente sei tornato!" disse sorridendo la donna.
"Come stai? E' andato tutto bene?" chiese preoccupato il marito, mentre con la coda dell'occhio guardava il neonato che Narcissa aveva tra le braccia.
"Tutto benissimo."
"E' una femmina?" chiese quasi deluso Lucius indicando con lo sguardo la bambina.
Poi un pianto dall'altra parte della stanza sorprese l'uomo dallo sguardo gelido.
Si alzò in piedi e nella culla vicino allo specchio c'era un altro neonato, vestito di azzurro.
"Cosa vuol dire Narcissa?" chiese disorientato.
"Che dovremo prendere un'altra culla." disse la neomamma.
Lucius prese il bambino tra le sue braccia e si sedette vicino a Narcissa.
"Com'è possibile?Tu sapevi che erano due gemelli?"
Narcissa non si aspettava tutte quelle domande da parte di suo marito, che era stato praticamente assente durante tutto il tempo della sua gravidanza. Si sentì quasi in colpa per non aver mai pensato di dirgli la verità e fu quasi tentata di rivelare tutto al marito; ma poi pensò che se Lucius avesse saputo che quella bambina non era sua figlia, non l'avrebbe mai considerata come tale. E siccome per lei Alhena era diventata automaticamente sua figlia da quando l'aveva presa tra le braccia per la prima volta, non avrebbe permesso a suo marito di trattarla come una figlia di serie B.
"No, ma lo considero come un dono. Saremo molto meno soli." disse seria, guardando negli occhi suo marito.
"Come hai pensato di chiamarli?" chiese Lucius.
Aveva lasciato alla moglie il compito di dare i nomi ai loro figli, dato che era una cosa che stava molto a cuore alla giovane donna e alla sua famiglia.
"Draco Lucius ed Alhena Narcissa. Ti piacciono?"
"Molto."
Lucius si soffermò ad osservare i suoi figli: era felice di essere diventato padre e avrebbe tanto voluto dimostrarlo a sua moglie, ma non faceva parte del suo carattere ostentare emozioni gratuitamente. Purtroppo i suoi eredi erano arrivati in un momento complicato e pieno di impegni da cui non poteva sottrarsi per nessuna ragione, nemmeno per la nascita dei suoi figli. Il Marchio Nero sul suo avambraccio bruciò e quello era il segnale che doveva lasciare di nuovo sua moglie e i suoi figli.
"Ora devi scusarmi, ma devo andare." disse Lucius con sguardo fiero.
"Ma Lucius, vai già via? Non ti importa nulla dei tuoi figli?" protestò Narcissa.
L'uomo accarezzò il viso di sua moglie con una dolcezza inaspettata.
"Se ti succede qualcosa?!" incalzò la donna più furiosa che disperata.
"Non mi succederà nulla, sarò qui da voi prima di quanto ti aspetti. Sai che non posso tirarmi indietro..."
"Sta attento..."
Lucius baciò delicatamente la moglie e andò via senza voltarsi, lasciando ancora una volta da sola Narcissa.

 
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NdA: Salve a tutti! Eccomi qui con un altro capitolo. Lo so non è il massimo, era un po' difficile da scrivere dopo la grande sorpresa del capitolo precedente. Ho sparso qualche indizio qua è là... a buon intenditor. L'ultima parte l'ho dedicata appunto ai Malfoy: è un modo per vedere cosa succede e come si vive durante la guerra 'dall'altra parte'. Come vi ho già detto mi affascina il personaggio di Narcissa, anche se sappiamo poco di lei dai nostri amati libri. Quella che vi darò io ovviamente sarà una personalissima interpretazione del personaggio, cercando ovviamente di non modificarlo troppo.
Passiamo ai ringraziamenti! Grazie prima di tutto alla mia cuore di panna Claude aka _piccolo_uragano, che mi è stata di grande aiuto (come sempre) con i suoi preziosi consigli! Ringrazio anche la nuova lettrice La_Fra, e le storiche Anna in Black, _apefrizzola_ e Never_Anna! Ed ovviamente un enorme  G R A Z I E a chi legge in silenzio, se ci siete davvero però a volte battete un colpo! 


Besos

Vicky.

PS: Scusatemi per gli eventuali errori di battitura, ho ancora un braccio fuori uso! :(

 
   
 
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