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Autore: Jules_Weasley    26/02/2016    2 recensioni
I pensieri di Cinna appena prima del lancio di Katniss nell'arena, per i settantacinquesimi Hunger Games - ovvero l'Edizione della Memoria. Le riflessioni di un uomo coraggioso, conscio della sua fine prossima, che non si pente delle scelte fatte e affronta tutto a testa alta, che scommette su Katniss e sulla rivoluzione.
DAL TESTO:
Non mi pento di niente. Perché sono certo che Katniss Everdeen è la ghiandaia. Lo so. Io scommetto ancora su di te, ragazza in fiamme. Ora e per sempre.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cinna, Katniss Everdeen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io scommetto ancora su di te, Katniss




Coraggio Katniss. Coraggio.

Sono qui con te, sono qui per te. Sono sempre stato con te, dalla tua parte; dalla parte della libertà, dalla parte della giustizia. Dalla parte dei ribelli.

Eccola qui, la Camera di Lancio dell'arena.

Katniss trema, riesco a sentire chiaramente la paura e la rabbia spandersi nell'aria intorno a noi. Non doveva andare in questo modo, decisamente. Lei e Peeta avevano vinto, erano al sicuro – o così credevamo.

Ma a quanto pare andrà diversamente, perché Snow ha deciso così. L'Edizione della Memoria, la chiama. Certo, come se non fosse cristallino che è stata pensata per farla fuori, per uccidere la ghiandaia – e con essa lo spirito della ribellione.

Però non ci sto, non stavolta.

Le intreccio i capelli e la aiuto a vestirsi. Il costume che le hanno dato quest'anno è parecchio leggero; mi chiedo quali pericoli dovrà affrontare nell'arena. Come saranno le prove? Come sarà il clima?

« Cosa ne pensi? » mi domanda porgendomi un lembo del tessuto.

« Non lo so » dico. « Non offrirà molta protezione dal freddo e dall'acqua ».

« E dal sole? »

« Forse. Se è stata trattata » rispondo. Del resto è possibile che l'arena sia sotto un sole cocente – tutto è possibile nell'arena, e niente è scontato. Guardo Katniss e mi sembra che manchi qualcosa alla sua tenuta. Mi sono appena ricordato un particolare, piuttosto importante. Oserei dire vitale. « Oh » aggiungo, « quasi dimenticavo ». Tiro fuori la spilla dalla tasca della mia giacca. È molto più di una spilla, entrambi ne siamo consapevoli – forse Katniss un po' meno di me, ma lo diventerà. So quello che accadrà durante questa edizione degli Hunger Games, so del piano di Plutarch, ma non so se riuscirò a vederlo con i miei occhi. Non credo ci sarò quando il fuoco della rivolta divamperà nei Distretti.

Le appunto la spilla d'oro sulla tuta leggera e la ghiandaia imitatrice mi sorride.

« Il mio vestito ieri era magnifico ».

« Ho pensato che ti sarebbe piaciuto ». So cosa sta pensando – che è stata una mossa azzardata –, e sono d'accordo con lei. Sono consapevole di quello che ho fatto, so che verrò punito per questo – l'ho sempre saputo, dal momento in cui ho disegnato quel costume per Katniss Everdeen, la ragazza in fiamme.

Accenno un sorriso, perché di più non so fare; e perché un vero sorriso in un momento del genere stonerebbe. Stiamo in silenzio per un po', seduti vicini e tenendoci per mano, finché tutto è pronto per il lancio. Katniss si alza e io con lei, scortandola fino alla piastra di metallo.

« Ricordati, ragazza di fuoco, che io scommetto ancora su di te ». Le bacio la fronte e arretro mentre il cilindro di vetro corazzato si abbassa su di lei. La vedo articolare un « Grazie » con le labbra e, sebbene non riesca a sentirla, mantengo il contatto visivo, nella speranza di darle un po' di coraggio. Devo farlo, devo mantenermi lucido. Tiene la testa alta, come le ho detto io.

Coraggio Cinna, coraggio.

Attendo il lancio, ma non succede niente. Lei mi guarda con aria interrogativa. Faccio appena in tempo a scuotere il capo che sento un rumore dietro di me e so per certo che i Pacificatori – che nome ridicolo, vero? – hanno appena fatto irruzione nella stanza. Mi tengono ferme le braccia e qualcuno mi colpisce alla tempia con una botta sonora e un'eccessiva violenza. È per Katniss, lo so. Lo fanno per lei; vogliono che si distragga, che l'angoscia l'attanagli fino a confonderla, che il dolore la stordisca e che il disgusto le paralizzi i sensi.

Non dargliela vinta, Everdeen. Non darla vinta a Capitol City, non darla vinta ai Pacificatori. Non darla vinta al Presidente Snow.

Mi stanno pestando a sangue, e percepisco vagamente il rumore dei pugni di Katniss sul vetro. Come se servisse a qualcosa, come se la sua rabbia potesse fermare questo macabro spettacolo che hanno imbastito.

I guanti dei Pacificatori, rivestiti di metallo, mi tempestano di pugni e mi aprono squarci sul petto e sul volto. Non mi sono mai piaciuti i loro costumi, non hanno classe nè stile. Stanno martoriando il mio corpo con ferocia; so che sono prossimo alla fine. Sto perdendo le forze, e probabilmente fuori di qui continueranno a torturarmi fino alla morte. Sarà lento e doloroso, ma ne vale la pena.

Coraggio Cinna, coraggio.

Prima di svenire intravedo Katniss: è disgustata e addolorata; sta gridando oltre il vetro, ma nessuno le presta ascolto. Smetto di dibattermi, sono stremato; ma non urlo. Non darò questa soddisfazione a Snow. Voglio resistere.

Ti prego Katniss, resisti anche tu. Ti prego, ghiandaia imitatrice. Per Panem, per Prim, per Peeta – e per me. Sì, anche per me.

L'ultima cosa a cui riesco a pensare è la cartellina che ho lasciato nelle mani di Plutarch, lo Stratega. Quella con i disegni dei costumi per Katniss. Gliela farà vedere se e solo se sceglierà di impersonare la ghiandaia, il volto della rivolta. Il fuoco sta divampando, e starà a lei alimentarlo.

Coraggio Katniss, coraggio.

Non mi pento di niente. Perché sono certo che Katniss Everdeen è la ghiandaia. Lo so. Io scommetto ancora su di te, ragazza in fiamme. Ora e per sempre.








ANGOLO AUTRICE


Hello gente!

Bene, partiamo con il dire che non ho mai messo piede nel Fandom di Hunger Games e che non ho idea di come mi sia venuta in mente questa... cosa (sono più di 500 parole, sono 890, quindi ho dovuto metterla come OS, ma è più una Flash-fic). È stata del tutto estemporanea. Non so, volevo commemorare il sacrificio di Cinna. In fin dei conti per lui non era necessario appoggiare i ribelli: era agiato e viveva a Capitol City; è morto per una causa in cui credeva e che neppure lo riguardava da vicino. Per questo motivo, a mio parere, è un personaggio meraviglioso. Trovo molto significativa la frase che dice a Katniss: 'Io scommetto su di te'. Probabilmente è la frase più significativa del libro. Nella mia OS alla fine la ripete anche a se stesso, per ricordarsi che scommettendo su di lei ha fatto la scelta migliore e ha puntato sulla persona giusta. Per la stessa ragione ripete anche come un ritornello – nella propria mente – la frase con cui ho iniziato la OS, cioè di avere coraggio. La scena si svolge a pagina 256 del secondo libro di Hunger Games – La ragazza di fuoco. I dialoghi sono presi da lì – non che siano poi molti; la cosa si concentra sulle emozioni e i pensieri di Cinna, perciò l'ho scritta in prima persona dal suo punto di vista. Tutto sommato è possibile che sia un vero schifo, ma volevo postarla lo stesso. Il mio piccolo omaggio al grande Cinna :)

Grazie a chiunque abbia letto e a chi – se c'è – sarà così buono da recensire.


  
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