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Autore: HakunaMatata_3    27/02/2016    3 recensioni
Dal primo capitolo:
Appena rientrato, Joe si leva il camice e prende dal cassetto della scrivania due cornetti e due caffè enormi.
"Allora? Come stai?" mi chiede dopo aver scaldato il tutto con un colpo di bacchetta.
"Oh, andiamo, Joe! Come potrei stare, secondo te? Oggi è… "
"Venerdì. Grazie a Dio è venerdì. La solita storia" mi interrompe lui, liquidando tutto con un gesto della mano. Scuoto il capo.
"Tu proprio non capisci" gli dico.

Rose Weasley, 25 anni, Indicibile. Felicemente fidanzata, ha un lavoro che adora e una famiglia che le vuole bene.
Scorpius Malfoy, 26 anni, Spezzincantesimi. Felicemente single, ha un lavoro all'estero e una famiglia che non vede da anni.
Ma il letale morso di un Nundu africano sconvolgerà le loro vite.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Lorcan Scamandro, Roxanne Weasley | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Venerdì, 21 marzo 2031 – Sabato, 22 marzo 2031
 
<< Si dà il caso che avessi una bruttissima cotta per te >> confessa levandomi la mano da dietro la schiena. Mi compare in testa l’immagine di una Roxanne quindicenne in divisa Grifondoro che urla “te l’avevo detto”, poi svanisce.
<< No >> ridacchio. << Io avevo una cotta per te >>
<< Ma davvero? >> mi chiede Scorpius ironico. Io annuisco.
<< La voce si era diffusa, in effetti, ma non se n’è più parlato dopo il tuo bacio con Richard Harris fuori la biblioteca >>.

Sgrano gli occhi. “Per Merlino” è l’unica cosa che riesco a dire per un po’.
<< Non è come pensi >> inizio a spiegare, ma Scorpius m’interrompe.
<< Non devi giustificarti, Rose. Avevamo quindici anni e Harris era un bel ragazzo >>
<< Se mi facessi parlare, magari, scopriresti che a me Harris non piaceva per niente e che lo baciai per colpa di un “brillante” piano di James e Roxanne >>. Scorpius mi guarda scettico, ma sembra voler sentire cos’ho da dire.
<< Allora, fammi riordinare le idee. Okay. Avevamo vinto l’ultima partita di Quidditch contro i Tassorosso e Frank Paciock era riuscito a sottrarre alla madre delle casse di non ho mai capito bene cosa. Solita festa post Quidditch, insomma. Mentre c’era tutto questo casino, io e Roxanne sedevamo in un angolo e lei iniziò a parlare di quanto fosse cotta del suo ragazzo dell’epoca, io, be’, iniziai a parlare di te e lei decise che era ora di fare qualcosa. Non mi piaceva la piega che la situazione stava iniziando a prendere, così le dissi che non bisognava fare proprio niente. Lei invece chiamò James, iniziarono a confabulare e in meno di dieci minuti riuscirono a creare dei bigliettini con un’azione e delle persone e li misero in due contenitori. Roxanne mi costrinse a partecipare al gioco, pescai i bigliettini che, ovviamente, avevano stregato i miei cugini et voilà! “Bacia un Serpeverde del tuo anno”. Il pomeriggio dopo venni a cercarti in biblioteca per dirtelo con la scusa che con te avevo un po’ di confidenza, mentre con Harris no e l’altro Serpeverde del nostro anno era Albus… Insomma, stavo venendo da te, ma mi trovò prima Harris, mi disse che sapevano tutti della scommessa, c’era un manipolo di curiosi assurdo e niente, baciai lui >>. Scorpius continua a fissarmi, ma non ha più l’aria scettica.
<< E poi niente, due giorni dopo mi rompesti il naso, mio padre ti giurò odio eterno, tu iniziasti a evitarmi e passai un anno tremendo >> concludo leggera. Scorpius continua a non dire niente, poi prende il suo calice e lo avvicina al mio.
<< Alla sfiga che avevamo a quindici anni >> dice.
<< E a quella che io ho ancora >>. Lui ride e brindiamo.
<< Secondo te Roxanne come se la sta cavando? >> gli chiedo.
<< Oh, alla grande. Spero solo che domani non ci racconterà tutti i particolari >>
<< Fidati, lo farà >> bofonchio. Scorpius sgrana gli occhi, poi ride di nuovo. Mi versa altro vino.
<< Mi vuoi ubriacare? >> chiedo sorridendo.
<< Non ci avevo pensato, ma è un ottimo suggerimento >> scherza lui. << Anche se dovresti mangiare, non hai praticamente cenato >>
<< Sì che ho cenato >>
<< Quattro hosomaki non sono una cena >> dice Scorpius, poi si alza e va a rovistare nel frigo. << Ma la spesa non la fai mai? >>
<< Nel biglietto che mi hai lasciato oggi hai detto che l’avresti fatta tu >>
<< Potrei essermene dimenticato… perché abbiamo della panna montata? A che ci serve la panna montata? >>
<< Per le emergenze come questa >>.
<< Per quanto tempo sei stato in Tanzania? >> chiedo dopo aver ingoiato la panna che avevo in bocca. Gli passo il tubo. Scorpius si spreme in bocca una generosa quantità di panna, ingoia piano, poi mi dice tre anni.
<< Wow. E non hai trovato nessuna? >>
<< C’era una ragazza zanzibarina, Rukia, che lavorava nel bar sotto la mia prima casa, a Dar es Salaam, ma il fratello non era molto entusiasta della nostra storia. Dopo mi sono trasferito a Dodoma, poi ho piantato una tenda vicino al lago Vittoria. Mi sono spostato tanto, non ho avuto modo di conoscere molta gente >>
<< Ti manca vivere là? >>
<< Molto. Quando mi riassegneranno metterò da parte tutto quello che guadagnerò e quando sarà abbastanza tornerò lì in pianta stabile >>. Annuisco, mentre Scorpius si perde nel ricordo degli anni passati in Africa.
L’orologio della chiesa dietro casa batte undici rintocchi. Sembra passata una vita da quando siamo usciti di casa. Finisco il vino e faccio per andarmene, ma Scorpius mi passa un braccio attorno alle spalle e accende la TV. M’irrigidisco.
<< Ti ho mai ringraziato per avermi accolto qui? >> mi chiede puntando gli occhi sullo schermo. Io sbuffo.
<< Ogni giorno >>
<< Be’, grazie >>. Scoppio a ridere. Scorpius mi guarda. Lo fisso anche io per qualche minuto o forse per qualche secolo.
<< Ti si è sbavato il rossetto >> mi informa dopo un po’, poi mi strofina il dito all’angolo della bocca. Vorrei dirgli che era lucidalabbra, era trasparente e ormai dev’essere andato via da un pezzo, ma quando lo vedo chinarsi capisco che era una scusa. Scorpius mi bacia e ha le labbra morbide, sanno un po’ troppo di vino e forse è lui quello che beve tanto, non io. Scorpius mi bacia e mi lancio a capofitto in quel bacio, la me quindicenne s’impossessa del mio corpo e della mia mente, ricambia al bacio, lascia che il tocco della lingua di Scorpius schiuda le sue labbra, gli infila le dita tra i capelli mentre Scorpius le stringe la vita. La quindicenne me fa le capriole, la venticinquenne me continua a essere incredula, ma si riprende in fretta. Mi metto a cavalcioni su di lui, sento il cuore battere all’impazzata, ho le farfalle nello stomaco e il desiderio accumulato in questo mese inizia a farsi sentire. Scorpius stacca le sue labbra dalle mie e inizia a baciarmi e mordermi il collo, apre la lampo del mio vestito mentre io gli sbottono piano la camicia. Soffoco un “porca miseria” quando il telefono squilla e fa sobbalzare entrambi.
Mi allungo verso il tavolino e afferro la cornetta.
<< Pronto? >>. Scorpius mi bacia la spalla.
<< Rose, dormivate? >> chiede la voce di mia madre.
<< No, mamma. Com’è andata la giornata? >> chiedo fingendomi interessata. Non l’ho mai odiata prima d’ora.
<< Oh, il solito. Domenica pranzi da noi? >>
<< Come sempre >>
<< Perché non porti anche il tuo coinquilino? >>. Sbuffo.
<< Ne abbiamo già parlato, mamma >>
<< Rose, ho il diritto di conoscere la persona che abita con mia figlia >>. In teoria no, ma preferisco chiudere in fretta la conversazione.
<< Non ti prometto niente >> le rispondo. Lei ride e mi augura una buona notte.
<< Buonanotte >>. Metto giù. Tutto il desiderio e la passione di pochi minuti fa si sono tramutati in un colossale imbarazzo. Gli scendo da dosso, prendo il telecomando dal tavolino davanti al divano e cerco il canale dove danno Friends a tutte le ore del giorno e della notte*. Con la coda dell’occhio vedo Scorpius sorridere. Si leva le scarpe, incrocia le gambe sul divano e appella una coperta. La stende su tutti e due e lo ringrazio scoccandogli un bacio sulla guancia. Chandler fa una delle sue battute e scoppiamo a ridere. La tensione si alleggerisce. Ci addormentiamo davanti alla TV.
Ci svegliamo di soprassalto, i muscoli dolenti, gli arti intrecciati, la TV ancora accesa. Sono stesa su Scorpius in  un groviglio di vestiti e coperta. La sveglia che non abbiamo regolato segna le dieci e mezza, il campanello suona all’impazzata. Mi alzo da sopra Scorpius, lui fa un mezzo sorriso e corre a vedere chi è. Apre la porta ed entra Roxanne come una furia.
<< INSOMMA! Sono due ore che vi aspetto, che fine ave- >>. Mia cugina s’interrompe a metà frase, poi ci guarda con uno strano sorriso.
<< Hai accettato il mio consiglio e gli sei saltata addosso? >> mi chiede. Credo che la mia faccia abbia preso lo stesso colore dei capelli, mentre Scorpius si affretta a negare.
<< Fingerò di credervi >> dice Roxanne sedendosi al tavolo della cucina. << Ma la prossima volta nascondete meglio le tracce >>.
Mi guardo intorno mentre divento sempre più rossa: la giacca di Scorpius è sul tavolo, le sue scarpe ai piedi del divano; lui ha la camicia completamente sbottonata, il mio vestito è tutto stropicciato e mi sono resa conto solo ora che la lampo non è mai stata chiusa. La metto al proprio posto proprio mentre Roxanne appella il tubo di panna che giace vuoto sul tavolino. << Sexy! >> dice.
<< No! >> si affretta a dire Scorpius. << Avevamo fame e… okay, non mi è uscita bene. Se controlli in frigo non c’è niente di commestibile, quindi ci siamo accontentati di un po’ di panna. Poi ci siamo addormentati davanti alla TV >>.
Roxanne bofonchia un “Sì, come no”, mentre io prendo parola.
<< Roxanne, avevamo detto niente invasioni senza preavviso >> le ricordo. Mia cugina adora piombare all’improvviso a casa mia.
<< Non è un’invasione! Sono stata a casa mia ad aspettarvi per due ore, poi ho deciso di venire a vedere che fine avevate fatto. Non sapevo fosse l’ora delle coccole >> si giustifica. Ignoro il suo ultimo commento mentre Scorpius si scusa.
<< Fa niente >> dice Roxanne estraendo dalla borsa un sacchetto di carta con tre muffin. << Dato che non volete parlare di questa notte di follie, lo farò io >>.
Roxanne è la persona più fortunata che io conosca. E conosco davvero un sacco gente.
Lo era a scuola, quando riusciva sempre a cavarsela se non aveva studiato; lo era a Quidditch, quando, anche all’ultimo secondo, riusciva a deviare i bolidi in maniera perfetta e a spedirli immancabilmente contro il giocatore della squadra avversaria; lo era durante il suo vagabondare per Hogwarts di notte, anche se probabilmente era per incontrarsi con Lysander Scamandro, prima prefetto e poi Caposcuola di Corvonero, che non l’avrebbe mai denunciata. Lo è stata ieri sera, quando ha per caso notato a casa del suo “amico” una bottiglia mal nascosta di Whisky Incendiario ed è venuto fuori che è un mago anche lui e che era in quel bar per incontrarsi con il cugino Babbano che poi gli ha dato buca. Dopo il resoconto della sua nottata particolarmente attiva, ci lascia per mandare un gufo a questo Josh e per farci continuare “quello che stavamo facendo”. Inutile ripeterle che (purtroppo) non stavamo facendo proprio niente. Roxanne prende una manciata di polvere volante, s’infila nel camino, esclama “Alla casa di Rox Rox!”, poi svanisce in un turbinio di fiamme verdi.
<< “Rox Rox”? >> mi chiede Scorpius scoppiando a ridere.
<< Già. Non puoi semplicemente dire “Casa Weasley”, sai? Ne siamo un sacco. Così Roxanne ha deciso di essere originale >>
<< E qual è il nome del nostro camino? >>. Arrossisco. Scorpius vive qui da un mese, ha la sua tazza per il latte, il suo shampoo e il suo bagnoschiuma, la sua coperta sul divano, ora ha anche un letto. Ma dopo il bacio di ieri notte e il fatto che abbiamo dormito insieme, il pensiero del fatto che casa mia sia ora casa nostra e tutti i plurali che usa mi mettono a disagio.
<< “Il nido di Rose” >> gli dico, spiegandogli che la casa dei miei nonni si chiamava la Tana e che mi piaceva qualcosa che mi ricordasse loro e tutto il tempo che trascorrevo lì.
Scorpius annuisce, poi mi chiede cosa vogliamo per pranzo. Ignoro anche quel plurale e gli dico che mi va bene tutto. Dopo mezz’ora lui esce a fare la spesa e mangiamo. Dopo pranzo preparo il calderone e le varie pozioni, le dispongo sul tavolo e inizio a lavorare.
La pozione m’impegna tutto il pomeriggio ed è ormai ora di cena quando decido di smettere tutti i miei inutili tentativi.
Scorpius si rimette ai fornelli e mi chiede a cosa ho lavorato. Gli rispondo che si tratta di un esperimento e lui non dice più niente. Inizia a cucinare e dopo poco sono in balia dell’odore che proviene dalla pentola e della mia disperazione. Ho bisogno di spaccare qualcosa.
<< Io devo fare una cosa in camera. Tu inizia a mangiare, se vuoi. Ora svuoto il tavolo >>.
Scorpius mi fissa a lungo, poi annuisce e continua a cucinare. Imbottiglio ciò che non è da buttare, butto tutto ciò che non è da imbottigliare, ripongo il paiolo in uno dei mobili della cucina insieme ai miei utensili. Rubo il bicchiere di vino di Scorpius mentre non mi guarda e sgattaiolo in camera mia. Rendo imperturbabile la porta, prendo i soliti guanti di lana per non tagliarmi con i cocci e indosso gli occhiali da sole per evitare di cavarmi un occhio. C’è poco da rompere in camera mia, oltre alla lampada sul comodino e qualche cornice, così scaravento all’aria anche gli occhiali, mi levo i guanti e inizio a strappare il cuscino. Le lacrime mi escono a dirotto, senza che riesca a fermarle. Recupero il bicchiere, che sono riuscita a salvare, ne bevo il contenuto e lo scaravento contro la finestra. Sento un leggero spostamento d’aria dietro di me, poi Scorpius mi tira per la spalla, mi fa girare e mi abbraccia.
<< Che ti prende, Rose? >> mi chiede preoccupato.
<< Fatti gli affari tuoi >> gli rispondo. Scorpius s’irrigidisce, ma mi trascina lo stesso in salone e mi fa sedere sul divano accanto a lui. Poggio la testa sulla sua spalla mentre cerco di calmarmi, poi gli chiedo scusa.
<< Se non vuoi essere seguita, la prossima volta non rubare il vino altrui >>. Annuisco.
<< Mi dici cos’hai? >>. Vorrei ripetergli di nuovo di farsi i fatti suoi, ma, senza preavviso, dalla bocca mi escono altre parole, in un tono decisamente poco acido.
<< È il lavoro >> dico sospirando. << Sto lavorando a una ricerca sperimentale, la prima parte è riuscita alla grande, mi hanno fatto addirittura pubblicare un libro al riguardo, ci ho lavorato un sacco >>. Vedo Scorpius puntare lo sguardo su una delle foto che ho in salone, quella dove stringo la prima stampa del mio libro e vengo accecata dai flash dei fotografi.
<< Pretendi troppo da te stessa >> mi dice lui, ma io scuoto la testa.
<< Pretendo il giusto da una persona che ha solo il lavoro >> gli dico e il suo sguardo curioso me ne fa pentire subito dopo. Al diavolo, mi dico.
<< Sono sola, Scorpius >> inizio. << I miei finalmente si stanno godendo un po’ di tempo insieme, mio fratello è in Romania con mio zio. Tutti i miei amici e cugini sono sposati, hanno figli o convivono e quelli che non lo sono –ovvero i parenti ai quali sono più legata- sono via dall’Inghilterra da anni, ormai. Ho solo due costanti nella vita: Roxanne e il mio lavoro. Ma Roxanne ha una sua vita e non può starmi dietro in eterno. Poi sei arrivato tu e mi stava piacendo questa cosa, il non essere sola una volta tornata a casa dal lavoro, le serate passate a vedere la TV insieme, i sabato sera al cinema. E poi l’altro ieri la lettera di tua madre e ieri sera quel bacio… ho solo il mio lavoro: come posso fare se non mi va bene nemmeno quello? >>. Scorpius mi guarda come se fossi impazzita, ma si riprende.
<< Che ne sai tu della lettera? >> mi chiede. Ripercorro con la mente tutto il mio discorso. Sono davvero stata così stupida da dirglielo?
<< Rose? >>
<< Guarda che non sono l’unica a lasciare in giro la corrispondenza. Sembrava la grafia di mia zia, ma lei non mi manda gli indirizzi di case in affitto >> gli dico a voce bassa e con un pizzico di delusione. Scorpius scuote la testa.
<< Ho passato la mia infanzia in un maniero >> inizia a dire. << Un maniero nel quale vivevo con i miei genitori sempre troppo assorti nel lavoro. Ho passato la mia adolescenza in un castello, ma ero lì per studiare e non mi sono concentrato molto sulle mie relazioni interpersonali. Ho passato cinque anni a specializzarmi come Spezzaincantesimi e sono tornato a vivere dai miei. Poi me ne sono andato in Africa, tre anni di solitudine, studi e ricerche. Sono in punto di morte e compari tu, mi accogli, mi aiuti e non mi sono mai sentito a casa come quando sto qui con te. Siamo amici, Rose, e mi piace vivere con un’amica. Delle case in affitto te ne avrei parlato dopo cena, ti ho sentito parlare con tua madre l’altra sera e dirle che ti mancava da morire la vasca da bagno. E io vorrei una vera stanza, non un salotto nel quale Roxanne può piombare da un momento all’altro. Anche se stare in compagnia della TV tutte le ore del giorno e della notte non mi dispiace >>. Ci metto un po’ a metabolizzare il tutto e mi sento davvero un’idiota. Gli chiedo scusa e gli dico che sarei felice di dare un’occhiata alle case. Ha detto che siamo amici. Mi tranquillizzo. Il bacio è stato solo un errore. Gli sorrido e vado in camera mia, metto tutto in ordine con un gesto della bacchetta. I miei pensieri sono tutti per la ricerca, ma Scorpius mi raggiunge di nuovo.
<< Non fare mai più una cosa del genere >> mi dice alludendo alla distruzione della mia stanza. Poi, sempre senza preavviso, sempre senza un motivo, mi bacia. Resto inerte, pensando ancora alla mia pozione. Scorpius mi stringe i fianchi, potrebbe arrestarmi la circolazione da un momento all’altro. Hai già provato con un prelievo di sangue mi dico, ma vengo distratta dalle labbra di Scorpius, che premono contro le mie. Ricambio il bacio. Gli infilo le dita tra i capelli. Nemmeno con i peli di Eloise sei andata tanto lontano. Scuoto la testa mentre la lingua di Scorpius raggiunge la mia. Credo di essere sull’orlo di un’intuizione, ma vengo distratta definitivamente quando una delle sue mani inizia a scendere e incontra il mio sedere. Mi stacco da lui con uno schiocco, premendogli le mani contro il petto. Ha l’aria colpevole e sta per scusarsi, ma io gli sorrido e lo getto di malagrazia sul mio letto, corro in salotto, poi torno subito indietro. << Cos’hai fatto? >> mi chiede Scorpius tra un bacio e un altro, mentre io mi siedo addosso a lui come ieri sera.
<< Ho staccato il telefono >> gli sussurro all’orecchio.



*pagherei oro per un canale TV del genere *-*

Titolo tratto dall'omonima (e stupenda :3) serie TV.


NdA:
Looo so, non avrei dovuto interrompere proprio in quel punto, sono cattiva. E ne vado fiera u.u
Nemmeno ora ho molto tempo (è l’una e mezza di notte xD), quindi mi limito ai ringraziamenti, anche perché il capitolo parla da solo :-P
Grazie ai lettori silenziosi, a chi ha messo la storia tra le seguite (90110, alheka, avalonne, Babyramone, Bherenike, Blueraven, booyah44, Bored_girl, C h i a, Dany_skywalker, franera, Hayhey, Isabelle_Black, je88, Jess20, Juliet80, kolette95, LadyAlaska_, LoStregatto, love_for_readingLux_Potterhead, Me_stessa, nene channinfadafneros46, RoseetScorpius, Rosewhite93, Rosie Malfoy, SiverRose, Valeria_Granger, Zindziswa, _Bac, _imjusteri), tra le preferite (cla_malfoy_jackson, Fandoms_Are_Life, jambeingLady Io, Lalaco, Life is free, ottaviaolimpia, RoseetScorpiussailor moon98, tomemmaVin94, Zenza). Un grazie a chi ha recensito il terzo capitolo (_Bac, Vavvi96, tomemma) e un super grazie a Lady Io, che ha recensito il quarto capitolo e mi ha inserita tra i suoi autori preferiti *-*
A venerdì!
  
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