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Autore: meiousetsuna    27/02/2016    1 recensioni
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Il mio omaggio ai mieii Amori: i personaggi di Vampire Diaries e L’Ulisse di Joyce.
Il Romanzo è riadattato in modo semplicissimo, perché i personaggi si inseriscano nella complessa trama.
Stefan, Damon, Katherine,“interpretano” i protagonisti, con la comparsa di tutti.
Malgrado alcuni argomenti spinosi, il rating sarà arancione, visto che tutto sarà molto contenuto.
Aveva un bel dire, Lorenzo, della sua nobile terra. Stefan era certo che fosse poco più di un malfattore da strada, non un rampollo di buona famiglia che prendeva il tè delle cinque.
Non che lo disdegnasse; quello, la birra, il whiskey, purché non offerti da lui.
Stefan raggiunse Kai sul terrazzo, abbracciando con lo sguardo il panorama sotto di loro.
Le strade, avvolte dalla luce opaca e infida delle prime ore del mattino, apparivano illuminate da un alone pesante e sgradevole, come se nella notte la marea di un oceano immaginario le avesse sommerse, lasciando, nel ritirarsi, uno strato di alghe morte.
Stefan odiava il verde salmastro, che fosse la tinta sbiadita dei caseggiati popolari, il colore delle erbacce secche, fino alla sfumatura dei suoi occhi da quando non era più bambino.
Love, Setsuna
Genere: Angst, Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Katherine Pierce, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Katherine
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Grazie ancora a Iansom, EchelonDeathbat;  charlie997, beagle26, lucy stoker, Fernweh. __Dobreva 16, robin d.,skizzino84, DreamerInside; siamo al penultimo!

La serie di domande e risposte è quella del catechismo o dialogo socratico; un’interrogazione, non la richiesta di un’ informazione.

American Ulysses, episodio 17
And I'll see your true colors, shining through (Ithaca)

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— Quanti percorsi seguirono Damon e Stefan camminando?
Varie strade, a partire dalla  Trinity Avenue, fino alla Via dei Pensieri.

— Parlando di quali argomenti?
Donne, musica, cibo, la differenza tra la luce naturale e quella artificiale, dei dogmi, degli USA, della Costituzione. Avevano ugualmente vissuto un’infanzia infelice, da bambini scettici con un’etica anticonvenzionale; poi, patriottici in modo nuovo.
Stefan non era d’accordo con l’importanza della coscienza civile, Damon che tutto lo spirito umano fosse nella letteratura.
Le opinioni di Damon sulla chimica, specie le droghe, risultavano eccessivamente pragmatiche per Stefan, per il quale influivano di  più le condizioni metereologiche.
Damon si trovò a ricordare i discorsi importanti fatti nella vita con gli amici: in treno, nei salotti, o sulla porta di casa, con noncuranza.
Quelli più importanti senza dubbio erano stati nel 1888, condotti spesso col maggiore Petrov e la figlia Katarina.
Otto, simbolo di Infinito. Le date a volte nascondono numeri magici, pensava Damon, o era stato così.
Poi, più aumenta lo sviluppo psicologico dell’individuo, meno contano i fatti esterni, e non si ha più volentieri rapporto con chiunque.
D’altra parte, chi esiste è percepito come vero, chi non esiste per gli altri è nessuno.
Arrivato sul gradino, fece per prendere le chiavi, ma non c’erano. No, le aveva lasciate nei pantaloni del giorno prima… che nervi, si era ripromesso di non confondersi.

— Che alternative aveva la coppia che, sia con premeditazione che con distrazione, era rimasta fuori casa?
Bussare o non bussare/this is the question
Damon con slancio felino saltò il cancello, mostrando abilità fisiche anormali, atterrando il giorno 17 Giugno 1904 del calendario gregoriano, anno 5665 del calendario ebraico, anno 2564 del calendario imperiale giapponese.

— Si è rialzato sano e salvo?
Sì, si è risollevato e ha fatto slittare il chiavistello, nel punto in cui sapeva che funzionava male, ed è entrato in cucina, ha acceso la lampada a gas, dalla luminosità opaca, e anche varie candele.

— Stefan cosa ha creduto di vedere?
L’ombra di un uomo che si muoveva nella sua cucina, e gli veniva incontro con la luce traslucida di una sola candela.

—L’uomo è riapparso?
Sì, la luce si è spostata vero la lunetta di cristallo rilucente del portone.

— Stefan lo ha seguito in casa?
Sì, hanno serrato il portone, poi sono scesi lungo i gradini per la cucina.

— Cosa ha detto Damon?
Ha preso due sedie, poi ha acceso un piccolo fuoco brillante nel camino con rametti d’abete profumati; legno e carbone hanno liberato la loro invisibile energia.

— Cos’ha ricordato Stefan?
La giovinezza in collegio, dove le cameriere lo trattavano ugualmente: usavano poco carbone, ma era inverno. Giuseppe, la madre Lily, la sorella preferita Caroline che facevano lo stesso per lui da piccino.

— Cosa ha visto Stefan di fronte a sé?
Il filo del bucato, con calze da donna e giarrettiere sensuali.
— Cosa ha visto Damon?
Il bollitore de tè, l’ha messo sul fuoco.

— Cosa piace a Damon più del fuoco?
L’acqua. Oceano, profondità, onde, superfici a specchio riflettente, abissi, il ghiaccio dei poli, i colori verde e blu, cascate impetuose, fonti dolci. La forma di nebbia, pioggia, neve e grandine.

— Perché ha tuffato quindi le mani in acqua?
Le ha lavate col sapone al limone di Katherine.

— Come ha potuto Stefan rifiutare il caffe?
È idrofobo, cerca di non bere nulla che sappia troppo d’acqua.

— Perché Damon non gli ha quindi chiesto se sapeva nuotare?
Sembrava che glielo volesse insegnare, da superbo.

— Quali consigli ha dato Damon a Stefan?
Sul cibo sano, più adatto a lui: certo non vorrebbe avere una dieta di scoiattoli! Stefan ha sorriso amaro.

— Cosa Damon nota di più del suo ospite?
La profonda insicurezza, eppure la tenacia.

— Cosa è accaduto nel frattempo all’acqua?
È diventata vapore, e ha fatto borbottare il bollitore.

— Cosa avrebbe fatto di solito Damon con acqua calda la notte?
Un bagno profumato: gli piaceva stare nella grande vasca coi piedi a zampa di leone, nella quale affogava i pensieri dolorosi, senza neppure essere disturbato dai rumori fastidiosi che salgono dalla città.
Magari anche farsi la barba usando lo specchietto da viaggio. Se fosse uscito un po’ di sangue non gli avrebbe fatto paura.

— Perché amava il buio?
Perché cercava le cose al tatto, con le sue mani fini, con le quali avrebbe potuto fare il chirurgo.

— Cosa attirava lo sguardo nella cucina di Damon?
I biglietti di una scommessa sui cavalli, strappati con rabbia, due sedie spostate perché qualcuno si sedesse guardandosi.

— Che riflessione ha prodotto ombre nel blu dei suoi occhi?
Come le predizioni siano inutili, visto il risultato incredibile delle corse.

— Ricordava dove aveva sentito accennare prima la cosa?
Nel locale di Kinney, e prima da Markos. È sempre più facile perdere che vincere.

— Il suo stato d’animo?
Indifferente, non aveva mai pensato di puntare quel giorno.

— Che ha preparato Damon?
Ha preso del buon cioccolato, spezie e l’acqua bollente e in onore dell’ospite ha ceduto a Stefan la tazza che gli aveva regalato Rebekah a Natale e anche la panna per la colazione di Katherine, con la compitezza di gesti che si usa sull’altare.

— Stefan ha notato, ed ha apprezzato?
Damon, con sarcasmo gentile, ha fatto notare quanto ci tenesse a preparare quella bevanda analcolica per lui come si deve. Gli sembrava palese che quel gesto turbasse Stefan, come se offrire una tazza ad un ospite fosse un gesto da compiere solo per riparare qualche torto.

— Damon si è trattenuto in qualcosa?
Sì, ha dedotto che offrire un vestito potesse umiliarlo.

— A cosa pensava?
Che Stefan stesse elaborando pensieri filosofici, che certamente riguardavano Shakespeare e quindi erano validi.

— Stefan aveva trovato qualche risposta?
Non di certe, perché erano eccepibili in più punti.

— Damon sentiva qualche distanza tra lui e Stefan?
L’età. Le convinzioni morali, l’esperienza.

— Che relazione c’è tra la loro età?
Sedici anni prima che Stefan nascesse Damon era nato, quando Stefan aveva sedici anni Damon ne aveva trentadue, quando Stefan ne avesse compiuti trentadue Damon ne avrebbe avuti quarantotto.
Ma se Damon avesse smesso di invecchiare, l’altro lo avrebbe sorpassato. E se non fossero invecchiati più entrambi? Damon sarebbe rimasto l’adulto. Ma per questo doveva nascere una nuova specie umana.

— Si erano già incontrati e quando?
Sì, quando Stefan aveva cinque anni, con sua madre Lilian, Giuseppe e Thomas Fell. Lui era timido nel dare la mano. Cinque anni dopo Giuseppe lo mandò a invitarlo a cena, cosa che con dispiacere non poté accettare.

— Perché Damon non aveva affatto sonno?
Perché la notte si sentiva più vivo e spesso osservava il mondo dalla finestrella dell’abbaino.

— Come si ricordano Lily, Stefan e Damon?
Damon, una signora che amava giocare a carte, passeggiare al sole, ma di aspetto chiaramente malato.
Stefan, ad accendere lampade votive per guarire.

— Damon desiderava tornare giovane come Stefan?
Certo, ma la realtà è che la vita umana dura solo una manciata di anni.

— Uno dei due ha messo in difficoltà l’altro?
NO.

— In poche parole, cosa pensava Damon — che Stefan pensasse — che lui stesse pensando?
Che non si comportava né da cattolico né da ebreo.

— Quali erano le loro discendenze?
Damon figlio di Joseph. Stefan, figlio di Giuseppe.

— Avevano un’educazione simile?
No, Stefan aveva fatto l’università, che gli piaceva molto.

— Damon ha detto che aveva frequentato due anni anche lui?
No, non era stata un’esperienza felice.

— Quali diversi talenti avevano?
Scientifico, artistico.

— Che esempio ha usato Damon per convincere Stefan che l'originalità non porta di sicuro al successo?
Ad esempio, il progetto bocciato del tram pubblicitario pieno di ragazze discinte.

— Che scena onirica ha in mente Stefan rientrando in una stanza?
Trovare in cucina una ragazza triste che scrive un diario, buttarlo nel fuoco e svestirla.

— E Damon?
Trovarsi nella camera d’albergo dove si è suicidato suo padre, con aconito e cloroformio.

— Quale pensiero era il più tormentoso per Damon?
Cosa fare per placare una moglie? Giochi da salotto, musica, carte, ricamo, teatro, o farle dirigere una casa d’appuntamento? Bella e pulita, così è già fuori dubbio che si comporti da entraîneuse. Oppure farla studiare? Katy gli chiedeva sempre le parole difficili e scriveva bene in inglese, ma sbagliava delle pronunce, solo in bulgaro sillabava tutto perfettamente.

— Come vi rimediava?
Sapeva a memoria le arie in italiano e francese e sembrava che conoscesse le lingue. Spargeva per casa libri aperti, ma leggeva solo
I piaceri del peccato

— Damon cerca di istruirla?
Sì, ma lei era distratta, non si correggeva mai.

— Damon era stato attento a non nominare qualcuno?
Sì, Aristotele, per non offendere Stefan.

— Stefan ha ricordato parole ebraiche da dire al suo ospite?
Ha detto “ehyeh ʾašer ʾehyeh” *

— Damon poteva cantare in italiano?
Sì, ma non ricordando bene un testo era imbarazzato.

— Cosa udiva Stefan?
Il passato, evocato da voce maschile.

— Cosa vedeva Damon?
Il futuro, in una giovane forma maschile.

— Stefan e Damon hanno avuto sensazioni simultanee?
Stefan ha visto hypostasis dai capelli nero-blu, Damon ha visto una tragedia.

— Damon ha chiesto a Stefan di cantare?
Sì, questi ha scelto una canzonetta contro i mezzi ebrei, contando sul suo umorismo.
Dreamed I saw a building with a thousand floors
A thousand windows and a thousand doors
Not one of them was ours, my dear, not one of them was ours


— Damon si è dispiaciuto?
Sì, perché ha paura che Stefan lo giudichi oscuro e ambiguo, con delle caratteristiche strane.

— Erano una tara di famiglia?
Sì, Rebekah a sei anni credeva di vedere dei morti nella sua camera; la sua bellissima bimba, bionda come la nonna paterna.

— Come ricorda la sua pubertà?
Quando ha smesso le gonnelle corte e le bambole, i giovanotti si sono fatti avanti come mosche sul miele. Poi ha incontrato Alexander. Anche Emily, in calore, voleva cercare un maschio, era estate. Le davano delle gocce di verbena ma non bastavano.

— Bekka ed Emily si somigliano?
Sì, avevano spesso un nastrino rosa al collo; sonnecchiavano con un occhio solo, si lavavano sempre il viso e le orecchie per bene.

— Damon le aveva insegnato tante cose?
Sì, e lei lo ammirava, gli diceva ancora che avrebbe volto un quarto della sua mente.

— Che proposta ha fatto l’insonne Damon al nottambulo Stefan?
Di passare il resto della notte, lì sul divano.

— Che risultati ne sarebbero venuti fuori?
Per Stefan, la sicurezza. Per Damon la soddisfazione di alcune idee, per Katy, ascoltare come si pronunciava l’italiano bene.

— Perché questo non poteva portare Stefan verso Rebekah, in modo auspicabile?
Perché la via per la figlia, passa dalla madre.

— Cosa hanno ricordato improvvisamente?
Che il funerale di Trevor cade lo stesso giorno della morte della madre di Stefan, anche se non lo stesso anno.

— Stefan accettò l’ospitalità?
Incredibilmente, ha rifiutato con gentilezza.

— C’è stato scambio di denaro, tra i due?
Damon ha restituito a Stefan la somma salvata per lui dalle grinfie di Isobel.

— Quali proposte di lavoro sono state avanzate?
Un corso di italiano, uno di canto, di dialoghi socratici, nei loro domicili.

— Cosa impensieriva Damon di questi progetti?
L’imprevedibilità del futuro: una volta aveva contrassegnato un dollaro d’argento ed era tornato a lui;
i limiti della legge di natura, ammalarsi, invecchiare, morire, la criminalità, la pazzia, le catastrofi.

— Stefan era depresso come lui?
Partecipava in quanto consapevole – non visibilmente, ma sub-stanzialmente.

— Damon lo comprende?
Come persona sprovvista della chiave per entrare dove vorrebbe.

— Con quale esodo il prigioniero lascia la casa di Damon?
Candela — tenuta da Damon — seguito da Stefan.

— Cosa ha fatto ognuno all’ingresso?
Damon ha posato il candeliere, Stefan ha preso il cappello.

— Chi entrò dall’uscita?
La gatta.

— Che spettacolo aspettava Stefan e Damon fuori?
Il cielo stellato, la volta traslucida di cristallo come un coperchio di luce scintillante, come un ramo di ailanto a coprire il loro capo.

— Cosa ha spiegato Damon indicando le costellazioni?
Le fasi della luna, la formazione della via lattea, Sirio e le Stelle Maggiori, la processione degli equinozi, la parallasse.

— Era più facile capire la non abitabilità dei pianeti per la loro razza, o la salvezza della stessa razza da parte di un dio?
Diversa difficoltà: il corpo umano non tollera la pressione ma forse altre specie marziane potevano. E forse comunque, si somigliavano.

— Quali caratteristiche delle stelle sono state considerate?
Colore, magnitudo, gli anelli, le rivoluzioni, l’eccentricità dei pianeti alla nascita di Stefan.

— Che porteranno?
Utopia e influssi astrologici.

— C’era similitudine tra la luna e la donna?
Sì. Il regno della notte, la vulnerabilità, la natura mobile, la follia, lo splendore.

Che luce splende da quella finestra? (che ha attratto gli occhi cristallini di Damon —   e i suoi quelli di Stefan?)
Una lampada da camera.

— Damon ha spiegato che era la lampada di Katy?
Con amore, con esitazione, indirettamente, mentre ognuno contemplava l’altro con il
miosuonostrovostromio volto.

— Come Damon ha reso facile per Stefan andare via?
Inserendo con decisione una chiave (Marte) in una serratura (Venere), liberando il paletto del cancello dal giardino.

— Come si sono salutati?
Dai due lati opposti della porta dandosi la mano con imbarazzo, mente suonavano le campane.

— Come le hanno udite?
Stefan: Lili-ata! Ru-ti! Lan-tum!
Damon: Ding, dong, dang.

— Dove si trovavano tutti i compagni di viaggio di Damon quel giorno ad Atlanta?
Lockwood (a letto), Elijah (allo scrittoio), Giuseppe (a letto a russare), Saltzman (a letto), Shane (nello studio), Enzo (a letto), Crane (a letto), Sutton (nella fossa).

— Cosa prova Damon da solo?
Freddo siderale, timore celeste, presagi d’alba.

— Perché restava?
Voleva vedere accendersi le ultime stelle, come da bambino, in vacanza; ma è rientrato verso la fiamma della candela.

— Cosa l’ha bloccato?
Si è ferito leggermente la tempia con uno spigolo di un mobile spostato da poco, di frassino; la scheggia gli ha fatto male, aveva sistemato il salotto di velluto viola come piaceva a Katy, magari poteva sentire il dott. Malachai Parker per la ferita, certo! Sorridendo, ha acceso un cono di incenso profumato delle indie, e lo ha posato sul caminetto.

— Cos’altro c’era?
Un orologio fermo, regalo di nozze.

— Cosa ha visto Damon nello specchio del salotto?
Un uomo solitario.

— Perché solitario?
Non era fratello di nessuno.

— Perché era mutevole?
Da bambino era la copia di sua madre, ma più passavano i giorni e gli anni, più scopriva di somigliare al padre.

— Che immagine rifletteva lo specchio?
Volumi disordinati sugli scaffali, certamente non lasciati così da lui. Shakespeare, Arthur Conan Doyle, i libri di fiabe di Rebekah, saggi di astronomia, poesie di Byron.

— Che ne pensava?
Che odiava vederli così, a casaccio, ma che Katy odiava i libri buoni, e basta.

— Dove si è seduto?
Sul divano, ammirando la bellezza e grazia della statua di una dea nuda sul tavolo di fronte a sé.

— Cosa lo infastidiva?
Il colletto dell’abito formale, subito rimosso come il panciotto nero stretto, la cravatta; poi tutti i vestiti, scoprendo il petto scolpito, fino ai muscoli obliqui che si mostravano provocanti dall’orlo dei calzoni.

— Che azione specifica è seguita?
Ha accarezzato con le dita una cicatrice, il segno di un colpo di fucile che avrebbe potuto ucciderlo. Ha calciato via le scarpe con la soddisfazione che provava da bambino perché erano strette e gli stavano facendo male.

— In cosa consiste ora la sua ambizione?
Comprare un cottage romantico in campagna coperto d’edera e con un bel prato, con balconi di pietra, stucchi e statue. Lo voleva fuori città ma vicino alla ferrovia. All’interno un arredo orientale, color sangue e vino, legni dorati; soprattutto, una cantina fornita di liquori pregiati.

— Altri accessori?
Una serra di fiori tropicali, giapponesi, e una fontana. Poi una bella carrozza, con cavalli roani. Curiosamente, sentiva di volerla chiamare Villa Veritas.

— Quali svaghi intellettuali poteva svolgervi?
La fotografia, l’astronomia, la lettura di libri vietati.
Les plaisirs du péché

— Avrebbe vissuto lì con un posto di rilievo?
Certo, era un giudice giusto, non razzista, leale ma feroce contro chi lo tiranneggiava, ciò fin da fanciullo. Da ragazzo difendeva la religione cattolica perché era quella eletta dal padre, ma anche la teoria di Darwin e aveva mosso qualche passo in politica.

— Poteva permetterselo?
Sì, aveva una buona rendita, titoli e affitti.

— Come affrettarsi?
Facendo la proposta immobiliare per telegrafo, per l’anticipo poteva vendere degli anelli di famiglia, strani, pesanti, preziosi, con pietre dell’Aria (zaffiro), dell’Acqua (perla), del Fuoco (rubino), della Terra (onice).

— Aveva anche dei progetti commerciali?
Sì, per usare delle energie alternative al carbone, come quella eolica e quella elettrica generata dalle cascate.

— Perché si perdeva in progetti così costosi da essere irrealizzabili?
Erano le sue distrazioni. Senza quelle non dormiva affatto, come se avesse il dono di un fisico sovrannaturale. Damon temeva la perdita di tempo da usare per soddisfare i propri desideri, che dava inoltre spazio a spiriti maligni.

— Cosa temeva?
Di commettere un omicidio seguendo un sogno.

— Cosa pensava prima di addormentarsi?
Cosa avrebbe fatto il giorno dopo.

— Cosa nascondeva nel cassetto chiuso a chiave?
I quaderni di Rebekah, la foto di alcune attrici popolari, ceralacca, pennini, le lettere di Bekka e quella da suicida di suo padre. Una novità: preservativi di gomma, comprati per posta; carta da lettere, cartoline erotiche di rapporti orali e penetrazioni, medicine, una lettera di Andie.
Il ricordo di quanto era piaciuto ad Elena, dal cognome sconosciuto.

— Questo che significava per lui?
Che era sempre molto virile, che attraeva donne di buon rango.

— Nel secondo cassetto?
Documenti, assicurazioni, polizze. La foto di sua madre, la preghiera della Pesah.

— Cosa hanno evocato?
Un vedovo malato, vigilato dal suo fedele cane.

— Come percepisce i ricordi del padre?
Era sempre più dipendente da medicine e narcotici e soffriva di amnesie. Damon però era anche grato che gli avesse lasciato di che vivere liberamente.

— Che succede ai poveri?
L’indifferenza delle donne, il disprezzo degli uomini, la necessità — per dignità — di cambiare paese.

— Per andare dove?
Per mare, guidato dalla Stella Polare; per terra, un Sinbad guidato dalle fasi lunari.

— Così facendo, avrebbe perso la sua entità-identità?
Sarebbe stato noto come Nessuno.

— Resterebbe scomparso a lungo?
Avrebbe vagato oltre le orbite stellari, tra la luce scesa da un telescopio, ruotando col Sole, per tornare come Vendicatore, vestito di nero.

— Perché non voleva partire?
Per l’oscurità, l’incertezza, la stanchezza, la vicinanza del suo letto — caldo di donna e fresco di bucato, voluttuoso di decorazioni.

— Che fatiche ha affrontato Damon, oggi?
Colazione servita (pasto sacro), bagno (lavacro purificatore), funerale (rito), lavoro (verità), pranzo (manna), visita al museo (sacrario), lite (olocausto), saluti (dipartite), esibizionismo (rito di Onan), il parto (offerta), Isobel (tentazione), ritorno a casa (redenzione).

— Che problemi c’erano stati nella giornata?
Fallimento al giornale, mancato invito a teatro.

— Chi gli viene in mente ora?
Il padre di Katy.

— Che indumenti intimi da donna ha visto?
Calze, giarrettiere, mutandine, sottovesti.

— Cosa ha fatto?
Si è spogliato per dormire e si è messo a letto.
— Come?
Piano, per non farlo cigolare, per non consumare il matrimonio, il sonno, la morte.

— Cosa ha trovato?
Lenzuola pulite, ma con un odore non suo; la forma del corpo di un altro uomo. Ha sorriso: Klaus non era il primo, non sarebbe stato l’ultimo, non contava niente per Katy; perché doveva contare per lui?

— Che riflessioni fece?
Che Klaus doveva essere buono a qualcosa, cioè a letto, visto che era un truffatore, malfamato e promiscuo. Anzi… ne era geloso, invidioso, ma comprensivo.

— Invidia?
Era più giovane di lui, più libidinoso e Katy era attratta dai capelli biondi, così diversi dai suoi; dal canto lirico, così simile a lei. La donna ha bisogno di attenzioni e la fortuna l’ha favorito. Non è il delitto più grande.

— Come punire Katherine?
La morte, mai. Divorzio? No. Denuncia? Vergognoso e umiliante.

— Come l’ha giustificato?
Con la fragilità femminile, la liberalizzazione dei costumi, la passività davanti all’insistenza. La carne femminile è così tentatrice, profumata di latte e miele, che attira il sangue e il seme maschili, l’erezione.

— Poi?
Damon, scherzosamente, ma con un brivido, le ha dato un bacio sulle natiche tonde e perfette, con eccitazione e rilassatezza insieme.

— Che ha fatto Katherine?
Si è svegliata e l’ha interrogato.

— Cosa ha raccontato Damon?
Non ha raccontato della lettera di Andie, della lite nella birreria, cosa ha fatto per Elena, ma ha narrato di Stefan come centro della sua giornata.

— Quali limitazioni e inibizioni sono percepite da Katherine e Damon?
Lei ricorda l’ultima volta che hanno fatto l’amore, dopo che Bekka era diventata donna, lui che dalla morte di Trevor, con la moglie non raggiunge l’orgasmo. La luna mandava luce sulle loro teste, mentre giacevano con la testa verso i piedi dell’altro.

— A riposo?
L’uno verso l’altra.

— In moto?
Portati dalla Terra.

— In che posizione?
Katy: con la mano sotto il capo, gambe flesse, soddisfatta, piena, terrena.
Damon: piegato su un fianco come un bambino, stanco. Ha viaggiato sui sette mari.

— Quando?
Andando a letto al buio, quando Sinbad il marinaio ha trovato l’uovo del Rok,**si è riposato nel letto dei letti, nella notte delle notti.

— Dove?
————

Note ep.17
*Io sono colui che sono, Esodo
** Uccello mitologico delle Mille e una Notte
Colore: trasparente
Stile: catechismo
Organo: succhi gastrici, scheletro

  
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