La scuola era ormai iniziata da due settimane e tra Katia
e Marco persistevano il dubbio e l’ indecisione.
Un giorno Katia mi disse:
-Ho deciso, questo sabato andrò in discoteca con Simona. Voglio distrarmi un
po’, magari mi trovo anche un bel ragazzo.-
A quella frase non ho saputo dire altro che ‘Ah’.
Le sue decisioni erano in parte comprensibili in parte no.
Era comprensibile perché da quella volta la loro relazione non aveva subito
nessuna svolta. E lei si era autoconvinta del fatto
che fosse impossibile che le piacesse Marco.
D’ altra parte, Marco aveva comportamenti del tutto indifferenti quando si
trovava di fronte agli altri. Parlava in modo freddo, come se non gliene
fregasse niente. Probabilmente stava bruciando dentro. E anche l’ idea che Katia andasse in discoteca per ‘trovarsi un ragazzo’ gli bruciava così tanto che non saprei come
esprimerlo. Però non lo dava a vedere.
La realtà era che quei due si comportavano in un certo modo davanti a tutti,
quando erano soli o c’ero solo io, erano completamente diversi. Capirli?
Impossibile per le mie capacità comprensive.
Se Marco avesse saputo che in buona parte Katia aveva
voluto a tutti i costi andare in discoteca per ‘trovarsi un ragazzo’
proprio perché quando lei gliel’ ha detto lui le aveva detto: ‘Vai, che me ne
frega?’, forse glielo avrebbe impedito a tutti i costi, conoscendolo.
Però allora la situazione era così. Lei quello stesso giorno gli disse: ‘io
voglio dimenticare. Tutto ciò che è successo fino ad oggi…non voglio più
ricordarmeli. Voglio cercare qualcosa di nuovo’. Non
so quanto lui ci fosse rimasto male Katia quel sabato era andata in discoteca e aveva trovato
ciò che cercava: un bel ragazzo simpatico.
Il ritorno a casa da scuola il giorno successivo fu devastante. Fui felice di
scendere prima di loro dall’ autobus.
Bisogna sapere che per Natale Marco aveva regalato a Katia una collana su mio consiglio, e che lei portava tutti
i giorni.
Quel giorno, invece…
-Quando andrai in discoteca fammi il piacere di non
indossare la collana che ti ho regalato.-le disse. E quella fu la frase che rovinò tutto.
-Come, scusa?-fece finta di non aver capito.
-Mi dà fastidio se te la metti.-
-Cos…-Katia si stava davvero arrabbiando.
Ma Marco se n’ era già andato, lasciandola interdetta
davanti alla fermata del bus.
Katia sembrava contenta. La sera stessa in cui era
andata in discoteca mi chiamò per raccontarmi tutto. Il
ragazzo che aveva trovato era alto e bello, a quanto pare.
E lei non vedeva l’ ora di uscire con lui.
Allora ero abbastanza contenta per lei, in quei momenti pensavo che era meglio se quella dannata situazione finisse.
Quella era un’ occasione.
Ricordo che quella volta avevo insistito molto per conoscere
o almeno vedere il ragazzo che aveva conosciuto. Insomma, sono una di quelle ragazze che ci tengono molto a queste
cose. Dei ragazzi che aveva conosciuto Katia ne avevo visto solo uno. Questa volta che era così contenta
volevo proprio vederlo.
Il Lunedì fu così nero che neanche riesco a
descriverlo.
Di ciò che successe quella mattina non ricordo più niente. Probabilmente
perché non era successo proprio niente da ricordare, poiché quei due non fecero
che ignorarsi a vicenda.
Di quel pomeriggio ricordo invece di essere uscita insieme a Simona per
incontrare questo famigerato ragazzo che Katia aveva conosciuto.
Ma…tentazione fallita. Il ragazzo in
questione se n’ era andato via prima che arrivassi io.
Ero proprio arrabbiata e non sapevo neanche il perché.
Il giorno dopo avevo già fatto pace con Katia.
-Ma tu vuoi uscire ancora con lui?-le chiesi.
-Non lo so. Ieri è andata bene, ma se non si fa sentire entro sabato niente…-
-Però almeno lui ti piace?-
-Sì, insomma, è simpatico ed è pure carino. E’ sportivo quindi ha un bel
fisico.-
”Sarà…”pensai.
-Comunque se uscirete insieme voglio vederlo!-
-D’ accordo!-
Marco faceva finta di niente, come se niente fosse
successo. Anche quando Katia gli restituì la collana
insieme ad altre cose che le aveva regalato, lui fece
finta di niente. Ogni giorno gli restituiva qualcosa,
sembrava quasi un rito. Un rito così triste che ogni
volta che gli restituiva qualcosa mi veniva una fitta al cuore perché la loro
amicizia stava crollando. E io che speravo in tutt’
altro…
Ma lui non sapeva quello che pensava Katia,
per questo anche se apparentemente era tranquillo e indifferente, attaccava
briga con il primo che provocava. Nel cervellino di Katia,
però, il ragazzo che aveva conosciuto era già stato spostato in un angolino buio. E se ai primi
squilli e ai primi messaggi rispondeva, dopo neanche due giorni si era già
stancata. Ma non aveva ancora cercato la scusa per
scaricarlo che…
Ricordo molto bene quella data. Era il 3 di Febbraio. Ed
era un giovedì.
La mattina avevamo lezione di educazione fisica e come
al solito i ragazzi avevano giocato a calcio mentre noi ragazze guardavamo
E quella scintilla arrivò. E non era neanche tanto
piccola…
Senza farlo apposta, Marco tirò un calcio sulla gamba di un nostro compagno di
classe, e questi gli tirò una bella pallonata in
faccia. Marco si arrabbiò così tanto che lo prese
subito a botte, se non fossero stati separati si sarebbero massacrati a
vicenda.
Già li vedevo avvinghiati a darsi botte quando
riuscirono a separarli prima che si facessero male sul serio.
Katia fu abbastanza preoccupata quella volta.
Al ritorno a casa li lasciai sull’ autobus come
sempre, senza poter sapere cosa sarebbe successo dopo.
-Lo avresti preso a botte.-disse Katia
dopo essere scesa dall’ autobus.
-Peccato che me l’ hanno impedito.-rispose ancora
tutto nervoso.
-Che c’è, sei ancora su di giri? Vuoi mica sputarmi in faccia?-quella frase non
ho ancora capito perché diavolo l’ aveva tirata fuori.
-Sì. Ho davvero una voglia di sputarti in faccia.-
-Allora fallo. Sputami.- lo sfidò.
-Guarda che lo faccio.-
-Fallo. Visto che hai una voglia impossibile di sputarmi in faccia.-
-D’ accordo. L’ hai voluto tu.-
Le prese le mani e lei si spaventò. Le stava davvero per sputare in faccia! Questo
era l’ unico pensiero che le veniva in mente.
Fu così veloce che neanche se ne rese conto.
La faccia di lui si trovava a due millimetri dalla
sua. Le labbra attaccate alle sue.
Lei spalancò gli occhi e la mente si svuotò improvvisamente
mentre il cuore cominciò a battere più di un tamburo.
E quello fu l’ inizio…