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Autore: Claudiac91    28/02/2016    2 recensioni
Anko Saito, trasferitasi col padre nella Prefettura di Kanagawa, si ritroverà ad affrontare una nuova vita. Scappando da vicende piuttosto dolorose, avrà a che fare con una nuova scuola, nuove conoscenze senza però mai allontanarsi dall'amore della sua vita : il basket.
Genere: Drammatico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akira Sendoh, Hanamichi Sakuragi, Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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La notizia datole da Anzai il giorno precedente l’aveva scossa. Almeno un po’. A breve sarebbe cominciato il torneo interscolastico, cosa che alla ragazza era completamente sfuggito. Fino alla primavera scorsa, segnava sul calendario i giorni mancanti al grande evento della sua partita di debutto. Un anno dopo si era persino dimenticata che si giocasse un campionato di quel calibro. Cosa le stava accadendo? Il basket era stato il centro dei suoi interessi, grazie alla passione tramandata in primis da suo padre. Ma i pensieri negativi e le preoccupazioni riguardo il suo status familiare l’avevano completamente spossata. Tre sere prima, Daisuke aveva discusso pesantemente con la moglie, al punto che questa gli attaccò il telefono in faccia, senza dare cenni per le serate seguenti. Si limitava a inviare un messaggio sul cellulare di sua figlia, dalla quale non riceveva risposta. Anko era troppo orgogliosa e di parte per accettare un saluto “virtuale” come un misero messaggio. Obiettivamente parlando la sua visione delle cose era nettamente esagerata. Glielo “rimproverò” persino Haruko, con la quale aveva stabilito un certo rapporto di confidenza e amicizia. Più volte, alla fine degli allenamenti alla quale la dolce ragazza assisteva, si fermava a chiacchierare con lei insieme ad Hanamichi, affinché lo aiutasse in qualche modo a conquistare il cuore di quella. Il risultato fu che il rossino prendeva abitualmente il classico due di picche, anche se indirettamente e soprattutto ingenuamente. Tuttavia tra l’aiuto manager e la sorellina del gorilla, nacque una certa intesa. Anko, nonostante l’amicizia con Hanamichi, sentì il bisogno di una presenza femminile, che non la giudicasse e con la quale non ci fosse competizione. Cosa difficile da evitare nei rapporti. Eppure con quella ragazza sembrava riuscirci. Sin da subito aveva definito Haruko una ragazza molto ingenua. Nella sua ingenuità, trasmetteva una dolcezza alla quale non avrebbe avuto il coraggio di non ricambiare. A Tokyo le cose sarebbero andate diversamente. Lo ammetteva. Circondata da tipe del suo rango, altolocate e snob, non si sarebbe mai “permessa” di avvicinarsi o permettere ad una ragazza come Haruko di fare altrettanto. Le tipe come lei, pensava a Tokyo, non servono. Non emergono e non sono in grado di competere. Anko credeva che forse i problemi di famiglia l’avevano si cambiata, ma non era del tutto loro il merito. C’era qualcosa nell’aria di Kanagawa che aveva modificato la sua personalità.
 
Quando dicono che le persone non cambiano, non credeteci del tutto. A volte, esistono le eccezioni. E lei era una di queste.
 
Tornando alla questione rimprovero, Haruko sapeva essere schietta nel suo “dormire all’erta”, e non mancò di dimostrarlo anche quando Anko le parlò dell’ultimo litigio tra i suoi genitori. Successe una sera, in cui fu calorosamente invitata dalla ragazza a cenare a casa con lei e il gorilla. Il povero Hanamichi aveva tentato di intrufolarsi, ma con scarso successo. Così, dopo aver cenato, le ragazze si erano spostate nella camera di Haruko, cominciando a confidarsi e scambiarsi reciprocamente notizie e pensieri. Per quanto l’ Akagi parlasse nella maggior parte del tempo del basket e di conseguenza di Rukawa, aveva saputo ascoltare con pazienza un breve excursus della vita di Anko, incentrato principalmente sui problemi di famiglia. Insomma, avere un’amica del genere non era sembrato poi così terribile. Probabilmente avrebbe parlato con lei anche del torneo ormai imminente alla quale si sentiva completamente impreparata. Doveva informarsi sulle squadre, i giocatori e le tattiche che Anzai aveva in mente di escogitare. Sbuffò, mentre segnava sul suo solito quadernetto da consegnare a fine allenamento di ritirare le divise successivamente. Si trovava a bordo campo, pronta ad appuntare tutto il necessario per quel giorno, mentre i giocatori erano intenti a riscaldarsi sotto l’occhio vigile di Ayako. Quel giorno sia Anzai che il capitano sarebbero arrivati tardi, ognuno per i propri impegni e per tenere a freno quelle teste calde, Ayako utilizzava il suo ventaglio come arma indiscussa. Alzò di poco lo sguardo in direzione della porta secondaria e con un cenno del capo salutò Haruko, affiancata dalle sue più care amiche, e da Mito, che sorridente osservava il riscaldamento di Hanamichi. La sorella del gorilla, entusiasta la salutò sventolando la mano. Lo sguardo di Anko si spostò su Kogure, che aveva richiamato l’attenzione dei giocatori a centro campo per dare inizio all’allenamento. Ayako l’affiancò, mettendosi a braccia conserte e il fischietto attorno al collo, mantenendo costante tra le mani la sua arma. Quando tutti i giocatori si avvicinarono al vice capitano, gli occhi di Hanamichi si scrutarono intorno alla ricerca di qualcosa.
 
- Hey! – esclamò – Ma dov’è il gorilla? -
 
Ci fu un brusio in cui nessuno in verità si era accorto della sua assenza durante il riscaldamento.
 
- Arriverà in ritardo. Sta studiando fisica nucleare – gli rispose con calma Kogure.
 
Sul volto di Hanamichi, Miyagi e Rukawa,, i quali si erano ritrovati disposti uno affianco all’altro comparve un’espressione mista al perplesso e allo stupore. Avevano il classico viso da schiaffi di chi in quel momento sta ad immaginare una scenetta comica. Gli angoli della bocca di Anko si allungarono, ma cercò di trattenersi.
 
- Fisica nucleare?- ripetè Hanamichi incredulo.
 
- E’ molto intelligente! – ribattè Kogue arrossendo di poco sul volto.
 
Hanamichi, Miyagi e Rukawa ripresentarono la stessa espressione di prima, mostrando ancora più perplessità alla cosa. Cercando di restare silenziosa, Anko rise, coprendosi la bocca con la mano.
 
 
- Non posso crederci…- mormorò Hanamichi riducendo gli occhi a fessure e fissando un punto vuoto.
 
- Basta distrazioni! – esclamò Kogure ancora rosso in volto – Forza Shohoku!-
 
Tutti avevano risposto con un “si” all’incoraggiamento del vicecapitano che si accingeva a dare inizio all’allenamento. Anko stava segnando la data sul foglio in alto a destra, quando qualcosa catturò la sua attenzione. E non solo. Un rumore di passi aveva catturato gli sguardi di tutti verso la porta, dove solitamente Haruko assisteva agli allenamenti. Quest’ultima insieme alle due amiche che l’accompagnavano assiduamente, si era fatta indietro dando involontariamente spazio ad un gruppo di sette ragazzi. Davanti ce n’era uno abbastanza alto, ma meno di Hanamichi e Rukawa.
Portava lunghi capelli neri fino alle spalle. Gli coprivano gran parte del viso. Sorrise beffardo in direzione di Miyagi che nel frattempo aveva spalancato occhi e bocca per la sorpresa. Ma Anko aveva avvertito uno sguardo spaventato. Al fianco del ragazzo dai capelli lunghi, ce n’era un altro. Piuttosto cresciuto. Stava fumando, e il suo viso trapelava violenza. Altissimo, muscoloso, la canotta che indossava lasciava intravedere ogni parte pompata del suo busto. Alle loro spalle altri sette. Uno dei quali indossava la divisa dello Shohoku. Osservando meglio, Anko notò che anche il ragazzo in prima fila era vestito della stessa uniforme. Il suo sguardo si spostò verso Haruko che intimorita, era sgattaiolata dentro la palestra seguita a ruota dalle due amiche. Di Mito nemmeno l’ombra. Il “capo branco” prese la palla ai suoi piedi, che accidentalmente si trovava in quel punto lasciata da chissà chi dopo il riscaldamento muscolare.
 
- Che ne dici di fare una partitella con noi Myagi?- chiese mantenendo il sorriso ironico.
 
Anko guardò il playmaker che, senza dire nulla, si limitava a fissare stupito e spaventato il ragazzo.
 
Kogure avanzò nella loro direzione – Non si può entrare in palestra con le scarpe! – urlò – Fuori!-
 
Miyagi corse a fermarlo – Kogure lascia stare –
 
Il teppista mormorò un “idiota” sentito appena.
 
- Quello è Mitsui!- intervenne una riserva della squadra con la quale Anko non aveva avuto a che fare, se non cerimonie di cortesia e civiltà. – E’ finito in ospedale dopo essersi preso a botte con Miyagi-
 
Perplessa, la ragazza sbattè le palpebre, tornando ad osservare il teppista. Ma che diavolo ci faceva in palestra? Cos’era venuto a fare?
 
Il tizio grosso al suo fianco buttò la cenere per terra. Gli sguardi della maggior parte dei giocatori si posarono severamente sul pavimento in legno.
 
- Hey imbecille!- sbottò Hanamichi facendo un passo – Abbiamo appena pulito il pavimento!-
 
Miyagi lo affiancò immediatamente – Calmati Hanamichi!-
 
Anko ridusse gli occhi a fessure. Se avesse potuto li avrebbe inceneriti con lo sguardo. E se avesse avuto la forza, si sarebbe avvicinata per sferrare loro una serie di pugni.
 
- Ci stiamo allenando, niente risse! – affermò Miyagi col capo chino e lo sguardo fisso a terra, rivolto al teppista di nome Mitsui. Quest’ultimo mostrò nuovamente il suo sorriso cattivo.
 
- Non capisci? – chiese – Sono venuto qui per rovinarti il gioco -
 
Ci fu un momento breve di silenzio, in cui nessuno aggiunse nulla. Poi il tale Mitsui porse la palla verso il suo amico che la utilizzò come posacenere per spegnere la sigaretta. Anko fece cadere quaderno e penna, per portarsi entrambe le mani sulla bocca ed evitare che uscissero urla di disperazione.
 
- Ma allora vuoi che ti sfondi il cranio?!- gli urlò contro Hanamichi.
 
Ma non fece in tempo ad avvicinarsi a quel branco di teppisti, che una palla lanciata a razzo dal nulla, colpì in pieno volto l’altro ragazzo con la divisa dello Shohoku. Questi andò a sbattere letteralmente sul pavimento, portandosi le mani sul volto e lamentandosi. Tutti si voltarono nella direzione da cui era partita la palla e sgranarono gli occhi quando video che il lanciatore in questione era Rukawa. Si massaggiava il polso destro e sospirò come dispiaciuto
 
- L’ho mancato- bisbigliò
 
-Rukawa!-
 
- A quanto pare i tuoi amici sono meno vigliacchi di te Miyagi – affermò Mitsui ridendo tra i denti.
 
Nel frattempo il ragazzo colpito si mise a sedere, con una mano che gli copriva il volto sanguinante.
- Meritano una lezione! – urlò
 
Mitsui diede un calcio alla palla lanciandola contro Miyagi che fu colpito allo stomaco. Subito dopo subì un pugno dritto sul naso.
 
- Bastardo! – sbottò Hanamichi, ma la mano pronta del playmaker lo bloccò nuovamente.
 
Come un fulmine, Rukawa si pose dinanzi a Mistui. Pochi millimetri li separavano.
 
- Maledetto – bisbigliò il primo.
 
Uno dei teppisti, vestito di un’uniforme non riconoscibile e dai capelli cortissimi, colpì il capo di Rukawa con uno spazzolone. Neanche il tempo di restare stupiti per un attacco del genere, che quello scagliò un pugno in pieno stomaco. Inizialmente Rukawa parve accusare i colpi ricevuti. Ma poi come destandosi, con una freddezza inaudita, sferrò un pugno nello stomaco del teppista e un attimo dopo sotto il mento, scaraventandolo per terra.
 
- Rukawa! – esclamò Kogure paonazzo.
 
- E’ caduto nella trappola! – affermò Miyagi sconcertato.
 
Haruko per poco non perdeva i sensi, sorretta dalle sue fedeli amiche.
 
Ridendo, Mitsui si avvicinò a Rukawa, indicandolo con l’indice
 
- E bravo il nostro eroe!- esclamò – Per colpa tua ora la squadra potrà scordarsi le eliminatorie!-
 
Tuttavia non ebbe tempo di finire la frase, che il giocatore gli sferrò un pugno!
 
- KAEDE! – lo richiamò Anko rabbiosa
 
- E’ stato lui a cominciare! – ribattè quello afferrando Mitsui per i capelli.
 
Uno dei teppisti si avvicinò cercando di sferrargli un pugno che Rukawa bloccò con riflessi prontissimi. Lo tira verso sé, facendogli piegare pericolosamente il braccio.
 
- Lascialo andare! – esclamò Miyagi, premendosi una mano sul naso.
 
Con lentezza, Ayako si avvicinò, posando una mano sul braccio muscoloso del giocatore ed incoraggiandolo di fermarsi. Quest’ultimo, osservando per un momento il volto della manager, parve rilassarsi e lasciò andare il teppista. Piuttosto che pensare al braccio malridotto, questi schiaffeggiò Ayako. Ci furono una serie di conseguenza. Come un toro scatenato, Miyagi si buttò letteralmente sul corpo del tipo sferrandogli una serie di pugni ed imprecando. Il teppista con la canotta, prese Rukawa per il busto e gettandolo sul pavimento. Poi si concentrò sugli altri ragazzi. Miyagi, voltatosi, decide di fermare la furia scatenata chiamandolo “Tetsuo”. Anche se quest’ultimo riesce a parare i primi colpi, un pugno inaspettato lo fa accasciare per terra. Approfittandone, il playmaker si posiziona su di lui, colpendolo continuamente. Mitsui, col volto sanguinante, prende lo spazzolone con la quale Rukawa era stato colpito avvicinandosi alle spalle di Miyagi. Lo sguardo era carico d’odio, e la vena sulla gola sembrava pulsare.
 
Fu una questione di attimi. Anko, corse ponendosi dinanzi a Miyagi e allargando le braccia come per proteggerlo. Mitsui si bloccò di colpo, restando con lo spazzolone impugnato in aria. Occhi negli occhi. Sgranati. Stupito di ritrovarsi quella mocciosetta alla quale non aveva dato molta attenzione. O meglio non ne aveva dato affatto. E quasi parve pentirsene di non averla osservata prima. Dal canto suo Anko potè guardare meglio il volto del teppista. I lunghi capelli sembravano fare da sipario, ma da quella distanza ravvicinata poteva notare cose che da lontano le erano sfuggite. La bocca leggermente carnosa, seppur mancante di due denti quando si schiudeva, risultava invitante. La pelle senza un filo di barba, sembrava emanare un profumo particolare. Pulito. Cosa insolita data la circostanza in cui si trovava. Sembrava paradosso trovarsi un teppista che emanava un buon profumo. Lo sguardo della ragazza tornarono sull’”arma” che egli aveva impugnato, alta a mezz’aria. Le sue guance si colorarono e chiuse gli occhi, aspettando il colpo che era riservato al playmaker. Ma non arrivò.
 
***
 
Il pomeriggio seguente, Anko era in ginocchio, china sul pavimento cercando disperatamente di pulire le macchie causate dalle scarpe dei teppisti. Si era avviata in palestra prima del dovuto, per aiutare Ayako nel tentativo. Anche se con fatica pareva riuscirci. Quando il resto della squadra era arrivata per gli allenamenti, aveva incoraggiato Ayako a seguire il suo ruolo di manager, promettendole che si sarebbe occupata del pavimento. Si asciugò la fronte con l’avambraccio per poi tornare a bagnare la spugna nel secchio d’acqua posizionato al suo fianco. Nel frattempo la sua mente riviveva tutti i momenti del giorno precedente. Dai colpi che Miyagi e Rukawa avevano subito, all’entrata in scena del gorilla che aveva preso a schiaffi Mitsui. Ed infine l’arrivo di Anzai. Alla sua vista, il teppista era scoppiato in lacrime e piegandosi sulle ginocchia aveva affermato
Voglio giocare a basket ”.
 
Non aveva provato “pietà. Ma quella frase da lui detta l’aveva colpita dentro. Quante verità si nascondevano dietro quella. Quanto Anko poteva comprenderlo? A volte il suo ego sentiva il bisogno di uscire e primeggiare. Com’era sempre stata abituata a fare. Ma lo soffocava. Doveva soffocarlo, se voleva restare con suo padre. A tal proposito, Daisuke saputo della rissa, quel mattino aveva sbraitato contro il preside, accusandolo di scarsa sicurezza scolastica. Questi, rosso in viso e mortificato, continuava ad inchinarsi per scusarsi. Ma quando l’allenatore della squadra di basket era entrato nell’ufficio del preside, il signor Saito parve calmarsi. Probabilmente Anzai faceva uno strato effetto tipico di un tranquillante. Ma almeno Anko sarebbe rimasta a Kanagawa. I suoi pensieri furono interrotti, quando dalla porta secondaria entrò qualcuno che le fece ombra, in contrasto con la luce. Lentamente alzò lo sguardo sul nuovo arrivato, che nel frattempo la stava osservando dall’alto. Arrossì appena quando constatò che si trattava di Mitsui. Ricoperto di lividi e cerotti, era vestito di tenuta sportiva, lasciando travedere i muscoli ben decisi. I capelli erano stati tagliati, e il suo bel viso era libero dalla massa capillare. I loro occhi s’incrociarono.
Occhi negli occhi. Sgranati. Di nuovo.
Continua 
Spero di non avervi fatto aspettare troppo. Per chi conosce questa puntata in particolare, saprà che ho dovuto modificare qualcosina, per poter realizzare questo capitolo. Mi auguro che vi sia piaciuto e attendo i commenti. Dal momento che non è solo il “mio” teppista preferito, spero di aver colto maggiormente la vostra attenzione e di aver suscitato qualche pensiero positivo. Alla prossima. Baci a tutti!
   
 
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