Anime & Manga > Slam Dunk
Segui la storia  |       
Autore: Claudiac91    29/02/2016    1 recensioni
Anko Saito, trasferitasi col padre nella Prefettura di Kanagawa, si ritroverà ad affrontare una nuova vita. Scappando da vicende piuttosto dolorose, avrà a che fare con una nuova scuola, nuove conoscenze senza però mai allontanarsi dall'amore della sua vita : il basket.
Genere: Drammatico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akira Sendoh, Hanamichi Sakuragi, Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Si sentiva una stupida ragazzina. Ma pensandoci lo era. La sua autostima l’aveva portata per troppo tempo sul piedistallo, tanto da ritrovarsi in difficoltà. Con Mistui s’intende. Lo odiava. Per tre fattori. In primis per il caos che aveva creato in palestra. Per le botte date e il rischio che aveva fatto correre alla squadra. Secondo, nonostante il suo stare lontano dal campo per due anni, si era rivelato  un ottimo giocatore. Durante la rissa, aveva scoperto insieme ad altri che all’età di 14 anni era stato proclamato miglior giocatore dell’anno. La sua specialità erano i tiri da tre punti. E a guardarlo mentre si allenava, nessuno poteva dire di non averlo meritato. Quando si dice “ la classe non è acqua”. Questo le mandava su i nervi. A lui era stata data la possibilità di tornare a giocare. Cosa che lei non poteva fare. E terzo. Gli piaceva da matti. Gli occhi verdissimi di Anko avevano indugiato forse troppo sul giocatore. Aveva osservato ogni lineamento. Ogni andatura del corpo. Ogni cosa. Ciò che portava la sua mente a pensarlo spesso e forse volentieri, era il fatto che Mitsui, dal canto suo, sembrava ricambiare gli sguardi. Il loro non – rapporto era cominciato così. Con uno sguardo. Alla fine del primo giorno d’allenamento, le si avvicinò. Non si erano parlati, né presentati dopo la sua entrata. A parte quello sguardo. Tuttavia afferrò il secchio colmo d’acqua che Anko aveva usato per pulire la parte del pavimento macchiata e allungano una mano verso di lei, l’aveva aiutata ad alzarsi. Senza dire nulla, si era diretto verso lo spogliatoio, portandosi secchio e spugna. Probabilmente il suo doveva essere un semplice gesto di cortesia. Era chiaro a tutti che l’ex migliore giocatore dell’anno fosse pentito per la situazione che si era venuta a creare. Ma la parte sfacciata di Anko credeva che dietro a quel gesto ci fosse di più. O forse si stava sbagliando? Perché, se così non fosse stato, continuare a posare gli occhi su di lei? Odiava anche se stessa, per aver perso totalmente il coraggio. Era una novità per lei trovarsi in difficoltà con una persona che le piaceva. Pochissime volte era successo, ma ne usciva sempre vincitrice. Con Mitsui tutto era un punto interrogativo. Come doveva comportarsi? Forse doveva aspettare che si avvicinasse nuovamente? In teoria lui aveva fatto la sua prima mossa. In pratica Anko si sentiva una stupida ragazzina. La risata di Haruko la destò dai suoi pensieri.
 
- Sei così tenera quando pensi a lui! – esclamò allegra e battendo le mani entusiasta.
 
Qualcuno si voltò nella loro direzione per poi tornare alle proprie cose. Anko le mimò il gesto di abbassare il volume della voce, guardandosi intorno imbarazzata. Era domenica pomeriggio, ed il giorno seguente sarebbero cominciate le eliminatorie per il campionato interscolastico. In palestra c’era una forte tensione e gli allenamenti erano stati intensificati. Persino quella mattina, da vice manager che si ritrovava, si era dovuta recare in palestra per gli allenamenti. Dopo pranzo, aveva organizzato un’uscita con la sorellina del gorilla, rifugiandosi in un bar carino del centro. Voleva includere Hanamichi all’appuntamento, ma era stato bloccato dal capitano che lo avrebbe trattenuto più a lungo agli allenamenti. Per l’affermazione di Haruko, le guance di Anko si colorarono di poco.
 
- L’essere tenera non mi riguarda – rispose in modo brusco, non riuscendo a nascondere l’imbarazzo.
 
Tuttavia Haruko non perse il sorriso divertito. Quando le era stato confessato dalla vice manager di provare un’attrazione per Mitsui, quasi le venne un colpo. Le era sembrata da subito un tipo tutto d’un pezzo, nonostante avesse aperto il suo cuore. Trovarla in quella situazione di disagio ed imbarazzo le faceva tenerezza. Oltretutto la rincuorava il fatto di non essere l’unica a rivolgere le sue attenzioni verso un giocatore della squadra.
 
- Io credo che la cosa sia reciproca – affermò, osservando Anko che nel frattempo beveva silente un sorso della sua coca.
 
Quest’ultima fece spallucce – Ci parliamo a malapena – ribattè.
Ma Haruko allargò il suo sorriso guardando oltre le spalle di Anko.
 
- Ma parlate con gli occhi, il chè non è poco! -
 
Sobbalzando di poco, la ragazza si voltò. Non si era accorta che Ayako le aveva raggiunte e senza aggiungere altro si accomodò, sfogliando distrattamente il menù posato sul tavolo.
 
- E tu da dove sbuchi fuori? – le chiese Anko sorpresa
 
Ayako le fece l’occhiolino – Mi sono sbrigata prima e sono corsa qui. Per te –
 
La vice manager inarcò un sopracciglio – Me?- chiese scettica.
 
La manager annuì – Parliamo dei tuoi problemi di cuore – affermò – Credi che non mi sono accorta che tu e il numero quattordici vi mangiate con gli occhi? –
 
Solo da qualche giorno erano state consegnate le nuove divise ai giocatori, e Mitsui ricopriva la maglia numero quattordici.
 
- Si chiama Mitsui – ribattè Anko, ma accorgendosi di essere caduta in trappola arrossì, pentendosi di aver aggiunto quella insignificante affermazione.
 
Haruko e Ayako scoppiarono in una fragorosa risata.
 
- Lo dico io che sei una tenera! – esclamò la prima non smettendo di ridere.
 
La seconda afferrò la guancia di Anko, torturandogliela con dei pizzichi – Invece di annegare nell’imbarazzo dovresti darti da fare! – la rimproverò – Non fare come questa qui che preferisce sognare che agire – E con un cenno del capo indicò Haruko che, timidamente, abbassò lo sguardo arrossendo.
 
Anko alzò gli occhi al cielo, constatando però che la manager non aveva tutti i torti.
 
Ma quale mossa sarebbe servita? Fosse stato un campo da basket, sarebbe stata in grado…
 
***
 
L’imminente partita di debutto contro il Miuradai era finalmente arrivata. Anko era particolarmente agitata, dal momento che la sua prova di manager stava per prendere una svolta definitiva. In gioco era una maestra, ma in teoria sarebbe stata capace di consigliare? Oltretutto doveva essere pronta per ogni evenienza, infortunio o altro e non poteva permettersi di dormire sugli allori. Si era posizionata in un banchetto al fianco di Ayako. Questo era stato sistemato accanto alla panchina che, per stupore di tutti, era occupata da quelli che dovevano essere i giocatori titolari : Rukawa, Miyagi, Hanamichi e Mitsui. Tuttavia Anzai aveva deciso di punirli e c’era il rischio che non sarebbero entrati in partita. Mossa poco consona, dal momento che le riserve non avevano le capacità necessaria per affrontare i titolari del Miuradai che senza preamboli, rubavano loro la palla per poi segnare. Sbuffando, Anko segnava sul quadernetto ogni avvenimento della partita. Di tanto in tanto la sua attenzione era catturata da Hanamichi che si alzava imprecando contro l’allenatore. Quest’ultimo irremovibile, sembrava non dargli corda. Quando alzava lo sguardo, i suoi occhi poi indugiavano su Mitsui. Silenzioso e corrucciato, se ne stava seduto a braccia incrociate fissando la partita. Con un sospiro Anko tornava a concentrarsi sul match borbottando una parolaccia ad ogni punto della squadra avversaria. Ayako al suo fianco sembrava ancor più disperata. Una luce di speranza parve brillare, quando finalmente Anzai si rivolse ai suoi titolari, domandando loro se avessero imparato la lezione. Entusiasta Anko balzò in piedi. Ayako sorrise rincuorata. Scoppiando a ridere Hanamichi si alzò, circondando le spalle del mister con un caloroso abbraccio e tirandogli  la parte grassa del mento.
 
- Non sa che sono un pacifista? – esclamò continuando a ridere.
 
Anko gli si avvicinò attirando la sua attenzione ed afferrandogli le mani
- E’ il tuo momento Hanamichi! – esclamò sorridendogli estasiata.
 
Arrossendo appena, Hanamichi annuì e ricambiò la stretta – Ce la farò bellezza! –
 
L’arbitro fermò il gioco e quattro dei giocatori in campo, eccetto il capitano, uscirono dal campo.
 
- Stai tranquillo! – urlò Anko rivolta al rossino e sventolando la mano.
 
Mitsui le passò davanti. Senza dir nulla, si guardarono per un momento. Poi il giocatore continuò ad avanzare, raggiungendo gli altri titolari in campo.
 
- Ora si che ci divertiamo! – affermò Ayako sorridente in volto, mentre Anko le si riaccomodava accanto.
 
La partita prese tutta un’altra piega. La velocità di Miyagi, la precisione di Rukawa, lo scudo di Akagi e i tiri da tre punti di Mitsui erano i fattori fondamentali del cambiamento. Con poca fatica, stavano riuscendo ad accorciare le distanze del punteggio. L’unico che sembrava un pesce fuor d’acqua era Hanamichi. Riceveva pochissimi passaggi e quelle poche volte che riusciva ad afferrare la palla, rischiava di fare fallo verso il proprio marcatore. Anko si era alzata e posta sulla linea che la separava dal campo, urlandogli frasi d’incoraggiamento e suggerimenti. Tuttavia il rossino pareva non ascoltarla. Quando lo Shohoku raggiunse il pareggio, l’allenatore del Miuradai aveva chiesto una pausa. In fretta e furia, Anko afferrò gli asciugamani per distribuirli ai titolari. Quando lo consegnò ad Hanamichi lo colpì con un buffetto.
 
- Hey! – esclamò quello leggermente irritato per quel gesto.
 
- Perché non mi ascolti? – lo rimproverò la vice manager osservandolo seria – Rischi di farti fischiare altri falli e così verrai cacciato! -
 
Hanamichi ridusse gli occhi a fessure – Un genio come me sa quel che fa! – affermò, gonfiando il petto e mostrando una smorfia sul volto.
 
Anko sospirò, ma qualcuno attirò la sua attenzione, quando sentì tirare l’asciugamano che aveva tra le mani. Si voltò ed arrossì quando vide che Mitsui le era troppo vicino e aveva sfiorato la sua mano.
 
- Ah scusami Mitsui! – esclamò, non accorgendosi che era l’unico giocatore alla quale non aveva consegnato l’asciugamano.
 
Mistui le sorrise appena, in un modo che la ragazza trovò tremendamente sensuale
- Con Sakuragi capita di distrarsi – affermò, spostando il suo sguardo sul compagno.
 
- Che vorresti insinuare? – sbottò Hanamichi, ma Mitsui gli diede le spalle per avvicinarsi e mormorare qualcosa al playmaker.
 
Ancora rossa in volto, Anko lo osservava. Aveva constato in quell’istante che, per la prima volta, avevano avuto una cosa simile ad una conversazione. Si autoproclamò nuovamente stupida. Come poteva restare imbambolata per una mezza parola che le era stata rivolta?
 
- Anko cara -
 
La voce dell’allenatore la destò. Si avvicinò quasi correndo al mister che, intanto, si era nuovamente accomodato in panchina.
 
- Si?- gli chiese educatamente facendo un breve inchino
 
- Avrei bisogno di un thè – rispose quello – potresti andare al distributore? -
 
Perplessa e stupita per quella richiesta annuì senza aggiungere altro. Mentre si stava allontanando sentì l’arbitro fischiare, così il gioco riprese. Corse, imboccando un lungo corridoio fino a giungere ai vari distributori. Localizzando quello delle bibite “ calde”, infilò una moneta nella serratura e premette sul pulsante interessato. Quando il bicchiere fu riempito al massimo, lo prese delicatamente, tentando di non scottarsi. Lentamente si voltò e cominciò ad incamminarsi, quando un ragazzo altissimo stava venendo nella sua direzione. Senza preamboli si fermò sul posto e lo osservò. Aveva degli insoliti capelli neri drittissimi, occhi azzurri quasi come quelli di Rukawa e la pelle bianca come la porcellana. Ma lo sguardo di Anko fu catturato dalla scritta sulla sua tuta sportiva.
Ryonan”
 
Accorgendosi dello sguardo indagatore della ragazza, il tizio si bloccò di colpo, ricambiando. I suoi occhi indugiarono sulla giacca rossa di Anko, su cui era cucita la scritta “Shohoku”.
 
- Hey – la salutò quello.
 
Anko rispose con un cenno del capo
 
- Sei dello Shohoku? – le chiese sorridendo e mostrando dei denti bianchissimi
 
Senza dir nulla, la ragazza annuì continuando a squadrarlo.
 
- Non ti ho vista all’amichevole – aggiunse quello, mantenendo il sorriso e non distogliendo lo sguardo.
 
- Non ero ancora arrivata a scuola – affermò Anko rilassandosi di poco – Sono entrata da poco in squadra -
 
Il ragazzo annuì – Sono Sendoh. – disse allungando una mano nella sua direzione – Akira Sendoh –
 
Anko sgranò in un primo momento gli occhi. Ricomposta, gli strinse la mano presentandosi. La squadra le aveva accennato qualcosa riguardo l’amichevole disputata contro il Ryonan qualche giorno prima del suo arrivo. L’argomento principale era stato proprio Sendoh, profondamente odiato da Rukawa e giocatore di gran talento e maestria.
 
- Quindi – intervenne Sendoh – sei una mascotte o … ? –
 
Anko inarcò un sopracciglio – Vice manager – ribattè con tono antipatico.
 
Sendoh fece una breve risata –Ora lo Shohoku ha anche una vice manager…molto socievole – constatò ironico.
 
Accortasi della sua antipatia immotivata, Anko allungò gli angoli della bocca per fare civile.
 
- Vedo che la tua squadra si sta dando da fare – aggiunse il giocatore – Non siete partiti col piede giusto -
 
La ragazza fece spallucce – L’allenatore si era fissato di far giocare le riserve ed abbiamo perso tempo –
 
Il sorriso dal volto di Sendoh scomparve per un momento – Come mai? – chiese realmente stupito.
 
Anko sospirò. La sua mente le ricordò per un breve attimo la rissa. – Lunga storia – si limitò a rispondere, scuotendo il capo.
 
Il ragazzo tornò a sorriderle – E’ per questo che hai preso il thè? – le chiese divertito – Per l’ansia?-
 
Anko strabuzzò gli occhi dimenticandosi totalmente di dover portare la bibita ad Anzai.
 
- No! – esclamò paonazza – E’ per il mister! Mi stavo dimenticando! -
 
Sendoh rise – Vai allora o si raffredderà – disse.
 
Anko stava per incamminarsi di nuovo, quando tornò a rivolgersi a lui.
 
- Come mai sei qui?- gli chiese.
 
Il giocatore le fece l’occhiolino – Io e la mia squadra siamo venuti per lo spettacolo –
 
La ragazza alzò gli occhi al cielo e gli mormorò un “ ciao
 
- Sorridi di più che sei carina! – aggiunse Sendoh alzando il tono della voce.
 
Senza voltarsi, Anko aumentò il passo, con le guance che si coloravano e un mezzo sorriso stampato sul volto. Tutto sommato non era male…
 
Quando rientrò nell’immensa palestra dove si stava disputando la partita, notò la presenza di un altro giocatore del Miuradai. Alto, grosso e con la testa pelata. In fretta, si avvicinò all’allenatore porgendogli il thè.
 
- E’ ancora caldo stia attento – gli consigliò premurosa.
 
La sua risposta fu semplicemente “ oh oh oh”.
 
Quando si riaccomodò al fianco di Ayako, quest’ultima la scrutava curiosa 
- Hai fatto amicizia col distributore? – le chiese sarcastica.
 
Anko scosse il capo, cercando di mantenere lo sguardo sul campo – Che sta succedendo?- le chiese sviando la domanda.
 
Brevemente, Ayako le spiegò l’andamento del match e dell’ingresso dell’ “arma segreta” del Miuradai.
 
Anko inarcò un sopracciglio – Beh – affermò – Tutto muscoli ma nessuna tecnica. Si muove come un primitivo –
 
- Era un giocatore di rugby. Si chiama Naito – aggiunse Ayako.
 
La sua vice scosse il capo sospirando pesantemente. Questa le mancava…
 
Yasuda, una delle riserve dello Shohoku, piuttosto piccolo e magro, si alzò dalla panchina per rivolgersi ad Hanamichi.
 
- Tranquillo – esclamò – Vedrai che andrà tutto liscio come l’olio -
 
Il rossino, che ricopriva la maglia numero dieci, si voltò verso la panchina infuriato
- Ma che dici Yasuda! – ribattè – Guarda che l’unica cosa liscia qui è la testa di quel pelato!-
Ed affermando ciò indico l’ex giocatore di rugby che lo guardò perplesso.
 
Metà dei presenti in palestra risero, compresa Anko che per la battuta si stava quasi per piegare in due mantenendosi la pancia con le lacrime agli occhi. Ayako al suo fianco cercò di restare seria, ma le comparve un sorriso mantenuto sul volto.
 
Con gran maestria, Rukawa rubò la palla a Naito per poi passarla a Mitsui che, di conseguenza, la lanciò in direzione di Akagi. Saltò e segnò.
 
- Kaede ha capito il punto debole di Naito – affermò sorridente Anko battendo le mani.
 
Anzai emise la sua solita risatina.
 
In pochissimo tempo, grazie alla triade d’attacco Akagi, Mitsui e Rukawa, lo Shohoku accumulò un notevole vantaggio. Oltretutto la tecnica e la velocità di Miyagi aveva creato scompiglio nella difesa del Miuradai. Tuttavia, anche se contenta, Anko poggiava di tanto in tanto lo sguardo su Hanamichi, che non faceva che accumulare falli e figuracce. Preoccupata per il suo stato d’animo, strinse i pugni sulle ginocchia, pregando che la partita finisse quanto prima. Mancavano gli ultimi quattro minuti al termine, e dopo aver commesso il quarto fallo, Hanamichi riuscì a partire in contropiede dopo aver acciuffato la palla passatagli da Miyagi. Entusiasta di quello che doveva essere un suo riscatto, Anko balzò in piedi ponendosi sulla linea di confine e intrecciando le mani come per fare una preghiera. Quando fu quasi sotto al canestro, Hanamichi saltò per compiere una schiacciata. Tuttavia colpì la testa pelata di Naito che aveva compiuto un salto per bloccarlo. Tutte le speranze di Anko crollarono. L’abirtro fischiò l’espulsione e così a capo chino ed imbarazzato il ragazzo uscì dal campo. La vice manager lo raggiunse afferrandolo per un braccio.
 
- Oh non importa! – lo incoraggiò – Era la tua prima partita! -
 
- Si – ribattè lui a voce stridula – Ma non ho segnato neanche un punto! Non ho fatto apposta il fallo su Naito!-
 
Anko sospirò passandogli una mano sulla lunga schiena sudata per consolarlo. L’arbitro fischiò la fine della partita e lo Shohoku passava al secondo turno vicendo con più di cinquanta punti di vantaggio sul Miuradai. Tutta la panchina esultò. Ayako corse in direzione di Miyagi per abbracciarlo. Quest’ultimo estasiato, ricambiò incredulo l’abbraccio. L’allenatore non disse nulla, continuando a bere silente il suo thè.
 
- Ce l’abbiamo fatta! – esclamò Kogure per dare il cinque al capitano.
 
- Si! – esclamò Ayako liberandosi dalla stretta col playmaker – Siamo i migliori! -
 
Anko si voltò, incrociando lo sguardo di Rukawa e sorridendogli. Egli ricambiò con una smorfia, per poi afferrare un asciugamano e ponendoselo sul capo. Yasuda si avvicinò ad Hanamichi per dirgli parole di conforto che sembrò apprezzare. La ragazza posò gli occhi su Mitsui che , dopo essersi scambiato una stretta di mano col playmaker, ricambiò lo sguardo. Le fece l’occhiolino e quella arrossì per l’imbarazzo abbozzando un sorriso. Tuttavia qualcosa sugli spalti catturò la sua attenzione. Un ragazzino che indossava la stessa divisa di Sendoh stava urlando frasi d’incoraggiamento nei confronti di Hanamichi che, accortosi, lo salutò a malapena con un gesto della mano. Gli occhi di Anko si spostarono sulla figura al fianco del ragazzo, e riconobbe gli occhi celesti di Sendoh.
 
 
*** Continua ***
 
Ci ho messo pochissimo, ammettetelo! L’ispirazione era nell’aria e così ho scritto tutto di getto. Le parole uscivano a fiumi e non c’è sensazione migliore dell’essere ispirata! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Forse l’incontro con Sendoh vi ha un destabilizzato, ma non temete. Anko e il nostro teppista preferito hanno molto da fare! A meno che…shhh! Non aggiungo altro! Alla prossima! Un bacio a tutti!
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Slam Dunk / Vai alla pagina dell'autore: Claudiac91