Fanfic su attori
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Autore: Sognatrice85    26/03/2009    4 recensioni
Salve a tutti...dopo mille ripensamenti, ho deciso di pubblicare qui la mia prima fan fiction. E' nata per la passione che nutro per Robert Pattinson...io la definisco un pò banale, ma sento totalmente mio quello che ho scritto, perchè ho provato davvero certe sensazioni ed emozioni e ho cercato di metterle per iscritto...spero sia di vostro gradimento. Posto un prologo...ci saranno come sottofondo in molti pezzi di questa storia, delle canzoni...ascoltatele se potete, quando la leggerete ...grazie a chi la leggerà...
MODIFICHE CAPITOLI IN CORSO!!! CANCELLERò LA STORIA E LA POSTERò NUOVAMENTE!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui a postarvi il primo capitolo di questa storia...volevo ringraziate tutti coloro che l'hanno aggiunta tra i preferiti, spero che commentino perchè mi piacerebbe sapere che ne pensate, anche in negativo, mi aiuta a crescere...e ora ringrazio infinitamente chi ha recensito Fairwriter: sei stata la prima a leggerla e non sai che gioia ho provato quando ho visto il tuo commento!!!Grazie, grazie...non ti sbagli sul titolo, è stata proprio quella canzone ad ispirarmi, è nato tutto per caso, ho cominciato a scrivere senza rendermene conto ed è uscito fuori questa fan fiction. Grazie per i complimenti, sono rossa come un peperone... Giulls: Ah Giulls...lo sai che per me è un onore ricevere una tua recensione!!!Adoro come scrivi e quindi un tuo commento positivo, non può che rendermi orgogliosa...grazie... Daydre4mer: Aaaaaaaaaaaaaah...la mia Stef!!! E' stato bellissimo, leggere anche la tua recensione, grazie per essere presente anche qui...grazie di cuore...!!! Reneesme:Grazieeeeeeeeeeeeeee...sono davevro contenta che le mie emozioni ti siano arrivate...ho cercato di rendere ben evidente su carta, ciò che ho provato...grazie per aver letto... Spero che continuerete a seguirmi...come sempre voglio suggerirvi una canzone che mi ha guidato nella stesura di questo pezzo...http://www.youtube.com/watch?v=FI4izdA8Il0&feature=related...se potete ascoltatela, mi rappresenta parecchio... È strana la sensazione che si prova quando ti senti di voler essere al posto di qualcun altro… Io avvertivo quella sensazione e mi sentivo stupida, ma soprattutto tanto triste e non capivo perché ogni mio pensiero fosse rivolto a quelle emozioni che quel libro mi provocava, non capivo perché dovevo sentirmi così legata a una persona che non esiste se non nella fantasia di una scrittrice… Camminavo per Piano di Sorrento, piccolo paesino vicino Sorrento, immersa nei miei pensieri e non mi accorsi che le lacrime calde e amare avevano cominciato a rigarmi il volto…scossi la testa incredula…come potevo piangere per qualcosa di così stupido? Non capivo… Tutto era cominciato qualche giorno prima, dopo aver visto quel film…mi sentii attratta dalla storia d’amore fra i due protagonisti e decisi di comprare il libro che aveva ispirato il film…lo lessi con una foga che non riconoscevo mia…avvertivo dentro di me il desiderio di sapere come andasse a finire la storia e ogni volta che accadeva qualcosa di doloroso mi sentivo colpire al cuore, manco fossi io la protagonista del racconto. Forse era proprio quello il problema: volevo essere “lei”…lo volevo ardentemente…quel libro senza volerlo aveva risvegliato in me un vecchio desiderio, la vecchia “me”…colei che amava sognare ad occhi aperti l’arrivo del grande amore della sua vita, un amore che si struggesse per lei e che fosse così forte da superare qualsiasi ostacolo e confine…un amore che nella nostra realtà non esiste…e questa certezza mi faceva stare peggio… I miei passi erano lenti, quasi strisciavo i piedi per terra, mi resi conto che ero proprio stanca, la giornata era stata lunga e decisi che dovevo sedermi e mi gettai sulla prima panchina che incontrai per strada…avevo gli occhi fissi nel vuoto, guardavo il cielo e mai come in quel momento speravo che piovesse…presi dalla borsa il libro…lo rigirai tremila volte tra le mani e cominciai a parlare con me stessa: “Sono proprio pazza!!!Come posso sentire questi sentimenti per lui…lui non c’è, non è reale…”…cercavo di convincermene, ma senza risultato…pensavo alla descrizione del suo sguardo, del suo sorriso e mi sentivo il cuore battere forte…mi poggiai la mano sul petto e cercai di respirare lentamente…ad interrompere questo folle momento ci pensò il mio cellulare…squillò improvvisamente e sobbalzai incredula…”Pronto?”…”Marghe ma dove sei? Ti sei dimenticata che dovevamo vederci oggi?”. Controllai l’orologio e mi resi conto che erano le 18:00 e fu allora che ricordai che mezz’ora prima dovevo vedermi con Daniela…la mia migliore amica, la persona più dolce e tenera che si potesse incontrare nella vita. “Uh hai ragione Dany! Scusa, ho avuto un contrattempo. Ora ti raggiungo subito”. Corsi a prendere l’auto, mi guardai allo specchio e sembravo un mostro, anzi lo ero…cercai di nascondere quanto potevo il mio stato d’animo, infondo ero abituata a fingere di stare bene…fino ad allora avevo saputo tenere nascosto anche a me stessa quello che ero realmente e quello che volevo… Arrivai sul luogo dell’appuntamento e vidi Daniela corrermi incontro preoccupata “Ma che fine hai fatto? Potevi almeno mandarmi un messaggio o telefonarmi, mi hai fatto fare i vermi”. Risi “Scusa, scusa”. Salì in auto e mi guardò torva…”Cos’hai Marghe? In questi giorni sei così strana…parli e mangi poco, sei sempre pensierosa…” “Nulla, stai tranquilla…mi conosci e sai che a volte mi lascio andare…è solo stanchezza, passerà…”. A quelle parole vidi la faccia di Daniela rilassarsi “Dovresti riposare un po’ la notte, invece di leggere” e indicò il libro nella mia borsa. Risi di nuovo in modo nervoso e le dissi “Non posso farci niente se sono così passionale, quel libro mi travolge totalmente e non mi rendo conto del tempo che passa” “Ma se lo hai letto già trentamila volte!!!Comunque che contrattempo hai avuto?” “Beh…sono andata in edicola a comprare i restanti libri della saga…ehm…” mi sentivo una sciocca “…ho perso tempo c’era gente…” “Tu sei proprio matta” disse voltando lo sguardo fuori dal finestrino. Cercai allora di cambiare argomento “Allora stasera che si fa?” dissi “Ti prego però niente di stressante, sono stanca”. “Non ti preoccupare Marghe, ho organizzato una pizza a casa mia col resto del gruppo. Qualcosa di rilassante e che ti piace” rise “…ovviamente mi riferisco alla pizza, eheheheh”. La guardai e sorrisi. Arrivati a casa sua, trovai già tutti là ad aspettarci, tutti ridevano, scherzavano ed io in quell’esatto momento mi sentii fuori posto…non ero dell’umore per ridere, ma cavoli non riuscivo a capirne il motivo, stavo bene fisicamente, non avevo altri problemi, ma ero…vuota…o perlomeno era quella sensazione che dominava… Qualcosa mi scosse…era Alessandro che parlava “Marghe vuoi ancora una fetta di pizza?” “Ah Ale, no grazie non ho più fame mi sento piena” “Ma se hai mangiato pochissimo” mi guardò con gli occhi sbarrati “No davvero non ho più fame” e sorrisi cercando di convincerlo che stavo bene… “Ragazzi che ne dite di vederci un film” disse qualcuno. Alla parola film sobbalzai e il mio pensiero ancora una volta andò lì…scrollai la testa come per fare a pezzi i pensieri costruiti ma servì a poco visto che durante tutta la durata del film non feci altro che rivedere nella mia testa quelle scene, questa volta era diverso, perché ero io la protagonista…solo allora mi accorsi che ad attirare la mia attenzione non era solo il personaggio, ma il suo interprete: Robert...lui aveva qualcosa che suscitava in me sensazioni indescrivibili, forse stavo impazzendo, ma da quel momento cominciai a cercare notizie su di lui, scoprendo ogni giorno di più quanto mi sentissi legata a lui, il suo modo di fare, di parlare così maledettamente attraente, dolce...ero come in trans... Passarono altre settimane, ma la mia apatia, se così la vogliamo chiamare, non andava via. Mi ero imposta di non leggere più né tanto meno di avvicinarmi al cinema…preferivo immergermi nello studio, a breve avevo gli esami, stavo cominciando un nuovo percorso, lontana dal mio paese e all’inizio ne ero entusiasta, invece ora provavo solo tanta paura e nostalgia. Sentivo che stavo crescendo e che presto le responsabilità sarebbero aumentate e mi chiedevo se ero in grado di far fronte a tutto, ero davvero così forte come avevo sempre fatto credere a tutti? Beh la risposta era proprio davanti ai miei occhi…mi guardavo allo specchio e capivo che per come mi ero ridotta non ero forte per nulla. Nella mia vita avevo sempre messo al primo posto gli altri, lo studio, ma non avevo mai preso in considerazione me stessa e quello che sentivo e volevo. Avevo rinchiuso nell’angolo più nascosto di me l’amore per la musica, il canto, il desiderio di comunicare agli altri emozioni forti, indelebili e cosa più grave avevo smesso di credere nell’amore…quel sentimento che fino ai 16 anni aveva illuminato le mie giornate, mi aveva fatto sognare ad occhi aperti, piangere davanti ad un film romantico…quell’amore che mi avrebbe dovuto far sospirare, felicità e dolore allo stesso tempo, purchè fosse amore, amore vero, come quello che ero pronta a donare a tutti senza condizioni, salvo poi sentirmi stupida perché nessuno capiva come realmente ero e perché a volte fossi così entusiasta di stare con gli amici o di parlare semplicemente con qualcuno. La vita mi aveva cambiata, mi aveva spinta ad adottare un atteggiamento che ben si conformasse con quello che gli altri volevano o meglio a quello che gli altri vedevano in me…niente di più sbagliato…per fare questo avevo rinnegato me stessa. "Guardami quella che tu vedi non sono io, tu non mi conosci, è così la mia parte è questa qua...eccomi, ciò che mostro è solo esteriorità, certo non il cuore mio...dimmi, dimmi chi è l'ombra che riflette me, non è come sono io e il perchè non so...sono qui obbligata sempre a nascondere quello in cui più credo, essere fuori e dentro uguale un'identità, in un mondo in libertà..." cantava Syria qualche anno fa… Dentro di me ribolliva la verità e sempre più prepotentemente voleva emergere, ma avevo troppa paura, perché quello che provavo non era quello che mi ero imposta. Sono sempre stata la classica ragazza tranquilla, monotona, ma negli ultimi tempo vivevo con la speranza che qualcosa cambiasse, lo volevo fortemente. Dentro di me cominciavano ad avanzare la voglia di evasione. Volevo andare via, lontana da tutto e da tutti per poter vivere alla giornata almeno una volta nella mia vita, senza programmare nulla, senza sperare nulla…volevo solo VIVERE!!! Forse è questa mia voglia di vivere che mi spinse a prendere una scelta che avrebbe cambiato del tutto la mia vita: partire per Londra. Posto che non avevo mai amato, avendo io una forte avversione verso la lingua inglese. A spingermi verso quella direzione fu l’attrazione che provavo ogni giorno sempre più forte per quell’attore, sapevo benissimo di essere matta, non sarei mai riuscita ad incontrarlo ne tantomeno a chiacchierarci, ma volevo e dovevo provare. Era l’occasione giusta per poter imparare finalmente l’inglese. La mia fu una decisione che sorprese tutti, me per prima, non credevo di essere così forte da decidere di andare da sola in un posto così grande e così diverso da quello in cui vivevo. Sapevo bene che avrei avuto mille difficoltà, ma lottai con tutta me stessa per convincere i miei genitori. Sapevo anche che avrei fatto preoccupare mia madre, ma la mia vita in quel momento era più importante; c’era ovviamente anche la possibilità che non mi sarei trovata bene, in quel caso avrei fatto le valigie e sarei tornata a casa, ma almeno sapevo che ci avevo provato. Decisi di partire a gennaio…erano venuti tutti all’aeroporto a salutarmi, fu una cosa davvero strana, vivevo quel momento come fosse un addio, dentro di me sapevo che qualcosa stava davvero cambiando, ma ammetterlo era davvero troppo difficile. Mi pianse il cuore nel lasciare la mia migliore amica, sapevo che qualsiasi cosa sarebbe successa lei sarebbe restata sempre la migliore amica del mondo, ci saremmo sentite sempre e le avevo promesso che sarei tornata e ovviamente volevo e pretendevo che anche lei potesse venire a trovare me. I miei amici e la mia famiglia erano fortemente convinti che dopo poco sarei tornata, davano tutti per scontato che avrei sentito nostalgia di casa.
   
 
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