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Autore: Em_    29/02/2016    9 recensioni
«Perché è capitato ad Oliver? Che cosa aveva fatto di male? Non è giusto!»
«È stato uno stupido incidente, capitato alla persona sbagliata. Mi dispiace tanto, tesoro.» continuò Cait accarezzandole i capelli.
«Io lo amavo da morire…» rispose singhiozzando la bionda.
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Cosa succederebbe se Oliver fosse naufragato nelle fredde acque della Russia?
Come reagirebbe Felicity alla notizia di aver perso per sempre suo marito?
Oliver tornerà, pieno di segreti e di dubbi, ma cosa accadrebbe se il segreto più grande se lo portasse dentro Felicity?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barry Allen, Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Chapter eight - Hidden truth





Oliver
Era passata una settimana dall’ultima volta che avevo visto e sentito Felicity, dopo la mia confessione su Isabel non c’era più stato alcun contatto tra noi. Avevo provato a mandarle un messaggio qualche giorno dopo, ma non aveva mai risposto e sapevo che a quel punto avrei dovuto lasciarle spazio. Era restia a credere a ciò che le avevo raccontato, non pensava che non avessi mai fatto niente con Isabel, nonostante quella fosse la verità, e da un lato la capivo, anzi probabilmente avrei reagito allo stesso modo. Il problema in questo caso era che Isabel non era una qualunque, era una serpe pronta a tutto per ottenere quello che voleva, sarebbe stata capace di inculcare nella mente di Felicity bugie su bugie ed io avrei potuto farci poco e niente. Non sapevo ancora quale fosse il suo piano, ma ero convinto che pian piano avrebbe fatto le sue mosse e quasi sicuramente sarebbero state dirette a me. Voleva vendicarsi per ciò che era accaduto in Russia, altrimenti non mi avrebbe mai seguito fino a Starling City.
«Oliver? Posso?» chiese una voce maschile alquanto familiare.
«John! Non posso crederci! Vieni, entra.» lo invitai alzandomi dalla scrivania del mio ufficio.
John Diggle era sempre stato un amico di famiglia, da quando Felicity aveva iniziato a frequentarmi l’aveva visto come una specie di padre, erano sempre stati particolarmente legati loro due. Dig lavorava ancora per la mia famiglia da quanto avevo capito, e lui e Lyla avevano avuto una bambina poco prima che io scomparissi con il Queen’s Gambit. Non lo vedevo da allora e trovarmelo qui in ufficio era stata una bellissima sorpresa.
«Come stai?» gli domandai offrendogli un goccio del mio scotch.
«Come sto io? Sei tu ad essere tornato dal regno dei morti, Queen.» mi rispose prendendomi in giro.
«Lo so, lo so. Anche mia madre e Thea continuano a ripetermelo.» 
«Ti trovo bene nonostante tutto.»
«Sì, non mi lamento…» affermai sorseggiando un po’ del liquore.
«Ma c’è comunque qualcosa che ti preoccupa, vero? Saranno anche passati quattro anni, ma non sai proprio nascondere le tue emozioni, almeno non a me.»
«Mi hai sempre capito troppo bene tu.»
«Si tratta di Felicity?» mi chiese colpendo nel segno.
«No, sì, non solo… È tutto un gran casino, John.» sospirai.
«Oliver, ascolta, immagino tu ne abbia passate tante e non starò qui a chiederti i dettagli, ti dico solo che dovresti essere totalmente sincero con Felicity. Si vede lontano un miglio che sei ancora innamorato di lei, non lasciartela scappare.»
«È palese che io la ami ancora, ma lei non si fida di me e non so come fare per tenerla al sicuro.»
«Devi dirle la verità, raccontale tutto, da cosa provi a ciò che hai fatto laggiù. Non sarà di certo semplice ma Felicity ne vale la pena.»
«Non posso raccontarle tutto, non voglio che… Che sia nel mirino di certa gente…» provai a spiegare.
«Non sarà la verità a metterla in pericolo, Oliver, credimi. Ho passato le stesse cose un anno fa con Lyla ed eravamo arrivati al punto di voler divorziare solo perché io non ero stato sincero con lei. Quando mi sono reso conto che stavo per perdere mia moglie e forse anche mia figlia mi sono deciso a raccontare tutto, ogni dettaglio, ogni emozione e lei ha capito. Abbiamo affrontato la questione insieme come una coppia, come una famiglia ed ora siamo più felici che mai.»
«John, non è così facile… Ho provato a spiegarle determinate cose, ma lei non si fida.»
«Probabilmente sentiva che ancora le nascondevi delle cose. Ricordati che Felicity ti conosce meglio di te stesso.»
«Questo è totalmente vero… Mi ha sempre capito meglio di chiunque altro.»
«Quindi seguirai il mio consiglio? Guarda che se la fai soffrire ti sparo.» mi minacciò ridendo.
«Non ho dubbi che lo faresti! Ma sì, credo seguirò le tue sagge parole. Grazie John, per tutto.»
«Mi ha fatto piacere rivederti, Oliver. Dovresti passare una sera, Lyla vuole salutarti.»
«Devo una cena a te e anche a Barry, mi sa che sarò apposto per i prossimi mesi!» risposi stringendo la mano al mio amico.
«Sicuramente! Ah, dimenticavo, tua madre ti sta cercando e mi ha chiesto di dirti se la raggiungi a casa appena puoi.»
«Lo farò, grazie.» dissi.
«Stammi bene, Oliver.» mi salutò.
John chiaramente aveva ragione su ogni cosa, tenere Felicity all’oscuro o rivelarle solamente mezze verità non aveva senso. Dovevo essere sincero con lei, spiegarle i motivi che mi avevano tenuto lontano da casa per così tanto tempo e quasi sicuramente avrebbe capito. Forse non ne sarebbe stata entusiasta, ma almeno c’erano tutte le carte in tavola e così si sarebbe potuta nuovamente fidare di me.
All’ora di pranzo mi presi una pausa e ritornai a casa dove teoricamente mia madre mi aspettava. Non avevo idea di cosa volesse parlarmi, ma non potevo non presentarmi o mi avrebbe fatto una testa così poi. Parcheggiai la mia auto in garage e mi recai nel grande salone della villa, mia madre era tranquillamente seduta sul divano con dei fascicoli tra le mani, sicuramente erano progetti o statistiche della Queen Consolidated.
«Mamma.» la chiamai così che alzasse la testa verso di me.
«Oliver, finalmente sei qui.» rispose richiudendo tutte le scartoffie che stava leggendo.
«Come mai mi hai fatto tornare? Diggle mi ha detto che mi cercavi.» chiesi sedendomi accanto a lei.
«Ho bisogno di parlarti.» mi disse lei senza incrociare il mio sguardo.
«E non potevi telefonare in ufficio o sul mio cellulare?»
«No, non questa volta.» affermò.
«Okay, d’accordo. Che succede?» domandai capendo che qualcosa la turbava.
«Thea non c’è, vero?»
«No, non l’ho vista. Credo sia all’università, mi aveva accennato che prossimamente avrebbe avuto un esame, perché?» le chiesi non capendo che cosa centrasse mia sorella in tutto questo.
«Perché non voglio che sappia nulla di questa storia, non ora almeno.» rispose.
«Va bene, mamma. Ora mi vuoi dire che ti prende?»
«Leggi tu stesso, non penso ci siano parole giuste per esprimere una situazione del genere.» mi disse porgendomi tutti i fogli che prima stava leggendo.
Incuriosito aprii il fascicolo notando che conteneva per la maggior parte foto, c’erano poche scritte qua e là, forse erano appunti. Ne sfogliai un paio accorgendomi che la persona fotografata era Felicity… Un momento, chi aveva pedinato mia moglie? Perché mia madre aveva delle sue foto scattate a Central City? Guardando più attentamente mi resi conto che erano vecchie fotografie, le date risalivano tutte a dopo la mia scomparsa, alcune erano addirittura di tre anni prima.
«Non capisco, perché mi stai facendo vedere tutto questo? L’hai per caso fatta seguire da qualcuno?» domandai a mia madre.
«Non sono stata io, ho trovato tutto stamattina nella cassetta postale. Però ti prego, vai avanti.» mi rispose invitandomi a continuare.
Ora potevo dire di essere confuso, qualcuno aveva spiato Felicity nel corso degli anni e aveva spedito queste foto a casa nostra per farci vedere quello che aveva fatto? Stavo provando a capire ciò che stava succedendo quando vidi qualche foto di lei con due bambini. Li teneva in braccio, ci giocava, li accompagnava al parco. In un primo momento pensai che si fosse messa a fare qualche turno da babysitter per un’amica, ma poi realizzai che era troppo “legata” a quei due bambini e che non potevano essere solo i figli di una sua amica. Osservai ogni singola foto, soffermandomi di più sull’ultima che risaliva a cinque mesi fa, Felicity teneva in braccio la bambina e per mano il bambino, tutti e tre sorridevano  e sembravano davvero molto felici. Fu in quell’istante che capii che quelle due creature erano figli suoi. Rimasi a fissare quella fotografia per un tempo infinito, non mi sembrava neanche vero.
«Oliver, dì qualcosa.» mi incoraggiò mia madre.
«Non… Non so che cosa dire.» risposi ancora scosso.
«Io non ne sapevo niente, mi dispiace tanto che tu l’abbia scoperto così.» affermò accarezzandomi dolcemente la schiena.
«Non posso credere che me l’abbia tenuto nascosto…»
«Tesoro, vedrai che si risolverà tutto.»
«Come potrà risolversi, mamma? Mi ha chiesto di essere sincero con lei quando era lei stessa a tenermi nascosta una cosa così grande!» sbraitai.
«Non so perché l’abbia fatto, non me ne capacito neanch’io, ma Oliver dovrete pur parlare d’ora in avanti no? Se non altro per il bene dei bambini.»
«Scusa che vuoi dire?» le chiesi non capendo cosa volesse dire, ero talmente frastornato e arrabbiato che non ragionavo.
«Credo tu voglia far parte della loro vita, e Felicity è pur sempre la loro madre, quindi dovrete avere un rapporto civile, questo intendo.»
«Far parte della loro vita? E perché mai? Che diritto ho io di intromettermi nella vita di due bambini di poco più di tre anni?» domandai alzando ulteriormente il tono della voce.
«Oliver, ma ti stai ascoltando? Sono i tuoi figli, per l’amor del cielo!» mi rispose la donna con tono alterato.
«Aspetta un attimo… Cosa?!»
«Oh mio dio, non avrai mica pensato che fossero di qualcun altro? Ma non vedi quanto ti somigliano? Lo vedrebbe pure un cieco!»
«No, non sono miei. Non possono esserlo.»
«Oliver, so che sei sconvolto almeno il doppio di quanto lo sono io, ma negare l’evidenza non ti aiuterà.» esclamò mia madre provando a farmi ragionare.
«Non posso accettare che siano miei, non posso farlo perché se così fosse dovrei iniziare ad odiare Felicity e non credo di poter sopportare anche questo.» spiegai, questa volta con un tono più pacato.
«Non hai bisogno di odiarla. Per quanto io stessa sia profondamente delusa è pur sempre la madre dei miei nipoti
«La Felicity che conoscevo non l’avrebbe mai fatto. Non riesco ad elaborare tutto questo, è davvero troppo. Ho bisogno di aria.» dichiarai alzandomi dal divano.
Mia madre non disse nulla e mi lasciò andare, forse aveva capito che ora come ora avevo solo bisogno di essere lasciato in pace. Scoprire da delle stupide foto di avere non uno, ma due figli mi aveva letteralmente spezzato. E non parlavo solamente del cuore, ogni singola parte del mio corpo era rotta, mi sentivo tradito e preso in giro e questo dolore derivava dall’unica persona che pensavo non mi avrebbe mai provocato sensazioni simili. Probabilmente mi sbagliavo.










Angolo autrice
Alla fine ce l'ho fatta a pubblicare oggi, visto che brava? xD
Beh, questo è un capitolo abbastanza importante... C'è la "prima" parte dove Oliver e Dig si rivedono e quest'ultimo gli fa capire che dire la verità a Felicity è l'unico modo per proteggerla e riconquistarla. Oliver accetta di seguire il consiglio del suo amico, ma non si aspetta minimamente ciò che accadrà poi.
Nella seconda "parte" Oliver parla con Moira e BOOM viene fuori il segreto che Fel si portava dietro! Come avrete notato lui non ci crede, non pensa che i bimbi siano suoi perchè è convinto che Felicity non glielo avrebbe mai nascosto... E invece...
Ora che farà Ollie? Si presentarà da Felicity chiedendo dei gemelli? Come reagirà lei invece sapendo che la verità è venuta a galla? E... Chi avrà spedito il fascicolo? 
Vi posso già dire che ne vedremo delle belle eheh ;)

Grazie mille per le belle recensioni, fatemi sapere se vi è piaciuto anche questo capitolo! 
Non so se riesco a pubblicare giovedì perché sono via tutto il giorno .-.
Ps: ditemi che avete visto Arrow... Ditemi che siete incavolati almeno quanto me per come hanno gestito gli Olicity... Ditemi che avete pianto un sacco con il messaggio di Oliver per William... (si capisce che sono disperata no? xD) Ci sono pure 20 giorni e passa di pausa T.T

Beh, a prestissimo!
Anna
   
 
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