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Autore: AndreMCPro    01/03/2016    1 recensioni
E se gli anime, i manga, i libri e i videogiochi non fossero pura fantasia? E se i creatori di tutti questi fossero stati ispirati da qualcos'altro? Immaginate: se esistono infiniti universi, non potrebbero essercene alcuni in cui tutte queste cose, che secondo noi sono frutto della fantasia, esistono davvero? Ma questo vale anche per le fanfiction, milioni di mondi paralleli a quelli delle opere originali.
E se vi siete inseriti nella vostra stessa storia? Ecco cosa č successo a me...
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alternative Dimensions'
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Alternative Dimensions
Il Diario della Profezia

Cap.41 Operazione di salvataggio
 
 
«Sire, si alzi e mi segua»
Marco si alza dalla sua branda e mette via il libro datogli al momento dell’incarcerazione.
«Ha fatto una buona lettura?» Chiede l’oscuro senza voltarsi e facendogli strada.
«Beh, ho sempre voluto leggere questo libro ma non ne ho mai avuto il tempo… e il silenzio aiuta la concentrazione»
L’oscuro si ferma e apre un passaggio.
«Prego, da questa parte»
Marco entra nel passaggio che si richiude dietro di loro e si ritrova in una sorta di stalla con altri tre oscuri già a cavallo.
«Immagino che dovremo fare un altro tratto a cavallo… Fin dove, un'altra prigione?»
«Le tre precedenti non erano definitive. La prossima sarà l’ultima»
I due salgono a cavallo e si avviano uscendo dall’ennesima base nascosta. Marco sente su di se i raggi del sole ma non sa dove si trova. l’oscuro a capo della squadra, che si fa chiamare Cinque, gli ha bendato gli occhi prima di uscire.
«Perché nel suo volto vedo calma e tranquillità? Dovrebbe essere attanagliato da paura e terrore»
«Ragazzo mio, se volevate uccidermi l’avreste già fatto da un pezzo, e comunque io sono solo un vecchio che aspetta la vecchia signora che verrà presto a farmi visita, e io l’accoglierò a braccia aperte»
Cinque lo guarda spiazzato.
«Inizio a capire perché è stato scelto come re… È una persona molto saggia»
«Quello che non capisco e perché prendere me, non sono una minaccia e non ho informazioni da darvi. Sono stato appena insediato» Poi per un attimo il suo sorriso sparisce «Quello che mi preoccupa è che mi verranno a cercare per liberarmi, e cosi facendo…»
«È proprio quello che vuole il mio signore, Sire…»
 
*****
 
Come previsto da mio fratello, l’inseguimento dei rapitori non ha avuto successo: scomparsi nel nulla come fantasmi. I due prigionieri non parlano e le uniche informazioni ricavate da loro è il nome del loro capo e il modo in cui sono riusciti a superare il cordone di sicurezza.
«Massimo, sapevano come e dove passare per evitare le guardie e conoscevano i punti ciechi. Sei sicuro che sia ancora dalla nostra parte?»
«Non mi avrebbe dato un colpo in testa così leggero, mi avrebbe ucciso. E comunque non mi avrebbe preso il boomerang»
«Perché, che cosa ha di speciale? È un boomerang!»
«Ha un sensore di prossimità, per ritrovarlo nel caso non torni dopo un lancio e lo perda di vista. Con quello potremo trovare il mio amico e quindi Marco. Quello che mi preoccupa è trovare il modo di entrare nella loro base senza farsi scoprire…»
«Per quello non c’è problema» esordisce Ettore entrando nell’ufficio a casa nostra.
«Gli altri dove sono?»
«Si stanno preparando, dovrebbero essere qui a momenti. Stefano ci seguirà da lontano con la truppa d’assalto, perché non sarà un problema entrare» Dopo un attimo riprende. «Ho anche contattato mio padre. Saputo l’accaduto ha preparato una squadra per le ricerche. Prima che diciate qualcosa sappiate che sono anche loro al vostro comando, e aspettano vostri ordini. Sono tutte persone esperte nella ricerca, potrebbero tornarci utili per avvicinarci senza farci scoprire»
«Sì ma un’intera squadra…»
«Sono in quattro, con mio padre. Appartengono al vecchio corpo di ricerca e recupero della mia città, tutti in pensione ma ancora in forma. Insegnano ancora in accademia e sono tutti ex compagni di mio padre, quindi persone fidate. Si potrebbero usare per far avvicinare il più possibile il gruppo d’assalto»
«Aveva ragione, il tuo comandante. Sei davvero un ottimo elemento!» Concludo. «In pratica mancano solo Seth e Spark…» …che entrano subito dopo.
«Eccoci, non perdiamo altro tempo! Hai detto che sai dove andare, no? Andiamo!» Spark è molto agitato e dirgli di calmarsi è pressoché inutile. Anche gli altri mantengono la calma a stento, siamo tutti agitati. L’unico che sembra non essere agitato sembra essere Massimo che sta dirigendo le operazioni con il consenso tacito di tutti. La cosa è strana, normalmente dovrebbe essere il primo a scaldarsi.
«Mi spieghi come fai a restare calmo?» Gli chiedo prima di uscire aprendogli la porta. Lui mi guarda negli occhi.
«È chi ha detto che lo sono?» E esce palpandosi e guardando nelle tasche per paura di dimenticare qualcosa «Eppure…»
«Forse cercavi questo?» E gli porgo pugnale e ascia lasciati sul tavolo. Come al solito dimentica sempre qualcosa… anche se dimenticare le armi mi sembra troppo anche per lui, ecco. Questa credo sia la prova che anche lui è agitato.
 
Avvisato Stefano di fermarsi ai piedi delle montagne e attendere l’arrivo dei tre ex colleghi di Fabrizio, ci avviamo tutti e cinque alla massima velocità verso ovest, in direzione del passaggio indicatoci dal padre di Ettore per tornare a Enderia. “Appuntamento dal vecchio allevatore di cavalli”, queste le sue parole.
Raggiungiamo il posto in una giornata di corsa a cavallo e lui e li ad aspettarci.
«Ben ritrovati, ragazzi»
«Anche per noi è bello rivederti, anche se le circostanze sono quelle che sono» Rispondo stringendogli la mano.
«Lei sarà la nostra guida?» Chiede Spark scendendo da cavallo. «Dove dobiamo andare?»
«Lo perdoni, ma credo che possa capire… Lui è CaptainSparklez, viceré di Ederia, e io Sethbling. Grazie per il suo aiuto»
«Mi ringrazierete a cose fatte. Non credo che sarà una passeggiata…» Poi si volta verso Massimo. «Fammi vedere le coordinate sul foglio»
Massimo gliele passa.
«Ah, è molto interno nelle montagne… verso sud sud-ovest, ma… per raggiungere quel punto bisogna fare tutto il giro. Ci vorranno minimo due giorni per arrivare»
L’allevatore che fino a quel momento si era fatto da parte e si era occupato solo dei cavalli si intromette un attimo… «Ma allora stai diventando proprio vecchio…» Tutti lo guardiamo perplessi e un pelo infastiditi. «Scusate l’intromissione, ma credo possa interessarvi… è vero che quello che dice Fabrizio, ma una volta abbiamo usato un passaggio che ci ha fatto guadagnare un giorno e mezzo di viaggio»
«Sì ma è pericoloso e non praticato, chissà se si riesce a farlo al contrario, poi»
«Beh, questo dipende da voi…»
«Fabrizio, perché non c’è l’hai proposto?» Chiede Spark un po’ innervosito.
«Perché potreste non riuscire a fare nemmeno mezzo percorso e lasciarci le penne. In discesa è fattibile, ma in salita è quasi impossibile»
«Non importa, andiamo! Dobbiamo salvare Marco… hanno già due giorni di vantaggio, dobbiamo riprenderli!»
L’anziano guarda tutti i presenti e tutti fanno cenno di essere d’accordo.
«Siete decisi a prendere la strada più corta pur sapendo che potreste rimetterci la pelle… Avete coraggio. Andiamo, allora!» E ci avviamo tutti verso il passaggio nascosto.
 
*****
 
«Siamo arrivati. Questa è la sua ultima destinazione » Cinque gli toglie la benda e lo fa’ entrare nella cella.
«Chi devo ringraziare per questo scaffale pieno di libri?»
Cinque lo guarda senza smuovere un muscolo per poi chiudere lui stesso la cella
«Mi assicurerò personalmente che non ti venga a mancare nulla. Sei un prigioniero, ma ci servi vivo »
 
*****
 
A sera raggiungiamo il punto indicato. Essendo un punto impraticabile non ci sono grossi controlli della zona e siamo riusciti a raggiungere il nostro obiettivo senza troppi ritardi.
«Immagino che i tuoi compagni guideranno il gruppo d’assalto per il giro largo, giusto? Quindi abbiamo circa un giorno per trovare Marco e portarlo fuori di li, poi faranno terra bruciata» Dice Spark osservando la ripida scalata che ci aspetta. Il vecchio lo guarda annuendo.
«Adesso ascoltate con attenzione: procedete due alla volta e assicuratevi bene. La roccia è molto friabile e non sono nemmeno sicuro che il passaggio sia percorribile… cercate di essere veloci e fluidi e non sostate troppo sugli appoggi che troverete»
«Eh, certo, adesso voliamo» Dice Seth ridacchiando.
«C’è poco da scherzare: o così o si torna a casa. Avete voluto voi passare da qui»
«Veramente non scherzavo» E tira fuori dal suo zaino tre jetpack. «Con questi sarà più facile, no?»
«Sei un genio! Ma perché non l’hai detto subito» Spark è più che contento del jetpack, che subito indossa.
«Cosa sono »
«Mai visti? Sono degli zaini con dei propulsori che ti permettono di staccarti da terra e…»
«…e immagino che siano molto rumorosi, giusto?»
«Beh, un po’, non così tanto…»
«Metteteli via altrimenti ci scopriranno prima ancora di raggiungere la cima»
«E se li mettiamo al minimo e li usiamo per renderci più leggeri e veloci a salire?» Chiedo io guardando prima l’anziano e poi Seth, che rimane a fissare il vuoto e inizia a fare qualche gesto in aria con il dito.
«Posso provare ma per quanto riguarda il rumore questo bisognerà vedere cosa succede.
«Io e Ettore iniziamo a salire. Quando hai fatto prova ad accenderli»
Dopo cinque minuti Seth fa cenno all’anziano, che gli dice di accendere, ma lui sembra non capire cosi l’anziano scrive un foglio e lo butta giù legato a un sasso.
 
Se non li accendi tutti insieme non posso dirti se sento rumore o no
 
Seth si mette a ridere e ci passa gli zaini. Un attimo dopo siamo già a un quarto di strada.
«Però, quel tipo ne sa una più del diavolo» Commenta Fabrizio.
«Eh già, papà, sono una bella squadra. Strani e un po’ folli, ma davvero una bella squadra»
Raggiungiamo l’anziano e Ettore, a cui viene dato l’ultimo zaino, mentre suo padre lo aggancio alla mia cintura e aumento la potenza del mio jetpack che inizia a fare qualche rumore di troppo.
«Andrea, lasciami salire da solo»
Seth si affianca.
«Controlla il flusso di energia, concentrati. Il tuo jetpack deve diventare parte di te»
Mi concentro e cerco di direzionare e di sfruttare al massimo la più piccole dose di energia che passa per la schiena per avere meno dispersione. Lo zaino per un momento perde potenza poi si riprende diminuendo notevolmente i rumori ma aumentando la potenza.
«Ottimo, visto? Non ero sicuro che funzionasse ma ci sei riuscito»
Completiamo la scalata in poco meno di quindici minuti e raggiungiamo la vetta.
«Bene, e adesso?»
«Adesso dobbiamo trovare un modo per entrare…»
Davanti a noi un’intera caserma degli oscuri nascosta tra le montagne, e come unico punto di accesso una gola. Da li vediamo arrivare cinque uomini, di cui quattro vestiti di nero e uno al centro bendato.
«Ehi, ma quello è…» L’anziano abbassa la testa ma Spark lo azzittisce mettendogli una mano sulla bocca. Lui lo guarda con occhi sbarrati. Io continuo a guardare la scena e osservo dove fanno entrare Marco.
«Bene, ora sappiamo dove entrare» Dico a bassa voce. «Ma come facciamo ad entrare senza farci scovare?»
«Bisogna attirare la loro attenzione altrove…» Afferma Seth «…ma come facciamo? Qualcuno deve fare da esca»
«Si muoverebbero in pochi. No, ci vuole qualcosa di più di un’esca»
«Tipo un gruppo di assalto?» Azzarda Ettore.
«Sì, ci ho pensato, ma come facciamo a contattarli per dire loro che si devono far scoprire?» Ribatte Massimo.
«Voi avete i vostri metodi per comunicare, nuovi e veloci, ma un po’ di vecchia scuola non farà male» L’anziano sorride, poi si volta a est e fa’ un fischio. Dopo pochi minuti un pipistrello viene nella nostra direzione e si appoggia sulla spalla dell’anziano «Bravo, bello, è parecchio che non ti chiamo e avevo paura che non saresti venuto…» Prende un pezzo di carta, scrive un messaggio, lo attacca alla zampa del pipistrello e poi gli fa’prendere il volo.
«Bene, messaggio inviato. Ora possiamo solo aspettare»
  
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