Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Segui la storia  |       
Autore: FreDrachen    01/03/2016    1 recensioni
Cosa potrebbe mai accadere se un Angelo si innamorasse di un Demone? E se il Demone ricambiasse?
Non è impossibile.
A Gabriele e Lilith è successo. E sono disposti a tutto per proteggere il loro amore proibito.
Anche a costo della vita.
Saranno messi a dura prova dagli Inferi e il Paradiso.
Il loro amore riuscirà a scalfire le avversità e perdurare in eterno? O sarà sconfitto condannandoli a un'eterna divisione?
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Heaven & Hell'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

Capitolo 62

 

Gabe osservó con sospetto il Demone che gli sedeva accanto, intenta a tormentarsi le mani.
Il suo aspetto gli era vagamente famigliare. Ma dove l'aveva già vista?, pensò nel tentativo di ricordare.
«Il tuo volto non mi é nuovo. Ci conosciamo?»
Il Demone annuí. «Mi hai conosciuta a Wilmington».
Gabe la fissó dubbioso, per cui lei si affrettó a spiegare.«Sono Elena Clarke»si presentó.
Notando che Gabe ancora non aveva afferrato, aggiunse: «Mi avrai senz'altro notata alla Wilmington Town Of quando ero ancora viva. Frequentavo le tue stesse ore di letteratura».
«Ah»disse infine Gabe ricordandosi. Adesso ricordava.
Era morta la sera prima della sua prima e unica battaglia che aveva combatto quando Beth era ancora un Demone spietato. «Ah, si. La ragazza di Jake, se non erro».
Gli occhi vermigli della ragazza scintillarono d'odio a stento trattenuto.«Non nominare il suo nome. É stato lui a trasformarmi in quello che sono adesso».
Gabe la fissó sospettoso. Certo, poteva essere benissimo la verità, ma con i Demoni fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.
«Mi stai dicendo che odi Jake?»
«È appunto quello che cercavo di farti capire»replicò lei.«Sono qui per aiutarti»aggiunse.
Gabe incrociò le braccia al petto.«E cosa ti fa credere che abbia bisogno del tuo aiuto?»
Elena lo fissò con risentimento.«Ti ho salvato da Minosse prima, non dimenticarlo».
L'Arcangelo fu colto sul fatto, ma non lo diede a vedere.«Avevo tutto sotto controllo».
La ragazza sorrise divertita.«Si vedeva. Avevi intenzione di convincere Minosse a teletrasportarti nel Settimo Cerchio con le fattezze uguali a quelle di Asmodeus senza problemi?» Ridacchiò.«Allora sei messo peggio di quello che pensassi».
Gabe la fissò piccato.«Chi sei tu per criticare ciò che volevo fare? Avrei potuto convincere Minosse che io non…»
«Nessuno può farla sotto il naso a Minosse. Nessuno, soprattutto un Arcangelo fuori di testa da scendere qui giù senza un piano logico».
Gabe trattenne a sento una rispostaccia, che ricacciò giù per la gola. «Perché sei qui? Come facevi a sapere della mia presenza all'Inferno?»domandò invece.
Elena lo fissò intensamente negli occhi.«È stata Beth a mandarmi qui». Notando la sua titubanza, si affrettò ad aggiungere:«Aveva capito che eri qui nell'Inferno e mi ha mandato per aiutarti».
«Spiegati meglio».

Elena entrò nella sala del trono di Castel Tenebra, sicura che in quel momento non vi era la presenza né di Jake né di Annabel.
I suoi occhi saettarono subito sulla figura al centro della stanza, circondata da un Muro di Fuoco Celeste, che le permetteva comunque di vederla oltre di esso. Beth era seduta a gambe incrociate, i palmi delle mani rivolti in avanti, per alimentare la sua unica barriera che la proteggeva. Notò subito il respiro ansante, le occhiaie violacee e i rivoli di sudore che le scendevano giù dalle tempie.
«Beth»la chiamò Elena con voce flebile.
Beth aprì lentamente gli occhi, mettendola a fuoco solo dopo un po'.
«Elena»mormorò. Sembrava esausta.«Non dovresti essere qui»aggiunse preoccupata.
«Sono venuta qui per aiutarti»rispose.
Vide una sorta di dubbio saettare sul volto di Beth, che si irrigidì subito dopo.«Gabe…»sussurrò.
«Cosa?»
Poi delle voci, e dei passi in rapido avvicinamento, che non appartenevano a loro. Qualcuno si stava avvicinando, e in cuor suo, Elena sapeva che quei passi si stavano dirigendo proprio lì.
Fissò allarmata Beth, che nel frattempo aveva riacquistato la concentrazione. «Gabriele è qui, nell'Inferno»dichiarò.
«L'Arcangelo?»
Beth annuì.«Ma non è vicino. Credo sia ancora nei primi Cerchi, se non ancora nell'Antinferno. Non riuscirà a cavarsela da solo. Un Arcangelo all'Inferno è come un agnello in mezzo ai lupi. Se lo scoprissero, lo ucciderebbero senza pietà».
La vide illuminarsi mentre incrociò i suoi occhi con quelli di Elena. «Ho un incarico da affidarti Elena»disse.
Elena guardò ansiosa la porta, eppure determinata a fare ciò che le stava per chiedere.«Cosa vuoi che faccia?» «Voglio che tu conduca Gabriele fin qui. So che lui è in grado di liberarmi».
«Non capisco, tu…»
«Quando Jake mi ha colpita, è come se fossi diventata una sua…diciamo, prigioniera. Non posso uscire da Castel Tenebra, a meno che uno più potente di Jake non mi liberi. E Gabe…sono sicurissima che lui ce la possa fare. Ma devi fare presto. Non so ancora quanto reggerò».
Elena annuì.«Farò come mi chiedi Beth. E mi raccomando, tieni duro».



«Ed eccomi qui»terminò di spiegare Elena.
Sul volto dell'Arcangelo lesse un misto di sospetto e curiosità.
Elena sospirò.«Davvero non credi a nessuna singola parola che ti ho detto?»
«Si vede così tanto?»domandò retoricamente l'altro.
«Senti, potrai crederci o meno, ma più il tempo passa, meno possibilità hai di salvare Beth. Sono la tua unica speranza di uscire vivo dall'Inferno con lei».
«Io non accetto aiuto da chi ha cercato di strapparmela via»rispose Gabe con sguardo di fuoco.
Elena capì con orrore che l'Inferno stava influenzando i suoi pensieri in negativo. Per lei, che era un Demone non c'era nessun problema, ma un Arcangelo…
«Non sono io la tua nemica, ma Jake. È lui che ti ha portato via Beth, non io»cercò di spiegargli.
«Sei stata con lui. Come posso fidarmi di te? Potresti benissimo essere un suoemissario venuta qui per persuadermi e farmi cadere in trappola».
Si alzò.«Eh, no. Avete deciso di giocare con l'Arcangelo sbagliato».
Prima che Elena potesse ribattere, frappose la sua spada tra sé e la Demone. «Ti lascerò in vita, ma non credere che la prossima volta sia così clemente. E non seguirmi. Dico sul serio».
E si allontanò. Elena rimase per un attimo immobile, poi con uno scatto si alzò in piedi.
«Gabriele! Piú il tempo passa meno possibilità hai! Il tempo qui nell'Inferno non scorre come pensi! Sono già passati due giorni dalla tua discesa qui. E Beth non potrà durare ancora molto!»cercó di convincerlo.
Gabe, sempre allontanandosi, alzó le spalle come per dire:"Dii pure quello che vuoi, ma non credo a una singola parola di quello che hai detto".
Elena provó un ultimo tentativo di fermarlo.
«Non puoi sopravvivere da solo!Ti serve il mio aiuto oer sopravvivere qui nell'Inferno!»
Le rispose solo silenzio.
Elena ebbe un moto di stizza.«Che faccia quello che vuole. Poi non mi venga a dire che non l'avevo avvertito. Io ci ho provato, ma è più testardo di un mulo. Ragazzi…chi li capisce»borbottò tra sé e sé alterata.
Poi sentì due timbri di urli diversi. Uno apparteneva a un ragazzo, mentre l'altro, disumano era carico di morte.
Lo riconobbe subito.
Si lanciò subito in direzione delle voci, sguainando sulla strada la sua arma demoniaca, una daga dall'elsa vermiglia e la lama d'ossidiana come tutte le armi infernali. Non ci volle molto a trovare le origini delle voci. Gabriele era schiena a terra e cercava di difendersi alla meno peggio contro un Demone Brado che cercava di azzannarlo con la sua chiostra di denti affilatissimi.
«E meno male che sapeva cavarsela anche da solo»borbottò gettandosi nella mischia.
Con un colpo aprì un'ampia ferita sulla schiena del Demone Brado che lanciò un grido di dolore che non aveva nulla di umano, per poi voltarsi nella sua direzione, con i suoi occhi ardenti come braci. «Dai fatti sotto»lo sfidò Elena con un sorriso. La creatura non se lo fece ripetere due volte e con un battito d'ali le fu subito addosso. Elena si mosse più veloce di quello che l'occhio umano poteva percepire, e lo colpì all'addome. Il Demone cadde a terra in preda al dolore, tenendosi le mani sulla ferita. Elena ebbe un moto di pietà e mise fine alla sua sofferenza con un colpo al cuore.
Poi si avvicinò a Gabe ancora steso a terra con il fiatone.
Gli porse la mano. «Adesso ti sei deciso ad accettare il mio aiuto?»

Quando Gabe si era allontanato dalla Demone era pieno di dubbi fin nel midollo.
E se le sue parole erano vere? Se davvero era lì per aiutarlo a salvare Beth? Oppure era tutta una farsa? Troppe domande, e davvero non era il momento giusto per averne.
Poi un urlo disumano alle sue spalle e un qualcosa lo colpí, facendolo cadere rovinosamentena terra.
Subito evocó una corazza di fiamme celesti intorno a sé, e sentí l'oscura presenza staccarsi. Quel giochetto gli aveva sottratto un po' di energie. Quelle rimanenti gli sarebbero bastate per impugnare la spada e far fronte alla minaccia.
Si giró verso il suo aggressore, che si teneva le mani ustionate dal fuoco, contro il petto.
Era un Demone dalla pelle grigiastra, che scuriva a livello delle mani e dei piedi muniti di artigli taglienti come rasoi, occhi come la brace illuminati da una follia senza pari, la bocca una chiostra di denti affilatissimi come quelli degli squali, e orecchie allungate rispetto a quelle normali che sbucavano da una zattera castana scura. Sulle spalle si aprivano enormi ali membranose nere dai riflessi rossi, simili a quelle dei pipistrelli, sulla schienauna cresta simile a quella dei pesci, e per finire una coda che terminava con un arpione aguzzo.
Di certo non la creatura piú affascianate che poteva trovarsi di fronte, ma che in qualche modo gli ricordava Duth, uno degli Angeli Guaritori legati a Raphael.
Era da tempo che non lo incrociava in Paradiso. Chissà che fine avesse fatto.
Ma quello non era il momento di crogiolarsi nei ricordi, doveva combattere!
La creatura levó al cielo un urlo spaventoso, prima di gettasi su di lui con le ali spiegate. Subito Gabe si mise in posizione di difesa e repinse il nemico con un semplice tondo. Ma questi non si lasció demordere e tornó subito all'attacco. Con un colpo violentissimo di coda lo colpí al fianco distraendolo quel poco che permise alla creatura di gettarlo a terra e inchiodandolo al terreno, senza vie di fuga. Gabe cercó freneticamente di liberarsi, colpendo alla meno peggio con la spada, quasi inutilmente dato che era bloccato a terra. La creatura avvicinó d'un soffio il suo viso deformato da una maschera di furia omicida rivelando la chiostra di denti affilati. Gabe cercó di divincolarsi dalla sua presa, ma il Demone non si schiodó di un millimetro. Sentí crescere dentro di sé un terrore indescrivibile. Non voleva morire proprio in quel momento.
Quand'ecco che all'improvviso sentí il Demone gemere di dolore, scivolando via e liberandolo dalla sua presa ferrea.
Di fronte a lui si ergeva la Demone che brandiva una daga. Con un ultimo colpo al cuore mise a tacere persempre la creatura che svaporó come fosse stata acqua.
La Demone...cioé Elena, si giró nella sua direzione e abbozzó un mezzo sorriso, mentre gli porgeva la mano per aiutarlo ad alzarsi.
«Adesso ti sei deciso ad accettare il mio aiuto?»
Gabe la fissó per un istante.Se avesse voluto vederlo morto lo avrebbe lasciato in balia di quella creatura.
«Credi che questo mi possa convincere del tutto delle tue buone intenzioni?»
Elena alzó le spalle.«Si, speravo di farti cambiare idea».
«Ribadisco non ho bisogno del tuo aiuto». Si illuminó.«Se mi teletrasportassi direttamente nel Settimo Cerchio risparmierei un mucchio di tempo, e...»
«Non puoi»ribatté Elena con noncuranza.
«Come sarebbe a dire che non posso? Non hai alcun diritto di...» cercó di protestare Gabe subito zittito da Elena.
«Mi correggo, potresti, ma perderesti tutti i poteri per farlo. E, cosa piú importante, non puoi teletrasportarti in un luogo che non hai mai visto di persona»spiegó come fosse una cosa ovvia.
«Ma a New York e nell'altra Wilmington mi sono teletrasportato con Beth, e io non le avevo mai visitate prima»le fece notare.
Elena abbozzò un sorriso. «Non ti conosco bene Gabe, ma tutti conoscono New York bene o male, e l'altra Wilminton, stando a ció che mi ha raccontato una volta Beth prima di finire nelle mani del Paradiso, l'hai fatto per sbaglio perché ti sei concentrato su un nome anziché un luogo».
«Potrei fare la stessa cosa il Settimo Cerchio, ti pare?»
«E tu saresti disposto a perdere tutte le tue energie che potresti investire nel possibile scontro che potrai avere contro Jake?»domandò Elena.
Se la metteva su questo piano…
«Mi hai convinto»si limitò a rispondere.
Lei gli sorrise sinceramente, e Gabe seppe di aver fatto la scelta giusta. «Bene, mio piccolo Dante angelico, saluta il tuo Virgilio infernale»scherzó Elena, strappando un mezzo sorriso all'Arcangelo, che si fece improvvisamente serio.
«Cos'era quel Demone?»domandó Gabe.
«Un Demone Brado»rispose lei, come se fosse la cosa piú ovvia del mondo.
«Perdona la mia ignoranza, ma non ti seguo».
«É un po' complicato da spiegare. Sono creature create da Lucifero. Sono paragonabili a segugi, diciamo cosí».
«Segugi? Ma i segugi infernali...»
«Sono un'altra cosa»spiegó lei.«Diciamo che negli ultimi anni sono diventati l'equivalente dei cani da guardia, soprattutto nelle tenute degli Originari».
«Anche Beth ne aveva uno?»
Elena annuí.«Si chiama Meth. E per quanto riguarda i Demoni Bradi»continuó Elena.«Non sono sicura che tu voglia sapere cos'erano prima di diventare come tu li hai conosciuti».
«Aspetta! Mi stai dicendo che non sono nati...cosí?»
Elena scosse la testa e distolse lo sguardo, mordicchiandosi il labbro, titubante se rivelargli o meno la verità. «Dove pensi che finiscano gli Angeli che muoiono per mano dei Demoni?»domandó infine.
«Non diventano Senz'Anima?»
Elena scosse la testa.«No, quello gli umani. Mentre gli Angeli...»
Gabe sentí la gola seccarsi e il cuore andare a mille. In quel momento capí dove il discorso della Demone voleva andare a parare.
«No...»
Elena annuí sconsolata.«Si. Vengono portati al Pandemonium, la dimora di Lucifero, e lí, il Nostro Signore si sottrae il suo sangue e lo inietta all'Angelo. A quel punto perde la sua natura celeste e si trasforma nella creatura che ti ha attaccata. Perde ogni coscienza di sé e del suo passato, e diventa una spietata macchina di morte al servizio di Lucifero. Solo lui puó controllare quelle creature per via del legame di sangue. Di solito li sguinzaglia contro un possibile traditore, e stai pur certo che quello non vede piú l'alba del giorno dopo. Nessuno puó scampare alla furia dei Demoni Bradi».
«Ma...lui...»balbettó Gabe confuso.
«Forse era sulle tracce di qualcun altro e deve aver annusato su di te l'essenza angelica. Non c'é altra spiegazione plausibile».
«Non é che...sono a conoscenza della mia presenza qui?»azzardó Gabe, ma Elena scosse la testa.
«Non ne avrebbero mandato solo uno, ma un branco. No, deve essere stata solo una coincidenza, nulla piú». Gabe si tenne la testa tra le mani.
«Duth»mormoró sconvolto.
Come faceva a dirlo a Raphael?
Elena lo fisso senza capire. «Eh?»
«Quel Demone...assomigliava a Duth, un Angelo Guaritore. Non puó essere vero che lui...che lui...»balbettó a corto di parole.
Elena gli si avvicinó, e gli poggió una mano sulla spalla.«Mi spiace Gabriele».
Non riusciva a trovare altre parole di conforto di fronte al suo dolore. Gabe rimase per un tempo che parve interminabile immobile e con la testa china. Quando la rialzó, Elena vi lesse tutto il dolore impresso. «Perché?»domandó l'Arcangelo.
«La considerano una sfida al Paradiso. Il fatto che i loro arardi finiscono a servire il male che combattono é, secondo loro, una dimostrazione di potere».
Gabe la fissò tristemente, ed Elena si sentí male per lui. Lei non era come gli altri Demoni che provavano infinito piacere nell'infliggere dolore agli altri. In qualche modo era rimasta...umana. E davvero non riusciva a tollerare la sua sofferenza.
«Senti, tutto questo mi pare che ti abbia un tantino scombussolato. Ma non devi abbatterti. Tutti i tuoi compagni che sono diventati Demoni Bradi sono finiti nelle mani dell'Inferno non per volontà propria, ma per perseguire la loro missione. Hanno cercato di proteggere laTerra, e sono morti con coraggio. E la penso come te in questo momento. Anch'io ripudio ció che Lucifero fa loro. Ma devi pensare a questo. Loro si sono sacrificati per perseguire il bene»disse d'un fiato Elena.
Gabe la fissó di sottecchi. «Sei una Demone strana, non c'é che dire. Ma hai ragione. Per quanto possa essere crudele e spietata la verità, loro hanno svolto il loro compito di guerrieri celesti con coraggio e assiduità»rispose Gabe, abbozzando un leggero sorriso.
«E adesso»continuò con zelo.«Andiamo a salvare Beth».








Angolino dell'autrice che non è dispersa ;) :
Ciaoo a tutti/e :)
Scusate il ritardo, ma il pc non collaborava a fare un html decente, per cui mi sono arangiata(si è visto vero? XD)
Nel prossimo il nostro caro Gabe entrerà nel Secondo Cerchio, dove ad attenderlo c'è una sorpresa ^^
Ringrazio tutti coloro che seguono la storia ^^
A presto(spero),
Drachen
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: FreDrachen