Film > Le 5 Leggende
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Autore: Tecla_Leben    01/03/2016    1 recensioni
Pitch Black sta per fare ritorno: le stelle che punteggiano la volta celeste stanno sparendo a vista d'occhio, minacciando di far ripiombare la Terra nell'oscurità dei Secoli Bui. Una vecchia conoscenza si affida ai Guardiani per riportare le cose com'erano prima e scongiurare l'imminente minaccia, ma le cose degenerano al punto che lo scontro con l'Uomo Nero si prospetta inevitabile.
Dal capitolo 2:
"Non capivo cosa fosse successo. Ero stesa a terra, vestita di brandelli di tessuto carbonizzati, in mezzo a fumanti cumuli di cenere e tizzoni ardenti. Nessuno sembrava curarsi della mia presenza, ma anzi, la gente che passava lanciava un'occhiata annoiata e incurante nella mia direzione e tirava dritto, ignorando le mie flebili richieste di aiuto."
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, I Cinque Guardiani, Manny/L'uomo nella Luna, Nuovo personaggio, Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Se qualcuno, dalla montagna opposta, avesse in quel momento guardato in direzione del paese, avrebbe visto la cupola nera spiccare minacciosa sul verde sbiadito del bosco alla fredda luce del mattino. Poi avrebbe visto un puntino luminoso nascere in corrispondenza del camposanto, espandendosi a vista d'occhio, e da lì decine di spaccature irradiarsi su tutta la sua superficie. Fu proprio questo lo spettacolo che si presentò ai Guardiani, mentre sfrecciavano veloci sulla slitta governata da Nord.

<< Che sta succedendo, laggiù? >>

<< Non ne ho idea... ma faremo meglio a sbrigarci! >> urlò l'uomo, spronando le renne.

La slitta schizzò in avanti, sorvolando la valle col vento che minacciava di ribaltarla da un momento all'altro. Jack si ritrovò appiattito contro il sedile, stringendosi al petto il bastone. Ormai mancavano poche centinaia di metri, e lui posò lo sguardo sulle fenditure luminose della cupola, sperando in cuor suo che Bellatrix stesse bene. Guardò alla sua sinistra, ignorando l'ululato del vento che gli sferzava il corpo: Sandy era proteso in avanti, la mano saldamente attaccata al parapetto e gli occhi sgranati e colmi di apprensione. Jack capiva perfettamente il suo stato d'animo, e avrebbe voluto rassicurarlo, dargli parole di conforto. Si era ben reso conto del legame indissolubile che c'era tra lui e Bellatrix, e vederlo angustiarsi a tal modo per lei contribuiva a uccidere la già debole speranza di ritrovarla sana e salva. Tornò a guardare la cupola nera, dalla quale quella strana luce sembrava voler scappare fuori. E poi, in un battito di ciglia, la cappa nera esplose. L'onda d'urto investì in pieno la slitta, proiettandola all'indietro e sbalzandone fuori i passeggeri. Nord strinse le redini più forti lanciando una rapida occhiata dietro di sé. Jack, Dentolina e Sandy erano riusciti a tornare a bordo, ma Calmoniglio mancava all'appello.

Parvero accorgersene tutti nello stesso istante, perché si lanciarono occhiate atterrite l'un l'altro. Jack si sporse dalla slitta e lo vide: Calmoniglio stava precipitando nel vuoto, svenuto, ormai piccolo e lontano. Senza esitare, il ragazzo si lanciò a peso morto dietro di lui, chiamandolo inutilmente. Lo raggiunse, lo afferrò per le spalle e rallentò la sua caduta.

<< Resisti, Calmoniglio! Sono qui, amico! >>

Si passò il braccio del Guardiano attorno al collo e atterrò dolcemente in uno spiazzo in mezzo agli alberi. Lanciò lo sguardo oltre le chiome verdi, ma tutto ciò che vide fu soltanto una chiazza di cielo, azzurra e sgombra.

Un verso sommesso alla sua sinistra lo fece voltare: Calmoniglio si stava riprendendo, premendosi la tempia con la grande zampa pelosa.

<< Ragazzi, che chiorbata ho preso! >> biascicò, passandosi la zampa pelosa sulla nuca.

<< Hai battuto la testa? >> gli chiese Jack, guardandolo dubbioso.

<< Già... Cosa...? Dove sono gli altri? >>

<< Sulla slitta, ovviamente! Muoviamoci, dobbiamo correre da Bellatrix, ricordi? Coraggio, appoggiati a me! >>

Camminarono in mezzo agli alberi per diversi minuti, sostenendosi l'un l'altro come due vecchi compagni di bevute. In condizioni normali Jack non si sarebbe mai sognato di essere gentile o addirittura premuroso con Calmoniglio, e si ripromise che se lui ne avesse mai fatto parola con gli altri Guardiani lo avrebbe surgelato all'istante.

Dopo quella che parve un'eternità, finalmente i due Guardiani uscirono dal bosco.

<< La luce proveniva senza dubbio da lassù! >> disse Jack, indicando il paese che torreggiava sopra di loro.

<< Speriamo... di essere arrivati in tempo! >> aggiunse Calmoniglio, facendo vagare lo sguardo sull'agglomerato di case.

Si inoltrarono nel borgo, setacciandone i vicoli e le vie in cerca di qualche indizio su dove trovare Bellatrix. Alla fine giunsero nella piazza ai piedi della scalinata, dove era parcheggiata alla meno peggio la slitta, vuota. Jack superò circospetto le renne che pascolavano in cerca di cibo sui sampietrini sconnessi, strattonando Calmoniglio per il braccio.

<< Credi che sia lassù? >>

<< Beh, non lo verremo a sapere, se restiamo qui impalati. Ti pare? >>

Si scambiarono un'occhiata di intesa e scattarono in avanti. Corsero su per la rampa a perdifiato, tenendo gli occhi fissi sul campanile che man mano andava avvicinandosi. Jack brandiva il bastone come una spada, pronto ad usarlo in caso di attacco improvviso.

A un tratto, Calmoniglio lo chiamò, costringendolo a tornare indietro.

<< Ehi Jack! Credo... credo che ci siamo... >>

Jack, nella foga del momento, non aveva minimamente notato il cancello di ferro che si apriva sul cimitero. Si avvicinò a Calmoniglio, seguendo con lo sguardo il suo dito puntato oltre le inferriate, sulle figure di Nord e Dentolina che, in silenzio, davano loro le spalle.

Col fiato sospeso, Jack si precipitò oltre il cancello, nel vialetto dove si trovavano gli altri Guardiani, sollevando nuvole di ghiaia a ogni falcata.

<< L'avete trovata? >> chiese, con una nota di di fiducia nella voce, appena li raggiunse. Ma né l'uno né l'altra si prese la briga di rispondere, continuando a guardare un punto che Jack, da dietro le spalle di Nord, non riusciva a vedere.

<< Che è successo? >> insistette il ragazzo, allungando il collo per cercare di vedere oltre la sua gigantesca mole. Quest'ultimo si voltò a guardarlo, come se si fosse appena accorto che lui era lì, e si fece da parte guardandolo con sincero dispiacere. A vedere la sua espressione, il già incerto sorriso di Jack sfumò del tutto, lasciando spazio solo al terrore. E allora vide Sandman, in ginocchio in mezzo al vialetto, dargli la schiena. Le sue spalle erano scosse da leggeri e silenziosi tremiti, mentre l'omino stringeva qualcosa al petto.

Un senso di smarrimento gli attanagliò le viscere. Sandy stava davvero... piangendo?

Jack si avvicinò con passo incerto, senza mai staccare gli occhi dall'Omino dei Sogni. Quest'ultimo non gli aveva prestato la minima attenzione, nemmeno quando lui gli era crollato accanto in ginocchio, incredulo e con gli occhi umidi.

<< Oh, no... >> mormorò il ragazzo, con un nodo alla gola.

<< No. No, no, no, NO! >>

L'Omino dei Sogni abbandonò le mani in grembo, reclinando il capo sul petto con espressione sofferente. Jack fissò impietrito una lacrima dorata scivolargli dagli occhi serrati lungo il grosso naso e cadere sull'ammasso di stoffa blu che giaceva, abbandonato e vuoto, sulle sue ginocchia.

<< Bellatrix... >>

Raccolse il vestito della ragazza e balzò in piedi, guardandosi attorno nell'illusa speranza di vedersela comparire da dietro una lapide, urlando forte il suo nome. Sondò le file di tombe con lo sguardo, continuando a ripetere quelle tre sillabe come un gattino che piange chiamando la madre.

<< Jack, smettila. Non serve a niente, lei non è più... >> iniziò Dentolina, posandogli cautamente una mano sulla spalla.

<< Non... non dirlo neanche per scherzo! Lei... Lei aveva promesso! >> urlò lui, dissennato, divincolandosi dal suo tocco.

Dentolina, Nord e Calmoniglio si guardarono, gli occhi pieni di tristezza.

Jack abbassò le braccia, abbandonandole lungo i fianchi, ma continuò a stringere nei pugni quella stoffa leggera e fluente. Alla fine, abbassò il capo in un mezzo accenno di rassegnazione. Di Bellatrix era rimasto solo il vestito e le scarpe, abbandonate qualche metro più in là. Ma il resto?

E poi la sua attenzione fu catturata da uno strano oggetto, abbandonato anch'esso poco lontano, vicino a una tomba. Si lanciò a capofitto in quella direzione e si chinò sulla lapide, raccogliendo una strana sfera. Sembrava una delle stelle di Bellatrix, di colore nero screziato di viola, ma al tatto era liscia e fredda come una sfera di vetro. Probabilmente uno strato di sabbia si era solidificato a contatto con l'alta temperatura dell'astro, dandogli quella strana colorazione. Jack sollevò la sfera, portandosela al volto per esaminarla più da vicino. Sotto la strato di vetro, Jack vide un guizzo giallo, due occhi spaventosi lo guardarono ostili per una frazione di secondo e lui rischiò di farla cadere a terra dalla sorpresa.

<< N-Nord! Guarda qui! >>

L'uomo si avvicinò e gli prese il globo dalle mani, osservandolo attentamente.

Dentolina e Calmoniglio gli si accostarono e subito sgranarono gli occhi.

<< Ma come... come avrà fatto a finire là dentro? >> chiese la ragazza, incredula.

Nord abbassò lo sguardo su Jack e gli posò una mano sulla spalla.

<< È stata Bellatrix... ha sacrificato sua vita per battere Uomo Nero... >>

<< Se non fosse stato per lei, a quest'ora Pitch dominerebbe incontrastato su mezzo mondo >> disse Jack, dopo qualche istante di silenzio. Tornò a guardare Sandy, che aveva alzato gli occhi su di loro e adesso li fissava, sconvolto e confuso.

<< Noi dobbiamo fare qualcosa. Non si meritava questo, e se non l'avessi cacciata non sarebbe mai finita così. E minimo che possiamo fare ora è renderle omaggio come si deve! >>





Jack fece vagare lo sguardo sui vari oggetti che gli si mostravano man mano che la luce della torcia li illuminava. Con passo lento, si avvicinò all'amaca nell'angolo in fondo, reggendo alto il fuoco che gli scaldava affettuoso le guance diafane. Con una lentezza e una solennità che non gli appartenevano, avvicinò la fiamma al tessuto di cui era fatto il letto che era stato della sua antenata, appiccandogli fuoco. Guardò le fiamme divorare la stoffa leggera e consunta, alzandosi piano e silenziose verso il soffitto scavato nella terra nuda. Jack lasciò cadere la torcia sul pavimento e si avviò veloce verso il tunnel che conduceva in superficie attraverso il tronco cavo, permettendosi di lanciare alla stanza un'ultima occhiata depressa. Quando fu all'esterno, planò dal ramo al suo posto, tra Nord e Dentolina. I Guardiani erano disposti a semicerchio a una certa distanza dall'albero, e ognuno teneva il proprio sguardo alto e fisso sulle sue vecchie fronde. Tutti eccetto Sandy, che guardava con spaesata tristezza le possenti radici della pianta, stringendo al petto il vestito di Bellatrix accuratamente piegato in un morbido rettangolo blu, e Calmoniglio, che aveva il volto in penombra, rivolto verso terra, le spalle scosse da leggeri sussulti.

Un denso fumo scuro iniziò a levarsi dal passaggio, e l'aria fu pervasa dall'acre odore di bruciato. Sandy parve destarsi da una sorta di trance: sbatté le palpebre un paio di volte, confuso, e spostò lo sguardo spaesato da Nord a Dentolina, come se lo avessero incoraggiato a procedere a un'esecuzione spiacevole ma necessaria. Con passo incerto ed esitante, si avvicinò all'albero, deponendone alla base gli effetti di Bellatrix con lentezza solenne. L'ultima cosa che posò tra le radici, in mezzo alle scarpe allineate con cura sulla stoffa blu, fu il ciondolo dalla pietra bianca che era appartenuto alla ragazza e prima ancora alla madre di lei. Jack sentì il gomito di Nord affondargli nel fianco, e si ritrovò a stringere tra le mani un oggetto rotondo dalla consistenza molle e umidiccia. Era la ghirlanda di foglie che le avevano trovato addosso al suo risveglio al polo Nord, ormai marcia e appassita. Jack se la rigirò pensieroso tra le mani, senza sapere cosa dovesse farne. Alzò lo sguardo sul faccione di Nord, che per un attimo distolse il suo dai rami secchi e morti dell'albero per indicare con un cenno Sandman, ancora immobile davanti alle radici della pianta. Jack guardò l'Omino dei Sogni, afferrando il messaggio. Nord aveva avuto una bella faccia tosta a chiedergli tanto, ma del resto non aveva altra scelta. Jack sospirò, chiedendosi con una punta di amarezza come mai certi mestieri dovessero toccare proprio a lui. Porse quasi con gesto stizzito il proprio bastone a Dentolina e si avvicinò all'Omino dei Sogni a passi leggeri, quasi per non turbarlo col suono del proprio peso sulla terra secca. Poi si accovacciò accanto a lui, posandogli con delicatezza la mano sulla spalla. Sandy parve accorgersi del suo tocco a scoppio ritardato, e alzò su Jack uno sguardo in cui il Guardiano del Divertimento riconobbe il più totale disorientamento. Pur sapendo che ciò che stava facendo non avrebbe fatto altro che peggiorare il senso di sconforto di Sandman, Jack gli porse la ghirlanda con un debole sorriso. Sandman la prese con mani tremanti, ma non la depose sugli altri oggetti come Jack si era aspettato di vedergli fare: al contrario, se l'era stretta al petto, sciupando le foglie già raggrinzite, e crollò in ginocchio chinando il capo in avanti. Jack balzò in piedi, spiazzato e inorridito, fissando sconvolto l'Omino che sembrò piegarsi su sé stesso come in preda a crampi insopportabili, portandosi le mani alla testa e afferrandosi i capelli con impeto disperato.

La ghirlanda giaceva abbandonata davanti a lui, stropicciata e secca. Una foglia si era staccata ed era caduta a terra, a pochi centimetri dal piede di Jack,e lui rimase a fissarla con orrore per qualche istante. Il pianto silenzioso di Sandman riempì l'aria, più straziante del più disperato dei lamenti. Jack si voltò verso gli altri Guardiani, preso dal panico più puro. Nord guardava Sandy con espressione sconcertata, e così Calmoniglio, con la bocca spalancata e due piccoli solchi bagnati che gli appiattivano il pelo sulle guance. Dopo qualche secondo di esitazione, Dentolina si fece avanti mollando senza troppi complimenti il bastone di Jack, che cadde a terra con un suono sordo. Nessuno si preoccupò di raccoglierlo, perché lo sguardo di tutti era puntato su di lei, che aveva preso Sandman per mano con gentilezza e lo aveva tirato in piedi con altrettanta premura, quasi trascinandolo di peso, accanto a sé nel semicerchio. Nord raccolse il bastone di Jack e glielo porse in silenzio, continuando a guardare Sandman con espressione compassionevole. Jack tese la mano e le sue dita si strinsero sul legno con forza, mentre nei suoi occhi di ghiaccio cominciarono a riflettersi deboli bagliori rossastri. Jack capì che il fuoco si era esteso al tronco cavo, e cercò di distrarre i propri pensieri dall'albero avvolto dalle fiamme così come sarebbe apparso pochi minuti dopo. D'un tratto il cielo si illuminò e la Luna apparve da dietro la montagna, fendendo il fumo scuro bagnandolo con i propri raggi. Un istante dopo, la volta celeste fu attraversata da sfavillanti dardi argentei, che sfrecciavano veloci sulle loro teste e sparivano con la velocità di un battito di ciglia. Era uno spettacolo dalla bellezza struggente e Jack si sentì contagiare dalla stessa tristezza che gli trasmetteva. Era come se gli astri e l'universo stesso stessero esprimendo il loro cordoglio per aver perso la loro Custode.

Jack tornò con la mente alla prima volta in cui era stato lì, quando la Stanza dell'Universo era stata svuotata del suo contenuto. Ora provava dentro di sé lo stesso vuoto che lo aveva quasi inghiottito per sempre, anche se questa volta lei non sarebbe stata lì a rassicurarlo con la sua sola presenza. Il senso di abbandono cresceva e si propagava dentro di lui come un cancro, minacciando di sopraffarlo da un momento all'altro. Fissò gli occhi umidi sui rami secchi che avevano lentamente iniziato a essere lambiti dalle fiamme, finché l'intera cima si accese come un immenso falò nella notte. Anche da quella distanza, Jack sentiva sulla pelle il calore del fuoco, e questo prese a danzare freneticamente nel riflesso dei suoi occhi. A un tratto, un ramo infuocato su spezzò e cadde sulla pila di oggetti accatastati lì sotto, con una pioggia di lingue fiammeggianti. Appena il fuoco lambì la stoffa scura, essa fu illuminata da un raggio di luna, e nella linea obliqua di quella lama si levò lenta una figura ben nota, argentata, evanescente ed eterea.

Jack pensò seriamente di essere in preda alle allucinazioni. Doveva essere così, il fumo, la luce della luna e infine la sua autosuggestione gli stavano facendo credere di vedere Bellatrix ritta in mezzo alle fiamme. Spostò fugacemente lo sguardo sugli altri Guardiani e li vide allibiti e sorpresi quanto lui, a fissare lo stesso punto. Quante probabilità c'erano che si trattasse di un'allucinazione collettiva?

No, non si trattava di un effetto ottico, né di una proiezione del suo cervello. Era veramente lei, eppure al contempo non lo era. Osservò la ragazza, che stava immobile a guardarli con un'espressione dolcissima e affettuosa sul volto trasparente, la testa leggermente inclinata di lato. Indossava un candido vestito bianco dal collo alto e lunghe maniche a sbuffo. Attraverso il suo vestito candido, Jack si accorse di riuscire a scorgere la corteccia del vecchio tronco, schermato appena dalla figura diafana di lei.

Bellatrix mosse un passo in avanti e la lama di luce la seguì come un freddo riflettore fino a Sandman, dove la ragazza si fermò inginocchiandosi davanti a lui, stringendo qualcosa tra i palmi sovrapposti. L'Omino dei Sogni allungò una mano tremante a sfiorarle la guancia incorporea, gli occhi sgranati e increduli fissi in quelli una volta ambrati di Bellatrix. Lei alzò a sua volta la sua, sovrapponendola a quella piccola, dorata e paffuta di Sandman, e la staccò con delicatezza, continuando a guardarlo con quel suo sorriso amorevole. Depose qualcosa nel palmo aperto di lui e si rialzò, portandosi stavolta davanti a Jack, sempre avvolta dal fascio di luce fredda della luna che la seguiva ad ogni passo.

Lui, Jack, non sentì il tocco leggero delle sue dita sulle proprie spalle, né il suo seno contro il petto, eppure non avrebbe più voluto sciogliersi da quell'abbraccio che tuttavia non gli trasmetteva il conforto di un corpo caldo contro il suo. Le labbra della ragazza gli si premettero contro la guancia, ma di nuovo lui non sentì altro che un leggero soffio freddo. Eppure sarebbe volentieri rimasto così per sempre, avvinghiato a lei così da non permetterle più di andar via. Ma proprio quando le sue braccia tentarono di tenerla stretta a sé la attraversarono come fatta di fumo e lei si scostò, restituendogli un'espressione amareggiata. Lentamente, Bellatrix arretrò fino a portarsi nel fuoco del semicerchio, con gli occhi di tutti puntati addosso. Rivolse loro uno sguardo carico del più spontaneo affetto e allargò le braccia, come a volerli chiudere tutti in una stretta collettiva. Allora fu avvolta da un'aurea scintillante e il suo corpo prese a scomporsi in frammenti luminosi, che pian piano salivano verso il cielo e sbiadivano fino a scomparire del tutto. Ma prima che anche il volto di lei si dissolvesse, Jack riuscì a fissarla negli occhi e seguire il movimento fluido delle sue labbra che articolarono parole che nessuno riuscì a cogliere. Poi anche il viso di Bellatrix fu avvolto dalla luce e lei si trasformò in una scia luminosa che salì verso il cielo e si fuse con le stelle.








A.A


Mannaggia zozza, è successo di nuovo. Non so più dove ho la testa, ammesso che ne abbia mai avuta una. In più tra poco devo uscire con degli amici quindi non posso stare molto a chiacchierare (purtroppo, mi sto già pentendo di aver detto di sì quando è palese che preferirei stare a casa a mangiare popcorn e guardare film. Ma sono masochista quindi va be').

Se pensiate che Jack tenga un po' troppo a Bellatrix, avete ragione, colpa mia che, nella prima stesura del capitolo, ancora quella su carta con la matita a grafite dell'estate scorsa, per intenderci, è finito per innamorarsi di lei. E se c'è una cosa che detesto è la gente che si innamora dei miei protagonisti, quindi ho provveduto subito a cambiare le carte in tavola. Anche se, credo, una leggera impronta di quella versione sia palpabile anche in questa. E va be', almeno non posso dire di non averci provato ^^'

Al solito, anche se velocemente, grazie a tutti quelli che hanno avuto abbastanza pazienza di arrivare fin qui, e io mo' vi saluto che se no faccio tardi. Tipico, avendo avuto a disposizione tutto il giorno (più o meno) ci si sveglia per le cose importanti cinque minuti prima dello scadere del tempo utile. Ad ogni modo, see yah, guys!


Tec





  
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