Film > Thor
Segui la storia  |       
Autore: Chandra1620    01/03/2016    0 recensioni
Fan Fiction scritta in prima persona.
Ad Asgard ci sono sempre nuovi segreti da svelare, ma cosa succede quando uno di questi può mettere in pericolo i Nove Regni e non solo?
Abbandonati con la costante sensazione sensazione di essere da soli, trovare la forza di combattere per il proprio regno è possibile? O il vortice di segreti inghiottirà anche al protagonista?
Ambientata prima degli avvenimenti del primo film di Thor, dove Loki è ancora all’oscuro delle sue origini.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Frigga, Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Triangolo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ripercorro la strada fatta in braccio al demone e rientro dentro quel buco  che Erdie aveva il coraggio di chiamare casa.

I giorni passati qui non sono stati una completa perdita di tempo, ho studiato il posto e ho notato cose interessanti come la presenza di due uscite.

Vari piani mi passano per la mente, ma sono molto fantasiosi e impossibili da attuare. 

Mentre mi scervello sdraiata nella mia branda sento voci concitate nella stanza accanto. Percorro il corridoio e mi avvicino alla porta facendo più silenzio possibile…

-…E se fosse scappata?- diceva Curunir – Avrebbe compromesso tutta l’operazione!-

-Non sarebbe scappata- Rispondeva calmo l’altro.

-Come fai a esserne certo?!-

-Non è la sua incolumità che le interessa. Lei non vuole scappare per mettersi in salvo, vuole salvare Asgard. Non se ne sarebbe andata senza averci fermati o lasciandoci Erdie o Draugluin.

Non prendiamoci in giro, l’elfo è stato inutile, il mezz’elfo è venuto qui da solo. E poi ci sarebbe un’ultima cosa…-

-…Sarebbe?-

-Ti odia.-

-Stai dicendo che quella ragazzina dovrebbe spaventarmi?- Ride il demone dai capelli verdi.

-No, ma non sottovalutarla.-

-Sì, sì… Comunque non lasciarla più da sola.- continua a ridere lui mentre si allontana dalla stanza. Mi rendo invisibile mentre mi passa di fianco e trattengo il fiato.

 

-Vieni qui.- Aegnor sta parlando con me?

Apro la porta e mi ritrovo faccia a faccia con il rosso.

-Vuoi che ti faccia i complimenti per le tue deduzioni?- gli rispondo sgarbata passandogli di fianco e sedendomi su una poltrona rovinata.

-Una volta pensavo che per superare le avversità bastasse la forza di volontà. Che un giorno sarei riuscito a realizzare i miei sogni perché ci credevo veramente. Pensavo che i buoni prevalessero sempre perché “la giustizia trionfa sempre”. Ero solamente un bambino.

Poi mi hanno fatto capire che non è così. Mi hanno insegnato che chi a sangue di demone nelle vene merita solo la morte. Che non sono i buoni a vincere, ma solo chi è più forte. Ricordalo.-

-Stai dicendo che non sono forte abbastanza?- mi fermo rimanendo di spalle.

-Sto dicendo di fare attenzione a chi non ha niente da perdere.-

-Beh io non voglio arrivare a non avere più nulla da perdere. Ma uno one te, che non ha mai combattuto per nessuno cosa ne può sapere?- sputo fuori senza pensarci.

-Cosa pensi di sapere di me ragazzina?-

-Aegnor. So chi sei. Più che altro so cosa hai fatto. Tutti i Nove Regni e non solo, sanno cosa hai fatto. Cominciando dall’attacco al castello un millennio fa qui ad Alfheim.

O lo sterminio degli Skrull? O forse ancora preferisci parlare del tuo capolavoro “la notte di fuoco”?-

-Stai zitta.- mi alzo in piedi e gli punto l’indice al petto.

-No. sei il genere di persona che nell’universo mi fa più ribrezzo. Indipendentemente dall’essere o meno un demone tu sei un codardo e...-

Non faccio in tempo a finire la frase che una forza magica potentissima mi schiaccia contro la parete.

Non mi sta toccando e ciò che sento è solo la magia che emana il suo corpo.

-Stai zitta. Come ho detto tu non sai niente di me.- 

La pressione sul mio corpo si interrompe e cado gattoni. Riprendendo fiato. È davvero un mostro. Non potrei mai sconfiggerlo con la forza.

-Perché stai facendo tutto questo? Sappiamo entrambi che non volete portare in vita Ainwen. Non si possono riportare in vita i morti.-

Lui non risponde e continua a guardarmi.

-Hai almeno un motivo valido per fare ciò che stai facendo?-

Di nuovo silenzio. Il suo viso tradisce turbamento e confusione. Possibile cha abbia toccato il tasto giusto? 

Intravedo un’apertura. Non posso lasciarmela sfuggire.

Mi alzo e mi afferro la testa. Che dolore.

-Io... Hai ragione. Non so la tua storia. Conosco solo i fatti.- mi avvicino e chino la testa. 

-Ma la mia domanda è sincera.- devo misurare ogni parola e movimento. Alzo lo sguardo e incontro il suo. -Hai un vero motivo per farlo?-

Non devo aspettare una risposta, non voglio metterlo sulla difensiva. Devo solo mettergli la pulce nell’orecchio.

-Io... fa’ come se non abbia detto nulla.- lascio la stanza senza che lui possa dire nient’altro.

Non posso convincere Erdie e Draugluin, ma forse ho trovato qualcuno che posso manipolare. Percorro il buio corridoio senza riuscire a trattenere un sorriso. Finalmente un barlume di speranza.

Mi corico nella mia branda e mi addormento. Ora ho qualcosa su cui lavorare.

 

 

Mi sveglio la mattina dopo con una ritrovata determinazione.

Mi cambio e esito sulla scelta dei vestiti. Scelgo il nero. Per rispetto verso tutte le vite che la mia esistenza ha sottratto a questo mondo. Penso a mio padre, alla vita dell’elfo di cui mi sono macchiata le mani.

Gli stretti pantaloni neri e la maglia scollata dello stesso colore non sono il mio genere di vestiti. Penso che mi ci potrei anche abituare mentre provo qualche movimento nella stanza.

Sto per uscire dalla stanza, ma mi guardo di sfuggita allo specchio.

Sono una stupida. 

Mi tolgo il medaglione e lo lancio sul letto.

Ora basta nascondersi.

Ci ho provato per così tanto tempo a essere qualcuno che non sono e dove mi ha portata?

Sospiro. Almeno Haki apprezzerebbe lo sforzo. Esco dalla mia stanza il più silenziosamente possibile. Devo indagare.

Decido di cominciare con la camera di Erdie: è la più vicina. Socchiudo piano la porta, non c’è nessuno. Entro.

Una stanza scarna, priva di mobilio se non per il letto e un tavolino sul quale c’è la pelliccia bianca di lupo che le avevo visto indossare nell’ultima battaglia. Mi avvicino incuriosita: è molto bella.

Doveva essere stato un magnifico esemplare.

-È stupendo, non è vero?- Erdie è entrata nella stanza. Non mi spavento, l’ho sentita arrivare.

-Sì.- Rispondo, anche se restia a intrattenere una conversazione con lei.

-Si chiamava Darak.- continua avvicinandosi e inginocchiandosi dall’altra parte del tavolino  e iniziando ad accarezzare la pelliccia con aria triste. – Nel primo ricordo che possiedo lui è presente, come in tutti quelli successivi. È stato la cosa più simile ad una famiglia che io abbia mai avuto dopo Drag.

Poi un giorno me lo hanno portato via.

Come hanno fatto con papà e mamma. È stato lo stesso giorno in cui ho incontrato per la prima volta Curunir e Aegnor. Si sono presi cura di me e mi hanno promesso una nuova famiglia. Sono grata loro per questo.-

Il fatto che siano stati loro ad eliminarlo è così chiaro che quasi non ci provo gusto. Mi turba la cieca fiducia che ha mia sorella bei loro confronti. Come fa a non rendersi conto di quello che dice?

Questo povero lupo avrà provato a nasconderla e questo è ciò che ha ottenuto. Un’idiota irriconoscente che vive con i suoi assassini. Paradossale.

-Per questo lo porto sempre con me. È anche per lui che faccio tutto questo. Sai, come da piccola, l’unica cosa che mi tiene al caldo è il suo pelo.- dice raccogliendola e indossandola.-Ora però andiamo.- conclude avviandosi fuori dalla stanza.

Vogliono già agire? É impossibile!

-Per cosa?- chiedo preoccupata.

-Il tuo allenamento. Aegnor ha detto che vuoi imparare a combattere.-

Cerco di non tradire la mia confusione e decido di reggergli il gioco.

-Giusto. Però mi piacerebbe anche una mano da parte tua.-

Erdie mi guarda incuriosita.

-Vorrei che mi insegnassi a celarmi agli occhi di Heimdall.-

-Perché?-

-Perché è la prima volta che sento di qualcuno sfuggito al suo sguardo e questa cosa mi incuriosisce molto. –

-Come vuoi. Ma non c’è molto da spiegare. – dice facendomi segno di seguirla fuori dalla stanza.

-Quando siamo invisibili celiamo il nostro corpo agli occhi delle creature che ci stanno intorno, ma con alcune di queste non funziona, come con Aegnor o Heimdall…-.  continua salendo le scale che portano in superficie. -Proprio una vista da falco non c’è che dire…- ride della propria battuta, mentre io la guardo confusa.

-Per questo non basta più non apparire, dobbiamo smettere di essere.-conclude come se fosse ovvio. Ma che diavolo?! Non si avvicina neanche ad una spiegazione.

-Cosa intendi dire? Smettere di essere? – chiedo cercando di mantenere la calma. Lei sbuffa come se stesse parlando con una completa idiota e ricomincia la sua “spiegazione”

-Per quanto il nostro corpo possa essere celato agli occhi continua esistere nello spazio. Se tu muovi una mano, l’aria intorno ad essa si muove e quella si può vedere, percepire. Per questo devi sforzarti di essere aria, acqua o erba. Devi smettere di essere te stessa e diventare parte delle cose che ci stanno intorno. Purtroppo è un incantesimo molto impegnativo e consuma molte energie e io sono troppo stanca ora.- conclude fermandosi in mezzo al prato.

Non ho neanche il tempo di riflettere su ciò che ha detto che qualcosa mi colpisce al collo.

-Ahi.- dico girandomi.

-Sei morta.- dice a bocca piena Aegnor ha in mano una manciata di bacche. Deve avermi lanciato una di quelle.

-Non ero pronta.- borbotto più a me stessa che altro.

-In battaglia nessuno aspetta che tu ti sia preparata.- mi sgrida Erdie tornando di sotto.

-Non ti dirò nulla sulla missione, ne ti aiuterò in alcun modo. Lo sai questo vero?- mi squadra lui, iniziando a girarmi intorno. –

-Sì. Non mi prendere per stupida.- dico arricciando il naso offesa. Poi sorrido e mi porto le mani dietro la schiena -Piuttosto... vuoi trascorrere del tempo con me?- lo prendo in giro.

Lui mi ignora completamente e si ferma.

-Molto bene, iniziamo.- dice annoiato mentre vengo colpita al braccio da un’altra di quelle bacche.

-Ahi!-

-Hai dei riflessi scarsi mezz’elfo.-

Sorrido mentre mi massaggio il braccio. -Di solito mi chiamano mezzo demone.-

-Cerco di vedere solo il meglio di una persona.- risponde sarcastico.

Non riesco a vedere le sue mani muoversi. È troppo veloce. Come si fa a schivare qualcosa che neanche si vede arrivare?

-Passeremo la lezione così?- chiedo seccata mentre un’altra bacca mi colpisce sulla punta del naso. Questo ha fatto male.

-AHI!!- dico massaggiandomi il naso.- Idiota- borbotto.

-Una buona parte probabilmente.- dice con un sopracciglio alzato.

-Ti serviranno molte più munizioni.- sbuffo allora io.

-Ne basta una.-

-Tu saresti così veloce da riprenderla anche al volo e ritornare al tuo posto in così poco tempo?-

-È ciò che ho fatto fino ad adesso.- Ride lui rigirandosene una in mano.

Mi sento presa in giro: é impossibile!

Poi mi tornano in mente le parole di Erdie e mi rendo invisibile.

Lo vedo sorridere divertito. Allora può davvero vedermi?!

-Facciamo così.- ricomincia lui tra un boccone e l’altro. –Se riesci a sfilarmi questo puoi andare a cenare e tornare dentro.- ghigna indicando un bracciale che indossa.

Lo guardo meglio: è il mio!

Non è possibile! non è mai stato a meno di due metri da me…

-Altrimenti?- chiedo.

-Rimarremo fuori tutta la notte, poi tutto il giorno successivo e così via. Potrai solo bere.- 

Sbuffo spazientita mentre mi avvicino camminando. Alzo la mano svogliata per raggiungere il bracciale e lui tende la sua al massimo. Non arrivo neanche al suo gomito.

Ghigna divertito come suo solito mentre fa un paio di passi indietro.

-Quanto diavolo…?- chiedo.

-Sei piedi e mezzo*, qualcosa in più.-

Un piede in più di me... magnifico.

Devo dargli corda, lui è la mia chiave per fermare tutto questo.

-Sei più bassa di tua sorella.- dice intanto il demone pensieroso.

-Non mi pare di avertelo chiesto.- ribatto tornando visibile e provando a colpirlo.

Lui schiva il colpo lasciandomi in precario equilibro e con un dito mi spinge per terra. Infine mi lancia un’altra dolorosa bacca sul naso facendomi lacrimare gli occhi.

-Tsk.- commento.

-Mezz’elfo mi annoi.- mi informa.

-Mi chiamo Runa.-  dico prendendo la sua caviglia e tirandolo per terra di fronte a me.

-Non è rilevante.- dice.

Colgo l’occasione al volo e assumo la mia espressione più preoccupata.

-Non lo è? Deduco di far parte delle creature che eliminerai.-

Mi guarda, sono riuscita a metterlo in difficoltà di nuovo. Mi congratulo con me stessa e faccio finta di riscuotermi da un brutto pensiero.

-Non ti fa paura stare qua?- chiede curioso riprendendo a girarmi intorno. -Insieme a demoni e mezzi demoni e dalla riuscita della tua missione dipende il destino di Asgard e non solo, eppure sembra quasi che tu ti stia divertendo.-

-Se voi mi voleste ammazzare avere paura non mi salverebbe, ne mi aiuterebbe a portare a termine la missione. Inoltre cerco di vedere solo il meglio nelle situazioni.- gli sorrido- Quindi in conclusione: no non ho paura.-

Con il tono più stupido che riesco a trovare concludo –Io non ho paura di niente!-

-Testiamolo.- dice semplicemente lui.

 

 

*equivale a circa due metri. Runa è alta 1.75

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Thor / Vai alla pagina dell'autore: Chandra1620