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Autore: Manu75    02/03/2016    2 recensioni
"…e tu, femmina dai capelli chiari e dagli occhi freddi e algidi, nel tuo orgoglio soccomberai…prigioniera in una cella di ghiaccio, né calore, né gioia, né amore…tutti voi sarete condannati…io vi maledico! Black, da questa sera, vorrà dire disgrazia e sofferenza e prigionia…e morte! Così è stato detto, che così accada!"
Quando il dovere e l'orgoglio ti spingono contro il tuo cuore, quando una maledizione incombe con tutto il suo potere, quando i sentimenti infuriano nel petto senza poterli placare, il destino sembra solo una gelida trappola. Narcissa Black lo sa bene.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Evan Rosier, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Severus Piton, Sorelle Black | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa, Rodolphus/Bellatrix, Severus/Narcissa, Ted/Andromeda
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Più contesti
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Eccomi qui...non è una minaccia :) grazie come sempre a chi ha la pazienza di seguire la mia storia, un sentito ringraziamento va, in particolare, a miss Gold_394, LostHope92 e a EcateC per le loro recensioni, sempre interessanti e gradite.
Buona lettura e a presto!



‘Un gelido destino’  

 

Trentottesimo capitolo

 

(Doveri imprescindibili- parte prima)

 

In piedi in mezzo allo studio di Cygnus, proprio davanti alla scrivania di suo padre, Bellatrix si sentiva nervosa e intimorita proprio come lo era stata da bambina ogni volta che lui la convocava per rimproverarla, per invitarla a tenere un comportamento più confacente ad una purosangue o anche solo per chiederle come andava e come stesse impiegando il suo tempo.
Il volto magro e affilato di Bellatrix non lasciava trapelare nessuna emozione ma lei sentiva le sue mani sudare e il cuore martellarle in petto. L’ultima volta che lei e suo padre si erano trovati in quello studio, faccia a faccia, da soli, era stato quando lui le aveva imposto il matrimonio con Rodolphus.
“Cosa mai potrà volere da me, adesso?” si chiese con rabbia repressa “ ho sposato chi voleva, non vivo più qui da quasi due mesi, la mamma è morta e non potrà dar fastidio mai più...cosa può ancora volere da me questo vecchio?” l’ultima parola le esplose nella testa con furore, spazzando via, almeno in parte, la paura che le attanagliava le viscere.
Era vero. Cygnus era diventato vecchio. Era accaduto tutto molto rapidamente: i capelli erano più radi,  rughe profonde gli segnavano il volto, gli occhi erano più pallidi e meno brillanti e le chiazze scure sulle sue mani spiccavano nitide sulla pelle sottile e fragile che lasciava intravedere le vene spesse e tortuose.
“Troppi colpi tutti insieme” valutò freddamente Bella.
Non provava pena per lui, aveva avuto la sua vita e si era sempre disinteressato di tutte loro, gli importava solo del suo cognome e giusto per l’onore della famiglia si era ricordato ogni tanto di avere tre figlie.
- Non mi aspettavo che tu rispondessi con tanta rapidità al mio invito- le disse improvvisamente Cygnus, strappandola dalle sue elucubrazioni - una giovane sposa come te, fresca di matrimonio, di solito è troppo presa da suo marito e dalla sua nuova casa per prestare troppa attenzione ad un anziano genitore -
Qualcosa nel tono con cui lui disse quelle cose le accese un campanello d’allarme nella testa.
Lo guardò negli occhi ma lui sostenne il suo sguardo indagatore con aria serena ed innocente.
- Voglio sperare che questa sia sempre la mia casa- ribatté lei, rigida - e non siete affatto vecchio, padre- aggiunse con fredda cortesia.
- Sei molto cara, Bella- le sorrise lui di rimando, un sorriso che non arrivava agli occhi - Accomodati, non startene li in piedi. Siedi qui davanti a me-
Il cuore di Bellatrix mancò un battito, evidentemente lui non aveva intenzione di chiudere il discorso, qualunque esso fosse, troppo presto.
Dopo un attimo di esitazione la ragazza avanzò di qualche passo e si sedette sulla sedia davanti alla scrivania.
- Dimmi, Bella- cominciò Cygnus - come ti trovi a casa Lestrange?-
Bellatrix, che non si era aspettata nulla del genere, lo fissò, cauta.
- Bene, grazie- gli rispose, schiarendosi la voce - è una dimora molto bella…-
- Ottimo- approvò lui - immagino che anche tuo marito si comporti in modo impeccabile con te…- il tono di Cygnus era ancora discorsivo.
Bellatrix esitò un attimo con la sensazione che una trappola le si stesse chiudendo attorno, si inumidì le labbra cercando di dosare le parole ma suo padre la prevenne - ...da quello che so è molto rispettoso dei tuoi spazi e i suoi genitori mi hanno assicurato che non esiste motivo al Mondo per cui tu debba comportarti come ti stai comportando da quando sei entrata a far parte della loro famiglia…- ora il tono di Cygnus era duro e metallico e Bellatrix sentì l’angoscia assalirla.
Suo padre e i Lestrange si erano incontrati a sua insaputa.
- Mi si sta accusando di qualcosa, padre?- chiese lentamente, socchiudendo gli occhi e tamburellando con le dita sul bracciolo della sedia - I miei suoceri hanno trovato di che lamentarsi per la mia condotta?- ora la voce di Bella era poco più che un sibilo.
- Diciamo, mia cara figlia- le rispose Cygnus, sporgendosi leggermente in avanti per osservarla meglio in viso - che, a distanza di quasi due mesi dal vostro matrimonio, Rodolphus lamenta che il vostro letto coniugale è ancora intonso-
Per Bellatrix fu come se l’avessero schiaffeggiata in pieno volto.
Cygnus la osservava senza mostrare emozioni, in attesa.
Bellatrix avrebbe voluto rispondere in modo sarcastico, duro,  urlare qualcosa di orribile, qualche insulto e sputargli tutto il suo odio ma la voce si era persa da qualche parte...non poteva pensare di parlare di un simile argomento con suo padre.
- Visto che non hai nulla da dire- proseguì allora Cygnus - parlerò io...- e quelle parole suonarono come una minaccia.
- Se pensi di ottenere un annullamento, ti sbagli- ora suo padre aveva assunto un tono quasi sereno - io ed i Lestrange abbiamo firmato un contratto prematrimoniale- questa volta Bellatrix scattò in piedi come una molla, con gli occhi che mandavano lampi - del resto- proseguì calmo Cygnus - tu non hai ancora ventun anni e, per quanto riguarda certe questioni legate ai beni di famiglia e all’eredità, non hai voce in capitolo-
- Mi state dicendo che ci sono dei vincoli sul mio matrimonio di cui non so nulla?- esclamò la ragazza, con una voce acuta.
- Diciamo che sia io che i Lestrange abbiamo deciso di tutelarci- le spiegò Cygnus - il contratto è vantaggioso per entrambi e tende a tutelare anche i due sposi, naturalmente-
- Perché pensate che io voglia annullare il mio matrimonio, padre?- gli chiese allora Bellatrix.
- Quindi- proseguì ancora suo padre, come se non l’avesse sentita- per farla breve, perché non voglio di certo annoiarti...- le sorrise.
Un sorriso vuoto.
- ...Se il matrimonio verrà annullato per una nostra istanza, noi perderemo Weirwater, questa casa, le nostre azioni alla Gringott e tutto quello che possediamo nella nostra camera blindata, il mio posto al seggio del Consiglio Magico e la mia posizione in seno al Ministero, come membro anziano con diritto di voto. Tutti i nostri beni personali, intesi come denaro, gioielli, ogni cosa che abbia valore per noi.Tutto in favore dei Lestrange, naturalmente-
Bellatrix era senza parole.
- Il matrimonio, d’altro canto, non può essere annullato su richiesta dei Lestrange- Cygnus la guardò sollevando un sopracciglio, accertandosi che lei avesse capito ogni parola - Quando avrete un figlio, il primo maschio prenderà il tuo cognome preservando così la dinastia dei Black. I Lestrange rinunciano, in assenza di un secondo figlio maschio, alla propria discendenza in nostro favore e tutti i nostri beni saranno tuoi, di tuo figlio e di tuo marito.  Io non ho figli maschi, Narcissa porterà avanti il nome dei Malfoy e tua zia Walburga ha escluso dal proprio testamento Sirius, almeno finché non dimostrerà di aver messo la testa a posto, quindi la sua parte di discendenza sarà affidata a Regulus. Ovviamente, se non avrai figli maschi, tutti i beni dei Black, alla mia morte, andranno al primo figlio maschio di Narcissa o, se anche lei non avrà un erede, al vostro cugino più giovane-
Bellatrix avrebbe voluto sputare per terra per dimostrare tutto il suo disprezzo ma riuscì a controllarsi, si morse il labbro carnoso e sorrise. Un sorriso senza gioia.
- Mi sembra ci sia qualche buco in questo piano perfetto- lo provocò - cosa impedisce ai Lestrange di lasciarmi fare, di spingermi a chiedere l’annullamento e prendersi tutti i nostri beni e i nostri privilegi?-
Bellatrix si sentì meglio dopo aver scoccato quel che le parve un colpo vincente.
Ma la sua sicurezza vacillò quando vide il volto di Cygnus deformarsi orribilmente in una smorfia piena di sadico trionfo.
- I Lestrange sono dei purosangue ma non sono all’altezza dei Black o dei Malfoy- le spiegò lui con la voce vibrante di soddisfazione - e ne sono perfettamente consapevoli. Non hanno interesse a rovinarci, hanno beni a sufficienza, quello che cercano non è il denaro- si fermò un attimo studiando bene il volto cereo della figlia - non sono nemmeno così stupidi da pensare di poterci sostituire in seno al consiglio o al Ministero. I Malfoy non li lascerebbero in pace nemmeno un’ora, sanno che verrebbero brutalmente estromessi da ogni cosa e che pagherebbero con ogni zellino a disposizione un simile affronto. Quello che i Lestrange vogliono - la voce di Cygnus era fredda come il vento che soffia sulle scogliere scozzesi in inverno - è unirsi ai Black e ai Malfoy, portarsi al nostro livello e inebriarsi della vista che si gode sulla cima più alta del Mondo magico. Hanno firmato l’accordo consapevoli che, da parte loro, l’impegno avrebbe dovuto essere assoluto per far funzionare questa unione. Sanno che questo matrimonio è l’unico varco aperto alla nobiltà-
- Bene…- sussurrò lei - tuttavia questo contratto è in essere solo finché sarete vivi Voi e i Lestrange, che l’avete firmato...è un contratto vincolato dal vostro sangue, so come funziona…-
Cygnus strinse gli occhi.
- Pensi di eliminare il problema alla fonte?- le chiese, gelido.
- Ci penserà la vita, padre, non ho bisogno di sporcarmi le mani. Come avete detto Voi stesso, siete vecchio- buttò la, rimangiandosi il suo precedente tentativo di cortesia, con un tono molto velenoso.
- Hai perfettamente ragione- assentì lui -  I Lestrange sono un pò più giovani ma non poi tanto...peccato che la firma di sangue non sia né mia né dei Lestrange. Nemmeno il sigillo che chiude la pergamena è nostro- Cygnus riuscì a sorridere senza nemmeno distendere le labbra, una cosa che inquietò Bellatrix oltre ogni dire - Il contratto è stato validato da un Malfoy- gli occhi scuri della ragazza si spalancarono per la sorpresa - da Lucius Malfoy, per l’esattezza-
Se le avesse mandato una Maledizione Cruciatus le avrebbe fatto meno male.
Lucius Malfoy aveva in mano la sua vita.
Poté solo immaginare con quanta soddisfazione avesse sigillato quel contratto così umiliante, quante risate si fosse fatto alle sue spalle.
“Gli strapperò il cuore dal petto!” giurò, ricordando il modo sprezzante con cui l’aveva respinta e sentendo un vortice di odio turbinarle dentro.
- Avete detto che avevate tutelato anche noi sposi…- riprese lei a fatica, dopo una pausa - ma non vedo nessun vantaggio per me...Vi siete dimenticato di Vostra figlia, padre!- gli lanciò uno sguardo amaro.
Lui non sembrò turbato, la fissò per qualche secondo senza proferire parola.
- Naturalmente ho posto delle condizioni che non potranno che farti piacere- questa volta, Cygnus,  sembrava davvero divertito- Rodolphus partirà tra una settimana- lei non riuscì a nascondere la sua sorpresa - si sottoporrà ad una dura terapia per disintossicarsi dall’alcool. Sarà tutt’altro che una passeggiata, si tratta di una cura molto invasiva che durerà almeno sei settimane-
- Quell’inutile vermicolo farà questo?-ribatté lei, scettica.
- Naturalmente, la paura delle volte fa miracoli- le spiegò lui - una volta rientrato a casa, una volta degno di essere tuo marito a tutti gli effetti, Rodolphus sarà vincolato a te, dovrà essere sempre al tuo fianco e condividere il tuo destino. Un utilissimo cavalier servente, insomma, oltre che un marito sobrio -
- Paura?- la curiosità di Bellatrix era genuina.
Non che suo marito fosse un uomo coraggioso ma non immaginava cosa mai potesse spingerlo a rinunciare all’alcool.
Cygnus cominciò a tamburellare le dita sulla scrivania, questa volta sembrò prendere tempo.
- Sono stato spesso in Scozia, negli ultimi mesi - Bellatrix ebbe esattamente la reazione che lui si era aspettato da lei, rimase pietrificata in piedi, davanti alla scrivania - proprio così. Sono il capo di una famiglia di maghi purosangue, credevi davvero che io fossi all’oscuro di certe cose o non desiderassi inchinarmi a colui che lotta per i nostri diritti? Per far tramontare la stella di Albus Silente e per schiacciare i babbani ed i sanguesporco che li difendono?-
- Voi- Bellatrix si inumidì le labbra - Voi avete incontrato l’Oscuro Signore?-
Lui fece un piccolissimo cenno con il capo.
- Voi...Voi avete…-
Per tutta risposta, Cygnus sollevò le maniche del suo vestito scoprendo entrambe le braccia.
- Non c’è…- mormorò lei - le Vostre braccia sono pulite…-
Cygnus abbassò le maniche.
- Nella sua grande saggezza, l’Oscuro Signore sa che io sono costantemente a contatto con Auror e maghi del Ministero, soprattutto sa che io sono un membro del Consiglio di Hogwarts...non sarebbe prudente che fossi marchiato. Inoltre, come abbiamo già constatato, sono troppo vecchio per fare l’uomo d’azione- convenne lui - son ben altre le cose che posso fare per aiutarlo nella nostra guerra contro i nemici del sangue puro e, inoltre, gli ho fornito una prova inconfutabile della mia più assoluta fedeltà...- e il viso si illuminò di un’insana euforia.
Bellatrix rabbrividì, provando un profondo senso di irrealtà.
Suo padre aveva la piena fiducia del Signore Oscuro, lo conosceva e lottava per la causa. Si risedette lentamente sulla sedia, si sentiva come se la schiena non riuscisse più a stare diritta, come se un enorme peso la schiacciasse.
- Il Signore Oscuro approva pienamente il tuo matrimonio, unire le famiglie dei purosangue e assicurarne la discendenza è un dovere. E’ stato egli stesso ad ordinare a Lucius di sigillare la tua unione con Rodolphus. A quanto pare Lord Voldemort ti ritiene una sua importante collaboratrice, desidera che tu contribuisca alla nostra causa così come farà anche Narcissa sposando un Malfoy. Tutti noi gli dobbiamo obbedienza e gratitudine, grazie a lui il Mondo che sogniamo, libero da contaminazioni, diverrà realtà-
L’Oscuro Signore la voleva al fianco di Rodolphus Lestrange. Voleva che lei avesse un figlio.
- E quindi- disse piano, sporgendosi in avanti sulla sedia -Dopo tutto questo, perché pensate che io voglia annullare il mio matrimonio, padre?- gli chiese di nuovo Bella, con una voce che non sembrava più nemmeno la sua.
- Perché, mia cara- le disse lui - sei una sgualdrina, come tua madre- lanciò quell’insulto come se stesse spiegando qualcosa di ovvio ad un bambino -Non mi fido di te, non ho aspettative su di te. Non hai onore, senso della famiglia né tanto meno rispetto per nessuno, a cominciare da te stessa- il tono di voce di Cygnus era laconico, l’aria nella stanza umida e pesante - So che vai regolarmente a far visita a quel buono a nulla di Evan Rosier, un fallito pieno di debiti e senza fissa dimora, un invertebrato che ha dilapidato il suo patrimonio personale. Tutto questo deve finire - concluse, perentorio.
- Vi siete permesso di farmi pedinare?- gli chiese ancora Bella - mi avete vista con Rosier e pensate di sapere tutto?-
- No, ti ho vista con Alderman e quindi so davvero tutto- ribatté Cygnus.
Lei sussultò suo malgrado e questa volta non riuscì a nascondere quanto fosse sconvolta.
Cygnus si alzò in piedi, aggirò la scrivania, superò sua figlia e si mise a fianco della porta, pronto ad aprirla.
- Tu consumerai il tuo matrimonio con Rodolphus Lestrange- le ordinò - e resterai incinta di lui-
- E se lui non fosse in grado?- lo sfidò lei, alzandosi di nuovo in piedi - se noi non fossimo in grado di concepire?-
- Da quello che so, lui può- Cygnus sembrava pronto a ribattere ogni colpo - se tu non sei in grado resterai in ogni caso sposata con lui ma i Lestrange avranno diritto di chiedere che metà dei nostri averi passino istantaneamente in mano loro- la cosa non sembrava turbarlo più di tanto.
- Ti avviso- proseguì, prima che lei potesse protestare - non accetterò eredi bastardi, se il figlio non sarà suo lo saprò, perché nell’accordo prematrimoniale è stato specificato che verrà effettuato un test di paternità. Se dovesse mai emergere che hai tradito tuo marito, i Lestrange avranno il diritto di far valere il contratto come se noi avessimo chiesto l’annullamento e, al tempo stesso, di pretendere che la tua bacchetta venga spezzata e tu esiliata a Inis Ceithleann…-
Bellatrix impallidì, avvertendo una forte nausea.
- L’Oscuro Signore non lo permetterà- disse, ma dentro di sé non era convinta nemmeno lei di questo - avete detto Voi stesso che egli mi ritiene importante per la causa!-
- Lord Voldemort vuole obbedienza, rigore e che si mantengano i principi che contraddistinguono i purosangue, comprese le punizioni…- non c’era altro da aggiungere e Bellatrix conosceva troppo bene il Signore Oscuro per non sapere che nessuno era intoccabile davanti alla sua ira.
- Silente- e pronunciando quel nome il volto di Cygnus si contorse orribilmente - non è ancora riuscito a cambiare tutto, certi privilegi e certe antiche tradizioni sono ancora prerogative delle famiglie purosangue- la sua soddisfazione era evidente - i tempi stanno cambiando, un vento nuovo sta soffiando tra i maghi e presto avere un sangue puro avrà nuovamente un peso, come era una volta e come è giusto che sia-
Cygnus spalancò la porta per congedarla e lei avanzò lentamente verso di lui, superandolo e fermandosi poco oltre la soglia per guardarlo negli occhi.
- Ti sei dato molto da fare per trasformare la mia vita in un Inferno...- gli sibilò con gli occhi freddi e le labbra esangui, passando a dargli del tu - ...farò il mio dovere, puoi starne certo, papà! -
I due si congedarono così, lei scivolò via e lasciò la casa e lui rientrò nel suo studio, chiudendosi la porta alle spalle.
 

 

Kebby aveva fatto il suo dovere e, nonostante Abraxas fosse in casa, aveva ubbidito agli ordini di Lucius e aveva aperto la stanza misteriosa  per fare in modo che il padrone giovane potesse accedervi.
Lucius osservò il ritratto di Druella Rosier, così  come aveva fatto centinaia di volte in quegli ultimi dieci anni.
All’inizio, per lui, quella fanciulla era stata una misteriosa sconosciuta che gli causava profondi turbamenti, poi l’immagine di Narcissa si era sovrapposta a quella di Druella e lui aveva colmato i suoi occhi con l’immagine di lei, sentendosi libero di osservarla e  imprimendosi ogni particolare nella mente.
Adesso, dopo il suo soggiorno a Malfoy Manor, Narcissa gli appariva completamente diversa da sua madre.
Lucius poteva notare tutti i minimi dettagli che le differenziavano: gli occhi della figlia avevano una forma più allungata e intrigante, le sopracciglia avevano un arco più delicato, il naso era più piccolo e perfetto, le labbra più sottili ma dalla piega meno capricciosa.
Il ritratto non lo turbava più.
Sfoderò la bacchetta e, con un movimento del polso, inflisse un taglio sulla tela, sfregiando il bel volto immobile.
Ripensò a Weirwater, alla paura che aveva avuto vedendo Narcissa tra le braccia del Signore Oscuro, al profondo disagio di dover eseguire degli ordini davanti a lei.
Un altro squarcio si aprì sulla tela.
Rammentò a sé stesso quanto si sentisse debole e in balia degli eventi da quando aveva preso pienamente coscienza dell’amore che provava per la sua promessa sposa.
Ricordò quanto la sua lucidità fosse venuta meno, quanto i suoi pensieri si fossero persi, nei momenti meno opportuni, scivolando inesorabilmente verso di lei.
Ripensò con quanta rabbia e frustrazione avesse gettato la maledizione Cruciatus su Evan, usandolo come sfogo, furioso non solo verso il suo amico ma anche e soprattutto verso Narcissa, verso di lei che lo teneva, inconsapevolmente, in suo potere.
Rammentò, infine, l’insana gelosia che lo aveva colto quanto aveva visto lei illuminarsi e gioire alla vista di Severus, una gelosia assurda verso un ragazzino povero e mezzosangue .
Narcissa gli stava condizionando la vita e lui, questo, non poteva permetterlo.
Il quadro si lacerò del tutto.
Lucius emise un sospiro.
Non era più un bambino, non aveva bisogno che un elfo domestico ponesse riparo ai suoi danni.
Con un lieve movimento della bacchetta sigillò nuovamente la tela e ricompose il quadro, senza che alcun segno restasse visibile.
Sapeva quello che doveva fare, non poteva più rimandare.

 

Fine trentottesimo capitolo

  
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