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Autore: SSJD    02/03/2016    8 recensioni
« Ἄνδρα μοι ἔννεπε, Μοῦσα, πολύτροπον, ὃς μάλα πολλά
πλάγχθη, ἐπεί Τροίης ἱερὸν πτολίεθρον ἔπερσεν »
« Narrami, o Musa, dell'uomo dall'agile mente, che tanto vagò,
dopo che distrusse la sacra città di Troia. »
Da amante delle CO storiche come sono, non poteva mancare il seguito de 'La guerra degli dei', che pubblicai giusto un anno fa...
Con questa però, mi sono voluto 'regalare' una AU persino dell'Odissea. Ebbene sì, ho osato sfidare Omero, dato che la sua trama sarà bella, avventurosa, incredibile quanto volete, ma diciamocelo... la conosciamo tutti e sinceramente... chi non si annoierebbe nel rileggerla ancora? Quindi l'ho modificata. Ebbene sì, a mio piacimento e diletto.
Molti dei fatti raccontati sono effettivamente riportati anche nell'opera originale dell'esimio poeta, soprattutto il viaggio di Ulisse (Vegeta) ma, per rendere la lettura più interessante, ho deciso di modificare giusto un attimino i personaggi e i fatti narrati.
Praticamente ho scritto una AU di una Cross-over... un delirio...
Ma fidatevi, il risultato finale... beh... a me piace un sacco...
Se non avete letto il mio primo racconto, vi invito a leggerne almeno l'introduzione, giusto per inquadrare i protagonisti.
Grazie per l'attenzione e buona lettura.
Genere: Avventura, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: 17, Broly, Crilin, Zangya | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Goku/Vegeta, Pan/Trunks
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Pan, Trunks, Vegeta e Goku, dormirono tutti serenamente, sognando chi l’arrivo, chi la partenza, ignari del fatto che, di lì a poche ore, le due cose sarebbero coincise.
Il mattino seguente, Goku fu svegliato dal lieve tocco di piccole nocche sul legno della porta della camera in cui aveva dormito, tutta la notte, a fianco dell’amico.
Si alzò lentamente e, senza preoccuparsi di indossare alcunché, andò ad aprire: sapeva già chi avrebbe trovato dall’altra parte.
“Buongiorno, Chichi…Dormito bene?” le chiese non appena ebbe di fronte gli occhi neri della moglie.
Chichi inarcò le sopracciglia in un’espressione mista tra stupita e sconsolata. Decisamente non si sarebbe mai abituata al poco decoro del marito. Storse il naso e sbirciò al di sopra della spalla di lui, per verificare se Vegeta stesse ancora dormendo.
A quel punto anche Goku voltò lo sguardo sopra la spalla, per osservare l’amico che, pacifico, ancora era assopito nel grande letto presente al centro della stanza.
Tornò a guardare la moglie e aprì un mezzo sorriso dicendole imbarazzato:
“Eheh…dorme…”
“Vedo” rispose le con tono leggermente seccato.
“Che c’è? Tutto bene? Mi sembri contrariata…” chiese lui allungando un braccio verso il viso di lei per depositarle una delicata carezza sulla guancia.
Chichi si morse un labbro. Sì, in effetti, leggermente contrariata lo era. Se Vegeta dormiva così pacificamente significava solo una cosa e, quella cosa, andava chiarita subito, prima che Goku la ipnotizzasse di nuovo con il tocco vellutato della sua mano sulla sua pelle.
Chichi alzò una mano e prese il polso del marito, bloccandone di fatto il dolce struscio che le stava donando alla guancia.
“Goku, no…Lasciami stare…Tornerò quando il tuo amico si sarà svegliato…” disse accigliata facendo per allontanarsi.
L’uomo, dopo un primo momento di sconcerto, capì finalmente quale fosse il cruccio della moglie. La prese per un braccio prima che si allontanasse dalla sua portata e la tirò a sé, racchiudendola in un abbraccio delicato, ma, allo stesso tempo, deciso. La guardò negli occhi e scoprì che la sua intuizione riguardo all’agitazione di Chichi era corretta. Senza spostare lo sguardo da quello severo di lei, con un tono pacatissimo le disse:
“Ti sbagli, non è successo nulla di ciò che pensi. Vegeta aveva solo bisogno di sfogarsi e ritrovare la fiducia in se stesso, prima che negli altri. Quando ha capito di essere in presenza di chi gli vuole bene, si è addormentato…Lo sai che sei tu…la seconda persona che amo di più, in tutto il mondo…” concluse intervallando le parole con piccoli baci a fior di pelle sul viso abbronzato di lei.
“La seconda?” chiese lei in un sospiro difficile da controllare, visto che Goku era sceso nel contempo a baciarle il collo.
L’uomo salì fino all’orecchio e, dopo aver assaporato il lobo tra le labbra umide, le disse:
“Certo…prima c’è Gine…”
“Mhm…non vale…G-Goku…che intenzioni hai?” chiese cercando di mantenere un controllo che era ormai praticamente impossibile da gestire.
“Le peggiori” rispose lui prima di prenderla in braccio e portarla nella loro camera nuziale, di fronte a quella in cui ignaro dormiva ancora il re di Itaca.
A dispetto della definizione data poco prima ai suoi intenti, Goku amò la moglie con una dolcezza infinita, com’era sempre stato e come sempre avrebbe fatto, negli anni avvenire.
“Perdonami…per ciò che ho supposto, poco fa…Sono stata sciocca” disse dopo il lungo silenzio che aveva seguito l’apice del loro piacere.
“SSSHHH…Ti amo…” le sussurrò solo lui depositandole un casto bacio sulla fronte, prima di alzarsi, vestirsi ed andare, in tutta calma, a svegliare il suo migliore amico.
 
“Vegetaaaa…Vegetaaaa! Svegliati, pigrone! Re Kaio ha già portato il Sole alto nel cielo da un sacco di tempo! Quanto pensi di dormire ancora?” domandò Goku scuotendo animatamente l’amico.
“Mhmm…lasciami dormire…” fu la risposta del re di Itaca che fece sprofondare la testa ricoperta dai lunghi e arruffati capelli neri sotto il cuscino.
“Ma quale dormire, Vegeta! Chichi è già passata per sapere se ti eri svegliato per prestarti di nuovo le sue cure. In più…abbiamo una nave da sistemare!” esclamò allegro Goku, cercando di dissuaderlo da un’ accidia che non era da lui.
A quelle parole, Vegeta si sollevò dal letto in un istante.
“Una nave? E perché non l’hai detto subito? Dove sono i miei abiti?” disse tutto trafelato.
“Calmati, Vegeta! Prima deve passare Chichi, poi c’è la colazione, poi dobbiamo andare a vedere i materiali che ci servono…Ce n’è di cose da fare!” lo informò il giovane.
“No ma…
 
TOC TOC
 
“Avanti! Vieni, Chichi!” esclamò Goku entusiasta.
“Ma Goku! Sono nudo!” annunciò l’altro in preda al panico.
“Beh? E di cosa ti preoccupi? Come pensi che ti abbia trovato ieri sulla spiaggia? Agghindato a festa?” lo informò Goku sghignazzando.
“Non è divertente, Goku” lo redarguì Chichi entrata nella stanza, fulminandolo con uno degli sguardi più severi del suo repertorio. Che il marito fosse rozzo poteva anche passare, ma che cercasse di far passare per normalità la sua poca discrezione anche con Vegeta, era troppo.
“Mhmm…scusate…Vado a vedere che fine ha fatto mia figlia…deve fare i suoi esercizi mattutini” concluse uscendo a capo chino e lasciando i due alle loro faccende.
“Sire, come vi sentite? Avete riposato?” domandò la donna andando ad aprire le tende, come aveva fatto il giorno precedente, per far entrare i raggi del caldo sole estivo e aspettando che l’uomo potesse debitamente coprirsi. Poi voltandosi verso di lui per poterlo osservare, continuò:
“Sembrate rinato, rispetto a ieri. I vostri occhi hanno riacquistato la lucentezza e la vitalità di sempre”
“Non potete immaginare quanto la serata di ieri mi abbia ristabilito, nell’animo e nel corpo. Devo molto a voi e a vostro marito. Posso chiedervi un favore?” chiese lui con la consueta cortesia.
“Ma certo, intanto sdraiatevi e voltatevi, la pelle della vostra schiena necessita di un’altra buona dose di unguento. Vedrete, prima di sera sarete come nuovo”
“Mi spiace darvi tanto disturbo. Una regina non dovrebbe occuparsi di curare un naufrago…nelle mie condizioni…” disse rammaricato, ma emettendo, nel contempo, un gemito di piacere, non appena sentì l’olio, seguito dalle dita morbide di lei, venire cosparso sulla sua pelle in via di guarigione.
“Nemmeno un re si dovrebbe occupare di prendersi cura di una povera schiava, ma sia voi che mio marito, non avete avuto remore a farlo con me, se ben ricordate. Quindi non è un disturbo, ma vi rammento che anche io conosco bene le doti del mio consorte. Ha salvato la mia anima quand’era alla deriva, dopo che, grazie a voi, fui liberata dalla prigionia di Napa. Immagino abbia saputo fare lo stesso con voi…” chiese lei continuando imperturbabile il suo incarico.
“Già…Anche la mia…era un po’ alla deriva…” sospirò lui sommessamente ripensando a come, con un semplice bacio, Goku fosse riuscito a calmare il suo animo in subbuglio.
“Cosa volevate domandarmi?” chiese allora la donna per distrarlo da quelli che lei immaginava fossero brutti ricordi che cercavano di farsi ancora spazio nella mente fragile dell’uomo.
“Mi tagliereste i capelli? Non mi piacciono così lunghi, come sono diventati. La barba l’ho tagliata da me, ma la chioma…è un po’ difficile…vorrei tornare a Itaca come…come quando sono partito…” disse cercando di essere il più cordiale possibile.
“Certo. Anche mio marito ama tenerli corti. Li taglio sempre anche a lui, ma sono così…ribelli…Beh, l’avete visto, no? Non se ne cura affatto” spiegò lei con tono quasi rassegnato per poi concludere: “A voi stanno indubbiamente meglio corti: così mi ricordate vagamente Radish…Anche la moglie di Tarble me lo ha detto, ieri sera, quando vi ha visto…”
“La…moglie di Tarble…mi…mi conosce?” chiese Vegeta sollevandosi sui gomiti e voltandosi verso la sua interlocutrice per farle notare il suo sguardo stupito.
“Oh…sì…è Marron, la vostra…beh…Era con voi, a Troia…Ricordate?” spiegò Chichi con tono imbarazzato, mordendosi la lingua più volte sulle parole ‘serva’, ‘schiava’ e ‘amante’, per non metterlo a disagio.
“Ma-Marron? Per gli dei, ma sono felicissimo! Saperla in salvo mi riempie il cuore di gioia e venire a conoscenza del fatto che sia felicemente sposata, ancora di più! Chi lo avrebbe mai detto?! E così si è sposata con Tarble, eh? E ditemi, per favore, hanno figli?” chiese lui che, solo in quel momento, iniziò a sentirsi come a casa.
“Beh…in effetti…è in attesa del quarto…Spera vivamente di avere una femmina, questa volta…Sapete, dopo tre maschietti…” rispose Chichi facendo un sorriso divertito per quanto Vegeta le ricordasse, in quel momento, un bambino curioso.
“Alla salute!" esclamò Vegeta evidentemente entusiasta nell’apprendere la notizia. Si rimise sdraiato per permettere a Chichi di terminare il lavoro che aveva dovuto interrompere non appena lui si era sollevato. Poi di nuovo domandò:
“Ma ditemi, avete parlato di Radish…non l’ho visto ieri sera. Non vive su quest’isola?”.
A Chichi scappò un leggero sorriso, che venne percepito dal re il quale, di nuovo, voltò la testa per tornare a guardarla e domandò incuriosito:
“Ho detto qualcosa di buffo?”
“Cosa? No…no è solo che…vedete…Radish era il capo delle guardie di Goku. Quando morì Turles ed io ero ancora in balia della follia di Napa, lui fu molto vicino a mio marito, molto più di quanto il suo incarico lo richiedesse. Goku aveva la mente offuscata dal pensiero della vendetta e non gli bastò uccidere il figlio di Napa per sanare la sua sete di giustizia. Quando partimmo da Troia, una sera, sulla nave, lui e Radish si chiusero in una cabina e discussero a lungo. Il giorno dopo arrivammo a Micene, patria di Napa e lo lasciammo sulla spiaggia. Qualche anno fa abbiamo saputo che Napa è stato ucciso da sua moglie, non appena tornato da Troia e che Radish si è sposato con la regina. So solo che Goku ha sorriso, quando lo ha saputo. Credo che la sua vendetta si possa ritenere chiusa, a questo punto” concluse sospirando.
“E la vostra?” chiese Vegeta con tono freddo.
“La vendetta è un sentimento che non mi appartiene, ma sono felice che mio marito sia stato appagato delle sue sofferenze. E poi…quando è nata Gine tutto è come…svanito…” concluse serenamente e con tono sincero.
“Vi comprendo…Posso chiedervi che esercizi mattutini deve svolgere vostra figlia? Spero che Goku non le stia insegnando a duettare di spada…Non si addice ad una creatura dolce come Gine”
“Oh, no…certo che no…niente armi su quest’isola. Ѐ una delle regole” iniziò a spiegare la donna continuando, con una delicatezza incredibile, a cospargere l’unguento sulla pelle rilassata di lui.
“Niente armi?” chiese lui incuriosito.
“Già. Prima di giungere su questa terra, che prima del nostro arrivo era completamente deserta, a largo della costa mio marito ordinò a tutti gli uomini di gettare armi e armature in mare. Dopo un primo momento di smarrimento, spiegò che potevano tenere archi, frecce e qualche lancia per la caccia. Ma niente di più. Chi non era d’accordo, era libero di andarsene. Nessuno lo fece. Gli sono rimasti fedeli per tutti questi anni e da allora lo considerano re dell’isola, nonostante lui si ritenga loro pari. Hanno continuato a rispettarlo senza mai tradire la sua fiducia e questo ha portato solo bene, a questa terra.
L’unica persona che mio marito considera più importante, persino della sua stessa vita, è Gine. Loro fanno molta ginnastica, al mattino. Fortifica lo spirito e il corpo di nostra figlia, nonché favorisce l’apprendimento delle nozioni impartite dal suo mentore…
Ho terminato…Prendo una lama per tagliarvi i capelli e radervi di nuovo la barba, torno subito” disse allontanandosi e lasciandolo a godersi i primi momenti benefici dovuti alla cura che lei gli aveva prestato.
Al suo ritorno, Vegeta si era vestito con un abito dal gonnellino corto, che gli calzava alla perfezione e la aspettava seduto su una sedia rivolta verso la grande finestra che dava sul mare.
Guardava con un sorriso Gine e suo padre che correvano a piedi nudi sulla spiaggia e l’immagine gli diede un senso di pace e di famigliare normalità.
Mentre Chichi tagliava quei lunghi capelli neri, Vegeta chiuse gli occhi e per la sua mente passò il ricordo di quando era la sua sposa a occuparsi di quella faccenda così ‘famigliare’, ma ora così dannatamente lontana nel tempo.
Sentì le ciocche scivolare a terra e, con esse, molti dei brutti ricordi che avevano occupato la sua mente negli ultimi vent’anni.
Era giunto il momento di ricominciare, di dare un taglio netto al passato e che lo stesso, venisse messo al rogo sotto le sembianze di quella sgradita peluria, che ora stava andando a ricoprire il pavimento, come un lurido tappeto.
Quando la donna terminò il lunghissimo lavoro, si occupò di raderlo con cura. Tolse i rimasugli di barba dal volto di lui con una pezza umida e poi si mise a rimirare il taglio che gli aveva fatto, per vedere se le fosse sfuggita qualche ciocca ribelle.
Inclinò la testa di lato per poi fare un sorriso. Sì, era soddisfatta del lavoro: ora l’uomo che aveva davanti a sé era esattamente come se lo ricordava. Certo, aveva perso la tonicità del corpo del guerriero che era stato, dieci anni prima, ma non si poteva di certo dire che il tempo e le disavventure lo avessero invecchiato, nemmeno di un giorno.
“Grazie” le disse facendole un sorriso sincero.
“Ѐ stato solo un piacere. Credo che i miei cari stenteranno a riconoscervi! Venite? La colazione è già in tavola da un pezzo. Meglio andare, prima che si faccia troppo tardi. Mio marito mi ha avvisato che avete del lavoro da fare” rispose lei corrispondendogli il sorriso.
“Oh! Allora sarà meglio che mi nutra a sufficienza!” scherzò lui alzandosi e facendosi accompagnare su un terrazzo, su cui era stato allestito il banchetto.









 
 
   
 
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