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Autore: BlackDream99    02/03/2016    1 recensioni
"Te lo prometto", le disse Ron, quando l'oscura presenza del dolore aleggiava ancora nelle menti di tutti e due. In un viaggio per terre lontane, il rapporto fra Ron e Hermione si andrà rafforzando, contro quello che pensavano gli altri, contro quello che pensavano anche loro stessi. Una storia limpida che si basa su frasi aleatorie, baci appassionanti, sulla voglia di stare insieme, di perseverare, di continuare ad andare avanti, perché la vita, appena pensi che debba lasciarti in pace, ti rende le cose più difficili di quanto già non lo siano state. Un'ennesima ricerca porterà Ron e Hermione prima su strade buie e scomode, e infine, a quello che desideravano entrambi, forse lui ancor più di lei. Tra lacrime, gioie, congetture e inesperienza, l'amore avrà la meglio. Perché loro sono nati per stare insieme. E insieme resteranno. Per sempre.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Lettura consigliata con: The Woods - Olivver The Kid

Gli occhi nocciola presero vita molto prima della testa, ancora impegnata nel raccogliere le vaghe immagini ed emozioni delle ore precedenti, come un sogno dal quale non si sarebbe mai voluta separare. Ma la fredda e dura realtà prevalse, e subito l'importanza cruciale di quel giorno assalì Hermione, un peso sullo stomaco che lei sperava si sarebbe dissolto prima possibile. Ron era ancora profondamente addormentato, rannicchiato sotto le coperte nella tenera penombra della tenda, con un braccio che pendeva dal letto. A mente fredda, Hermione non riusciva a spiegarsi il motivo per cui aveva combinato tutta quella messinscena la notte precedente. Solo poche ore prima le era parso così chiaro e nitido, adesso invece si presentava avvolto da ombre opache, che attaccavano la propria persona e le proprie azioni ed emozioni. Uscì dalla tenda, e si fece baciare dal sole già alto nel cielo. Guardò il mare oltre la città; era calmo e azzurro, e una leggera brezza si levava dalle sue spalle, scompigliandole vestiti e capelli. Si portò le mani sul viso e lo coprì, e chiuse gli occhi lentamente come se ciò potesse alleviare il dolore. Era dolore quello che provava. Era amareggiata dall'aver generato paura, terrore e odio. Ma lui era rimasto. Come si era aspettata, lui era ancora lì, ed insieme avevano passato una notte indimenticabile, spiegandosi con gli occhi invece che con futili parole. Liberò il viso pallido dalla morsa opprimente dei pensieri e riprese a contemplare il paesaggio. Era come se la natura avesse voluto augurar loro buona fortuna, aveva praticamente creato un giorno d'estate in contrapposizione al freddo e al buio invernale. Tutto il loro futuro, e tutto quello che avevano fatto da quando erano arrivati ad Adelaide stava per essere decretato fondamentale od inutile da un semplice squillo del telefono. Una prospettiva terribile, crudele e irrispettosa. Restò sulla collinetta di fronte al vento per quella che parve un'ora, o forse più, cercando di trattenere quelle odiate lacrime che premevano per uscire. Non voleva sembrare debole, era decisa a rinnegare molti aspetti della propria personalità, quelli che Ron invece le aveva ripetuto di preferire. Una smorfia di odio e rassegnazione la assalì quando Ron si affiancò a lei, e chiuse gli occhi, il mento alto rivolto al vento, al mare, all'orizzonte. Respirò profondamente, i capelli rossi e troppo lunghi che prendevano una nota di selvaggio. Dopo un minuto circa, si volse verso Hermione, un leggero sorriso stampato sulle labbra e gli occhi stretti per difendersi dal sole. Si frappose fra lei e l'astro, e disse: ''Hai ancora gli occhi rossi''. Hermione rise freneticamente, cercando senza troppo successo di sdrammatizzare la situazione, senza dire nulla. Si limitò ad incrociare lo sguardo affettuoso di Ron, che sembrava avrebbe potuto restare ad ammirarla per giorni interi. 
''Io amo le ragazze che piangono, lo sai?'' riprese lui, tenero. L'espressione di Hermione si indurì; non sapeva per quale motivo voleva apparire rigida, concentrata, fredda, ma era sicura di non riuscire a sopportare la parte di sé più fragile ed ingenua. Ron interruppe ancora i suoi pensieri: ''Sono le più belle. Quelle emotive, quelle che tengono davvero a ciò che fanno. Non vergognarti delle lacrime. Ti rendono meravigliosa''. Come se un nodo d'acciaio si fosse appena sciolto nel suo cuore, Hermione, inconsapevolmente e a malincuore, sorrise. E si sentì molto meglio. Finalmente le lacrime poterono uscire fuori dalla prigione di pensieri che le avvolgeva, ed insieme ad esse un sorriso dolce e innamorato. Ron la abbracciò, ed Hermione lo strinse forte a sé. Le era di un conforto incredibile, e i problemi sugli avvenimenti della sera precedente passarono improvvisamente in secondo piano. Nonostante le parole di Ron avrebbero potuto farla sentire addirittura peggio, nel ripensare a quello che gli aveva fatto, quelle sillabe avevano invece dato prova del fatto che lui non l'avrebbe comunque mai abbandonata; l'aveva accompagnata in capo al mondo a cercare i suoi genitori, l'aveva rassicurata infinite volte, l'aveva portata a cena in un posto stupendo, aveva danzato con lei sotto la pioggia congelata, e tutto esclusivamente per amore, per renderla felice. Si promise che mai più l'avrebbe trattato in un modo del genere, mai più. Si separarono lentamente, Ron la baciò, e mentre si avviava verso la tenda le disse: ''Guarda che mi piaci anche quando ridi eh...''. Hermione scoppiò a ridere in primo luogo per l'affermazione, ed in seguito per ciò che questa significava. Dopo qualche istante, seguì dentro il suo uomo, che si stava vestendo, e mentre si apprestava a scegliere cosa indossare, disse scherzosamente: ''Direi che oggi il pranzo potrei offrirtelo io...''. Lui non rispose, si limitò a sorriderle e a lanciarle un'occhiata divertita. 
Circa una ventina di minuti dopo, erano entrambi pronti per andare in città. Ron portava addirittura una maglietta a maniche corte (''Se ti ammali ti curi da solo, sappilo'', lo aveva rimproverato Hermione) e lei un vestito leggero sotto il giubbotto. Si Smaterializzarono sul lungomare, e decisero di approfittare della giornata calda godendosi una passeggiata. L'oceano che sembrava così nero e tenebroso nei giorni precedenti adesso si colorava di un meraviglioso turchese, la sabbia splendeva dorata sotto il sole e qualche temerario surfista stava preparandosi per gettarsi fra le onde spumose al largo. Ron ed Hermione si fermarono dopo una mezz'ora di camminata e si sedettero su una morbida duna di sabbia che univa la strada alla spiaggia. Era talmente bello stare così tranquilli ad onorare il calore, che nessuno dei due si rese conto del fatto che fosse praticamente un anno e mezzo che non staccavano la spina da tutto il resto, prima dall'orrenda e impossibile missione che avevano dovuto compiere e poi da quella ricerca che era divenuta un'ossessione, al contrario di quanto avessero potuto pensare. Hermione cinse la vita di Ron col braccio sinistro, e lui si lasciò cadere dolcemente su di lei.
''L'altra sera eravamo poco più in là, dopo quella rientranza, ti ricordi?'' disse lei indicando una parte di arenile alla sua sinistra. Ron se lo ricordava eccome, e ancora di più ricordava l'abbraccio che li aveva legati per quelle che parvero ore. E pensando al cambiamento di stato d'animo da allora, un sorriso nervoso lo attaccò. Hermione se ne accorse, e aggiunse divertita: ''Ed ora che hai da ridere?''. 
''È cambiata parecchio la situazione da quella sera, non trovi?'' rispose lui di fretta. 
''Beh, non è che abbiamo risolto molto, sinceramente''.
Ron si accorse che aveva tremendamente ragione, ma come se avesse sempre saputo cosa risponderle, disse: ''Lo so, ma guarda che differenza c'è fra la conversazione di oggi e quella di tre giorni fa...''.
Hermione alzò gli occhi, per pensarci su. 
''Effettivamente - ammise - è vero. Anche se ho pianto anche in quel caso...''.
Ron non rispose neanche, sorrise e la strinse forte: ''Sfido chiunque a non disperarsi in quella situazione. Voglio dire, è da matti no!?''.
Anche Hermione scoppiò a ridere. Poi aggiunse, libera di parlare con qualcuno come mai in vita sua: ''E ci si era messo anche il freddo, il vento, il buio, la sabbia gelata. Come se non fosse bastato''. Ron annuì, ed aggiunse: ''Ma c'ero io''. Hermione rise, ed iniziò a prenderlo in giro: ''L'hai fatto solo per profitto, pensi che non l'abbia capito?''.
''Ah si? E allora la prossima volta ti lascio al freddo e al gelo da sola...''.
Continuarono a scherzare e a ridere, fin quando un abbraccio li fermò. Lo stesso abbraccio bollente di tre sere prima. E così, uniti l'uno all'altra, la morsa di quell'oggetto nella borsa di perline sembrava svanire nel nulla, nonostante di lì a poche ore un suo suono avrebbe deciso che tipo di lacrime Hermione avrebbe dovuto versare.
   
 
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