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Autore: ValeriaLupin    02/03/2016    2 recensioni
Un uomo che, con gli anni, ha fatto delle parole la vita e il lavoro, ora si trova abbandonato a confrontarsi con i loro residui confusi.
Gli affollano la mente e cercano di dare una spiegazione, di fargli superare quell'apatia, di cercare una soluzione.
Questa storia partecipa al contest "Drabbleggiamo?" indetto da grazianaarena sul forum di efp.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pacchetto bianco: tempo.
L’avrebbe ritrovata solo nei romanzi
 
Aveva sentito che degli scienziati lavoravano a una macchina del tempo. Un tema ricorrente in romanzi fantascientifici, lo sapeva bene lui che ne aveva scritti tanti.
Dopotutto, da sempre era una mania dell’uomo quella del controllo, un traguardo sognato quello di avere la sicurezza di poter tornare indietro a ogni sbaglio. Liberarsi della casualità, della coscienza. Svincolarsi dalla razionalità che produce tormento e finisce per annientarci, schiavizzarci.
Organizziamo il tempo in momenti di azioni, lo scandiamo in secondi, minuti, decenni, secoli. Ma cos’è poi il tempo se non un eterno istante di esistenza?
Il tempo di sua sorella era finito e lui la macchina non poteva recuperarla nei suoi romanzi.


Note dell'Autrice: Spero di essermi attenuta abbastanza al tema del pacchetto. Comunque mi è piaciuto tanto scrivere questa storia! Anche se probabilmente è un po' intricato il pensiero; non so se rende l'idea di quello che volevo esprimere.
Questa storia partecipa al contest "Drabbleggiamo?" indetto da grazianaarena sul forum di efp.
Magari fatemi sapere se sono riuscita a farmi capire e se vi è piaciuta.
Bacioni,
Fangirl23

 
   
 
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