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Autore: Vulpix    02/03/2016    2 recensioni
TIME LINE:
I fatti “narrati” vanno a collocarsi nella terza stagione, prima della Season Finale, in un’immaginaria serie di eventi che partono dopo la 3x23 e in cui gli avvenimenti della 3x24 non sono mai accaduti.
*****
PREFAZIONE:
Sono trascorsi 3 anni da quando tutto ebbe inizio…
Tre anni dall’inizio della fine.
Tre anni in cui molte cose sono accadute e forse troppe cose erano cambiate…
(dal testo)
"Il 3 è il numero perfetto per eccellenza...
Sant' Agostino diceva che il 6 era il numero perfetto perchè il Signore ha creato il mondo in 6 giorni...
Per Dante il numero perfetto è il 9... numero primo, divisibile solo per se stesso e multiplo del numero perfetto. Il 9 è il 3 al cubo, l’elevazione a potenza del numero perfetto a se stesso...
Tra le tre, io preferisco la terza versione...
Il 9 è la perfezione in assoluto... per questo tu sarai la mia nona vittima!"
Genere: Angst, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Richard Castle, Roy Montgomery
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione, Nel futuro
Capitoli:
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« Felice insieme e miserabil mostro;
in cui convinc’ognor l’incendio cresca
al dì ch’io vidi l’amoroso sguardo,
ove ancor ripensando aghiaccio et ardo»

 (da Arcadia di Jacopo Sannazaro)

 

Mezz’ora dopo, Kate era in ‘postazione’. Accanto a lei, c’erano uno Jim Beckett ultra agitato e dal lato opposto la sua amica che le teneva la mano.
- Forza tesoro, manca poco, ancora qualche spinta e ci siamo.- le disse.
- Avanti Kate… alla prossima contrazione, spingi più forte che puoi!- confermò l’ostetrica.
- Ancora più forte? No no, io non ce la faccio! Fatemi scendere!- esclamò la detective, ormai in preda al panico.
- Su bambina mia, puoi farcela!-
- No papà!- si voltò verso la ginecologa-Ho cambiato idea! Fatemi il cesareo!-
- Mi dispiace Kate, ma è ormai troppo tardi… ti basta ancora una spinta ed è fuori! Vediamo già la testa!-
Stava per dire altro, si voltò verso l’amica, quando una contrazione la pervase.
Fu davvero fortissima e mentre si contorceva sul lettino, stringendo la mano di Lanie, alzò gli occhi al cielo e tutto d’un fiato disse:
- Dove diavolo sei?? Proprio ora che ho più bisogno di te…-
Sia Lanie che Jim seguirono il suo sguardo, per poi posarlo su di lei, con un pizzico di tristezza. Entrambi pensarono che quelle parole fossero per sua madre, pensarono giustamente che mentre stava dando alla luce la sua bambina, la lontananza di Johanna fosse tornata forte. Ma non sapevano quanto si sbagliavano.
Le parole le si smorzarono in gola quando alla contrazione seguì la spinta forte e la testolina della sua piccola fu fuori.
- Eccola l’ho tra le mani- esclamò l’ostetrica.
- Bravissima Kate! Ora riposa e prendi fiato. Non spingere finché non te lo diremo noi!-
- Qualche problema?- chiese immediatamente.
- No tesoro, stai tranquilla - intervenne Lanie-devono controllare che il cordone non sia attorno al collo e poi alla prossima spinta potrai far nascere il piccolo!-
Chiuse gli occhi e inspirò profondamente, cercando di mettere in atto quanto aveva imparato al corso pre parto ‘casalingo’.
Una nuova contrazione la fece tremare, strinse forte la mano di Lanie e l’altra attorno al lenzuolo.
- TI ODIO CASTLE! Questa me la paghi!- sbraitò puntando la testa contro lo schienale.
- Castle? Che c’entra Castle adesso?- chiese Lanie cercando di non farsi stritolare la mano.
- Secondo te? Se sono qui adesso a chi lo devo? Eh????- rispose Kate furibonda, indicando la sua situazione.
- Cosa?- esclamarono in contemporanea Lanie e Jim.
- Forza Kate, alla prossima spingi! Facciamo nascere questo piccolo!-
Non ci fu più il tempo per altro, tutto avvenne in una frazione di secondo, una contrazione forte, un’ultima spinta e il dolce suono del pianto del suo bambino che era finalmente giunto da loro.
Si lasciò cadere contro lo schienale, chiuse gli occhi e si godette quel momento.
- Eccolo qui- esclamò l’ostetrica.
- Bravissima Katie- disse Jim, accarezzandole il viso sudato.
- Sta bene?- fu l’unica cosa che riuscì a chiedere.
- Si sta benone!- rispose la dottoressa, avvicinandosi a lei.
- Kate, ecco la tua piccolina.- le disse, mentre le metteva tra le braccia quel fagottino.
Appena la piccola sentì il calore della sua mamma, smise di piangere.
Kate la guardava con le lacrime agli occhi.
- E’ una bambina bellissima!- esclamò Lanie emozionata.
- Bellissima, tesoro!- le fece eco Jim avvicinandosi a darle un bacio sulla fronte.
- Una bambina!- disse Kate, come a chiedere conferma alla dottoressa, poi chinando il viso su di lei e avvicinandola per baciarle il nasino arrossato -Ciao piccola! Benvenuta tra noi!-
Strinse a sé il suo più grande tesoro, mentre tornò a guardare per un attimo verso l’alto chiudendo gli occhi e sospirando. Quando riportò lo sguardo verso la sua piccola, che ora dormiva tranquilla tra le sue braccia, uno splendido sorriso si aprì sulle sue labbra. Chiuse per un secondo gli occhi e mordendosi il labbro, per fermare il tremolio e le lacrime che copiose avevano iniziato a scorrere sul suo viso, non poté fare a meno di dire nella sua testa “Grazie Rick”.  

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Scoppiarono entrambe a ridere.
- Siamo stati insieme, Lanie...-
Quella frase così seria fece fermare di colpo le risate della sua amica che ora la guardava in cerca di spiegazioni.
- Stanotte, è successo di nuovo... Ho ceduto- disse abbassando lo sguardo.
- Non è stata una debolezza- le disse la donna- voi due vi amate e nonostante tutto non avete mai smesso di farlo!-
Abbassò lo sguardo ma nel farlo annuì leggermente e questo non sfuggì all'amica.
- Certo che tu hai proprio tatto nel dare notizie shock!!- scherzò l'amica, facendo ridere entrambe.
- Mah dai... Almeno il nome di Joe non è stato così male!- disse la detective con finta espressione angelica.
- No certo che no... Ero solo troppo sciolta dal tenero momento per capire quel secondo nome!-
 

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Quando la dottoressa le aveva preso dalle braccia la sua piccola, aveva preteso che Patrick restasse di piantone. Riponeva un'enorme fiducia in quella donna, ma il costante timore di essere in pericolo, non l'aveva mai abbandonata. Nonostante adesso sapesse di essere al sicuro e che lo fosse anche la sua bambina, preferiva non correre alcun rischio.
Continuava ad agitarsi nel letto, in attesa di riavere tra le braccia la sua creatura. Quando gliel'avevano poggiata sul petto, aveva provato delle emozioni indescrivibili. Era bastato il contatto con la pelle della sua bambina per riscaldarle il cuore. In un istante si era sentita inesorabilmente legata a quell'esserino che non dipendeva più da lei, ma ora che l'aveva stretta tra le sue braccia si era finalmente resa conto di ciò che insieme avevano creato.    
Il leggero bussare alla porta attirò la sua attenzione, e un enorme sorriso le apparve in volto appena intravide Patrick entrare con la sua piccola tra le braccia.
- É permesso? Qui abbiamo una splendida signorina che cerca la sua bellissima mamma!-
- Hey - esclamò felice - entra pure e ridammi immediatamente la mia piccola!-
- Questo ė il ringraziamento? Prima mi obblighi a restare in sala parto, poi a seguire le operazioni nella nurse. Anche le infermiere mi hanno mollato la piccola e spedito qua, perché stanche delle tue urla... E nemmeno un grazie!- disse con finta aria shoccata. -Hai  capito signorina, come mi trattano?- chiese rivolto alla piccola, che intanto gorgogliava felice, mentre avanzava, a passo svelto, verso il letto.
- Grazie - fu la dolcissima risposta della donna, quando riebbe la sua piccola tra le braccia. Poi fece una cosa che nessuno si sarebbe mai aspettato, si sporse verso di lui e gli scoccò un bacio sulla guancia.
Jim, Lanie e lo stesso Patrick la guardarono sorpresi, mentre lei, rispose al loro muto interrogativo, mostrando semplicemente un sorriso, alzando le spalle.
La piccola, che ora emetteva degli strani versetti di felicità, tra le braccia della sua mamma, attirò la sua attenzione.
Restò per un po' a fissarla mentre, spinta dal classico istinto naturale dei neonati, cercava di attaccarsi al suo seno. Alzò lo sguardo verso i presenti, come a chiedere, silenziosamente, se poteva.
A salvare i presenti da una risposta che non avrebbero saputo darle, fu la piccola e paffutella infermiera.
- Salve signora Beckett!-
- Oh salve... Rebecca! Arriva proprio nel momento giusto! Sembra che Joe sia affamata- disse Kate indicando con lo sguardo la piccola.
- Chi sa da chi avrà preso?!- si lasciò sfuggire Lanie, guadagnandosi un’occhiataccia dall'amica, che subito dopo continuò:
- Posso già allattarla?- chiese rivolta all'infermiera.
- Certamente! - rispose allegra - Anzi avrebbero dovuto farglielo fare già poco dopo la nascita.-
- Si infatti... Solo mi chiedevo se fosse il caso di allattarla di nuovo, dopo cosi poco!-
- Se la piccola ha voglia, non ci sono impedimenti particolari. Vuol dire che è una mangiona!-
A quell'affermazione, un mugolio sfuggì alla dottoressa, che cercò di non proferire parola, nonostante Beckett la guardasse di nuovo male, intuendo i suoi pensieri. Lo sguardo torvo però durò poco, giusto il tempo di sistemare comoda la piccola che iniziò immediatamente a ciucciare.
Tutti, compreso l'infermiera che era abituata a tali scene, rimasero qualche istante a contemplare quel miracolo della natura.
Kate ammirò, stupita, la sua bambina che istintivamente sapeva già cosa fare e ora avidamente aveva iniziato la poppata.
Un' espressione felice riempiva il suo viso e nel momento in cui i suoi pensieri coincisero con quelli della sua amica, si ritrovò a sorridere, notando che in fondo aveva ragione.
Ad un tratto, l'infermiera interruppe quel momento di contemplazione, avvicinandosi al letto.
- Ohh, quasi mi dimenticavo il motivo per cui sono qui!-
Tutti la guardarono in attesa che continuasse.
- Dovrei registrare la piccola. Ė arrivato il momento di darle un nome e cognome ufficiali...-
- Ecco appunto! - irruppe impetuosa Lanie, interrompendola e rivolgendosi con fare quasi minaccioso all'amica - Kate, di grazia, vorresti farci sapere come diavolo hai intenzione di chiamare questo angelo? O dobbiamo aspettare che se lo scelga lei da grande!? -
La povera Rebecca sgranò gli occhi, mentre Jim e Patrick scoppiarono in una fragorosa risata.
Anche la piccola Joe parve essere curiosa di scoprire il suo nome, tanto che smise di mangiare, iniziando a fissare la mamma e facendo un versetto che sembrava chiederle 'eh già!'.
Tutto ciò fece ridere anche la neomamma, che tra una risata e l'altra, rivolgendosi alla piccola, disse:
- Hai ragione Kitty...- alzò lo sguardo davanti a sé e dopo averlo passato sui presenti, fermandosi per ultimo su suo padre, in attesa di un suo assenso, si rivolse all'infermiera.
- Il suo nome è...- fece una piccola pausa ad effetto e tornando a guardare sua figlia - Johanna Alexander Beckett.- 

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- See... Come se in altro momento lo avresti capito!- la derise la detective.
- No in effetti... Ma solo perché non lo sapevo. L'ho capito dopo.-
- Capito...- la canzonò - se mi hai assillata finché non ti ho detto a chi appartenesse quel secondo nome!-
- Touché-
Risero per l'ennesima volta e poi Kate riportò il discorso sul serio:
- Come faccio a guardarlo in faccia e continuare a nascondergli la varietà?- chiese.
- Non farlo, digli che è sua figlia- rispose guardando in direzione della bambina che allegra giocava con il cane.
- Non la prenderà bene- sussurrò.
- E tu raccontagli tutto... La vera e assoluta verità!!-
 
Passarono un paio di minuti in cui entrambe guardarono la piccola giocare, poi Kate sì alzò.
- Puoi portare tu Joe a casa da mio padre?- chiese.
- Si certo. Le compro un gelato e li riporto a casa...-
Prima che potesse aggiungere altro, Kate la interruppe:
- Grazie, io devo andare a parlare con una persona!-
Chiamò la piccola dicendole che sarebbe rimasta con Zia Lanie e sarebbe tornata a casa con lei, perché la mamma doveva fare una cosa importante. Ma quando raccolse le sue cose, Lanie la interruppe prima che riuscisse a salutarla.
- Vai da lui?- fu la domanda.
- No, prima devo parlare con un'altra persona- si girò verso di lei - l'unica che saprebbe cosa dirmi.-
E allo sguardo interrogativo di Lanie, prima di incamminarsi, rispose:
- Martha.-
 
 


   
 
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