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Autore: la luna nera    03/03/2016    6 recensioni
Un tempo esisteva un regno minuscolo e pacifico, affacciato sul gelido mare artico. Il Cuore di Ghiaccio, antico amuleto la cui origine si perde nella notte dei tempi, garantì pace e prosperità fino al giorno in cui il giovane erede al trono compì il gesto che avrebbe cancellato ogni cosa, compresa la sua memoria.
Una lunga avventura lo attende e lo fa vagare senza una meta ben precisa per le fredde lande gelate alla ricerca del suo sconosciuto passato. E il destino lo porta nel piccolo villaggio di Beflavik dove qualcosa sembra esserci veramente......
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SOTTO LO STESSO TETTO
 
 
 
Dilia ravvivò il fuoco, nonostante mancasse poco più di una settimana all’inizio della stagione del sole, la temperatura ancora era piuttosto fredda.
“Insomma secondo Theon sarebbe opportuno che Burian si trasferisse qui al Tempio.”
“Già, in fin dei conti lui non ha una fissa dimora e l’ospitalità verso chi ha bisogno fa parte della nostra cultura, non possiamo tirarci indietro.”
La ragazza sbuffò, anche se le cose fra lei ed il giovane si erano notevolmente appianate nelle ultime settimane, l’idea di averlo sotto il suo stesso tetto non le andava troppo a genio. Dal loro ultimo battibecco infatti il ragazzo non si era fatto più vivo rispettando appieno il suo desiderio di tranquillità, di solitudine e di tempo per riordinare le idee. Questo periodo le aveva giovato moltissimo, le era servito anche per recuperare il rapporto con la madre adottiva e la tensione fra le due donne alla fine era calata drasticamente.
Ad alzarla di nuovo ci aveva pensato Theon quando il giorno prima aveva chiesto di offrire ospitalità a Burian, incontrando il benestare di Dilia e le perplessità di Ranja. L’idea di dividere la sua casa con lui non le andava troppo a genio, ma non era l’unico dubbio che le si era insinuato nella testa.
“E Theon? Dobbiamo ospitare anche lui?”
“No, sostiene di avere un luogo in cui vivere, viene qui solo per celebrare le funzioni quando io non posso farlo.”
“E’ permesso?”L’ingresso degli ospiti pose fine alla serie di domande che la ragazza avrebbe voluto rivolgere alla donna.
“Oh, venite, venite pure.” Dilia accolse con calore Theon e Burian. “Prego, accomodatevi.”
“Spero non aver creato troppo disturbo nel chiedervi di ospitare il mio signore.”
“Oh no, nel modo più assoluto. C’è una stanza che teniamo sempre a disposizione degli ospiti, spero sia di tuo gradimento.”
“Lo sarà sicuramente signora. Anzi, vorrei ringraziarla di tutto cuore.” Volse lo sguardo verso Ranja che era rimasta in silenzio, non la vedeva da giorni e quella loro forzata separazione gli era stata molto utile per riflettere. Ora le cose stavano prendendo una nuova piega, avrebbe vissuto sotto il suo stesso tetto, l’avrebbe vista al suo risveglio e in ogni momento della giornata e in cuor suo iniziava a nutrire una remota speranza di poter davvero costruire la sua vita assieme a lei.
“Vorrei suggerirvi una cosa molto importante: a costo di sembrare pesante e ripetitivo, torno a rammentarvi il Libro di Badeneisten che sta nascosto qui da qualche parte. Trovatelo prima possibile perché le forze del male stanno tornando.”
Ranja roteò gli occhi, non ne poteva più di questa storia. “Visto che ci tiene così tanto, non è che potrebbe utilizzare i suoi poteri per trovarlo senza che mettiamo sottosopra tutta la casa?”
“Non parlare in questo modo! Devi portare rispetto.” Dilia richiamò la ragazza la cui uscita aveva incontrato il disappunto del Gran Sacerdote.
“Il Libro deve essere trovato, il principe Burian vi sarà di grande aiuto.” Si avvicinò alla porta interna del Tempio. “Signora, mi segua adesso, dobbiamo preparare alcune cose per la funzione. Mio signore, sarà la ragazza a mostrarti la tua stanza.”
Ranja drizzò le orecchie, non era affatto di quel parere, tuttavia non controbatté e lasciò che Theon e Dilia uscissero dalla stanza.
 
“Beh…. Eccoci qua.” Burian era lievemente imbarazzato.
Ranja si alzò avvicinandosi a lui. “Hai dei bagagli?”
“Solo questo.” Le mostrò una sacca usurata.
“Ok, seguimi, ti mostro la tua camera.” Era visibilmente scocciata.
Giunsero davanti alla porta in fondo al corridoio, la ragazza aprì e fece strada all’ospite. “Non è il palazzo reale…”
“Ma è decisamente più confortevole di tutti i luoghi in cui ho vissuto fino ad ora.”
“Mi fa piacere.” Si voltò verso di lui ed una strana sensazione si impossessò della sua persona. Percepì un malessere diffuso che le appesantì il respiro ed ebbe una spaventosa visione: nella parete in cui si apriva la finestra apparve una figura scura che la guardava con fare minaccioso. Anche Burian l’aveva notata e non perse tempo, prese la sua sacca e Ranja ed uscì da quella stanza. La ragazza tremava come una foglia, la strinse forte accarezzandole i capelli nel tentativo di tranquillizzarla. “Va tutto bene, stai calma.”
Theon aveva percepito il pericolo e raggiunse i due ragazzi trovandoli abbracciati. “State bene?”
Burian annuì con la testa tenendo sempre Ranja stretta fra le braccia.
“Tu sai chi era quel figuro, non è vero mio signore?”
“Galdramardur.”
Il suono sinistro di quel nome fece rabbrividire tutti quanti: il pericoloso stregone si era fatto vivo davvero questa volta.
“Dovete trovare il Libro alla svelta, non c’è più tempo. Mi raccomando, non separatevi mai dal ciondolo che portare al collo, meglio sarebbe se voi due trascorreste ogni istante assieme. L’unione fa la forza e per ora non abbiamo altre armi da usare contro di lui. Trovate il Libro di Badeneisten, lì ci sono tante cose che dovete sapere. Intanto lasciatemi purificare queste mura….”
I due ragazzi sciolsero l’abbraccio e convennero che davvero non era più il caso di rimandare e di trincerarsi dietro l’orgoglio: il pericolo era davvero dietro l’angolo. Theon si portò al centro della camera, congiunse le mani stringendo fra esse il suo bastone, recitò delle formule e delle preghiere che generarono una serie di onde luminose, si propagarono in ogni angolo della stanza e la liberarono dagli influssi negativi di cui si stava saturando.
 
 
Nei giorni successivi iniziò la frenetica ricerca di quel benedetto Libro, frugarono in ogni stanza e in ogni angolo della casa, ma la sorte non si era ancora decisa a sorridergli. Quel Libro non si trovava e fra i ragazzi iniziava ad insinuarsi un forte senso di sconforto. L’archivio era stato controllato per primo, ma una strana sensazione percepita in sogno da Burian gli suggeriva di tornare lì e cercare con maggiore attenzione perché un piccolo segnale sarebbe finalmente arrivato.
“Avete una cassaforte qui?”
“No.” Ranja stava passando in rassegna ogni angolo dell’archivio sperando di trovare qualche traccia del Libro. “Hai controllato se la teca che lo conteneva ha il doppio fondo?”
Burian esaminò con attenzione la nicchia indicatagli dalla ragazza. “Sembra tutto normale. Secondo te dove…. Aspetta… Qui c’è qualcosa.” Attese l’arrivo della ragazza. “C’è una piccola fessura laggiù e non l’avevo notata.” Allungò la mano ed estrasse un piccolo sacchetto di velluto blu.
“Fa’ vedere.” Ranja lo aprì, dentro c’era una chiave.
“Che cosa apre?”
“Non saprei.” La esaminò con attenzione senza ricavarci niente di buono.
“Potrebbe aprire il luogo in cui si trova il Libro?”
“E’ possibile.” Iniziarono a guardarsi attorno nella speranza di scovare la serratura in cui entrava la chiave. “Passami lo sgabello per favore.”
“Che vuoi fare?”
“Voglio controllare da vicino se dietro quel piccolo dipinto appeso poco sotto il soffitto si nasconde qualcosa come ho sempre immaginato.”
“E’ troppo alto e tu sei troppo bassa.”
“E allora?”
“Usa quella scala a pioli.”
“Hai ragione… Da’ qua.”
Ranja poggiò la scala alla parete e iniziò a salire.
“Soffri di vertigini?”
“No.”
“Se guardi troppo in basso potresti cadere.”
La ragazza scese. “Allora vai tu, così la smetti di sbirciare sotto la mia gonna!”
Burian si fece scappare una risata. “Sai cosa posso vedere con quegli assurdi mutandoni che indossi!”
“Idiota!” Gli mollò un innocente pugno sul petto col sorriso sulle labbra.
Il ragazzo salì rapidamente, spostò il quadretto scoprendo solo la parete liscia ed integra. “Niente da fare, qui non c’è nulla.”
“Capisco.” Nella voce di Ranja c’era delusione, Burian scese a terra, mise a posto la scala e la raggiunse.
“Hai qualche altra idea?” 
“A questo punto credo non sia in questa stanza.”
“E allora?”
“Forse quel sogno era frutto di suggestione.”
“Non credo, in fin dei conti vi abbiamo trovato questa piccola chiave. Cosa pensi di fare?”
“Vieni.” Uscirono e raggiunsero Dilia che aveva appena terminato di indossare le vesti cerimoniali.
La donna guardò la piccola chiave. “Credo di sapere quale sia la serratura che può aprirla: c’è una nicchia nel Tempio, dietro la statua di Odino.” I volti dei due giovani si illuminarono. “Tuttavia adesso c’è la funzione e dovrete attendere che si concluda, poi potrete verificare se il Libro effettivamente si trova lì.”
La donna si spostò nel luogo di culto ed iniziò a celebrare il rito religioso.
I ragazzi erano leggermente delusi e fremevano dal desiderio di infilare la chiave in quella serratura e vedere coi loro occhi cosa c’era dietro quella porticina.
“Ti va qualcosa di caldo da bere?”
Burian accettò l’invito di Ranja, la seguì in cucina e non distolse mai lo sguardo da lei osservandola compiere ogni minimo gesto che, nonostante appartenesse alla quotidianità, gli sembrava semplicemente meraviglioso.
Posò una tazza fumante sul tavolo e si accorse dello sguardo sognante del ragazzo. “Beh? Che hai da guardarmi così?”
“Devo proprio dirtelo?”
“Spara.” Si sedette vicino alla finestra dalla quale entravano i raggi del sole che le illuminavano il profilo e questa visione fece accelerare in maniera incontrollabile i battiti cardiaci del ragazzo.
“Ti guardo così perché non posso farne a meno.” Le sue labbra tremavano. “Mi basterebbe che tu provassi un decimo di quello che io provo per te per essere felice.”
Ranja spalancò la bocca dall’incredulità.
“Io non so se è suggestione o se c’è dell’altro, ma da quando vivo qui e sono accanto a te in ogni istante io sto bene. Non so spiegarti se quello che mi fa battere forte il cuore, mi mette in subbuglio lo stomaco, mi toglie il sonno e il respiro è …..amore. Io non so come ci si sente quando ci si innamora, il gelo che mi ha ricoperto fino a poco fa mi ha impedito di provare questo sentimento di cui tanto parlano le persone…” Si mise seduto di fronte a lei osservando ogni minimo particolare del suo viso. “Perdonami se non riesco a non guardarti.”
Anche Ranja era rapita dal momento e non sapeva cosa dire. Le labbra di Burian erano schiuse in un sorriso tremante, i suoi occhi che fra l’altro l’avevano conquistata già da tempo erano come calamite per lei e la luce delicata del sole donava un ulteriore tocco di magia a quegli istanti fuori dal tempo. Il ragazzo portò le dita sulle labbra di lei e le accarezzò dolcemente e questo semplice ma profondo gesto le provocò un senso di pace ed armonia. Restarono per lunghi minuti in silenzio guardandosi negli occhi, giocherellando con le mani, sfiorandosi le dita, sorridendosi a vicenda esattamente come due ragazzini alla prima cotta, quando in ogni angolo attorno si vede solo rosa, non esiste più niente attorno che non sia la persona che si ha davanti.
Burian tremava come un bambino impaurito mentre si avvicinava a lei che, comprese le sue intenzioni, chiuse lentamente gli occhi e portò con delicatezza le mani su quelle di lui. Anch’esso chiuse i suoi occhi blu come il mare quando sentì le labbra posarsi su quelle della donna che Odino gli aveva prescelto quando era poco più di un bambino, quella donna che sin dal loro primo improbabile incontro le era sembrata diversa dalle altre, quella donna nei cui confronti si era comportato male a causa dell’incantesimo che gli aveva impedito di amare, quella donna che ora era con lui e lo stava stringendo a sé mentre le loro labbra si scambiavano il loro primo vero bacio. Una lacrima rigò il volto di Burian, finalmente iniziava a sentirsi un vero uomo.
Si staccarono dopo molti secondi, troppo pochi per lui, più che sufficienti per lei. Il ragazzo non credeva di essere riuscito a baciarla, le sue labbra tremavano ancora per l’emozione ed erano piegate in un sorriso sognante ed innamorato.
“Grazie Ranja….”
Il volto della ragazza si rattristò. “Non ringraziarmi. Non è giusto che ti faccia delle illusioni.”
“Che vuoi dire?”
“Io non credo di provare gli stessi sentimenti che tu nutri per me.” Si sentiva morire dentro, ma doveva pur dirgli la verità. “Non fraintendermi, quel bacio è stato meraviglioso, dolce, stupendo ma…. Non ti ho trasmesso neanche un briciolo di tutto quello che tu hai trasmesso a me.”
Silenzio.
“Tu mi piaci Burian, ma non come vorresti tu… almeno per ora.”
Restarono muti con lo sguardo assente rivolto nel vuoto, lui c’era rimasto male ma aveva apprezzato la sincerità della ragazza. Doveva corteggiarla e farle capire che sotto quel petto batteva un cuore nobile e coraggioso, non aveva più davanti il ragazzino scapestrato di un tempo. L’avrebbe fatta innamorare a qualunque costo, non perché lo voleva il destino, solo perché lo voleva lui che l’amava più della sua stessa vita.
 
 






 
Chiedo scusa a tutti.
La settimana scorsa non ho aggiornato per dei grossi problemi a livello personale, non ero nelle condizioni adatte e sono stata costretta a rimandare.
Per farmi perdonare ho anticipato di un giorno rispetto alla consuetudine, spero di incontrare il vostro favore e di ricevere qualche commentino in più, mi farebbe davvero tanto piacere.
Non mi dilungo oltre e vi do appuntamento alla settimana prossima.
Voi intanto recensite!
 
Un abbraccio
La Luna Nera

 
  
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