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Autore: Em_    03/03/2016    6 recensioni
«Perché è capitato ad Oliver? Che cosa aveva fatto di male? Non è giusto!»
«È stato uno stupido incidente, capitato alla persona sbagliata. Mi dispiace tanto, tesoro.» continuò Cait accarezzandole i capelli.
«Io lo amavo da morire…» rispose singhiozzando la bionda.
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Cosa succederebbe se Oliver fosse naufragato nelle fredde acque della Russia?
Come reagirebbe Felicity alla notizia di aver perso per sempre suo marito?
Oliver tornerà, pieno di segreti e di dubbi, ma cosa accadrebbe se il segreto più grande se lo portasse dentro Felicity?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barry Allen, Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Chapter nine - Pregnancy 





Felicity
Era trascorso poco più di un mese dalla morte di Oliver e ancora non stavo meglio, non ci riuscivo. Mi mancava troppo e ogni singola volta che pensavo a lui scoppiavo in lacrime, sapevo di non poter continuare a vivere così, ma come potevo superare una cosa tanto grande? Il trasferimento a Central City un po’ mi aveva risollevata, anzi, più che altro mi teneva impegnata, e questo era certamente un bene per me. Come se non bastasse era almeno una settimana che mi sentivo strana, avevo un malessere generale che m’infastidiva e mi impediva di concentrarmi sul mio lavoro. Era come avere l’influenza, ma senza una benché minima linea di febbre. Oltretutto mi faceva schifo il caffè, ed io amavo il caffè. Che diavolo mi stava succedendo? Non bastava aver perso Oliver da così poco, adesso mi ero presa pure qualche malanno! La fortuna a quanto pareva era perennemente dalla mia parte.
Mi alzai piano dal letto, era sabato per fortuna ed avevo il weekend libero, forse era la buona volta che questa specie di influenza mi passasse. Per poco non ricaddi sul materasso colpita da un forte capogiro, continuavo a chiedermi come mai capitassero tutte a me. Presi un bel respiro e scesi di sotto, c’era profumo di dolci ed improvvisamente il mio stomaco brontolò per la fame. Sara cucinava benissimo, da quando ci eravamo trasferite in questa piccola casa insieme preparava qualcosa di ottimo ogni mattina e oggi non era diverso. Non ero mai stata un’amante dei pancake con il miele, ma ultimamente non facevo altro che pregarla di cucinarmeli, ero come una tossicodipendente in cerca della dose giornaliera.
«Felicity, io ti voglio bene, ma non credi finirai per prendere dieci chili se continui così?» mi chiese Sara sedendosi accanto a me con una modesta fetta di pane e marmellata.
«Chi se ne frega, non ho niente da perdere.» risposi alzando le spalle.
«Non dire così, ti prego.»
«Sara, mio marito è appena morto, vorrei non pensarci e godermi tutti questi grassi.»
«Va bene, va bene! Anche se continuo a credere che tu sia strana ultimamente.» commentò.
«Certo che tu e Caitlin potreste lasciarmi un po’ d’aria ogni tanto.» replicai infastidita.
«Scusa se ci preoccupiamo per te!» affermò la mia amica.
«Lo so, ma sto bene.» dichiarai sapendo benissimo che non era vero.
«Non stai bene, e non migliorerai finché non ti deciderai ad aprirti con me o con Cait.»
Mi alzai da tavola sbuffando e ignorai la sua affermazione, sapevo in cuor mio che entrambe volevano solamente aiutarmi, ma non ce la facevo a tirare fuori tutto il dolore che provavo. Far finta di niente ora come ora mi sembrava il metodo più efficace, insieme al lavoro. Non feci in tempo a ritornare in camera mia che un conato di vomito risalì fino alla mia bocca facendomi correre in bagno. Eppure non avevo dolori allo stomaco, anzi mi sentivo benissimo da quel lato, e allora come mai la mia colazione era finita completamente nel water? Non mi era mai capitata una cosa del genere.
«Felicity? Tutto bene?» mi domandò Sara raggiungendomi in bagno.
«Uhm, sì.» risposi io distrattamente.
«Sicura? Te l’avevo detto io che eri strana.»
«Okay, d’accordo, è da qualche giorno che non mi sento benissimo, fisicamente parlando.»
«E perché non me l’hai detto?»
«Perché non sei la mia balia, Sara. So badare a me stessa.» affermai alzando gli occhi al cielo.
«Non ho mai detto il contrario infatti.» precisò lei «Che cosa ti senti?»
«Non so di preciso, stanchezza, a volte dolori alle ossa come se avessi la febbre, l’odore del caffè mi nausea, vorrei dolci a tutte le ore del giorno… Cose del genere.» dissi cercando di non omettere niente.
«Mmm, capisco…» ribatté Sara con aria pensierosa.
«Non dirmi che sto per morire, ti prego.» aggiunsi sarcastica.
«Non credo, sai. Ma una mezza idea di ciò che potresti avere ce l’ho.»
«Spara.» esclamai pronta ad ascoltare le teorie, solitamente folli, di Sara.
«Da quanto non ti viene il ciclo?» mi chiese.
«Scusa, che? Non ne ho idea, dal… Quindici o sedici novembre? Oggi è il tre dicembre, quindi mi verrà tra una decina di giorni… Ma che cosa centra il mio ciclo?»
«Felicity, il mese scorso non l’hai avuto.» mi ricordò Sara.
«Probabilmente perché ero troppo scioccata dall’accaduto e il mio corpo ne ha risentito, non lo so.»
«Non prendertela con me per quello che sto per dirti, okay?» mi disse facendo una piccola pausa nel mezzo «Non è che potresti essere incinta?»
«Eh?» risposi scoppiando in una sonora risata.
Io? Incinta? Sì, certo come no. Come se in quest’ultimo mese fossi andata a letto con qualcuno! Ma che stava sparando stamattina? Forse le era andato a male il caffè e stava dando i numeri.
«Felicity, potrebbe essere la spiegazione a tutto.»
«Sì, e chi mi avrebbe messa incinta? Lo spirito santo?» domandai ironica.
«Ricordo benissimo quando mi hai raccontato che tu ed Oliver ci stavate provando, lui è scomparso un mese fa, potresti benissimo essere rimasta incinta poco prima che lui partisse. Perché pensi che sia così assurdo?» mi chiese tranquilla.
«Sara, seriamente, vuoi che sia così sfigata? Insomma, ciò che dici può anche avere senso, ma ci avevamo provato per un bel po’ senza nessun risultato, adesso che lui non c’è io sarei rimasta incinta? Dio, mi viene da ridere solo al pensiero.» risposi.
«Perché non fai un test? Giusto per toglierti il dubbio.»
«No.» dichiarai contrariata.
«Avanti, Felicity, perché no?»
«Perché non sopravvivrei all’idea di aspettare un figlio da Oliver.» le dissi essendo realmente sincera.
«Non immagino nemmeno quanto dev’essere dura, però in un certo senso avresti una parte di lui sempre con te. Un bambino potrebbe davvero aiutarti, sai?»
«Sara, ti prego, non dirlo neanche. Non posso essere incinta!» affermai alzando la voce, forse un po’ troppo.
«Come vuoi… Sappi che se hai bisogno di qualcosa io ci sono.» mi rispose lei sospirando.
Non le parlai per l’intera giornata, non perché fossi arrabbiata con lei o cose del genere, ma mi aveva scosso veramente con ciò che aveva detto in mattinata. Pensando e ripensando a quello che mi aveva chiesto non potevano non sorgermi mille dubbi. Potevo essere incinta? Ragionando obiettivamente sì, potevo eccome. Prima che Oliver partisse eravamo stati insieme, cosa più che normale per una coppia sposata, avevamo deciso di lasciar perdere per un po’ l’idea di avere un figlio perché ci stressavamo entrambi a calcolare ogni volta i periodi dell’ovulazione. Avevamo scelto insieme di fare le cose con calma e che se fosse capitato bene, altrimenti ci avremmo pensato più avanti. E secondo la teoria di Sara quel “più avanti” era capitato. A quanto pare potevo essere rimasta incinta qualche giorno prima della sua partenza. Un test avrebbe chiarito le cose, questo era certo, solo avevo troppa paura per prenderlo e farlo.
«Ehi, io vado al lavoro. Credo ritarderò visto che si stanno avvicinando le feste.» annunciò Sara verso le cinque del pomeriggio.
«Okay, non preoccuparti. Buona serata.» le dissi.
«Felicity, perché non vai da Caitlin? È un medico e certamente saprà aiutarti meglio di me, per favore.» mi implorò.
Io annuii debolmente «Posso chiamarti se so qualcosa?» le chiesi con un tono che sapeva da scuse.
«Certo che sì, sei pur sempre la mia migliore amica.»
«E tu la mia. Grazie.» l’abbracciai salutandola.
Seguii il consiglio di Sara questa volta, Caitlin era un medico e sicuramente sapeva meglio di me come andavano queste cose. Presi la mia auto e mi fermai nella prima farmacia aperta per comprare due scatolette con i test di gravidanza. Le mani mi tremavano mentre pagavo il tutto alla cassa e l’agitazione non mi passò nemmeno quando bussai alla porta della mia amica. Quando Cait mi aprì capì subito che c’era qualcosa che non andava e mi invitò ad entrare.
«Barry è ancora ai Laboratori Star?» le chiesi subito. Non mi andava che mi vedesse far pipì su uno stick, erano cose da donne.
«Sì, tranquilla. Ma che succede?»
«Ho bisogno di una mano con questi.» le dissi porgendole entrambe le scatole.
«Oh… Okay…» provò a dire lei senza sapere dove andare a parare.
«È un’idea di Sara…» dichiarai io.
«Credi che… Sì, insomma, credi di poter essere incinta?»
«Non lo so, sinceramente Cait, non lo so.»
«Vieni, ti aiuto. Vedrai che andrà tutto bene, qualsiasi cosa uscirà.» mi sorrise.
Non ci volle molto a capire come fare: tanta acqua, estrarre lo stick, sedersi sul water e farci pipì sopra. Facile. Potevo benissimo farlo a casa da sola, probabilmente la mia era solo una scusa per avere accanto una delle mie amiche.
«Ho sempre immaginato di farlo con Oliver.» commentai mentre aspettavamo il risultato.
«Lo so.» annuì lei accarezzandomi il braccio.
«Dici che sia pronto?» chiesi con il cuore a mille.
«Sì, è pronto. Vuoi guardare?» mi domandò lei.
«No. Dimmelo tu.» risposi prendendo fiato.
«È positivo, Felicity…» affermò Caitlin facendomi praticamente morire lì, nel suo bagno.
Ero incinta. Per davvero. Un bambino stava crescendo dentro di me. Era iniziato tutto da una supposizione di Sara e alla fine si era rivelato reale. Il mio primo istinto fu ridere perché se avessi lasciato prendere il sopravvento a tutte le altre emozioni che sentivo dentro sarei letteralmente esplosa.


Mi passò davanti tutto il giorno il cui scoprii della gravidanza non appena mi ritrovai Oliver fuori dalla porta di casa con uno sguardo che poteva voler dire solamente una cosa: lui sapeva. Mi si bloccò il respiro quando i suoi occhi incrociarono i miei, era arrabbiato, anzi proprio furioso. Mi stava guardando in un modo che non avrei mai creduto possibile, ciò che potevo notare nitidamente era il disprezzo che provava. E nonostante mi facesse male vedere nel suo sguardo tali sentimenti, sapevo benissimo che ne aveva ogni ragione, avevo fatto un errore madornale a non dirglielo. Non sapevo ancora chi fosse stato a rivelargli ogni cosa e poco importava ora come ora, dovevo solo cercare di non incasinare la vita di Liz e Luke per una mia scelta sbagliata.
«Dove sono?» mi chiese freddamente.
Richiusi la porta dietro di me per non far sentire ai bambini la conversazione «Oliver, io…» provai a dire, senza successo però.
«Smettila di mentirmi, Felicity!» mi urlò contro facendomi sussultare.
«Datti una calmata!» dissi alzando la voce anch’io «Non voglio di certo che ti sentano gridarmi contro.»
«È tutto vero, quindi?» mi chiese con tono discretamente basso.
«Sì.» annuii, oramai a cosa serviva mentire?
Lui sospirò e provò a calmarsi, immaginavo volesse sputarmi addosso tutta la rabbia che aveva, ma non appena avevo nominato i gemelli aveva cambiato espressione. Era come se avesse compreso perfettamente che non poteva discutere con me con loro nei paraggi e di questo certamente gli ero grata.
«Posso vederli?» mi chiese spiazzandomi. Voleva incontrarli? Ora? Ero realmente pronta a questo?









Angolo autrice
Puntualissima eccomi qui col nono capitolo! 
C'è un mega flashback riguardante il modo in cui Felicity ha scoperto della gravidanza, mi sembrava opportuno aggiungerlo visto che nel capitolo precedente Oliver aveva scoperto dei gemelli. Così è come l'ha scoperto lei invece :) nemmeno Fel ci credeva, dava per scontato fosse una cavolata, ma in realtà si sbagliava...
L'ultimo pezzo è l'introduzione al capitolo dieci praticamente.. Che cosa dirà Felicity dopo essersi trovata Oliver davanti? Gli farà vedere Elizabeth e Lucas? E come andrà a finire tra loro due...?

Ringrazio come sempre per le recensioni e per le aggiunte nelle varie categorie :D 
Ps: vi piace l'idea che ogni tanto ci siano dei flashback? A me piace molto scriverli, visto che mi servono per far capire cos'è successo in passato, fatemi sapere che ne pensate voi!

Lunedì ho un esame e poi lezione al pomeriggio, quindi non prometto di riuscire a pubblicare... Vediamo come son messa ahah :')
A presto,
Anna
   
 
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