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Autore: the dreamergirl    04/03/2016    5 recensioni
[Post Mockinjay - Pre pilogo - Everlark]
La storia è ambientata dopo il ritorno di Peeta nel Distretto 12. Ho immaginato come avrebbero potuto reagire Peeta e Katniss al ritorno di Gale nel Distretto 12.
Dalla storia:
Peeta mi accompagna alla porta ma prima di aprirla si avvicina a me, mettendo le sue mani sulle mie spalle. Mi sta guardando negli occhi con un’intensità perforante quasi volesse imparare a memoria il mio viso. Poi lentamente fa salire le sue mani sul mio collo e poi sul mio viso. Questo semplice gesto fa esplodere in me tanti piccoli brividi che partono dal punto in cui le sue mani hanno toccato la mia pelle e si irradiano in tutto il corpo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Suzanne Collins; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro
 
 
 

 

Sempre



 

POV Katniss


 
Corro via da quella casa più veloce che posso. Le parole di Johanna che mi rimbombano ancora nella testa.
 
Cosa è successo alla tua ragazza Mellark? Sembra che abbia visto un fantasma
 
Quando ho ascoltato quelle due parole ho sentito il mondo crollarmi addosso. Ho avvertito tutte le mie certezze cadere come un castello di carte.
 
Arrivo con il fiatone nei pressi dell’ospedale ma non entro. Sono troppo sconvolta per farmi vedere in questo modo da mia madre. Mi dirigo nel giardino e mi siedo sulla prima panchina che incontro. Lascio finalmente andare le lacrime che bruciano sulla mia pelle.
 
Lily
 
È così che si chiama. La ragazza di Peeta. Non posso credere che sia vero.
La prima cosa a cui riesco a pensare è che mi sento profondamente tradita. Tradita da Peeta. Come ha potuto sostituirmi così facilmente? Come ha potuto smettere di amarmi?
Nel momento in cui penso ciò mi rendo conto di quanto siano assurdi i miei pensieri. Peeta non mi ha mai tradita. Non stavamo insieme. In realtà non lo siamo mai stati per davvero. Era tutta una commedia per gli abitanti di Capitol. Non era reale. Non era reale a causa mia. Peeta, invece, voleva che fosse vero. Il suo amore per me era reale, forte, nonostante tutto non ha mai vacillato. Nemmeno il depistaggio è riuscito a cancellarlo del tutto.
Ma Lily si. Lei ci è riuscita.
Sarà stata capace di dargli quell’amore che io non sono mai stata in grado di offrirgli. Lo stesso amore incondizionato e smisurato che Peeta mi ha sempre donato. Amore che ho dato così tanto per scontato.
Anche se razionalmente ho sempre pensato che Peeta potesse rifarsi una vita con un’altra ragazza non ci ho mai creduto veramente. Il mio cuore, il mio subconscio, la mia anima non hanno mai davvero pensato che lui potesse amare un’altra oltre me.
Sono solo un’egoista ed un’egocentrica.
Ho avuto mille occasioni per stare con Peeta, per poterlo amare, ma le ho lasciate scivolare via come sabbia fra le mani. Convinta che nel momento in cui fossi stata pronta, mi sarebbe bastato un semplice gesto per averlo.
Ma non è più possibile ormai. Ed è tutta colpa mia. Se non avessi baciato Gale, se fossi stata più decisa nei miei sentimenti, Peeta non sarebbe mai andato via. Non l’avrebbe mai incontrata.
Ma Peeta doveva capirmi, aspettarmi! La rabbia per lui cresce nuovamente in me. Non doveva andarsene, non doveva abbandonarmi.
La parte ancora razionale che è in me sa che non posso prendermela con lui. Io non gli ho dato alcun motivo per restare. L’ho spinto io ad andare via. La consapevolezza di ciò, però, non fa sparire la rabbia che provo nei suoi confronti in questo momento.
Sono arrabbiata con lui perché non mi ama più. È assurdo, folle, irrazionale ma dannatamente vero.
Ma davvero Peeta non mi ama più? Davvero ha spazzato via dal suo cuore quel sentimento così forte da superare tante avversità?  
Quando ci siamo incontrati ho rivisto nei suoi occhi quella luce particolare che riservava solo al mio viso. Quando mi ha abbracciata ho sentito il suo cuore battere forte, all’unisono con il mio. Ho sentito un profondo calore che si irradiava dal suo corpo al mio e viceversa. Una forte emozione che so per certo fosse condivisa.
Forse ho solo sognato, forse ho solo immaginato in lui quelle sensazioni ed emozioni che io stessa stavo provando in quel momento.
Se solo penso che non potrò più sentire le sue braccia stringermi durante un incubo. Le sue parole a consolarmi. Le sue mani sul mio viso. Le sue labbra sulle mie. Mi sento male.
Non mi riconosco più. Io non sono quel tipo di ragazza. Quelle ragazze che stanno male per un ragazzo, che si disperano. Io sono diversa, non sono una ragazza comune. Non ho mai voluto innamorarmi, non ho mai voluto sposarmi e avere una famiglia.
E allora perché sto così male? Perché mi sento mancare l’aria?
Perché Peeta è diverso. È speciale. È in grado di donarmi speranza. È capace di mostrarmi il bello delle cose. È riuscito ad entrare nel mio cuore e a non andare più via, nonostante avessi costruito dei muri così alti attorno alle sue pareti.
Ora, però, niente ha più valore. Ora lui appartiene ad un’altra.
 
Lily
 
Non posso più continuare a disperarmi. Devo reagire. Devo pensare a mia madre. Per questo mi asciugo le lacrime e mi reco da lei.
Quando entro in camera sua, è sveglia. Mi chiede dove sono andata e cosa ho fatto di bello. Le racconto di aver fatto una passeggiata nel distretto. Non voglio parlarle dell’incontro con Annie e con Peeta. Rievocarlo scatenerebbe in me un nuovo afflusso di lacrime.
Per non pensare decido di leggere a mia madre un libro che le hanno regalato le infermiere, sue colleghe, per la convalescenza. Leggere mi rilassa. Anche a mia madre piace sentirmi leggere per questo mi immergo in questo libro.
Dopo qualche capitolo mia madre si addormenta. Io ne approfitto per riposarmi un po’ e mi sdraio sulla piccola brandina che mi hanno portato la scorsa notte le infermiere.
Non riesco a dormire. Il dolore è troppo grande. Solo alle prime luci dell’alba, i miei occhi stanchi si chiudono in un sonno agitato.
Inizialmente mi ritrovo in un campo di denti di leone. Sento il loro dolce profumo. La loro vista mi rilassa. Colgo alcuni fiori che intreccio fra loro formando una corona. La indosso, mi sento così serena e felice. Attorno a me ci sono tanti volti amici. Cinna, Finnick, Gale, Rue, Annie. Ci sono anche mia madre e Prim. Si divertono, anche loro sono felici.
All’improvviso scorgo fra i denti di leone alcuni gigli, che si espandono a macchia d’olio. Sento immediatamente freddo. Mi guardo attorno e tutte le persone a cui voglio bene sono scomparse. Sento un fischio e il rombo di un aereo. Alzo gli occhi al cielo e scorgo un hovercraft. Sta lanciando delle bombe. Inizio a correre. L’oasi felice in cui mi trovavo si trasforma in un mondo di distruzione e paure. Cerco di scappare ma non ci riesco. Ogni luogo che mi appare intorno è sempre funestato da morte e devastazione. In ogni nuovo scenario c’è sempre un giglio che mi perseguita.
Ad un certo punto mi ritrovo su una spiaggia. Non c’è nessuno con me. Provo ad urlare ma riesco a sentire solo l’eco lontana della mia voce. Sono completamente sola. Riprendo ad urlare ma non sento niente. Solo il nulla. Una terribile paura inizia a impadronirsi di me, continuo ad urlare ma non sento neppure più la mia voce. È come se non esistessi.
L’angoscia mi assale fin quando all’improvviso sento un calore inaspettato sulla mia guancia. È come se qualcuno mi stesse accarezzando. È un calore confortevole, rassicurante e pieno di amore. Cerco ti toccarmi la guancia per afferrare quella mano invisibile. Ma non c’è, non esiste. Eppure questo calore sembra così vero. Inizio a percepire i rimuri nella vita reale, mi sto svegliando. Ma non voglio farlo. Voglio rimanere qui con questo calore che mi avvolge, mi rassicura. Il mondo attorno a me si sta facendo sempre più concreto, sto diventando sempre più cosciente, il calore però non svanisce ancora. Mi terrorizza l’idea di perderlo non appena avrò aperto gli occhi, per questo sussurro al nulla: - Resta con me-
Una voce che abita gli antri più profondi e più vivi del mio cuore mi risponde: - Sempre-
E con il dolce suono di queste parole apro lentamente gli occhi. Quando sono del tutto aperti capisco che sto ancora sognando, perché davanti a me vedo l’azzurro cielo degli occhi del mio ragazzo del pane.
 

POV Peeta

 
Sono rimasto fuori dall’ospedale per delle ore. Non riuscivo ad allontanarmi da quel posto, sapendo che lei fosse lì da qualche parte. Avevo la sciocca speranza di riuscire a vederla almeno per un attimo da una delle finestre. Alla fine scoraggiato sono tornato a casa.
Non ho provato nemmeno a dormire, sarebbe stato inutile. La mia mente non riusciva ad abbandonare quell’ospedale. Non riusciva ad allontanare l’immagine di Katniss nel salotto di Annie che mi viene incontro. Non riuscivo a scacciare le sensazioni e le emozioni che ho provato sentendo di nuovo il mio corpo a contatto con il suo. Il calore che ho provato avendola nuovamente vicina. Quanto mi è mancato.
Ma non potevo soffermarmi su queste immagini. Katniss sta insieme a Gale ora. Non ho alcun diritto di desiderarla in quel modo.
Per questo mi sono messo a cucinare. Ho preparato il pane per Annie e Johanna e delle focaccine al formaggio. Le preferite di Katniss.
Poco dopo il sorgere del sole, sono ancora intento a sfornare il pane. Come al solito ne ho cucinato troppo. Lascio stare il pane e mi preparo per andare in ospedale. Il mio cuore batte in maniera sproposita se si considera che mi sto solo vestendo e le mie mani tremano un po’ troppo quando mi abbottono la camicia che ho deciso di indossare. Quando finisco inserisco le focaccine in un cestino ed esco di casa.
Il tragitto verso l’ospedale è breve ma a me sembra che duri un’eternità. Non faccio altro che chiedermi se a Katniss possa far piacere o meno la mia presenza e se Gale sarà o meno con lei. Come potrebbe reagire alla mia presenza? Di certo non benissimo.
E io come potrei reagire alla sua presenza? Alla presenza della persona che ha il permesso di amare la ragazza che amo, permesso che a me è stato negato.
Quando arrivo in ospedale, lascio andare via l’ansia. È Katniss e io voglio esserle vicino in questo momento difficile. Il resto non ha alcuna importanza.
L’infermiera alla reception mi indica la camera della signora Everdeen. Trovo la camera facilmente, la porta è leggermente aperta. La apro maggiormente con una lentezza estenuante.
Quando entro vedo subito la signora Everdeen sul letto. Sta riposando. Una flebo è collegata al suo braccio. Appoggio le focaccine al formaggio sul comodino accanto al suo letto.
Giro il mio sguardo nella stanza, è piccola ma sembra confortevole. Accanto al letto noto una piccola brandina. Sopra vi è Katniss che riposa.
Mi avvicino a quella brandina dando le spalle al letto, immerso nella contemplazione di questa visione.
Ha i capelli sciolti e scomposti sul cuscino. Respira lentamente. Indossa lo stesso abito azzurro di ieri. Non deve essere proprio tornata al suo alloggio dopo essersene andata da casa di Annie.
So che dovrei andarmene. Non posso stare qui mentre loro dormono. Ma non riesco proprio a staccare il mio sguardo da Katniss. Ha uno sguardo così sereno. Ricordo che quando dormivamo assieme erano rare le notti in cui aveva quello stesso sguardo ma quando lo scorgevo ero capace di rimanere tutta la notte sveglio a guardarla. Era una Katniss diversa quella che riuscivo a scorgere in quei momenti. Una Katniss priva di quelle difese, di quei muri che si era costruita dopo la morte del padre, che la rendevano così irraggiungibile. Una Katniss così simile alla bambina che aveva cantato La canzone della valle il nostro primo giorno di scuola. Ho sempre sospettato che quella fosse la vera Katniss. La Katniss che emergeva solo in compagnia di Prim.
Vorrei poterla toccare, accarezzare, ma non voglio correre il rischio di svegliarla. È così bella.
- La ami davvero molto vero?- sento all’improvviso alle mie spalle.
Sobbalzo dallo spavento. Mi giro e vedo la madre di Katniss che mi fissa. Sono imbarazzato mi sento come un bambino sorpreso con le mani nel vasetto di cioccolata.
- Io..- balbetto passandomi una mano tra i capelli per stemperare la tensione.
- Non ti preoccupare. Non stavi facendo niente di male-  mi risponde la signora Everdeen sorridendo – Avevi lo stesso sguardo che aveva il padre di Katniss quando mi guardava – aggiunge.
Rimango disorientato da questa affermazione. Non ho mai sentito la signora Everdeen parlare di suo marito.
- Sai, quando ho visto la tua intervista ai vostri primi Hunger Games ho capito subito che eri sincero, che amavi davvero Katniss. In quel momento eri così simile a tuo padre quando era giovane- dice lei con un velo di tristezza.
Mio padre. Sentire nominarlo mi provoca un brivido su tutto il corpo. Mi manca tanto.
Anche lui ha amato intensamente una donna, la donna che mi è di fronte in questo momento, e anche lei ha preferito un altro. Padre e figlio uniti dallo stesso destino, con la differenza che io non potrei mai sposare un’altra donna. Non potrei mai avere una famiglia con qualcuno che non sia Katniss.
- Nell’arena, osservando il tuo comportamento, ho avuto la certezza dei tuoi profondi sentimenti nei confronti di Katniss e quando siete riusciti ad uscire vivi entrambi da lì, ho avuto paura per quei sentimenti. Eravate troppo giovani per un amore come quello – mi spiega e io non so cosa replicare. So che siamo sempre stati troppo giovani. Per gli Hunger Games, per una guerra, per le perdite che abbiamo subito. Ma per amarci?  No. Io ero pronto ad amare Katniss da sempre.
- In più ero convinta che Katniss non ti ricambiasse del tutto, credevo fosse costretta a fingere – aggiunge abbassando lo sguardo.
- Aveva ragione- le dico amareggiato.
- Ah no! Non avevo ragione per niente. Ho visto pian piano Katniss innamorarsi di te e cercare con tutta se stessa di rifiutare quell’amore per paura e per orgoglio. Dopo il vostro tour della vittoria ho capito che qualcosa era cambiato fra voi, da alcune frasi di Katniss, da alcuni sguardi che ti lanciava timidamente. Ne ho avuto la certezza nella seconda arena e al 13. Era distrutta per la tua lontananza-
Io scuoto la testa. Non so cosa la madre di Katniss abbia visto in lei ma non era di certo amore.
- Non credo sia così – le rispondo tristemente.
Lei sta per ribattere ma veniamo interrotti dall’ingresso di un dottore e un’infermiera che portano la signora Everdeen a fare degli esami.
Io rimango solo in questa stanza, ripensando alle parole della mamma di Katniss. Non le avevo mai parlato così tanto. Credo fosse sincera ma so per certo che non ha ragione. Katniss innamorata di me? Sempre talmente tanto bello da risuonare irreale.
Mi giro nuovamente verso Katniss, riposa ancora. L’espressione però non è più rilassata. Sembra agitata. Starà sicuramente avendo un incubo.
Mi avvicino lentamente a lei. Vorrei fare qualcosa per calmare i suoi incubi per questo le accarezzo una guancia delicatamente. Lei sembra rilassarsi un po’. Continuo ad accarezzarla, mentre lei si muove lentamente nel sonno. Sembra quasi che si stia per svegliare. Ad un certo punto dalle sue labbra viene fuori un sussurro: - Resta con me-
Al suono di queste parole il mio cuore sobbalza, non posso fare a meno di rispondere: - Sempre-
Al suono di questa semplice parola, come risvegliata da un richiamo lontano, Katniss apre lentamente gli occhi e li punta nei miei. Sembra sorpresa. Si siede sul letto e si stropiccia gli occhi, poi torna a guardarmi.
- Peeta?- mi dice con la voce impastata dal sonno.
- Ciao- le rispondo, sorridendole.
Lei ricambia il sorriso e il mondo si apre ai miei occhi.
 

POV Katniss


Non posso credere che siano davvero gli occhi di Peeta quelli puntati nei miei. Mi alzo e mi siedo su questa brandina. Mi stropiccio gli occhi. Sono sicura di stare ancora sognando. Quando li riapro, lui è ancora lì.
- Peeta?- mormoro ancora in certa sulla sua reale presenza.
- Ciao- mi risponde con un sorriso.
Io sorrido a mia volta. Sono così sorpresa che non so cosa dire. Cosa ci fa qui?
Per riordinarmi un po’ le idee mi alzo e mi stiracchio. Mi giro verso il letto di mia madre e lo trovo vuoto.
Inizio ad agitarmi.  Il panico mi assale. Cosa può esserle successo mentre dormivo? Perché non è qui?
Mi giro verso Peeta preoccupata. Fatico a respirare.
-Peeta – dico concitata.
Lui sembra preoccupato dalla mia reazione. Devo avere un’espressione sconvolta.
- Cosa succede Katniss?- mi chiede avvicinandosi a me.
- Dov’è mia madre? Dove l’hanno portata, perché non è qui?- quasi urlo.
- Katniss calmati. L’hanno solo portata a fare degli esami- dice e dai suoi occhi sembra sincero.
Faccio un sospiro di sollievo ma non riesco a calmarmi del tutto. Delle lacrime minacciano di uscire dai miei occhi. Per un terribile istante ho creduto che mia madre fosse morta. Ho sentito le forze abbandonarmi.
- Katniss tutto bene?- mi chiede Peeta sempre più preoccupato.
Io faccio un diniego con la testa. Nonostante i miei sforzi, alcune lacrime cadono sulle mie guance.
Peeta si avvicina e dolcemente cattura una lacrima con un dito. Mi basta questo semplice gesto per crollare. Mi butto senza pensarci fra le sue braccia, affondando la faccia nel suo petto. Peeta sembra sorpreso per un solo istante ma poi mi avvolge con le sue braccia calde e forti. Fa aderire meglio i nostri corpi, stringendomi a sé. Vengo colpita da un’ondata di calore e sollievo. Mi sento finalmente a casa.
La paura che mi aveva colpita pochi minuti fa, svanisce con il profumo di aneto e cannella che Peeta emana. Rimarrei così per sempre.
 

POV Peeta
 

Alcune lacrime abbandonano i suoi occhi e scendono lentamente sulle sue guance. Io mi avvicino a lei e con il pollice asciugo via una lacrima. I suoi occhi sono troppo belli per essere consumati dal dolore. Katniss reagisce al mio gesto buttandosi fra le mie braccia, rimango per un secondo sorpreso e immobile da questo suo gesto ma la circondo con le mie braccia e la stringo forte a me.
Ripenso alla reazione che ha avuto nel momento in cui non ha visto sua madre in camera, una reazione di pura sofferenza.
Oh Katniss non riesco a vederti così fragile, così ferita. Vorrei proteggerti da questo dolore per sempre.
La tristezza per la situazione di Katniss si mescola alla gioia di riaverla tra le mie braccia in un turbinio di emozioni troppo intense per essere rette da un cuore martoriato quale il mio.
Rimaniamo stretti uno all’altra in un tempo che sembra infinito. Ad un certo punto la sento singhiozzare nel mio petto. Le scosto la faccia e con l’indice e il medio le sollevo il mento. Ha gli occhi arrossati per le lacrime. È tanto bella anche così. Vorrei poter asciugare le sue lacrime baciandole una per una, per spazzare via il sapore del suo dolore.
Vorrei baciarti Katniss, qui in questo momento. Farti sentire quanto ti amo. Farti sentire che ci sarò sempre per te, che la forza del mio amore è così grande da poter reggere anche il tuo di dolore.
Katniss mi guarda con un’aria strana, sembra anche lei presa da questo momento.
Lo senti Katniss quanto è grande il mio amore per te? Senti il mio cuore battere all’impazzata per te?
Lei continua a guardarmi intensamente.
Non puoi guardarmi in questo modo Katniss, non posso resistere alla tentazione di baciarti se mi guardi così.
Lei avvicina man mano il suo viso al mio, mantenendo i suoi occhi puntati nei miei. Le nostre labbra sono a pochi centimetri fra loro. Mi sembra di impazzire.
Non mi importa delle conseguenze, non mi importa se mi rifiuterai o se c’è Gale nella tua vita. Ora, in questo momento, sento il bisogno di baciarti.
Proprio nel momento in cui già immagino il sapore delle tue labbra sulle mie, tu ti stacchi bruscamente da me. Un vuoto immenso mi colpisce dritto nel mio cuore. Un ampio sentimento di insoddisfazione si impadronisce di me.
- Scusa non avrei dovuto- mi dice asciugandosi le lacrime e abbassando il suo sguardo.
- Cosa non avresti dovuto Katniss?- le chiedo sorpreso.
- Non dovevo cercare conforto fra le tue braccia- risponde.
- E perché no? Noi ci proteggiamo a vicenda. È questo quello che facciamo io e te. Vero o falso?- le chiedo.
Lei sorride con dolcezza, ricordando, forse, il momento in cui mi aveva detto quelle stesse parole.
- Vero- mi dice guardandomi negli occhi - ma adesso ci sono altre persone- aggiunge con un tono cupo.
A queste sue parole mi rabbuio. È vero c’è Gale ora. È lui che dovrebbe abbracciarla e proteggerla. Sento il mio cuore ritrarsi, come se avesse voluto toccare il sole e si fosse bruciato nel tentativo.
- C’è la tua ragazza no?- dice lei in un sussurro.
- Cosa? La mia ragazza? Ti riferisci a Lily?- dico con incredulità.
- Si lei. Sembra simpatica-
- Katniss lei non è….-
- Signorina Everdeen il medico di sua madre vuole parlarle- dice un’infermiera, affacciata alla porta, interrompendoci.
- È successo qualcosa a mia madre?- chiede in maniera concitata.
- No. Le deve semplicemente parlare della sua riabilitazione-
- Signor Mellark – dice l’infermiera poi rivolgendosi a me – l’orario di visite mattutine è terminato. Deve andare via-
- Va bene vado – dico mestamente.
Katniss segue l’infermiera vicino la porta ma prima di scomparire del tutto dalla mia vista si gira verso di me mormorando un semplice grazie. Le rispondo con un sorriso.
Mi dirigo verso casa con il cuore in subbuglio e la mente confusa. Stringerla fra le mie braccia, averla così vicina, mi ha fatto un gran effetto. Ha risvegliato in me emozioni che non provavo da tempo. La amo davvero tanto, forse anche più di prima, se è possibile.
Si è scusata perché si è lasciata andare ma in realtà vorrei che si lasciasse andare con me sempre, ogni volta in cui ne senta il bisogno. Ha detto che non avrebbe dovuto farlo perché ci sono altre persone ma ha citato solo Lily, che lei crede essere la mia ragazza. Vorrei strozzare Johanna per questo.
Non ha fatto alcuna parola di Gale. Questo però non vuol dire molto. Potrebbe non averlo citato per non ferirmi. È strano però che lui non sia qui con lei. Gale non avrebbe mai lasciato sola Katniss in un momento del genere. Forse aveva un impegno che non poteva rimandare e la raggiungerà qui a breve. O forse Katniss non ha voluto compagnia. O forse….

No. Non voglio illudermi!

Eppure l’intensità del suo sguardo quando le nostre la labbra si sono quasi sfiorate era tale da farmi credere, da farmi sperare…..

Scuoto la testa.

Non illuderti Peeta. È solo un’altra tua stupida utopia.

Eppure…..

 



Note dell'autrice


Spero che vi piaccia questo capitolo. So che forse è un po' troppo lungo ma non volevo liquidare l'incontro fra Katniss e Peeta in poche parole. 

Ringrazio vivamente tutte le persone che dedicano del tempo leggendo e commentando la mia storia. Siete importanti per me. Ringrazio tutti anche tutti quelli che hanno messo la mia storia fra le preferite, le seguite e le ricordate. Un grosso bacio a tutti voi.
  
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