Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: _E r i s_    04/03/2016    8 recensioni
|Prima classificata al contest “I non-toni dell’amore” indetto dagli Shiri Sixteen sul forum di EFP|
Nagumo sta affrontando un periodo particolarmente difficile della sua adolescenza: si sente diverso. Troverà rifugio in qualcosa di fin troppo grande per lui, che finirà per portarlo a chiedersi cosa voglia dire essere realmente felici. Ma, ormai, sembra essere troppo tardi per tornare indietro, e ne è più che consapevole.
Estratto: "Haruya fissò insistentemente l'entrata, come se avesse saputo che l'amico sarebbe ritornato di lì a poco. Ma niente: l'aveva lasciato solo. Di nuovo."
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bryce Whitingale/Suzuno Fuusuke, Claude Beacons/Nagumo Haruya
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
2
Capitolo cinque
[Epilogo]

Desiderio






-Neh, Nagumo, cos'hai desiderato?- Mormorò con un fil di voce l'albino, mantenendo lo sguardo turchese sul cielo.
L'interpellato si voltò sorpreso verso di lui, ma, poco dopo, ripuntò lo sguardo sulle stelle, lasciandosi sfuggire un sorriso appena accennato.
-Lascia stare.
Suzuno gli schioccò un'occhiataccia interrogativa; seguì un attimo di silenzio.
-Tu, invece, cos'hai desiderato?
-Se te lo dico, poi non si avvererà.
Il viso di Haruya si dipinse di un sorriso mesto e dolce, mentre osservava di sottecchi gli occhi fanciulleschi del compagno puntati sulla volta celeste.
Non poté non notare quanto il colore dei suoi occhi fosse così simile a quello del cielo luminoso di stelle cadenti, ma al contempo diverso, più intenso.
Poteva affondarci dentro solo con lo sguardo. Quegli occhi contenevano l'immensità della volta celeste, l'imponenza dell'oceano e la freddezza dei ghiacci.
Si riscosse dai suoi pensieri quando adocchiò un'altra scia luminosa espandersi in cielo.
-Guarda!- Esclamò con fare bambinesco, indicando di slancio l'esplosione di colori di quella stella che quel giorno lasciava per sempre la volta celeste.
Fuusuke non riuscì a  trattenere un sorriso eloquente ma contemporaneamente tenero, così inusuale per un tipo distaccato come lui.
-Sei proprio un bambino.




La gelide gocce di pioggia scivolavano leggiadre lungo il suo corpo, tracciandone il profilo sottile.
Quei cristalli ghiacciati che tamburellavano sul terreno non facevano altro che confonderlo. Il ticchettio delle gocce era divenuto insopportabile - un fischio irritante che gli riempiva le orecchie-, il sottile velo di nebbia lo accecava, l'aria fresca e il vento gli provocavano continui brividi lungo tutta la schiena.
-Nagumo...- Sussurrò tra le labbra il ragazzo dagli occhi celesti; le mani tremanti e la schiena curva verso l'altro fanciullo.
-Smettila, lasciami in pace. Voglio andarmene.- Mormorò egli, inarcando le sopracciglia e strattonando il braccio dell'altro ragazzo, avvinghiato al suo. -Da oggi sparirò dalla tua vita, in fondo è sempre questo che hai voluto, no?- Ringhiò il rosso, liberandosi con difficoltà della ferrea presa intorno al suo polso che cominciava a dolere. Vide l'altro giovane sgranare di poco gli occhi arrossati, mentre boccheggiava, forse per trovare le parole. Ma non gli diede il tempo di rispondere: -Non riuscirai a farmi cambiare idea.
-Nagumo, è inutile...
-Taci! Non sai niente di ciò che provo!- Sbottò improvvisamente il fulvo, stringendo rabbiosamente i pugni. -Continui a dirmi che è sbagliato, ma ti comporti in maniera troppo fredda per  farmi credere che per te sia vero. Mi tratti sempre male... sei davvero sicuro che nel tuo cuore ci sia davvero posto per uno come me?
Fuusuke ammutolì, lasciando dondolare le mani -poco prima avvinghiate alla maglia dell'altro ragazzo- lungo i fianchi, osservando con i gelidi occhi azzurri, stranamente strabuzzati, il compagno. Nello stesso istante in cui quella frase si era insinuata sotto la sua pelle, aveva sentito la terra mancare sotto i piedi per qualche attimo; la testa gli girava irrimediabilmente.
Non sapeva esplicitarne il motivo, forse era perchè la troppa pressione lo stava mettendo in agitazione, o forse solo perchè non riusciva a metabolizzare il messaggio che Haruya gli stava mandando.
-T'importa solo di te stesso... Anzi, di Hiroto, Ryuuji, Maki, Saginuma, Ai e degli altri t'importa. Sono io che non vado bene, vero?
Il volto del fulvo si rabbuiò, come oltrepassato da un'ombra di malinconia.
-Sono sempre stato infantile per te, no? Sempre troppo legato al passato, troppo immaturo, troppo stupido da non capire che mi sto solo rovinando la vita...- Si bloccò qualche attimo per osservare la smorfia dipinta in volto del compagno. -Sai che c'è? Io l'ho capito. E stavo solo aspettando che il mio migliore amico facesse seriamente qualcosa per impedirmi di mandare tutto a farsi fottere, peccato che quella stessa persona si è dimostrata essere la più stronza mai vissuta.
Quando vide Suzuno sobbalzare, come colto in flagrante, capì che la pioggia non sarebbe cessata, quel giorno.
-E sembri anche essertene accorto.
Fuusuke lo guardò di sottecchi, improvvisamente imbarazzato da quella situazione, ma non lo diede a vedere -o almeno ci provò.
Doveva mostrarsi serio, freddo e intoccabile. Come Gazel.
-Tu pensi...- Cominciò piano, inspirando pesantemente. La sua espressione vuota e il tono di voce piatto rendevano ulteriormente nervoso Nagumo, il quale digrignò i denti, preso da chissà quale rancore che per anni aveva conservato e nascosto sopito nel suo cuore.
-Tu pensi davvero che non m'importi niente di te?- Sembrava tanto una scena dell'orrore, quella. Gli occhi spalancati di Suzuno, il suo capo leggermente inclinato verso un lato, l'espressione neutra.
Se fosse stato uno spettatore esterno, probabilmente avrebbe cominciato a ridere, data l'assurdità di quella scena. Ma non era così, era lui il protagonista.
Haruya si ritrovò a deglutire improvvisamente in difficoltà.
-Fuusuke, sta zitto...- Biascicò, perdendo sempre più convinzione nella voce. Ma l'altro non lo udì, o forse fece solamente finta di non sentirlo.
-Tu pensi davvero una cosa del genere?- Continuò imperterrito l'albino, osservando con i grandi occhi celesti il rosso sussultare. -Lo pensi? E' così?
Calò qualche secondo di silenzio, prima che il fulvo sentisse l'ira salirgli per la gola, tramutandosi in vane parole, che, ormai, avevano perso di significato.
-Ti ho detto di tacere!-  Strepitò,  puntando le proprie iridi color del miele in quelle gelide del ragazzo di fronte a lui. -Non dire un'altra parola!
La sua voce si affievolì pian piano, così come l'improvvisa rabbia nei confronti di Suzuno. Vergognatosi da solo per la sua reazione, Nagumo imporporò lievemente e lasciò cadere lo sguardo sulle proprie mani. Si morse piano il labbro inferiore, sentendo gli occhi dell'altro puntati su di lui. Deglutì rumorosamente, prima di prendere un lungo respiro e alzare il capo verso il giovane.
-Io... davvero, credimi, vorrei smettere, ma non vedo perchè dovrei farlo. Se lo facessi, se chiudessi con la droga... che cosa mi rimarrebbe dopo?
Avrebbe dovuto dirlo. Lì e in quel momento. Dirgli quanto aveva paura di essere abbandonato dall'unica persona a cui teneva veramente.
Ma lui era sempre stato vigliacco e il gesto che aveva intenzione di compiere confermava la sua ipotesi.
Non riuscì a proferire parola fin quando non fu l'albino a farlo.
-Haruya...- Mormorò piano l'ex co-capitano della Chaos, stupendosi del proprio tono di voce, un tono così tremante e ansioso che non sembrava suo. -Tu non mi hai mai... permesso di aiutarti. Sei sempre stato sulle tue. Ho cercato di farti cambiare idea a modo mio... Nemmeno io sapevo cosa fare. Ancora adesso non so cosa fare.
Prese fiato per ricominciare, nonostante non fosse a conoscenza delle parole giuste da pronunciare e la fatica che stava provando fosse immane, ma fu interrotto quasi bruscamente dal compagno, che scosse lievemente il capo.
-Voglio andarmene.- Asserì atono il ragazzo dai capelli cremisi, nel tentativo di apparire coraggioso, privo di sentimenti, imperturbabile, come lui.
-Non risolverai niente così...- E il fulvo si stupì profondamente del tono mesto che incrinò la voce di Suzuno. Il suo sguardo divenne lucido e malinconico visibilmente, una dolorosa fitta gli attanagliava il petto e lo stomaco. Ma, ormai, era fatta. Haruya indurì l'espressione, ignorando gli ansimi causati dalla concitazione del ragazzo più giovane.
-Fuusuke...- Mormorò piano, sperando vivamente di non esser sentito, da vigliacco qual era. Ma Suzuno l'udì ugualmente.
Solo un brusio vago si distinse tra il suono della pioggia fitta e copiosa della notte.
-Mi dispiace.
-Anche a me.
E anche quella pareva tanto la scena di chissà quale film drammatico, le solite battute. Nagumo quasi rise, a pensarci.
Peccato che quella non era finzione, era la realtà, e, se non fossero stati loro i protagonisti di quell'immensa quanto sciocca storia, sarebbe parso un momento tenero, delicato.
Un lieve sorriso malinconico e poi nient'altro.
Solo il lieve rumore dei lenti passi risuonava in quel viale vuoto, solo la pioggia a fargli compagnia, solo la luce delle stelle a illuminare la sua mestizia.
Non si videro più.




***



Uno

Gli occhi che ridevano gioiosamente.
Il calore di un abbraccio, della famiglia.
Il cuore che d'amore si colmava.

Strinse forte tra le braccia il suo bambino, sorridendo allegramente.
-Sai che sei davvero molto bravo a giocare a calcio? Scommetto che da grande diventerai un giocatore fenomenale!

Due

I  sorrisi mesti che gli rivolgevano sempre più frequentemente.
Il gelo della mancanza.
Il cuore che s'incrinava in una crepa.

-Quando torneranno mamma e papà?
-Non torneranno.

Tre

Il volto imperlato dalle lacrime.
Il pianto disperato di chi ha perso tutto.
Il cuore che palpitava fino a spaccarsi in due.

-Che fai qui da solo?
-Aspetto.

Quattro

Le sue risa, i suoi pianti.
I sorrisi gioiosi e malinconici che si dipingevano in viso.
Il cuore che si ricomponeva.

-Perchè stai sempre solo?
-E tu perchè non ti fai mai gli affari tuoi, Tulipano?
-Come mi hai chiamato?

Cinque

I sorrisi radiosi come il sole.
Le mani che s'intrecciavano.
Il cuore che s'alleggeriva.

-Dai, passa!
-Sei grande, Burn!

Sei

L'amaro del litigio.
Il furore dell'odio.
Il cuore che si spezzava.

-Quanto valgo per te?
-Per me non vali niente.
-Allora, anche tu diverrai niente per me, Gazel.

Sette

L'ultimo sorriso.
Gli occhi color del ghiaccio.
Il cuore che in agonia veniva strappato.

-Haruya, dove sei?
"Più di là che di qua."


Poi fu il buio.


***



Perchè? Cosa c'è di così tanto sbagliato?
Osservi con lo sguardo spento il pezzo di roccia che ti ritrovi davanti.
Non avrebbe significato alcuno per te, se non fosse che su quella pietra sono incise delle parole.
Volti le spalle al nome del tuo migliore amico, cominciando ad incamminarti per chissà dove. Cammini, cammini e continui a camminare.
Ti soffermi ad osservare il vuoto percorso di fronte ai tuoi occhi. E' cosparso di foglie di qualunque tonalità di colore. Uno spettacolo meraviglioso per molti, ma non per te.
Lui è caduto proprio così, vero? Come una foglia cade dai rami in autunno, abbandonandosi al nulla.
Chissà, magari se quella volta gli avessi detto la verità -ovvero che tenevi veramente tanto a lui, lui che era l'unico ad averti aiutato quando stavi male- adesso sareste insieme.
Ma non l'hai fatto. L'hai lasciato solo, a crogiolarsi nel suo dolore. Ed è caduto così come una foglia, come Dio voleva. Dio si riprende sempre ciò che è suo, no?
Peccato che tu non hai mai creduto in Dio.
E se fosse colpa tua? E se tu gli avessi detto che gli volevi bene, che non l'avresti mai lasciato solo, magari lui sarebbe qui? E se il tuo mutismo lo avesse veramente portato a togliersi la vita?
E' colpa tua, Suzuno. Colpa tua e di quell'idiota che, di nuovo, ti ha sorpassato e lasciato indietro.
Odi quando ti lascia indietro.
Come hai fatto ad essere così tanto stupido? L'hai lasciato solo a consumarsi nel proprio dolore... Quando tutto ciò che volevi era che fosse felice.
Si, è tutta colpa tua, Fuusuke.
Ma, in fondo, nella notte illuminata dalle scie di stelle e dalla maestosità della luna, avevate desiderato che tutto questo finisse.
"-Tu, invece, cos'hai desiderato?
-Se te lo dico, poi non si avvererà."
Adesso sarete felici: il vostro desiderio si è realizzato.




Una teoria afferma che, dopo la morte di un individuo, il suo cervello rimanga attivo per sette secondi, nei quali si "rivive" la propria vita tramite i ricordi.




Image and video hosting by TinyPic










Nda: Uh, finalmente 'sto parto si è concluso. Ammetto che è un po' confusionaria e frettolosa come fic, quindi adesso scrivo qualche chiarimento.
Ma prima di tutto, mi scuso per eventuali errori, ma devo uscire e ho riletto solo una volta il capitolo.
Suppongo sia un po' corto. Ma è la sostanza che conta, eh. Allura:
nel caso non si fosse capito, la situazione di Haru era già critica sin dal primo capitolo. Ci vuole davvero tanto a far capire ad un tossicodipendente gli sbagli che sta commettendo, ma ancor di più ci vuole a farlo smettere di drogarsi. Haruya, in fin dei conti, era consapevole di star sbagliando, poiché vedeva come si era ridotto, ma non riusciva a smettere perchè... perchè, beh, si trattava di droga.
Perciò aspettava che Fuusuke, il suo migliore amico, gli andasse incontro, sostenendo che fosse l'unico a poterlo aiutare. Ma lo stesso Fuusuke si trovava in difficoltà, non sapendo come comportarsi con Nagumo, come convincerlo a smettere di far ciò che faceva. Quindi finiva per comportarsi freddamente, notando che il fulvo non migliorava e autoconvincendosi che era Haruya a rifiutare il suo aiuto. Ma il rosso, intanto, si convinceva che era l'albino a rifiutarsi di aiutarlo. Proprio un bel casino, eh?
Quindi, il suddetto rosso cominciò ad avere sempre meno considerazione di sé stesso, fino a giungere allo stato critico della tossicodipendenza, nel quale non si può far più niente di niente. Resosi conto che non poteva più andare avanti così, decise di finirla lì. E Fuusuke, capendo finalmente che Nagumo si era ridotto così per un suo stupido 'capriccio' e che, ormai, era tutto perduto, non poté più far nulla, e quindi lasciò correre.
Ebbene. Questa è forse una delle cose più orribili e deprimenti che io abbia mai scritto.
E mi sento stupida a pensare che codesto schifo sia una fic partecipante ad un contest. Intendo, è il mio primo contest e non mi sarei mai immaginata di scrivere certe cose.
Ma, ripeto, è una fiction-sfogo, e spero che non appaia pesante... Non dovrebbe. Insomma, non ho raccontato tutto nei particolari. Ma, anche se fa molto orrore, io tengo molto a questa fic, perchè ho scritto di tutto ciò che sto provando adesso e mi ha aiutata molto. Spero solo che non sia l'unica sentirmi così ogni tanto. Non dico nemmeno cosa penso, poiché credo che si capisca tutto dal testo.
Ora, ci tengo a ringraziare coloro che hanno recensito la fic, le persone che l'hanno inserita nelle preferite, nelle seguite e nelle ricordate, e anche chi ha solo letto.
E' una tematica che ho molto a cuore e... ci terrei davvero tanto a sapere se qualcun'altro come me ha avuto questi problemi. Insomma, mi sento spesso sola. Ecco perchè mi comporto da stupida qui, su EFP. Così passo per la tipa allegra e spensierata e m'illudo per un po' di esserlo.
Ora chiudo, perchè mi sto deprimendo da sola_

Naru-chan

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: _E r i s_