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Autore: Manu75    05/03/2016    3 recensioni
"…e tu, femmina dai capelli chiari e dagli occhi freddi e algidi, nel tuo orgoglio soccomberai…prigioniera in una cella di ghiaccio, né calore, né gioia, né amore…tutti voi sarete condannati…io vi maledico! Black, da questa sera, vorrà dire disgrazia e sofferenza e prigionia…e morte! Così è stato detto, che così accada!"
Quando il dovere e l'orgoglio ti spingono contro il tuo cuore, quando una maledizione incombe con tutto il suo potere, quando i sentimenti infuriano nel petto senza poterli placare, il destino sembra solo una gelida trappola. Narcissa Black lo sa bene.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Evan Rosier, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Severus Piton, Sorelle Black | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa, Rodolphus/Bellatrix, Severus/Narcissa, Ted/Andromeda
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Più contesti
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Come sempre grazie infinite a chi legge questa storia e, in particolare, a LostHope92 che ha recensito e che mi incoraggia sempre. Faccio del mio meglio ma il poco tempo a disposizione non mi consente di essere impeccabile come vorrei. A presto!
 

 

‘Un gelido destino’  

 

Trentanovesimo capitolo

 

(Doveri imprescindibili- parte seconda)


Quando Narcissa scese al piano inferiore non trovò nessuno, Bellatrix era già andata via e Cygnus era chiuso nel suo studio e le aveva lasciato detto che l’avrebbe vista a cena.
Con un sospiro la ragazza si chiese come avrebbe occupato il proprio tempo fino a sera e si rese conto, una volta di più, di essere sola.
“Non pensavo di essere così debole da soffrire tanto di solitudine…” si disse “del resto avevo una sola amica, Rubinia, ed è sparita nel nulla anni fa. Il mio fidanzato mi evita, mia sorella mi odia e mio padre non trova nemmeno il tempo per venire a salutarmi” sorrise amaramente tra sé e sé “poi mi lamentavo di Malfoy  Manor...ora pagherei per essere ancora la!” decisa a non cadere nell’autocommiserazione la ragazza andò nel salotto azzurro dove, un tempo, lei e le sue sorelle avevano giocato, riso e scherzato o accolto i loro ospiti, e si impegnò nella lettura di un libro.
Passarono le ore e il caldo, la stanchezza e la noia fecero il loro corso e Narcissa si appisolò sulla comoda poltrona accanto al camino spento.
Poteva sentire i rumori della casa eppure stava dormendo, all’improvviso sentì il vento e la pioggia sferzarle il volto “Oh, no!” pensò, angosciata. Sapeva quello che stava per accadere.
Di nuovo quel sogno, quel terribile incubo.
Lei stava in piedi, in mezzo al nulla, il buio la circondava e la pioggia gelida la colpiva con forza, inzuppandole gli abiti, i capelli, il viso.
All’improvviso un uomo le compariva davanti, i capelli bruni incollati al volto scarno. L’uomo sollevava la manica, che gli copriva il braccio sinistro, mostrando il tatuaggio nero di un teschio con una lingua a forma di serpente  e iniziava a parlarle incessantemente, solo che la furia della tempesta le impediva di comprendere ciò che le stava dicendo. Non tutto almeno perché, questa volta, alcune parole volarono fino a lei e Narcissa riuscì ad afferrarle.
“Condanna” “pagare” e poi “ catene, posso liberarmi” ed ecco che si conficcava le unghie nella carne del braccio e si strappava via la pelle, estirpando il Marchio Nero dal suo corpo...Narcissa urlò e il libro che teneva in grembo cadde a terra con un tonfo sordo.
Lei si svegliò di colpo e affondò il volto tra le mani, tremando.
Poi sussultò.
Una mano le si era posata sulla nuca, accarezzandole i capelli.
-Regulus!- esclamò alzandosi in piedi, quando ebbe riconosciuto suo cugino.
- Cissy- le rispose lui, guardandola con occhi preoccupati - quando sono entrato ti ho chiamata ma non mi hai risposto, stavi dormendo ma eri agitata, riposavi male, hai avuto un incubo?-
Lei si sforzò di sorridergli e gli prese una mano tra le proprie.
- Si, ho fatto uno stupido sogno su un Troll- lo disse in tono leggero e divertito - mi sono appisolata leggendo un libro di storie popolari e questo è il risultato! Mi dispiace che ti sia preoccupato, Reg -
Lui non sembrò convinto ma strinse a propria volta le mani di lei e la guardò intensamente negli occhi.
Aveva quattro anni meno di sua cugina, Regulus, ma era più alto di lei e, come tutti i Black, possedeva un’avvenenza straordinaria.
Aveva un bel viso dai lineamenti regolari, molto simile a quello di suo fratello Sirius ma dai tratti più dolci, i folti capelli scuri contrastavano con l’incarnato chiaro ed esaltavano gli occhi grigi e brillanti.
Quegli occhi si riflettevano ora in quelli identici di sua cugina e la cullavano con affetto.
Regulus amava Narcissa.
La amava di un amore tenero e appassionato praticamente da sempre, non ricordava quando questo sentimento fosse nato in lui ma, da quando ne aveva memoria, era stato sempre presente nella sua vita.
Per lui Cissy era la creatura più bella e dolce della Terra, non sognava altro che di starle sempre accanto, non come un cugino o come un amico ma come un compagno. Come suo sposo.
Sapeva che erano parenti e che lei era più grande di qualche anno ma sapeva anche che i purosangue non si erano mai formalizzati sulle parentele pur di combinare matrimoni che preservassero il sangue puro delle famiglie di alto rango. Sapeva anche che lei era promessa a Lucius Malfoy ma anche quello era un ostacolo che poteva essere rimosso.
Il carattere passivo di Regulus si era pian piano trasformato negli ultimi tempi, aveva deciso di non vivere aspettando che accadesse qualcosa, aveva deciso di prendere in mano il suo destino così come gli era stato suggerito da una veggente, una maga che aveva incontrato recentemente a Diagon Alley.
Brigid, si chiamava.
Era giovane e dall’aria fragile ma aveva doti divinatorie che lui aveva ritenuto straordinarie e, servendosi di un oggetto molto particolare, il Breo- saighead, gli aveva indicato la strada giusta per poter realizzare il suo più grande e struggente desiderio: far sua Narcissa.
La sola idea lo inebriava e gli faceva stringere la bocca dello stomaco, lo colmava di ansia e di impazienza.
Voleva crescere, in fretta.
Sei vittima della tua passione e della paura che questa passione ti scatena. Stai tranquillo, se tu lotterai e perseguirai la via della grandezza quella persona sarà tua, inequivocabilmente
Queste erano state le parole di Brigid.
Aveva saputo leggergli dentro, gli aveva narrato di un destino che ancora doveva essere deciso, un futuro simile ad una pagina bianca che lui e solo lui poteva scrivere. Gli aveva spiegato che non esiste un fato preordinato ma solo il risultato della strada scelta, del percorso fatto.
Un’idea che Regulus aveva trovato piena di fascino e seduzione perché, se non poteva cambiare di essere tanto più giovane di Narcissa, di esserle cugino, se non poteva modificare il fidanzamento di lei con un altro, poteva intervenire sul futuro, poteva deviare la sorte.
Adulto lo diverrai anche tu, la ricchezza non ti manca, diventa potente! Desidera il potere, fatti amici i nemici, sfrutta coloro che rappresentano un ostacolo alla tua propria felicità, imponiti di essere forte…se seguirai questa strada, allora si che nel tuo futuro intravedo te stesso al fianco di quella persona. Ma non esistono altre vie, ricordalo! Cambia le tue scelte, dimentica il tuo obiettivo e il tuo futuro muterà inesorabilmente…
Potente...Regulus non desiderava altro, da quando aveva parlato con la giovane veggente non aveva pensato ad altro. Si era imposto di non lasciarsi prendere dalla fretta e dallo sconforto, doveva fare un passo alla volta.
Per lui il primo passo era andare a Hogwarts ed essere smistato tra i Serpeverde.
Il fatto che suo fratello, il suo amato fratello maggiore che lui ammirava tanto, fosse finito tra i Grifondoro lo aveva spaventato molto. La loro madre aveva subito un colpo tremendo ed ora aspettava con ansia che Regulus riscattasse la delusione datale da Sirius.
Ecco, primo obiettivo andare nella Casa dei maghi purosangue, secondo obiettivo ottenere volti altissimi in ogni materia, distinguersi e primeggiare, terzo obiettivo passare quanto più tempo possibile con Narcissa rinsaldando ancora di più il loro rapporto e, infine, capire chi e cosa poteva sfruttare per raggiungere una posizione rilevante.
uno ha i capelli chiari e ti aprirà la porta del potere, donandoti, a sua insaputa, l’eterno affetto di colei che amate entrambi, l’altro ha i capelli scuri…esso è più pericoloso, perché non è facilmente manovrabile ma, stai attento, possiede un’influenza maggiore…
Brigid gli aveva indicato così le persone che avrebbero potuto aiutarlo, più o meno consapevolmente, a raggiungere il suo obiettivo.
Era determinato Regulus, a dispetto dei suoi undici anni e del suo carattere mite. Il suo cuore era tenero ma la sua volontà era quella dei Black e lui non intendeva arrendersi.
- Va tutto bene, Regulus?-
La voce di Narcissa lo riscosse e lui si rese conto di avere ancora la sua mano tra quelle della cugina e di essere in piedi davanti a lei senza proferire parola da diversi istanti.
- Scusami, stavo solo pensando che la prossima settimana partirò finalmente per Hogwarts…- mentì lui con naturalezza.
Lei gli sorrise con dolcezza.
- Sono certa che ti troverai benissimo e che ti farai onore-
- Lo spero proprio, se avrò bisogno di qualche consiglio saprò a chi chiedere- le disse con dolcezza afferrando con più decisione la mano sinistra della ragazza e portandosela alle labbra.
Era un gesto tenero e spontaneo ma inusuale per Regulus, Narcissa stava per dileggiarlo affettuosamente per quella galanteria da adulto quando una voce gelida sulla soglia la prevenne, facendole mancare un battito del cuore.
- Bene, bene…stavo quasi per sfoderare la bacchetta e sfidare a singolar tenzone lo sciagurato che si permette simili smancerie con la mia fidanzata…- Lucius era comparso sulla porta, appoggiato negligentemente allo stipite, con l’aria di uno appena uscito da una doccia rinfrescante piuttosto che essere appena arrivato dal caldo afoso che soffocava Londra, nei vicoli al di fuori della casa dei Black.
Era estremamente affascinante, con una camicia di seta nera e dei pantaloni chiari che fasciavano le gambe lunghe ed atletiche. I capelli biondi, di un biondo pallido e quasi argenteo, erano sciolti sulle spalle e mettevano in risalto la fronte alta. Il viso spigoloso e nobile aveva la solita espressione sarcastica, mitigata da un sorriso che, lei notò, non raggiunse gli occhi chiari, che rimasero gelidi.
Nonostante tutti i suoi dubbi, nonostante la rabbia ed il rancore che provava, nonostante tutto, Narcissa non poté evitare che il suo cuore facesse una capriola alla vista di lui e che un soffuso rossore ravvivasse le sue guance pallide. Si odiò per questo ma non poteva cambiare il fatto che Lucius avesse uno charme, un’elegante mascolinità che sapeva affascinarla, da sempre.
“Qualsiasi cosa sia questo sentimento che mi lega a lui è qualcosa che non riesco a controllare, mi assale all’improvviso fin da quando ci siamo conosciuti” pensò la ragazza, senza riuscire a staccare gli occhi da lui.
- Per fortuna- la voce di Lucius la riscosse - che mi sono reso conto per tempo che si trattava solo del tuo piccolo cuginetto, Narcissa!- il tono sembrava del tutto innocente ma Regulus strinse gli occhi e, invece di lasciare andare la mano della ragazza, se la porto al petto e cinse Narcissa a sé con l’altro braccio.
- Non tanto piccolo, Malfoy- replicò Regulus - in ogni caso non pensavo che fossi un tipo da duello, la trovo una cosa abbastanza sorpassata...una cosa da vecchi!-
I due si fissarono, Regulus aveva un’aria insolitamente spavalda, Lucius lo studiava  con un’espressione sprezzante in volto.
A Narcissa quell’atmosfera non piacque per niente e si sentì molto simile ad un trofeo, una specie di bambola da vincere al gioco, la cosa la infastidì molto e, ovviamente, il suo biasimo era rivolto al suo fidanzato più che a suo cugino.
Lucius avanzò nella stanza con un’aria rilassata che non ingannò né il ragazzo né la ragazza, che sorrise a Regulus e si staccò gentilmente da lui.
- Non aspettavo una tua visita- la voce di Narcissa era fredda - quando ci siamo salutati ieri sera non mi sembrava che ci saremmo rivisti così presto. Se sei venuto per parlare con mio padre lo trovi nel suo studio- il suo era un congedo perché, man mano che passavano i secondi, il risentimento verso di lui stava montando dentro di lei in modo incontrollabile.
- In effetti devo parlare con tuo padre- ammise Lucius notando, con una certa soddisfazione, un lampo di delusione attraversare lo sguardo della ragazza.
Regulus li osservò, con il cuore stretto e la mente in subbuglio.
“Nonostante tutto sento che tra loro c’è qualcosa, Cissy è agitata…” rendersi conto di questo gli causò una sorta di panico, se Narcissa amava Lucius e quel fidanzamento non era solo una questione di interesse allora la sua impresa, il suo desiderio, diventava quasi irrealizzabile.
uno ha i capelli chiari e ti aprirà la porta del potere, donandoti, a sua insaputa, l’eterno affetto di colei che amate entrambi’
All’improvviso una luce si accese nella mente del ragazzino.
“Ma certo! Lucius Malfoy!” esultò tra sé e sé “ capelli chiari, certo! Tutti sanno che è potente, si dice che sia profondamente legato al Signore Oscuro, tutti hanno paura dei Malfoy!E lui…” realizzò all’improvviso “lui ama Narcissa, certo che la ama!”
Si voltò verso la cugina, la ragazza era tesa e aveva innalzato una barriera tra sé e il suo promesso sposo.
Regulus aveva un vantaggio, conosceva Narcissa da sempre e lei gli aveva sempre aperto il suo cuore e quindi gli fu facile capire che Cissy non era consapevole dell’amore che Lucius provava per lei, così come non aveva mai compreso appieno i sentimenti che lui provava per lei. Narcissa era sulla difensiva ed era insicura in quel momento, non si fidava del suo fidanzato e non sembrava credere davvero in quell’unione.
Regulus sentì la speranza crescere in lui, Brigid gli aveva detto la verità, non tutto era perduto.
C’era una spaccatura profonda tra Narcissa e Lucius e lui si sarebbe insinuato in quella frattura e l’avrebbe resa definitiva.
“Devo diventare potente!” questo pensiero lo ossessionava costantemente.
-Regulus- la voce di Narcissa lo riscosse - visto che Lucius sta andandosene- Malfoy ebbe un moto di fastidio per essere stato congedato così freddamente - che ne dici di prendere un té freddo con me?-
Il ragazzo la guardò sentendo lo struggente desiderio di accontentarla ma doveva perseguire la sua strada e la sua strada passava per Lucius Malfoy.
- A dire il vero- si sforzò di dire con un tono sereno - sono qui anch’io per parlare con tuo padre e sono già in ritardo-  avrebbe preferito morire piuttosto che dare quel dispiacere a Narcissa.
Lei ci rimase male ma si sforzò di nasconderlo.
- Naturalmente, non farlo aspettare ulteriormente - gli sorrise la cugina - ci vediamo tra qualche giorno al binario nove e tre quarti?-
- Certo!- lui le sorrise e si allontanò da lei a fatica - vi lascio soli- aggiunse, deciso.
Superò Lucius guardandolo dritto negli occhi “mi devi un favore, Malfoy”.
Lucius rispose a quello sguardo con una curiosa espressione calcolatrice, il volto colmo di diffidenza.
Regulus lasciò la stanza con il cuore stretto ma con la consapevolezza di aver scritto qualcosa di più nel suo futuro.
Brigid avrebbe approvato, stava seguendo la sua strada, stava decidendo il suo destino.

 

 

Una volta da soli, Narcissa e Lucius rimasero in silenzio per qualche secondo.
Un silenzio pesante e assai poco confortevole.
“Perché non se ne va e mi lascia sola” pensò la ragazza, stancamente.
Lui la osservò ancora per qualche istante: i capelli biondi raccolti sulla nuca, con qualche ciocca ribelle che le incorniciava il volto. Il bel volto d’alabastro di lei.
Il vestito verde esaltava la sua figuretta elegante e il colore le accendeva gli occhi chiari di riflessi smeraldo.
Averla così vicina gli ottenebrava la mente e accendeva i sensi, impedendogli di ragionare.
Quella passione che sentiva bruciare in profondità gli scioglieva le viscere come cera incandescente liquefatta dal fuoco.
Fare ciò che doveva gli si presentava molto più difficile di quello che avrebbe creduto e, a dispetto della sua determinazione, dei suoi propositi, delle sue ragioni, i sentimenti che provava per lei stavano spingendo prepotentemente per uscire.
- Bene- mormorò la ragazza - sono certa che mio padre ti riceverà quanto prima, a presto-
Lucius strinse le labbra.
- Mi stai invitando gentilmente ad andarmene?- le chiese, con la voce fredda che vibrava di rabbia.
- No- gli rispose lei, inarcando un sopracciglio - me ne vado io! - e mosse qualche passo per superarlo.
Ma non riuscì a passare perché lui le sbarrò la strada.
- Si può sapere cosa diamine hai?- questa volta la voce sprizzò scintille ad ogni parola, Lucius gettò al vento ogni proposito di restare calmo e controllato - da quando siamo ritornati da Diagon Alley sei diventata più fredda di un inverno scozzese! -
Anche Narcissa sentì divampare la collera dentro di sé e cercò di superarlo senza rispondergli ma lui non era disposto a lasciarla andare.
Tutta la frustrazione di quelle ultime settimane alimentò il furore dei due ragazzi che si fronteggiarono fissandosi e stringendo i pugni.
- Lasciami passare!- gli sibilò lei, furiosa.
- Prima mi farai la cortesia di rispondere! - si inalberò lui.
- Lasciami andare, ti ho detto! Razza di maledetto egoista!- Narcissa si bloccò, incredula di avergli detto una cosa del genere.
Lucius sembrava davvero adirato.
-Lasciami passare, per favore- ripeté lei, cercando di riprendersi - nessuno mi obbliga a farti compagnia -
- Nessuno, tranne i tuoi doveri di ospite- la riprese lui, cercando vanamente di recuperare la calma.
- Credevo ti saresti appellato ai miei doveri di fidanzata!- lo provocò lei, con un sorrisetto di trionfo, cedendo al demone che la incitava a spingere la rabbia di  lui oltre il limite massimo.
- Hai ragione, dannata ragazzina!- esplose Lucius, perdendo il controllo del tutto per la prima volta da quando si conoscevano.
La afferrò per un braccio, la attirò a sé e la baciò con violenza.
Narcissa cercò di opporsi ma la stretta di lui era davvero d’acciaio, e le labbra dure ed esigenti. La ragazza non riusciva a respirare.
Nulla l’aveva preparata ad una simile esplosione di passione, nemmeno il bacio che si erano scambiati pochi giorni prima a Malfoy Manor, nulla.
Non c’era gelo, non c’era sarcasmo, non c’era superbia.
C’era solo un incendio che divampava da lui e bruciava, c’era solo desiderio e lui glielo comunicava con ogni centimetro del suo corpo.
All’improvviso la presa di lui si fece meno violenta, ma non la lasciò comunque andare e seguitò a stringerla come se volesse inglobarla dentro di sé.
Il bacio divenne più dolce e una mano risalì ad accarezzarle la schiena, la nuca e, infine, le sciolse i capelli.
Lucius si aggrappò a quei capelli, attorcigliandoli alla sua mano e tirandoli, costringendola a reclinare la testa per baciarla ancora più in profondità, famelico.
Suo malgrado, Narcissa rispose a quel bacio con altrettanta passione, gettando via ogni riserbo, ogni timidezza, ogni insicurezza.
Si mise in punta dei piedi per aderire meglio al corpo del ragazzo e gli cinse il collo con le braccia, godendo della sensazione dei suoi capelli tra le dita, scavando tra di essi alla ricerca della pelle calda di lui, infilando la mano nel colletto della camicia.
I due ragazzi non riuscivano a staccarsi, lui le accarezzò le braccia nude e le spalle, infine le incorniciò il volto e, con enorme fatica, smise di baciarla e allontanò il viso da quello di lei.
Entrambi ansimavano e continuarono a fissarsi negli occhi ancora per qualche secondo.
- Se non ci fermiamo, sarò costretto a sposarti questa sera stessa…- le disse il ragazzo con la voce arrochita dalla passione, cercando inutilmente di recuperare la lucidità.
Lei lo guardò stordita, con le labbra socchiuse e gli occhi annebbiati.
Lucius imprecò sottovoce, si lasciò cadere sulla poltrona più vicina e la trascinò con sé, mettendosela in grembo e cingendola con le braccia.
Poi riprese a baciarla con ardore.
Narcissa non si oppose, chiuse gli occhi e rispose al bacio con tutta sé stessa, cercò di imprimersi nella mente tutte le sensazioni che provava.
Il profumo di lui, che sapeva di lavanda, di ambra, di muschio...lo respirò come se non dovesse sentirlo mai più, memorizzò le percezioni che venivano da lui, dal suo respiro caldo, dalla pelle liscia, dalle sue mani esperte e decise che l’accarezzavano ovunque.
Ad un certo punto lui prese a baciarle il collo, la gola, la spalla e poi si fermò...Narcissa poté sentire il respiro di lui farsi più regolare.
Le mani smisero di accarezzarla.
- Ti rendi conto…- mormorò Lucius, con le labbra appoggiate sulla sua pelle, il volto sprofondato nell’incavo del collo - che potremo sposarci solo tra tre anni? Ti rendi conto di quello che mi fai? Ti rendi conto quanto mi costi fermarmi?-
Non sembrava aspettarsi davvero una risposta e quindi Narcissa tacque, godendo intimamente del fatto che, per una volta, fosse lui ad essere in balia degli eventi.
“Mica deve toccare sempre a me!” pensò con una punta di umorismo e la testa leggera, ancora inebriata da quei baci.
Lucius sospirò e si appoggiò allo schienale della poltrona, tenendo gli occhi chiusi, un braccio che ancora cingeva la vita sottile di lei e l’altro abbandonato lungo il fianco.
Narcissa non osava muoversi, non capiva se lui si fosse addormentato di colpo o no ma una cosa era certa, Lucius sembrava sfinito.
Lei si prese la libertà di osservarlo da vicino, con calma e senza pudori.
Non lo aveva mai guardato così attentamente perché i loro incontri erano stati sempre burrascosi, frettolosi o distratti da troppe interferenze esterne.
Il volto di lui aveva dei bei lineamenti, poteva scorgervi qualcosa del padre, Abraxas, ma anche i tratti della madre, una splendida strega originaria della Cornovaglia. Narcissa ne ricordava bene le fattezze perchè aveva passato giornate intere passeggiando tra i quadri degli avi dei Malfoy.
La pelle era pallida e priva di imperfezioni, era sbarbato di fresco e il viso era perfettamente liscio.
Tuttavia lei notò delle ombre scure sotto gli occhi e le labbra erano tirate.
“E’ stanco” pensò la ragazza “ e preoccupato…”  realizzò poco dopo.
Lucius aveva sempre di più la responsabilità del nome dei Malfoy e, lei lo sapeva bene, era anche impegnato a lottare al fianco del Signore Oscuro, il potente mago che reclamava i diritti dei purosangue e che esigeva un Mondo in cui i maghi dal sangue puro avessero un ruolo predominante.
Onore, gloria e potere, certo, ma tutto ciò aveva un prezzo.
Lei ricordò la notte d’estate in cui aveva visto Lucius uccidere un uomo a sangue freddo, erano passate poche settimane eppure le sembrava qualcosa accaduto in un tempo remoto.
Improvvisamente, Narcissa, si rese conto che Lucius non aveva ancora compiuto ventun anni, era un uomo adulto ma, in realtà, era poco più di un ragazzo e, dopo questa considerazione, lo vide molto più giovane di come non lo avesse mai visto.
Lo aveva sempre considerato un uomo irraggiungibile ma, realizzò, alla fine lui aveva solo cinque anni più di lei ed era più giovane di Evan Rosier.
Questo pensiero le diede un pò di sollievo, mitigando l’impressione che le parole di sua sorella le avevano scavato dentro.
Gli occhi di Narcissa si soffermarono sul collo, un bel collo virile, e poi risalirono, incontrando quelli di lui.
Non poté non arrossire, Lucius era sveglio, non stava affatto dormendo e contraccambiava lo sguardo, sorridendo.
- Ebbene- le chiese - ora che mi hai guardato così bene ti ritieni soddisfatta, sono degno di diventare tuo marito?-
Il suo tono non era eccessivamente sarcastico e lei non si irritò come avrebbe fatto di solito.
- Mi piace il tuo collo- buttò la, senza pensarci, e poi desiderò sprofondare per quello che aveva detto.
Lui non si era aspettato nulla di tutto ciò e gli occhi non riuscirono a nascondere la sorpresa e l’incredulità.
- Il collo?- le chiese, troppo stupito per prenderla in giro.
- Io...si...hai una bella gola- Narcissa si sentì davvero stupida.
Lui gettò indietro la testa e cominciò a ridere di gusto, rideva senza ritegno, una risata che sembrava liberatoria.
Lei si indignò ma non riuscì ad arrabbiarsi veramente, attese composta che la sua ilarità si placasse. Le piaceva sentirlo ridere.
Ci volle qualche secondo, poi la risata si esaurì e lui sospiro compiaciuto.
- Allora- le sorrise, malizioso - ti ho messo a disposizione tutto me stesso e tu ti accontenti del mio collo?-
Narcissa si rese conto di quanto fosse assurda quella situazione, lei che stava ancora in braccio a lui, Lucius che giocava a fare il fidanzato, fingendo che le settimane appena trascorse non fossero mai esistite.
Era solo un’illusione ma era un’illusione troppo bella per farla svanire subito.
- Non mi hai detto cosa preferisci di me- lo provocò allora lei - io sono stata completamente sincera con te! -
Gli occhi di lui si fecero seri e ciò che lei vide in quello sguardo la fece tremare e arrossire violentemente.
- Non posso dirti quello che preferisco di te, mia dolcezza- le sussurrò lui, con voce suadente, accarezzandole il fianco con la mano che ancora la teneva stretta - sei ancora minorenne!- e, dopo averle schioccato un bacio sulle labbra si alzò di colpo, rischiando di farla cadere rovinosamente a terra.
Lui la mise in piedi senza incidenti.
Si ritrovarono, nuovamente, uno di fronte all’altra, in mezzo alla stanza.
Lui non sorrideva più e ogni scintilla di allegria era scomparsa dal suo viso.
Lei sentì di nuovo quel gelo, quella distanza, porsi tra di loro.
- Immagino che tuo padre sia libero, adesso - le disse, assumendo il consueto tono annoiato e spocchioso - grazie della compagnia, ti auguro una buona permanenza ad Hogwarts -
-...grazie a te...- mormorò lei, senza riuscire a nascondere la tristezza per quel repentino cambiamento.
Lucius sembrò esitare, i suoi occhi lasciarono trasparire la lotta che infuriava dentro di lui, poi rammentò a sé stesso quali fossero le sue priorità e ricordò i suoi proponimenti fatti davanti al quadro sfigurato di Druella. Perdere la ragione era stato un errore madornale, forse si era giocato davvero tutto.
Girò sui tacchi e lasciò la stanza.

Narcissa provò una gran voglia di piangere, tutto il suo corpo urlava insoddisfatto, incatenato dalla frustrazione per quell’incendio che lui aveva acceso e che ora lei non sapeva come spegnere.
La sua mente non riusciva a recuperare la lucidità e il suo cuore si sentiva ingannato una volta di più: aveva creduto di sentire qualcosa di diverso in lui, tra di loro e, invece, era stata l’ennesima illusione durata pochi istanti.
Non riusciva a capire gli uomini e, forse, era proprio questo il problema.
Represse le lacrime e raddrizzò la schiena.

Chiamò a raccolta il proprio orgoglio e decise di non pensare più a Lucius Malfoy, alle sue mani diaboliche, alle sue labbra rapaci e al suo collo virile almeno per le prossime ore.


Fine trentanovesimo capitolo

Angolino simpatico (ossia note dell'autrice): Visto? Solo trentanove capitoli per avere una scena d'amore come si deve, almeno spero! ^_^ adesso ne farò passare altrettanti XD Tra l'altro proverò a cambiare font perché quello usato fino ad ora non mi soddisfa...dopo soli trentanove capitoli, appunto! Grazie ancora e a presto.

  
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