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Autore: Spring_Sun    05/03/2016    4 recensioni
Era una serata piovosa quando una figura femminile varcò la soglia di villa Sakamaki. Una nuova presenza, inaspettata, si presenta all'apparenza come una ragazza docile e calma. E troverà all’interno di quelle mura una vera fanciulla con queste qualità, Komori Yui, Eve.
Cioè proprio quello che cercava.
Non aveva messo in conto una cosa, però: lì, avrebbe dovuto affrontare altri sei vampiri –ma non solo e, chissà, la cosa non si sarebbe rilevata poi così sgradevole.
La “missione” sarà però supervisionata dal suo capo e da altre figure misteriose
***
Pronti ad avventurarvi in questa nuova storia? Vi aspetto in molti. ^^
Genere: Fantasy, Horror, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ayato Sakamaki, Un po' tutti, Yui Komori
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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CAPITOLO 3 - L'alba della fine

Un ragazzo dall'aria non esattamente accogliente e gentile camminava nel suo studio come un animale in gabbia, borbottando imprecazioni con un accento inglese ben marcato. 
Si passò più e più volte le mani fra i folti capelli dorati, che gli arrivavano alle spalle. Gli occhi, di un rubino estremamente intenso, erano carichi di rabbia e frustazione verso se stesso e verso di lei
La odiava sin da quando era entrata nelle loro vite.
Odiava i suoi genitori onniscienti, ma al contempo veri portatori di quella disgrazia.
Si odiava, perché era perfettamente inutile. 
Non era stato capace di proteggere mai nessuno, nonostante la sua carica. 

Gettò tutte le carte sul tavolo per terra, rovesciandole con un gesto secco ed emettendo un ringhio sommesso.
Prese poi una sigaretta, accendendosela e sedendosi sulla sedia rivestita di nero, poggiando un gomito sul bracciolo e prendendosi a massaggiare la fronte con la mano, stanco.
Sospirò, gettando uno sguardo malinconico alla cornice poco distante.
"Oh, Hana-chan..."

Il bussare insistente alla porta lo riportò a galla dal turbine di ricordi nel quale stava affogando.
Masticò un "avanti", mentre emanava un perfetto anello di fumo dalle labbra. 
Scrutò con la coda dell'occhio il suo nuovo subordinato, un ragazzino che aveva preso sotto la sua protezione pochi mesi fa. Ma che provava ancora una sorta di timore verso di lui.
"Si, Inoue?"
Yato Inoue si aggiustò frettolosamente gli occhiali sul naso, la grande montatura rossa nascondeva due pozze azzurre agitate, che erano dello stesso colore dei capelli.

"Signore... e-ecco... c'è una visita per lei."
---

"Si può sapere cosa sta succedendo qui? Shu. Potresti spiegarmelo, di grazia?" 
La voce atona di Reiji interruppe lo scontro verbale fra il Sakamaki e la nuova arrivata Hana Okamoto.
Il biondo gli lanciò un'occhiata carica d'indifferenza e chiuse le palpebre lentamente. 
"Niente che ti riguardi."
E un nervo pulsò in maniera evidente sulla fronte del secondogenito. 
Socchiuse gli occhi violetti, illuminati da una luce di disprezzo che si accendeva solo quando parlava con il fratello maggiore.
Hana notò con piacere che ormai entrambi erano impegnati in questioni personali, e per una volta, fu felice di essere stata messa da parte.
Una fitta alla testa più forte delle altre rischiò però di farle perdere l'equilibrio. Strinse in un pugno il tessuto della camicia, che copriva il simbolo pulsante e si piegò in due, portandosi l'altra mano alla testa e stringendo i denti.
Non avresti dovuto darmi il tuo posto. Pessimo errore.
"S...sta zitta!" ansimò, minacciosa. 

Ma, per sua sfortuna, adesso i due Sakamaki le stavano rivolgendo tutta la loro attenzione.
"Okamoto-san, ti chiamo un dottore?" domandò Reiji, squadrandola. Per carità, non che la sua salute lo toccasse, ma era appena arrivata e ci teneva a far bella figura, per così dire.
"N-no, sto bene... mi servirebbe solo un... un po' di riposo, ecco" sussurrò, trovando la forza di sorridere verso il secondogenito, che annuì, per poi congedarsi da solo, visto che il fratello era già scomparso.

Quando la porta si chiuse, Hana si lasciò cadere sulle ginocchia, esausta.
Mormorò qualcosa, una formula in greco, probabilmente, e pian piano il respiro le si regolarizzò.
"Damn, smettila. Datti una calmata." 
Che c'è, ti do fastidio?
Ridacchiò, ironica ma con del cinismo evidente. "Da quand'è che sei così spiritosa, meh?"
Si vede, che, nonostante tutto, non mi conosci così bene.
Ma dai, se siamo cresciute insieme!
L'inglese si alzò dal letto e si avvicinò alla finestra, guardando con insistenza una persona in particolare e incrociando le braccia al petto, con un sorriso gelido stampato sul volto.
"Però penso proprio che per allora non soffrirò di nostalgia..." 
Ma la mente dell'altra era già partita per ricordi lontani, frammenti di memoria le ritornarono alla mente.
Rivisse uno in particolare, che ricordava vividamente...



"SIETE SOLO DUE EGOISTI!"
La piccola si accucciò ancora di più sotto il tavolino, stringendo a sé un peluche rosa a forma di coniglietto. 
Tranquilla, Bunny, sai com'è fatto Ririka, poi gli passa. Non capisco perché se la prenda sempre con mamma e papà... tu lo sai?
I tuoi genitori non sono così innocenti, come credi, mia cara. 
Dici? Eppure la mamma è sempre così dolce con me!
 
Lo spirito che le aleggiava nella mente sogghignò. La piccola dolce Hana non immaginava minimamente quale razza di amico immaginario avesse. 
Di sicuro, però, non era il tenero e morbido pupazzo che stringeva fra le braccia. 



"Si, quello è stato un colpo basso, lo ammetto." mormorò Okamoto, che intanto si era distesa sul letto.
Sospirò, guardando il soffitto e interrompendo il contatto mentale, chiudendo gli occhi e cadendo in un oblio nero, fatto di soli incubi.
---
 
"Yui... Yui-chan, mi senti?"
"Ch-chi sei?"
Yui Komori socchiuse le palpebre, notando intorno a sé solo un limbo bianco. I capelli biondi le volteggiavano intorno al viso pallido, la pace assoluta regnava in quel posto. 
"Questo... è un sogno, vero?"
Sentì che la debole luce rosa, quel piccolo spiraglio che intravedeva e che straordinariamente le stava parlando ridacchiare.
"Diciamo di si. Ma la nostra comunicazione è reale; ascoltami bene, Eve. Guardati sempre le spalle, diffida di chi ti sembra amico, chiaro?"
"P-perché mi stai dicendo queste cose? Non capisco" mormorò, aggrottando le sopracciglia a quel discorso tanto filosofico quanto -apparentemente senza senso. 
Ne seguì un breve minuto di silenzio, durante il quale la bionda intuì che quell'essere stava misurando le parole giuste da dire.
"Non voglio che altri patiscano ciò che ho patito io, ecco. Ti prego, non prendermi alla leggera, ti chiedo solo questo..."
Mentre parlava, la sentì man mano sempre più lontana. Una folata di vento improvvisa la stava trascinando via.
Distese d'impulso un braccio verso di lei, cercando invano di ritornare a parlarle.
"Ma tu... chi sei?"


Una figura femminile si svegliò di soprassalto, madida di sudore. Gli occhi lampone guizzarono su ogni muro e mobile della stanza, rendendosi effettivamente conto di essere nella sua camera della villa Sakamaki. Si portò una mano al collo, sentendo sotto ai polpastrelli il velo umido che le copriva il corpo. 
Sgusciò quindi via da sotto le coperte, poggiando i piedi nudi sul pavimento. 
La vestaglia da notte frusciava ad ogni passo che faceva e, lentamente, si ritrovò a camminare per il lungo corridoio a testa bassa, pensierosa.
Diffida di ciò che ti sembra amico... 

Senza rendersene conto, si scontrò con un petto vagamente familiare e, sotto la luce della luna, distinse un paio di occhi rosso cremisi che conosceva bene.
"S-Subaru-kun..."
"Stai diventando una scocciatura, lo sai?!"
"Scusa, n-non pensavo fossi ancora sveglio" pigolò la ragazza in risposta, allontanandosi di qualche passo dall'albino e congiungendo le mani al grembo.
"A-avevo solo bisogno di un bicchiere d'acqua, non volevo disturbar-" 
Komori si ritrovò a sgranare gli occhi, mentre sentiva oltre la vestaglia il freddo del muro con il quale era entrata in contatto abbastanza bruscamente e i piccoli polsi intrappolati sulla sua testa dalla grande mano del Sakamaki. 
Le labbra di quest'ultimo si erano poggiate tanto veloci quanto dolci sulle sue: non si sarebbe mai aspettata quel gesto! Da Subaru, fra l'altro...!
Le guance le s'imporporarono di rosa, mentre le palpebre ebbero un fremito, prima di chiudersi e ricambiare il bacio, con lo stupore dell'altro.
La stretta dell'albino le impedì di cascare a terra, Yui si sentiva difatti le gambe molli e il cuore battere all'impazzata, ancora di più quando Subaru le circondò la vita con l'altro braccio. 
Sapeva che il vampiro era di per sé un tipo abbastanza chiuso, quindi quella reazione era stata per lei come un bellissimo fulmine a ciel sereno.

"Bitch-cha- oooh~"
Come scottato, l'albino si ritrasse nel sentire la voce del suo fastidioso fratellastro irritante, e sperò in cuor suo che non avesse visto quel gesto dettato dall'impulso, speranza vana visto che sapeva di essere finito.
"O-ohi, Hentai! Non farti strane idee!"
"Fufu~ Subaru-kun, non sapevo che Bitch-chan ti prendesse così tanto!" 
"E-eh? P-prendermi?! Ma per favore, non dire stronzate!!"

Yui, che in quella discussione era riuscita solo ad arrossire e a rannicchiarsi in un angolino, sentì d'improvviso la voce del sogno farsi largo nella sua mente cantare una lieve litania in una lingua antica che lei non avrebbe saputo definire, ma che le fece venire incredibilmente sonno.
Si accasciò per terra, chiudendo le palpebre, senza accorgersi dell'attezione che aveva richiamato su di sé da parte degli altri due. 

E proprio lì, stava per iniziare il suo viaggio, nella memoria di Hana Okamoto.

Angolo autrice:
Ueilà! Essendo io una ritardataria di prim'ordine, credo che ormai possiate perdonarmi per l'ennesimo ritardo ^^" *si crucia da sola* ... davvero, non ho scusanti :"3
Spero solo che questo capitolo -che serve di passaggio- vi sia piaciuto T-T
Che dire, ho cambiato il telefono e la foto di Hana iniziale è andata perduta... sob.
Ma spero che queste nuove(?) vi piacciano e... e niente ;3 
noi ci sentiamo presto! (Si fa per dire)


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