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Autore: DueDiFiori    06/03/2016    1 recensioni
Nessuno aveva detto a Ryou che dopo tutte quelle che aveva passato si sarebbe anche ritrovato a decidere cosa fare della seconda personalità vendicativa di Marik tornata dal Regno delle Ombre. Ma evidentemente era destinato ad essere perseguitato da ogni singolo spirito maligno ci fosse in circolazione.
Non che lui si impegnasse poi tanto a tenersi lontano da situazioni del genere.
[Seguito di "Meravigliosa Paura", diventerà Deathshipping nei capitoli successivi]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ryou Bakura, Yami no Malik
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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E alla fine ho deciso di fare un seguito di quella one-shot. Ad essere sincera non sono 100% sicura nemmeno io di cosa ci sarà esattamente in questa storia, ma spero possa essere interessare a qualcuno una storia su questo ship. I prossimi capitoli saranno un po' più lunghi, questo è più un prologo. Ditemi cosa ne pensate!

Quella sveglia è una tortura, pensò Ryou, maledicendo il suono che gli trapanava le orecchie. Fece per spegnerla, ma appena allungò un braccio un dolore acuto gli attraversò la spalla e sentì la pelle della schiena che si tirava. Ryou gemette, e lasciò ricadere il braccio sul materasso.

Dopo un po' si costrinse ad afferrare quella cosa e far smettere il rumore, sopportando la sensazione di bruciore che di nuovo lo assalì nel muoversi. Il ragazzo fece un suono di sollievo appena il suono smise. Si sentiva la testa come avvolta nel cotone, e aveva la forte tentazione di rimettersi a dormire per vedere se gli passava.

Lanciando uno sguardo alla sveglia, vide che era andata avanti a suonare per una buona mezz'ora prima che lui la sentisse. Ryou aggrottò le sopracciglia, cercando di capire perché si sentisse ancora così stanco. A che ora era andato a dormire la sera pr-

Giusto, ora ricordava. Aveva passato la serata a farsi inseguire da un pazzo assassino Ryou fece un suono dolorante e seppellì il volto nel cuscino. Perché era un po' che non prendeva pessime decisioni.

Per un po' Ryou contemplò l'idea di rimanere dov'era, magari perdere i sensi per un'altra oretta o dieci, tanto ormai a scuola non ci sarebbe andato. Alla fine si convinse ad alzarsi e andare quantomeno a controllare in che stato fosse la sua schiena.

Una volta in piedi, poco ci mancò che ricadesse a terra direttamente. Le sue gambe erano a pezzi. A Ryou non dispiaceva correre ogni tanto, ma non si ricordava di essersi mai stancato tanto. Chissà quanto aveva corso la sera prima. Troppo, e troppo veloce.

Barcollò fino al bagno e accese la luce. Lo specchio gli mostrò che aveva ancora del sangue sul volto, e due profondi cerchi neri attorno agli occhi.

Ryou si girò e cercò di vedere in che stato fosse la sua schiena. La zona attorno alla sua scapola destra era coperta di sangue secco. Forse sarebbe stato meglio se fosse andato all'ospedale la sera prima, invece di diretto a casa. Ma se ora era in piedi la perdita di sangue non doveva essere stata poi troppo grave.

Si fece una doccia e tornò ad esaminarsi la schiena. I tagli non sembravano troppo profondi, ma erano parecchi. Uno di essi aveva un frammento di vetro ancora incastrato dentro. Ryou gemette alla prospettiva di doverlo rimuovere, ma non poteva di certo lasciarlo lì.

Si armò di specchio e pinzette e riuscì in qualche modo a prendere quel vetro e strapparlo via. Nel farlo, la ferita si riaprì e ne uscì un rivolo di sangue. Ryou ne approfittò per disinfettare il taglio, cosa che avrebbe dovuto fare quando le ferite erano ancora fresche. Comunque non sembrava avessero fatto infezione, e con un po' di fortuna non si sarebbe preso niente.

Finito in bagno, Ryou recuperò un paio di mutande pulite e si trascinò in cucina. Gli serviva un tè. Si sedette a tavola mentre aspettava che l'acqua si scaldasse, e iniziò a pensare alla sera prima.

Era stato fortunato a scamparla con solo qualche ferita alla schiena. Il suo divertimento gli sarebbe potuto costare molto più caro. Rifiutandosi categoricamente di mettersi a pensare a quanto si fosse effettivamente divertito, iniziò a chiedersi come fosse possibile che il Marik oscuro fosse stato lì, a Domino.

Non si poteva tornare facilmente dal Regno delle Ombre. Era un luogo di prigionia, dopotutto. Che Marik avesse avuto aiuto esterno per sfuggirne era da escludersi, ma per quanto ne sapeva Ryou non c'era modo di poter tornare in autonomia.

Non che Ryou ne sapesse poi tanto. Per quanto lui fosse un amante dell'occulto, e avesse avuto non poche esperienze col Regno delle Ombre, le informazioni certe che aveva su di esso erano ben poche. Aprire un portale verso di esso richiedeva rituali magici molto potenti, o un Oggetto del Millennio.

Ma gli Oggetti del Millennio erano ormai inutilizzabili da chiunque in qualsiasi dimensione, e i rituali di cui sapeva Ryou in teoria si potevano usare solo dal loro mondo. Per cui doveva esistere un altro modo per uscire dal Regno delle Ombre, uno che Marik aveva evidentemente sfruttato.

Ryou si sfregò gli occhi. Le uniche persone che forse sapevano qualcosa di più in materia erano gli Ishtar, e Ryou li avrebbe dovuti chiamare, ma esitava.

Se nemmeno loro conoscevano un modo per riaprire un portale verso il Regno delle Ombre chiamarli sarebbe solo servito a gettarli nel panico, cosa che Ryou preferiva evitare. Se invece gli Ishtar sapevano come far tornare il lato oscuro di Marik in quella dimensione, sarebbe stato comunque inutile, perché a questo punto non era detto che ci sarebbe rimasto.

Non era una bella situazione. Marik andava neutralizzato in qualche modo, era troppo pericoloso per poter girare liberamente, e il Regno delle Ombre era l'unica soluzione plausibile per spiriti di quel genere. Ma a questo punto era inutile, a meno che Marik non potesse ripetere la magia che aveva usato per liberarsi.

Poteva avere un senso, che quel potere potesse essere usato una volta sola o sotto condizioni molto specifiche. Se fosse stato così allora avrebbero potuto far tornare Marik nel Regno delle Ombre in sicurezza. Tuttavia l'unico a sapere se quella magia fosse ripetibile o meno era Marik stesso, il quale probabilmente non avrebbe divulgato molte informazioni.

Però.

La sera prima Marik aveva accettato le condizioni che gli erano state imposte nel loro gioco. Quindi, se avesse giocato e perso a un altro gioco, e la penalità inflitta fosse stata di dire come fosse uscito dal Regno delle Ombre, lui avrebbe dovuto rivelarlo.

Non era una brutta idea. Sì, qualsiasi idea coinvolgesse "il lato oscuro di Marik" e "giocare" era una pessima idea, ma tutto considerato avrebbe potuto funzionare. Serviva solo qualcuno che giocasse – e vincesse – contro Marik.

Ryou iniziò a pensare a quante persone conoscesse che potessero avere buone probabilità di vincere contro quell'essere. Il Marik originale o Isis non erano male in fatto di giochi, ma loro erano in Egitto e poi ritrovarsi di fronte il Marik oscuro sarebbe stato difficile emotivamente per loro. Yugi stava facendo un tour come Re dei Giochi e chissà quando sarebbe stato di nuovo a Domino, Jounouchi avrebbe probabilmente preso a pugni Marik se se lo fosse trovato davanti, Kaiba aveva opinioni molto personali in fatto di magia e Ryou non aveva nemmeno il suo numero.

Alla fine rimaneva un'opzione. Che fosse Ryou a giocare di nuovo con Marik, e vincesse un'altra volta. Possibilmente non a ce-l'hai omicida un'altra volta, la sola idea di correre lo faceva star male.

Ryou sospirò. Ovvio che avrebbe trovato un modo per mettersi di nuovo nei guai. In un certo senso preferiva essere lui ad occuparsi della cosa. In fondo era l'unico a sapere del ritorno di Marik, e non gli era mai piaciuto dover tirare in ballo altre persone nei suoi guai. Meno gli altri si preoccupavano, meglio era, e se in qualche modo fosse riuscito a risolvere la faccenda da solo, tanto meglio.

Il ragazzo si tirò in piedi e andò a finire di farsi il suo tè. Dopo la serata che avevano avuto, dubitava Marik fosse abbastanza in forma per provocare danni seri. Ryou aveva un paio di giorni per riprendersi e decidere a che genere di gioco volesse giocare.

Un brivido di eccitazione gli corse lungo la schiena. Avrebbe rischiato la vita, come minimo. Il modo preferito di passare il fine settimana di Ryou.

   
 
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