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Autore: Felix_Felicis00    06/03/2016    2 recensioni
INTERATTIVA - ISCRIZIONI CHIUSE!
La storia può essere seguita anche se non si hanno tributi.
***
Dalla storia:
Tutto era pronto ormai.
Le telecamere erano state inviate ai distretti, con gli accompagnatori e la troupe televisiva.
I nomi, scritti su foglietti di carta, erano nelle bocce.
Le piazze erano state abbellite da stendardi colorati.
I ragazzi dai dodici ai diciotto anni erano stati radunati all’interno di zone delimitate da funi e contrassegnate a seconda dell’età, i più grandi davanti e i più piccoli dietro.
Ogni cosa era preparata, i trentesimi Hunger Games stavano, finalmente, per iniziare.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Strateghi, Tributi di Fanfiction Interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pianificazioni

Alvin Lorcan Theroux (1) - Cornucopia, notte del secondo giorno
Alvin guardava i suoi alleati dormire tranquillamente: era il suo turno di guardia e doveva assicurarsi che nessuno rubasse loro armi o provviste e che nessuno volesse attaccarli, anche se quest’ultima opzione era assai improbabile. “Chi attaccherebbe i favoriti?” si chiedevano ridendo i suoi compagni, che non avrebbero mai potuto immaginare che proprio uno di loro li avrebbe traditi. Sì, proprio lui: l’innocuo Alvin: quello che non parlava mai troppo, che non si esprimeva, che non metteva troppo timore a nessuno. Il ragazzo stava infatti per abbandonare il suo gruppo di alleati, non prima di aver preso qualche arma e delle provviste per sé, ovviamente.
Era un ragazzo diffidente, non aveva fiducia nelle persone e inoltre era convinto di potercela fare da solo. Voleva vincere, doveva vincere. Alvin aveva il compito che la sua famiglia non fosse così codarda come si pensava al suo distretto, doveva riscattare il suo cognome, che era stato precedentemente infangato dal padre, il quale non si era offerto volontario agli Hunger Games, nonostante i suoi due fratelli più piccoli fossero stati estratti.
Inoltre Alvin doveva impressionare sua madre, farle capire quanto aveva perso lasciandoli. Elith, infatti, si era trasferita a Capitol City poiché non riusciva più a reggere il peso delle malelingue contro la sua famiglia e in particolare contro Caleb, suo marito, che era stato rinominato “il Codardo”.
Era quindi tutta colpa di suo padre se si trovava in quella situazione. Alvin gli voleva bene infondo, ma non riusciva a non attribuirgli la colpa della fuga di sua madre, a cui era molto legato.
Silenziosamente, afferrò uno zaino e lo riempì con del cibo, un sacco a pelo, dei fiammiferi, una borraccia d’acqua e dei coltelli. Prese poi una spada e una lancia e si allontanò velocemente dalla Cornucopia. Avrebbe voluto appiccare un incendio e bruciare così le provviste che rimanevano agli ormai ex alleati per crear loro seri problemi, ma non voleva rischiare di essere scoperto. Doveva camminare in fretta, ma senza fare rumore: non poteva rischiare che uno dei favoriti si svegliasse e lo cogliesse sul fatto. Cornelia e Merian avevano detto che la parte dell’arena che avevano esplorato era coperta di neve, perciò non era certo il luogo giusto dove andare. Si diresse quindi dalla parte opposta che avevano preso i compagni, sperando di trovare un luogo adatto per la sopravvivenza.

Alexia Black (5) e Matthew White - Estate, terzo giorno
Matthew e Alexia erano ancora scossi per il dimezzamento della loro alleanza: prima Alexandra era stata uccisa da Elaine e poi Nigel era morto a causa di esseri misteriosi nel laghetto. I due si erano subito allontanati da lì, sia perché erano troppo spaventati per rimanerci, ma anche perché sarebbe stato inutile, visto che l’acqua era salata e quindi imbevibile. Ancora non avevano compreso il motivo di questa folle idea, ma non potevano farci niente. Fortunatamente avevano una boraccia d’acqua, troppo poca per bastare per tutta la durata del gioco, ma abbastanza per dissetarsi almeno un po’. Inoltre entrambi erano segretamente convinti che nessuno dei due sarebbe durato ancora per molto: avevano solo un coltello a testa, qualche galletta di riso e un panino. Non erano particolarmente forti, al contrario erano deboli e privi di energie.
Nonostante tutto ciò, in Matthew c’era ancora il desiderio di vendetta. Non riusciva a sopportare che la sua migliore amica fosse morta: era come una sorella per lui e, se c’era qualcuno che doveva salvarsi in quell’arena, era lei. Non era giusto che Alexandra fosse morta, non se lo meritava. Voleva vendicare la sua morte, voleva uccidere Elaine. Ne aveva parlato con Alexia, ma gli aveva dato del pazzo: lei era una favorita e loro giravano sempre il gruppo, ma anche se fossero riusciti a isolarla era troppo forte. Matthew però non si voleva arrendere: l’avrebbe vendicata, oppure sarebbe morto provandoci, non se ne sarebbe stato con le mani in mano. Doveva solo architettare un piano abbastanza astuto per ottenere quello che voleva. Non poteva essere così difficile, doveva solo sforzarsi.
- A cosa stai pensando, Matthew? - interruppe il suo flusso di pensieri Alexia, mentre se ne stava seduta per terra, accarezzando distrattamente l’erba verde scuro.
- Lo sai - rispose lui freddamente, senza guardarla negli occhi.
- Io vorrei aiutarti, davvero, ma non è facile. Se tu trovassi un modo per poterlo fare senza troppi rischi, io sarei dalla tua parte. Non voglio però che tu pensi sia necessario farlo, Alexandra non vorrebbe che tu lo facessi. -
- Tu non la conoscevi, non puoi sapere quello che vorrebbe! - sbraitò lui, facendo sobbalzare la ragazza. - E comunque - aggiunse abbassando la voce - Non si tratta di quello che vorrebbe lei, ma di quello che voglio io. -
- D’accordo, Matthew. Non volevo essere invasiva. Pensa a un piano e io ti aiuterò. -
- Grazie, Alexia e scusami se ho urlato, ma lei è, era importante per me - si scusò il ragazzo, abbassando la testa e continuando a pensare a un modo per uccidere Elaine senza troppo rischio.

Jake Sander (9) - Autunno, terzo giorno
Jake si era allontanato da Riven e Kathleen, i suoi alleati, per esplorare un po’ l’arena. Purtroppo, si era perso e dai prati fioriti era giunto a una zona che aveva le caratteristiche tipiche dell’autunno. Era preoccupato perché non sapeva come tornare indietro, aveva camminato talmente tanto che non ricordava più la strada che aveva preso. Ormai era passata un’intera giornata da quando aveva lasciato gli altri due, che probabilmente ora erano addirittura più preoccupanti di lui.
“Che stupido” pensò, scalciando delle foglie a terra. “Non p0tevo tornare indietro prima? No, dovevo andare avanti! Stupido io e stupida la mia curiosità!”
Fortunatamente sembrava non ci fosse nessuno e quindi che non ci fossero pericoli. O almeno così credeva lui. Ad un certo punto, mentre stava ancora camminando verso una meta indefinita, sentì un rumore di passi e dei bisbigli. Afferrò l’unica arma che aveva, un coltello, e si nascose dietro un albero, cercando di scoprire chi fossero gli autori di quei rumori. La paura scorreva nelle sue vene: chi poteva essere? E se fossero stati i favoriti? O comunque tributi armati e pericolosi?
Vide due figure avvicinarsi a lui: un maschio e una femmina. Non ne era sicuro, ma sembravano la ragazza del 7 e quello del 10. Erano senza dubbio tra i più forti nell’arena, non sarebbe mai uscito vivo da uno scontro con loro. Continuò a fissarli, mentre si facevano più vicini. Fortunatamente i due girarono a destra a pochi metri di distanza da lui. Jake tirò un sospiro di sollievo e fu questo a metterlo in pericolo.
- Jack, hai sentito? - bisbigliò la ragazza, guardandosi intorno preoccupata.
- No, non ho sentito niente - rispose lui. Jack, credeva si chiamasse, quello senza cognome.
- C’è qualcuno, ne sono sicura - ribatté l’altra.  
- D’accordo, guardiamoci in giro. -
I due tributi presero dei coltelli e iniziarono a camminare, cercando la fonte del rumore, che Jake sapeva fosse proprio lui. Era terrorizzato, se l’avessero visto non avrebbe avuto scampo. Non poteva fare niente: era disarmato.
Chiuse gli occhi, pregando di non essere trovato, pregando che se ne andassero e che lui potesse andare avanti. Poco dopo, però sentì un fruscio vicino a lui, decisamente troppo vicino. Lo avevano visto, lo sapeva. Il cuore gli batteva forte nel petto, sembrava volesse uscire dalla gabbia toracica. Aprì gli occhi, davanti a lui c’era un ragazzo alto, con la carnagione chiara e i capelli castani lunghi fino alle spalle. Aveva un coltello in mano che puntava dritto verso di lui. Lo stava fissando, sembrava indeciso su cosa fare. Forse non aveva ancora ucciso nessuno dentro l’arena, forse lo avrebbe lasciato andare. Poi però avvicinò l’arma e sussurrò:
- Mi dispiace. - Subito dopo lo colpì.
Jake riuscì a pensare ai suoi fratelli che sarebbero rimasti soli ora che anche lui era morto, sperava solo che Michael sarebbe riuscito a non farli finire in orfanatrofio. Erano una famiglia unita, non potevano dividersi. Pensò anche alla ragazza di cui era innamorato e poi ai suoi genitori, ch presto avrebbe raggiunto. Poi chiuse gli occhi, questa volta per sempre.
Un colpo di cannone risuonò nell’arena, mentre Jack estrasse l’arma insanguinata dal corpo dell’avversario con un sospiro rassegnato.

Felicity Morrison (10) e Blake Dawnson (12) - Primavera, terzo giorno
E anche il terzo giorno nell’arena era ormai giunto al termine. Felicity si infilò nell’unico sacco a pelo che avevano a disposizione, mentre Blake avrebbe fatto il primo turno di guardia. Il cielo è ormai buio quando inizia l’inno che precede il riepilogo delle morti del giorno. Il sigillo di Capitol City illumina lo schermo enorme trasportato da un hovercraft, poi tutto si fa scuro per un istante, poi appare l’immagine di Jake Sander, distretto 9. Felicity lo ricordava vagamente, non ci aveva mai parlato, ma sembrava un ragazzo gentile. Blake fissava un punto indefinito con occhi vuoti, probabilmente stava pensando, forse a Shanti, forse alla sua famiglia, forse non stava semplicemente pensando a niente. Lì dentro era inutile pensare, non serviva a nulla, se non a rattristirsi ancora di più.
- Posso chiederti una cosa? - chiese il ragazzo, spostando lo sguardo su Felicity, che annuì.
- Cos’è quel segno che hai sulla guancia? Sono sicuro che non ce l’avevi prima di entrare nell’arena e non sembra una normale ferita. -
Felicity sbiancò, non le piaceva ricordare quel momento e non sapeva se le andava di parlarne con lui. Blake sembrò leggerla nel pensiero, perché aggiunse subito:
- Non sei obbligata a parlarne, se non ti va. -
- No, cioè… io… è okay - balbettò. - È stata Cornelia Banks, del distretto 1. Lei ha ucciso la mia alleata, April e poi voleva uccidermi, ma ha deciso di risparmiarmi. Mi ha fatto però questo simbolo: è l’iniziale del suo nome. Ha detto che così nessuno mi toccherà e che sarà solo lei ad uccidermi, quando e come vorrà - spiegò Felicity, tenendo gli occhi bassi.
- Perché pensi che Cornelia ti abbia risparmiata? -
- Io… non lo so. Forse vuole dimostrare che è lei che comanda, che mi ha in pungo. -
- Sì, hai ragione. Sei spaventata? -
- Un po’ - confessò. -Insomma, non è facile convivere con l’idea che qualcuno voglia ucciderti. So che, essendo in un’arena, non dovrei preoccuparmi più del normale, ma dovevi vedere come ha ucciso April: è stato terribile. Lei piangeva e urlava e io… io non potevo fare niente! -
- Ti prometto che quando arriverà il momento non sarai sola, io ti aiuterò. -
- Non sei tenuto a farlo, Blake. -
- Lo so, ma Shanti è morta e io non c’ero per difenderla, non voglio che la cosa si ripeti. È bastato una volta. -
- In tal caso, grazie - rispose lei riconoscente, prima di chiudere gli occhi e provare a dormire.


SPAZIO AUTRICE
Eccomi qui con un nuovo capitolo, spero che vi sia piaciuto. Diciamo che può essere considerato un capitolo di passaggio: come reagiranno i favoriti alla fuga di Alvin? Riuscirà Matthew ad escogitare un piano per uccidere Elaine? E Felicity e Cornelia quando si scontreranno? Manterrà Blake la sua promessa? Per sapere le risposte di queste domande dovete aspettare il prossimo capitolo e forse anche quello dopo ancora.
Detto ciò, martedì questa storia compie un anno, perciò sto pensando di organizzare una sorpresa come un capitolo bonus, spero di riuscire a pubblicarlo per il giorno giusto, ma ancora non so bene cosa fare, si accettano suggerimenti.
Ora vi saluto e vado a vedermi Modern Family! *_*
Un bacione,
la vostra Felix <3
  
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