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Autore: La Tigre Blanche    06/03/2016    2 recensioni
[Fafiction pseudostorica: a ogni peccato corrisponderà una data più o meno precisa collegata ad esso. Ha un ordine cronologico ed è ambientata tra la fine del XV secolo e l'inizio del XVII circa(?). Accenni a qualche paring, perché se l'OTP chiama, io rispondo- Spero vi piaccia!]
Superbia, Avarizia, Accidia, Ira, Ingordigia, Invidia e Lussuria. Sette peccati, un solo peccatore: Spagna. Perché anche chi ha sempre un bel sorriso stampato sul volto ha un lato oscuro. E Antonio ne è l'esempio più lampante.
1. Soberbia.
2. Avaricia.
3. Pereza.
4. Ira.
5. Glotonerìa.
6. Envidia.
7. Lujuria.
"« Pensavo che—»
« Che cosa? » Il tono di voce di Prussia suonava così dannatamente sbagliato – era esasperato, sofferente, non l’aveva mai sentito così; « Che volessi solo portarmelo a letto? Le persone non sono solo corpi da scopare, Spagna! » esclamò con una punta di rabbia – la sua però era una rabbia triste che strideva con l’immagine classica del prussiano sorridente, e ciò lo destabilizzò a tal punto da mettersi sulla difensiva. [...]
« Questo, Prussia, non vale per me. »"
*
SpUk | SpAus | PruAus | PruSpa
Genere: Angst, Dark, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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2. Avarizia – Avaricia

{Messico – Inizi del XVI secolo}

 

Antonio continuava a fissare estasiato la quantità d’oro contenuta nel sacchetto di pelle – uno tra le decine  che giacevano scompostamente accatastati sul suolo – sostenuto da una sua guardia: monili di ogni genere, finemente intarsiati a mano con simboli geometrici collegati a qualche fittizia divinità astrale, tutti modellati nell’oro massiccio. Raccolse una collana e la alzò verso il sole, osservando il ciondolo in cui era stata incastonata una lucente pietra verde, forse uno smeraldo. Tutt’attorno a lui i soldati lo osservavano silenziosi e, assieme a questi, i volti spauriti degli indigeni – presi in ostaggio proprio per ottenere quel riscatto in oro – facevano capolino tra le corazze argentee dei mercenari ispanici. Spagna fece un sorriso tenerissimo:

« Esto es por mi Inglaterra… Tiene lo mismo color de sus ojos… » Detto questo, lo avvolse nel suo fazzoletto di seta e lo ripose con cura in tasca, il tutto sotto lo sguardo silenzioso dei presenti, i soldati per nulla sorpresi dell’affermazione di Spagna: da quando Catalina de Aragòn era convolata a nozze con Henry VIII, Inghilterra era diventato il punto di riferimento di Antonio. E, sebbene fossero due uomini, ai mortali non sembrava importare molto: dopotutto, prima di essere persone erano Nazioni, uniti in una sorta di matrimonio solo e unicamente per ragioni politiche – questo, almeno, in teoria.

Nel silenzio generale, una delle guardie si schiarì la voce, attirando così l’attenzione di Antonio. Questi gli rivolse uno sguardo infastidito, come se fosse stato appena interrotto in qualcosa di estremamente importante:

« Habla. » L’ordine risuonò freddo alle orecchie del soldato che, tuttavia, non si scompose:

« Mi señor, me gustaría saber cuán grande será nuestra parte de botín... » La frase del mercenario parve cadere nel vuoto, il tono di voce che si affievoliva mano a mano che le parole gli rotolavano fuori le labbra, sempre più intimorito dallo sguardo di fuoco che ribolliva negli occhi di Spagna – gli sembrava di star dicendo qualcosa di estremamente sbagliato, nonostante volesse solo fare un’innocente domanda. Ebbe la conferma dei suoi timori quando una risata secca e incrinata grattò nella nuca della nazione, per poi librarsi in aria intrecciandosi in una serie di suoni altisonanti. Spagna rideva – e quando lo faceva in quel modo, non era mai un buon segno.

« ¿Nuestra? » Rise ancora più forte e si dovette appoggiare all’asta della propria alabarda per sorreggersi, incapace di mantenere l’equilibrio con quella risata minacciosa a scuotergli le membra. Si asciugò una lacrima che gli solcava silenziosamente una guancia e il riso andò a sfumare finché nell’aria non ne rimase solo un’eco lontano. Un battito di ciglia e sul volto di Antonio si era spenta ogni traccia di divertimento – era serio, mortalmente serio e fissava imperturbabile la guardia che aveva osato fargli quella richiesta. Piegò il capo di lato, in un movimento che ricordava quello di una pantera intenta a scrutare la propria preda.

« Esto » Indicò il sacchetto in pelle ancora nelle mani della prima guardia che, tremante, si limitava ad osservare la scena; « Esto es mío. Sólo mío. ¿Entiendes? » Lo sguardo dei presenti si spostò sul mercenario che, immobile, paralizzato da quello sguardo conturbante, annuì, esitando appena. E la tensione si sciolse un poco quando sulle labbra carnose di Spagna si dipinse un sorriso sornione: « ¡Perfecto! » esclamò con tono soddisfatto, per poi voltarsi e gridare alla sua truppa di far ritorno all’accampamento. La guardia rimase ferma sul posto, titubante, ancora tormentata dallo sguardo pericoloso che gli aveva rivolto la nazione:

« Mi señor, ¿y los renehes? » Mormorò infine, volgendo gli occhi sui volti spauriti degli indigeni. Antonio si bloccò sul posto, voltandosi quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi: « Matadlos. Todos. Y tomad el oro. » Ordinò con fredda indifferenza, per poi incamminarsi tranquillamente in direzione dell’accampamento, come se dietro di sé non si stesse consumando un orribile massacro – le urla strazianti degli indigeni americani gli giungevano ovattati alle orecchie.

L’importante per lui, in quel momento, era avere l’oro tutto per sé. Sogghignò. Solo per sé.

 

 

 

Angoletto spagnoleggiante – perché sì, nonostante la mia totale ignoranza dello spagnolo, i dialoghi li ho scritti così. Ringrazio le persone che ho stressato per farmi le traduzioni, vivibì.(?)

 

1.       “Questo è per il mio Inghilterra, ha lo stesso colore dei suoi occhi”

2.      “Parla”

3.      “Mio signore, mi piacerebbe sapere quanto grande sarà la nostra parte di bottino”

4.      “Questo è mio, solo mio. Capisci?”

5.      “Mio signore, e gli ostaggi?”

6.      “Uccideteli. Tutti. E prendete l’oro”

 

Note sconclusionate:

 

E finalmente aggiorno! Che dire, è uno dei capitoli che mi preoccupa di più, perché non so se ho azzeccato il peccato – tendo a vedere troppo allo stesso modo Avarizia e Ingordigia e buh, ho paura di aver fatto casini. Comunque, riguardo le note storiche, ci troviamo durante le spedizioni in America Latina. Non è specificato né il luogo, né la nazionalità(?9 degli indigeni, e mi dispiace un sacco non essere riuscita a trovare una data precisa! Comunque, ho preso soprattutto ispirazione da un avvenimento accaduto nel 1530 circa (non ricordo con precisione la data), in cui gli spagnoli avevano preso in ostaggio l’imperatore Inca Atahualpa e, dopo essersi fatti consegnare un abnorme riscatto in oro, lo hanno ucciso comunque – molto acab, ‘sti spagnoli. Mi sarebbe piaciuto scriverci sopra qualcosa ma purtroppo, considerate le accuratezze storiche che avrei dovuto inserirci, sarebbe venuta giù un qualcosa di spaventosamente lungo.

E… sì. SpUK. A caso (ma neanche tanto), perché in quel periodo erano sposati e perché sono due ciccini tenerosi, d’aww… anyway, vi avviso che la SpUK non sarà l’unico paring a cui accennerò, so… stay tuned!

Besos,

 

La Tigre Blanche

 

   
 
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