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Autore: jjk    06/03/2016    5 recensioni
Ne aveva fatte di cavolate nella sua vita, ma probabilmente nessuna così stupida e completamente priva di significato.
Ma cosa gli aveva detto la testa quella sera? E perché invece che ammettere subito il suo errore aveva insistito sul continuare quella strada per tutto quel tempo?
Sperava solo che non fosse troppo tardi per rimediare anche se era certo che le cose non sarebbero state così facile. Era stato via abbastanza tempo da spingere chiunque ad andare avanti con la propria vita.
Era stato via abbastanza a lungo da causare un dolore che non poteva essere perdonato.
Chissà quante cose erano cambiate durante la sua assenza.
Chissà se lui.....
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Andy Dermanis, Fortunè Penniman, Yasmine Penniman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno dopo Mika partì veramente presto. 
Passò da casa di Andy giusto il tempo per recuperare le sue cose, ma riuscì comunque a fare tardi e quindi si vide costretto ad accettare il passaggio del biondo per poter arrivare in aeroporto in tempo per non perdere il volo.
Dopo averlo accompagnato il greco infilò alla rinfusa alcuni vestiti in un vecchio zaino da trekking, deciso a partire il giorno stesso per un tour della Grecia con lo zaino in spalla, simile al viaggio in Europa che aveva fatto con i suoi amici dopo il diploma, solo che questa volta sarebbe partito da solo. 
Aveva bisogno di riflettere.
Mika invece non ebbe tempo nemmeno di realizzare di essere tornato in Inghilterra.
Appena sceso dall'aereo trovò ad aspettarlo Ian, che subito lo rinchiuse in studio di registrazione per tutta la giornata.
Il cantante era distrutto e non riusciva ad affrontare i ritmi impostigli dal manager, ma piuttosto che dirglielo si sarebbe mangiato la lingua. 
Quindi fin troppo spesso lo trovarono con la testa appoggiata sulla mano e gli occhi chiusi, nonostante i suoi sforzi di rimanere sveglio.
Ogni volta che qualcuno lo svegliava dal suo stato catatonico, Mika si sarebbe volentieri seppellito. 
A registrare quell'album con lui non c'erano più i membri della sua vecchia band, ma dei ragazzi nuovi e di certo quello non era il modo migliore per presentarsi. 
Lui era conosciuto come uno stakanovista, un gran lavoratore ed un pignolo che non si accontentava mai, che non andava mai a casa finché il risultato ottenuto non gli sembrava perfetto. 
In quei giorni invece non era raro sentirlo dire "Intanto tieni questa, caso mai poi la sistemiamo" anche di registrazione che erano di gran lunga sotto i suoi standard. 
Nessuno però fece domande su quello che gli stava succedendo. 
Ian aveva intuito che Andy ed il recente viaggio in Grecia dovevano avere qualcosa a che fare con lo strano umore del ragazzo e per questo non disse nulla. 
Gli lasciò, però, il weekend libero, cosa che non faceva mai poco prima della pubblicazione di un nuovo lavoro. 
Mika era così distratto che nemmeno si accorse di quella stranezza, contento di poter avere qualche giorno per riposarsi.
Sua sorella Zuleika, nuovamente di ritorno da uno dei suoi viaggi, andò a stare da lui durante quel fine settimana, invece che dalla madre, e quindi la casa del cantante si trasformò nell'accampamento dei Penniman per un paio di giorni, dato che Joannie non aveva intenzione di separarsi dalla figlia che vedeva così poco e quindi rimaneva a casa del figlio dalla mattina alla sera, portandosi dietro il padre e cucinando leccornie di tutti i tipi ad ogni pasto. 
Al ragazzo non dispiaceva per niente, anzi. 
Tutta quell'allegria e quella confusione che la sua famiglia inevitabilmente si portava dietro sembravano ricaricare quell'energia che, chissà come, aveva perso e non riusciva a ritrovare. 
Anche Fortunè e Paloma passavano le giornate a casa del fratello.
Il più piccolo passava la maggior parte del tempo con Zuleika, mentre la più grande stava sempre con Mika, raccontandogli tutte le novità che il giovane si era perso. 
Come ad esempio il suo nuovo fidanzato, conosciuto poco dopo la fuga di Mika per Montreal. 
Pensavano di andare a vivere insieme molto presto e volevano organizzare una qualcosa per l'inaugurazione della casa, e lui avrebbe dovuto aiutarli, perché era risaputo che, se c'era qualcuno che sapeva come organizzare una festa come si deve, quello era il cantante, come dimostravano i suoi annuali party natalizi, adorati da tutti i fratelli Penniman e dai loro amici, anche se forse un po'meno apprezzati dai vicini. 
Yasmine venne solo la domenica a pranzo e solo perché sua madre si sarebbe infuriata se non si fosse presentata. 
Non che la ragazza non avesse voglia di passare un po'di tempo con la sua famiglia, anche se i Penniman sapevano essere una presenza davvero difficile da sopportare, ma aveva un progetto davvero grosso per le mani e doveva finirlo il prima possibile.
Non aveva nemmeno bisogno di dirlo, lo capirono subito non appena la videro.
Solo il suo sguardo stanco la salvò da una ramanzina di sua madre sul perché non si fosse fatta vedere prima malgrado sapesse che la sorella minore era tornata a Londra. 
Per quei due giorni Mika riuscì a dimenticare tutti i suoi problemi, da Andy al nuovo disco e quando il lunedì, dopo aver accompagnato, insieme al resto della famiglia, la sorella in aeroporto, entrò nello studio di registrazione lo fece con un energia nuova ed uno spirito migliore.
Ian non fece domande su quel cambiamento.
Era troppo contento che il riccio fosse tornato se stesso per fargli domande sicuramente inopportune.
Da quel giorno l'atmosfera che si respirava migliorò parecchio e finalmente i nuovi membri della band poterono conoscere il grande musicista per il quale avevano accettato di lavorare.
Il ritmo di lavoro aumentò ad una velocità vertiginosa senza che nessuno dicesse nulla. 
Non era raro vedere Mika intento a sistemare un brano alle 23, quando tutti erano andati a casa loro da un pezzo ormai e lo studio avrebbe dovuto essere chiuso. 
Per fortuna lui ed il proprietario erano amici da tempo e quest'ultimo si fidava abbastanza del cantante da lasciargli le chiavi permettendogli di lavorare fino a quando voleva. 
Ian, nel frattempo, aveva cominciato a riempire l'agenda del riccio degli impegni più svariati tra cui moltissime interviste, la maggior parte delle quali si svolse nella sala prove che Mika si ostinava a non voler lasciare. 
Solo la domenica il riccio rimaneva a casa, o meglio andava a casa della madre a recuperare tutti i pranzi domenicali a cui non aveva partecipato per anni. 
Tutto sembrava andare per il meglio, se non fosse stato che non aveva più sentito Andy dal giorno in cui era tornato in Inghilterra.
Nemmeno Fortunè lo aveva sentito e la stessa cosa valeva per gli altri amici inglesi del biondo. 
Si sarebbe preoccupato se il suo istinto non gli avesse detto che il greco stava bene e che presto tutta quell'attesa avrebbe avuto un senso.
Non sapeva se fidarsi di questa sensazione, ma per il momento decise che preoccuparsi inutilmente non aveva molto senso. 
Andy era un uomo adulto e capace e sicuramente sapeva essere in grado di cavarsela in ogni situazione, quindi nulla di brutto poteva essergli capitato. 
In più il fatto che Fortunè non fosse in pensiero per il biondo lo portava a credere che tutto fosse a posto.
Cercò di non pensare al greco perché, in un modo o nell'altro, sarebbe sempre stato una fonte di distrazione per lui, e si concentrò sul suo lavoro, giorno e notte.
Ian adorava questo suo periodo così produttivo, ma, ad un certo punto dovette costringerlo ad uscire dalla sala di registrazione perché i luoghi in cui il ragazzo era richiesto, a così poco dal lancio del nuovo album, erano davvero troppi. 
Mika girava come una trottola da una redazione all'altra, per poi tornare in studio e solo a sera tardi lanciarsi sfinito sul letto di casa sua. 
Quella settimana aveva così tante interviste da aver perso il conto.
Provò a chiamare Andy. 
Sapeva che avrebbe trovato il suo telefono irraggiungibile, ma gli piaceva sentire la voce registrata del biondo, lo calmava. 
Si chiedeva solo per quanto tempo ancora sarebbe potuto andare avanti così.
Finalmente arrivò anche l’ultima evento atto a pubblicizzare l’album, almeno per un po’ di tempo.
Si trovava in una sala con il pianoforte, ma non si ricordava precisamente dove. 
Era stato il suo manager a guidare l'auto in una serie di strade e stradine di cui lui aveva già dimentico i nomi. 
Quando erano arrivati l'uomo era andato a definire alcuni dettagli con i giornalisti, o forse era l'editore? Mika non l'aveva ben capito, ma non gli interessava.
Lui invece era sgattaiolato via per farsi un giro per l'hotel in cui nel giro di poche ore avrebbe dovuto suonare in anteprima il suo disco per un ristretto gruppo di fan venuti da tutto i mondo solo per lui. 
Aveva esaminato tutte le stanze sul suo cammino prima di fermarsi in quella, attratto dallo strumento familiare ma al contempo estraneo. 
Si sedette sullo sgabello e premette a caso alcuni tasti.
Il suono cristallino quasi gli ferì i timpani nel silenzio surreale della sala. 
-Suonami qualcosa-disse una voce dietro di lui. 
Il riccio si voltò e i suoi occhi si illuminarono quando videro che, appoggiato sullo stipite della porta c'era Andy. 
Gli sarebbe volentieri corso incontro per abbracciarlo, ma i suoi piedi sembravano incollati al pavimento.
Nel frattempo il biondo gli si avvicinò e lasciò cadere un'enorme zaino prima di sedersi accanto a lui. 
Sembrava diverso dall'ultima volta che lo aveva visto, eppure erano passate solo poche settimane.
Aveva un accenno di barba ad incorniciargli il volto, indossava vestiti molto semplici che sembravano aver visto giorni migliori e nel suo sguardo c'era qualcosa di strano, ma sembrava felice.
-Suonami qualcosa Mika-
Il cantante fece fatica a spostare lo sguardo dal ragazzo accanto a lui ai tasti bianchi e neri che gli stavano di fronte, indeciso su cosa avrebbe dovuto suonare.
Ne sfiorò uno dolcemente e subito le sue dita si mossero con destrezza, come se sapessero qualcosa che lui ignorava. 

"For you, there'll be no more crying 
For you, the sun will be shining"


Sussurrò così piano che solo Andy avrebbe potuto sentirlo. 
Non si ricordava nemmeno di aver imparato a suonare quella canzone, eppure sembrava perfetta in quel momento.

"And I feel that when I'm with you ,
It's all right.I know it's right"


Guardava Il biondo negli occhi mentre le parole di quella vecchia canzone esprimevano perfettamente quello che provava per lui. 

"To you I'll give the world. 
To you, I'll never be cold. 
'Cause I feel that when I'm with you,
It's all right.I know it's right."


Lo sguardo di Andy schizzava dalle mani del riccio al suo volto, cercando di nascondere un sentimento un po' troppo evidente.

"And the songbirds keep singing 
Like they know the scores
And I love you,I love you,I love you 
Like never before"


Era tutto vero, ogni singola parola in quella canzone per lui era vera. 
Non aveva mai amato Andy come in quel momento.

"And I wish you all the love in the world
But most of all I wish it from myself"


Ogni volta che aveva ascoltato questa canzone si era chiesto come fosse possibile provare un amore del genere; un amore che vuole essere ricambiato, ma è  disposto a rinunciare a questo desiderio pur di vedere veramente felici le persone amate. 
Ora lo sapeva.
Ora, guardando Andy, i cui occhi cercavano sistematicamente di evitare i suoi, sapeva che per lui provava esattamente quel tipo di amore. 
O forse quello era l'unico vero amore possibile. 

"And the songbirds keep singing 
Like they know the scores"


Provò ad intonare l'ultima strofa, ma la sua voce si spezzò quando sentì  la mano del greco poggiarsi sulla sua gamba. 
Cercò di continuare come se nulla fosse, ma il ragazzo si stava avvicinando sempre di più e poteva sentire il suo odore pervadere le sue narici fino a fargli perdere il controllo.
Chiuse gli occhi. 

"And I love you, I love you,
I love you like never before"

Riuscì a cantare con voce tremante.
Quando alzò il volto dal piano si ritrovò a specchiarsi negli occhi azzurri di Andy. 
Erano così vicini che i loro nasi si sfioravano.
Il biondo allungò una mano per affondarla nei capelli del libanese, una cosa che aveva sempre adorato fare, mentre quello non riusciva a fare altro che guardarlo stupito e quasi spaventato.
-Non credevo avresti cantato questa canzone-sussurrò il greco. 
-Nemmeno io-rispose il libanese sentendo il cuore battere sempre più velocemente.
Rimasero in quella posizione senza muoversi per qualche secondo prima che uno dei due si decidesse a fare qualcosa. 
-Cantala ancora-
-Cosa?-
-L'ultima parte-
Mika ci mise un attimo a capire cosa gli stesse chiedendo, ma poi sorrise. 

"And I love you, I love you,
I  love you like never before"

Andy si sporse lentamente verso di lui, forse troppo lentamente.


Nota: Questa volta sono stata puntuale come un orologio.
Lo so, il capitolo fa un po' schifo e il finale è illegale, ma non sonon riuscita a fare di meglio questa volta.
Ci tenevo però ad avvisarvi che mancano solo un paio di capitoli alla fine e già sto scendendo in depressione;non che a voi interessi, ma sentivo il dover di dirlo.
Detto questo ringraizio ancora una volta chiunque abbia letto e specialmente VvFreiheit che è sempre così dolce e gentile con me e, anche inconsapevolmente, mi aiuta molto a rendere questa roba un po' più leggibile.
P.S: la canzone che canta Mika è "Songbird" dei Fleetwood mac e se non l'avete mai ascoltata penso dobbiate rimediare
  
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