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Autore: Veggie12775    27/03/2009    12 recensioni
Storia ambientata dopo il quinto romanzo. Non tiene conto degli avvenimenti del sesto e del settimo libro ma ci sono alcuni riferimenti. Harry è disperato per la morte del suo amato padrino Sirius Black e Hermione, desiderando aiutare l'amico decide di tornare indietro nel tempo di quattro mesi per evitare che ciò avvenga ed utilizza un incantesimo trovato in un libro antico nella sezione proibita della biblioteca ma commette un errore e finisce vent'anni indietro nel tempo dove fa la conoscenza del giovane Severus Piton di cui s'innamora. I personaggi potrebbero risultare un po' OOC
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO NOVE


Un paio di giorni dopo, Hermione, insieme a Harry e Ron, raggiunse i sotterranei per le due ore di lezione di pozioni con i Serpeverde e come al solito prese posto a fianco a Neville.
Poco dopo, quando tutti gli studenti sedevano già ai propri posti, nell’aula entrò la professoressa McGranitt.
Tutti rimasero sorpresi dalla sua presenza, ma nessuno osò chiedere spiegazioni e la lezione cominciò.
Al termine delle due ore tutti gli studenti si affrettarono ad uscire dall’aula per recarsi a pranzo dato che le lezioni per quella giornata si erano concluse.
Hermione disse a Harry e Ron di precederla mentre lei decise di fermarsi a parlare con la professoressa.
“Sì, signorina Granger? Hai bisogno di qualcosa?”
“Sì, professoressa. Cos’è successo al professor Piton? Perché non era qui oggi?”
“Il professor Piton ha lasciato la scuola, signorina Granger. Come ben sai il suo ruolo di spia è stato scoperto e il preside è riuscito a convincerlo ad andarsene sebbene lui non volesse saperne. E’ tutto, signorina Granger, o avevi bisogno di chiedermi qualcos’ altro?”
“No, professoressa. Buona giornata.”
Hermione lasciò l’aula di pozioni e mentre tornava alla Torre di Grifondoro si chiedeva come fosse riuscito infine il preside a convincere Severus ad andarsene.
Le faceva piacere saperlo al sicuro, tuttavia al pensiero di non rivederlo più, si sentiva serrare la gola.
Infatti, per quanto lui fosse arrogante, sarcastico e crudele, così diverso dal suo dolce innamorato del passato, per lei era sempre il suo Severus e non riusciva a sradicarlo dal suo cuore.


Trascorse un mese dalla sparizione di Severus e ormai le vacanze di Natale erano alle porte.
Hermione era molto triste e pallida e Harry e Ron erano molto preoccupati per lei.
“Cos’hai, Hermione? E’ da un po’ che non stai bene. Noi siamo tuoi amici, perché non ti confidi?” chiese Harry un giorno quando Hermione raggiunse lui e Ron nella Sala Comune di Grifondoro.
Hermione era molto titubante a parlare perché sapeva cosa loro pensavano di Piton, tuttavia sentiva anche il bisogno di confidarsi perché non ce la faceva più a tenersi tutto dentro e sperava di sentirsi meglio parlandone con i suoi migliori amici.
“Va bene, ragazzi, vi racconterò tutto. E’ iniziato quando ci siamo visti per tornare qui per il nuovo anno scolastico. Harry, tu eri molto infelice per la morte di Sirius ed io volevo aiutarti, perciò decisi di trovare il modo di cambiare gli eventi di quella notte al ministero della magia.”
“Che cosa? Volevi usare una Giratempo?”
“No, non ne avevo più una e sarebbe stato impossibile riuscire a procurarmene un’altra ed inoltre non si trattava di tornare indietro di qualche ora ma di quattro mesi.”
“Allora cosa hai fatto?” chiese Ron incuriosito.
“Beh, innanzi tutto mi sono documentata in biblioteca e in un libro ho trovato informazioni su una pozione combinata ad un incantesimo in grado di riportarmi indietro nel tempo e dopo essermi procurata gli ingredienti l’ho provata il giorno della partita di Quidditch.”
“Cosa? Allora è per quello che non sei venuta a vedere la partita!” esclamò Ron.
“Ma che è successo, Hermione? Sirius è morto, quindi…”
“Sì, Harry, non ce l’ho fatta, anzi ho commesso un grosso errore con un ingrediente e sono tornata indietro di vent’anni.”
“Vent’anni?”
“Sì e ho conosciuto i tuoi genitori e i loro amici.”
Sentendole nominare i suoi genitori, Harry si emozionò e le chiese di raccontargli qualcosa di loro e Hermione fu lieta di farlo.
“Due mesi? Ma com’è possibile? Al termine della partita tu eri qui!”
“Sì, è molto strano ma è vero. Ho vissuto nel passato per due mesi facendo amicizia con Lily, James e gli altri. Avevo confidato tutto a Silente al mio arrivo e lui, dopo avermi rimandato nel futuro, ha fatto l’incantesimo Oblivion per far scordare la mia presenza a tutti quelli che mi avevano vista. I miei amici e…”
Passarono lunghi istanti senza che lei aggiungesse altro ma Harry, osservandola, capì che aveva taciuto qualcosa e glielo chiese.
“E chi altri, Hermione? Chi ti ha dimenticato? Era qualcuno a cui ti eri molto affezionata, non è vero?”
Sia Hermione che Ron osservarono Harry a occhi sgranati, sorpresi da quella sfilza di domande.
“Cosa… cosa te lo fa credere, Harry?”
“Beh, il fatto che dalla tua avventura tu sia diventata triste e taciturna e ultimamente lo sei ancora di più. Ripensandoci, mi sei sembrata turbata quando ci siamo rivisti dopo la partita anche se non potevo capire cosa ti potesse essere successo in sole due ore, ma ora che ci hai raccontato che in quel lasso di tempo hai vissuto due mesi nel passato… beh, di chi si trattava, Hermione?”
“Del… del professor Piton.”
“Che cosa? Ho capito bene? Hai detto professor Piton?” chiese Ron incredulo.
“Sì, proprio lui. Mi sono innamorata del… del professor Piton.”
“Ma com’è possibile? Cavoli, Hermione, stiamo parlando di Piton, l’essere più crudele, odioso e sarcastico che abbiamo mai conosciuto! Beh, a parte Tu Sai Chi, naturalmente” disse Ron.
“Sì, lo so, ma io lo amo, non posso farne a meno nonostante sia così diverso dal ragazzo che ho conosciuto nel passato. Mi si spezzava il cuore ogni volta che in classe mi trattava male ricordandomi invece i bei momenti trascorsi con lui.” Harry e Ron l’ascoltavano increduli mentre Hermione raccontava del periodo trascorso con Piton adolescente e non credevano alle proprie orecchie.
“E’ sparito da un mese, costretto a nascondersi perché io e Neville avevamo fatto saltare la sua copertura. Sono molto preoccupata per lui, senza sapere niente, con il pensiero che possa essere morto, ucciso da Voldemort o da uno dei Mangiamorte.”
“Hermione, Piton riesce sempre a cavarsela… vedrai che sta bene” disse Harry facendo un goffo tentativo di consolarla.
Ora che finalmente aveva ricevuto le confidenze di Hermione, si sentiva davvero spiazzato e stentava a credere che fra tutti proprio di Piton si fosse innamorata.
Non poteva innamorarsi di Sirius o Remus, ad esempio?
Loro erano buoni, erano gli amici dei suoi genitori e non dei vili Mangiamorte attratti dalle arti oscure.


Alcuni giorni dopo iniziarono le vacanze natalizie e Harry e Ron decisero di restare a Hogwarts mentre Hermione tornò a Londra dalla propria famiglia.
Durante quelle due settimane Hermione continuò a non sentirsi bene.
Era sempre pallida e stanca e soprattutto al mattino vomitava.
I suoi genitori erano preoccupati per lei ma la ragazza li tranquillizzava dicendo che era una semplice influenza anche se aveva cominciato a capire di cosa si trattasse e decise di fare una verifica che confermò i suoi sospetti.
Rimase a lungo a fissare i risultati del test, incredula: un bambino, lei aspettava un bambino, frutto della prima ed unica volta in cui aveva fatto l’amore.
Le preoccupazioni per le complicazioni che ciò avrebbe comportato nella sua vita erano mischiate alla gioia di avere un figlio dall’uomo che amava.
Il bambino di Severus… sarebbe stato intelligente e coraggioso e lei avrebbe avuto per sempre con sé una parte di lui e della sua avventura nel passato.
“Oh, Severus, dove sei?” si chiese Hermione per la milionesima volta.


“Cara, sei sicura di voler tornare a scuola? Non stai bene, sarebbe meglio se rimandassi di qualche giorno” disse la signora Granger l’ultimo giorno di vacanza notando il viso pallido e smunto della figlia.
“Che cosa? No, non posso, mamma! Devo assolutamente tornare subito a scuola, non posso certo perdermi delle lezioni. Inoltre, non devi preoccuparti perché mi sento molto meglio ora.”
“Ma…” tentò di protestare la signora Granger.
“Scusa, ma ora devo finire di prepararmi altrimenti arriverò in ritardo alla stazione” ribatté Hermione e sua madre, rassegnata, uscì dalla stanza.
Appena rimasta sola, Hermione si sedette sul letto, esausta.
Sapeva che avrebbe dovuto raccontare alla madre della sua gravidanza ma in quel momento proprio non se l’era sentita.
I suoi genitori erano Babbani e capivano ben poco del mondo magico a cui la figlia all’età di undici anni era entrata a far parte, tuttavia non l’avevano ostacolata quando era giunta la lettera di ammissione a Hogwarts e lei aveva espresso il desiderio di andarci.
Adoravano Hermione e volevano solo la sua felicità, tuttavia non sarebbe stato facile per lei spiegare che si era innamorata del più odioso professore della scuola dopo aver trascorso un periodo nel passato e ritrovandosi incinta mentre lui era sparito, forse morto per mano di Voldemort e i Mangiamorte.
Dopo averci riflettuto, Hermione decise che al ritorno a scuola avrebbe mandato loro una lettera per informarli perché la sua confessione sarebbe stata più semplice non avendoli davanti.
Un’ora dopo i Granger accompagnarono la figlia alla stazione di King Cross e si salutarono prima che la ragazza raggiungesse il binario 9 ¾ dove l’Hogwarts Express era in procinto di partire.
Hermione stava per salire sul treno quando sentì delle voci alle sue spalle.
Si voltò sgranando gli occhi quando si rese conto di trovarsi davanti due Mangiamorte.
“Oh, guarda, guarda chi abbiamo qui! La piccola Sangue Marcio amica di Potter” disse uno di loro.
“Già, hai proprio ragione, Goyle. Il Signore Oscuro sarà molto soddisfatto di noi se gliela portiamo.”
“Allora cosa aspettiamo, Tiger?”
Hermione, sentendo i loro nomi, li riconobbe come i padri dei due amici e tirapiedi di Draco Malfoy.
Coraggiosamente estrasse la sua bacchetta e si preparò ad affrontarli ma proprio in quel momento ebbe un attacco di nausea e si accovacciò a terra, vomitando tutta la colazione di quella mattina.
“Bene, bene, la Sangue Marcio non sarà un problema, Tiger! Guardala lì!”
Hermione non ebbe il tempo di reagire perché, mentre si trovava a terra, fu colpita da uno dei due Mangiamorte e perse conoscenza battendo la testa sul cemento.


Riaprì gli occhi a fatica e si portò una mano alla testa sentendo che era stata fasciata da qualcuno in seguito alla caduta.
Si guardò attorno accorgendosi di trovarsi in una piccola camera da letto sconosciuta.
Ricordò lo spiacevole incontro alla stazione e si chiese se si trovasse prigioniera e in attesa di essere portata dai suoi carcerieri al cospetto di Voldemort.
Con questa sgradevole prospettiva si rialzò dal letto, decisa a trovare un modo per scappare.
Si accorse con stupore di avere ancora la bacchetta magica all’interno del suo mantello e ciò era davvero strano dato che era la prima cosa che i Mangiamorte avrebbero dovuto sottrarle.
Tenendo la bacchetta in mano si avvicinò con cautela alla porta che non era chiusa a chiave e si trovò in un corridoio stretto e buio.
Lo stava percorrendo quando sentì aprirsi una porta e nella penombra vide un uomo.
“Come ti senti?” le chiese costui.
Hermione sbarrò gli occhi riconoscendo la voce.
Con un colpo di bacchetta lui accese le luci nel corridoio e lei finalmente lo vide.
“Severus!” gridò, correndo ad abbracciarlo.
Si strinse a lui per un breve istante di gioia nel rivederlo sano e salvo per poi staccarsi subito dopo, ricordando che lui non l’amava e anzi nutriva antipatia nei suoi confronti.
“Mi scusi, professor Piton. Io… io ero stata molto in ansia per lei e mi fa davvero piacere ritrovarla sano e salvo” disse Hermione imbarazzata, cercando di evitare il suo sguardo.
“Ho dovuto spostarmi più volte per evitare i Mangiamorte ma ce l’ho fatta. Hermione…”
Lei lo guardò, sorpresa di sentirlo chiamarla per nome.
“Quando ho visto Tiger e Goyle attaccarti stamattina, io…”
Hermione incontrò il suo sguardo tenero e dolce, così diverso da quello del sarcastico professor Piton, simile invece a quello del suo amore del passato ed una fiammella si accese nel suo cuore.
Possibile che…
“Professore…”
“Severus, mi chiamo Severus, amore mio.”
Amore mio, l’aveva chiamata amore mio…
Lui spalancò le braccia e lei vi si gettò senza esitazione.
Lentamente alzò il viso ad incontrare i suoi profondi occhi neri, di solito così enigmatici e che invece ora esprimevano tutto il suo amore per lei.
Le loro labbra s’incontrarono per un bacio da prima timido poi sempre più appassionato.
Quando si staccarono erano entrambi senza fiato ma i loro visi esprimevano felicità.
Senza dire una parola, Severus la condusse nella stanza da cui lui era appena uscito.
Si trattava di un piccolo salotto composto da un divano e due poltrone consumate e qualche altro vecchio mobile.
“Severus, tu…” iniziò a dire lei mentre si sedevano sul divano.
“Sì, mi sono ricordato di una certa ragazza comparsa e scomparsa misteriosamente durante il mio sesto anno di scuola. Era una ragazza carina e gentile con cui, dopo un momento d’iniziale disaccordo, ho fatto amicizia e finito per innamorarmi pazzamente. Ci piaceva studiare insieme e sperimentare nuove pozioni.”
“Quando… quando hai ricordato?”
“Oh, non è avvenuto tutto in una volta ma il primo ricordo l’ho avuto quando nell’ufficio del preside mi hai supplicato di fuggire. Ho avuto un flashback di noi due insieme quando io ero un tuo coetaneo. La cosa mi è parsa strana ma da quel momento in poi mi sono apparse altre immagini del passato, fatti che non ricordavo di aver mai vissuto. Alla fine oggi, quando Tiger e Goyle ti hanno attaccato però tutto mi è stato chiaro e i ricordi cancellati con l’incantesimo Oblivion mi sono tornati. Ti amo, Hermione, ti ho sempre amato e sono vent’anni che ti aspetto.”
“Oh, Severus… non sai quanto ho sofferto lasciandoti e tornando nel presente! Al posto del mio dolce innamorato c’era il sarcastico professor Piton che… oddio, scusami! In fondo tu sei il professor Piton!”
“Sì, ma sono anche Severus, il ragazzo che vent’anni fa ti amava e che ti ama ancora. Hermione… io mi rendo conto che tu sei una ragazza di sedici anni mentre io sono un uomo adulto, brutto e povero…”
Non poté proseguire perché lei gli mise una mano sulla bocca.
“Tu sei tutto quello che voglio, Severus. Io ti amo e voglio stare con te. Tu e il bambino siete le persone più importanti della mia vita.”
“Il bambino? Di quale bambino parli?” chiese Severus afferrandole la mano che le aveva posato sulla bocca.
“Il nostro bambino, Severus. L’ultima notte, quell’unica notte insieme, ha dato i suoi frutti. Sono incinta di due mesi e mezzo, Severus.”
Lui sgranò gli occhi scuri, incredulo, rimanendo senza parole per alcuni istanti e Hermione si trovò a disagio sotto il suo sguardo.
“Severus, io… mi dispiace, forte tu non lo vuoi ma io non posso rinunciare al nostro bambino. So bene che non sarà facile perché sono molto giovane e ci troviamo in un periodo pericoloso ma ho provato una grande gioia scoprendo di essere incinta e darò al piccolo tutto il mio amore.”
“Vuoi davvero il mio bambino?” chiese lui incredulo.
“Certo! E’ mio e tuo, è nostro! Nato dal nostro amore.”
Severus posò una mano sulla pancia di Hermione, ancora piatta, incredulo e affascinato al pensiero della creatura che vi stava crescendo.
Quando, durante il mese trascorso, gli erano tornati i ricordi di vent’anni prima era stato sconcertato.
Lui e l’Insopportabile So Tutto Io una coppia…
Anche lui, il bistrattato Mocciosus, aveva avuto un amore, sia pur per un periodo limitato…
Come sarebbe stata la sua vita se lei gli fosse rimasta accanto?
Silente aveva compiuto la scelta giusta rimandandola nel futuro da dove proveniva, se ne rendeva perfettamente conto, tuttavia ora che sapeva del loro incontro nel passato la sua vita gli sembrava ancora più squallida.
Per qualche miracolo però lei lo amava ancora anche se non era più il ragazzo che aveva conosciuto ma un uomo maturo che aveva sofferto e vissuto una vita difficile e piena di pericoli.
Il Mangiamorte di Voldemort… la spia di Silente…
“Severus…” iniziò a dire lei quando l’uomo le accarezzo la pancia.
“Ti prego, non rimanere in silenzio, dimmi cosa ne pensi.”
“Beh, penso che sia incredibile che tu mi voglia ancora e che voglia un figlio da me ma ne sono felice, Hermione.”
“Davvero, Severus? Tu vuoi il bambino? Ecco… non mi è mai sembrato che ti piacessero molto” disse lei ricordando lo sguardo truce che il professor Piton rivolgeva ai suoi studenti.
“Beh, non che ne vado pazzo, devo ammetterlo, però un bambino nostro… beh, sicuramente sarà molto intelligente e dotato, soprattutto in pozioni, no?”
“Immagino di sì, professor Piton” rispose Hermione sorridendo e posando la testa sulla sua spalla.
Si sentiva così felice ora! Aveva ritrovato il suo unico amore e insieme avrebbero atteso la nascita del loro bambino.
In quel momento non le importava affatto di Volemort e dei Mangiamorte, l’unica cosa che contava era Severus e il loro amore.
Severus le mise una mano sotto il mento per farle alzare il viso verso il suo e rimase abbagliato dall’amore che traspariva dal suo sguardo.
Le sue labbra si posarono su quelle di lei per un bacio ardente poi la sollevò fra le braccia senza alcuno sforzo e la riportò in camera da letto.
La posò delicatamente sul letto continuando a baciarla e scoprendole porzioni di pelle.
Fecero l’amore con ardore, rinnovando la conoscenza dei loro corpi, poi si addormentarono strettamente abbracciati con il sorriso sulle labbra.


COME AL SOLITO RINGRAZIO I MIEI FEDELI LETTORI E SPERO CHE QUESTO NUOVO CAPITOLO VI PIACCIA.
I NOSTRI AMATI PROTAGONISTI SI SONO RITROVATI MA MANCANO ANCORA DIVERSI CAPITOLI AL FINALE DELLA STORIA E ALTRI COLPI DI SCENA ACCADRANNO!
MI RACCOMANDO, FATEMI SAPERE SE AVETE GRADITO QUESTO CAPITOLO!
  
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