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Autore: DarkMoonHunter    07/03/2016    2 recensioni
AU! liberamente ispirata alla serie tv Supernatural.
[Anidala e Obitine -circa-]
Dal Testo:
[...] Ormai oltre che essere una questione personale, sia per lui che per Obi-Wan, era diventata una questione di principio.
Una sfida alle proprie capacità di Cacciatori oltre che la ricerca di vendetta di due amanti rimasti soli.
E, anche se la vendetta era condannata perchè “In demoni essa può trasformarvi”, la perdita per loro due era ancora troppo recente.
Genere: Azione, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Obi-Wan Kenobi, Padmè Amidala, Palpatine/Darth Sidious
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Le sedioline della sala d'aspetto erano scomodissime.
Ci era stato seduto qualcosa come cinque minuti prima di alzarsi e cominciare a percorrere il corridoio avanti e indietro infinite volte.
Da quando erano arrivati all'ospedale e si era visto suo fratello strappato dalle braccia vedendolo sparire su una barella in sala operatoria scortato da un nugolo di medici non aveva più avuto notizie.
Dire che fosse in ansia era un eufemismo.
Distrattamente gli venne in mente di avvisare l'Ordine, magari qualcuno sarebbe venuto, magari no. Non che gliene importasse più di tanto.

Obi-Wan era tutto quello che gli rimaneva.
Non poteva perdere anche lui, non lo avrebbe accettato. Mai.
Non poteva permettere che i demoni gli portassero via suo fratello oltre che a sua madre e l'uomo che lo aveva cresciuto come suo figlio, anche se l'unica cosa che avevano in comune era l'amore per Shmi.
Non poteva aggiungere anche lui alla lista dei cari persi.
Non dopo la perdita di Ashoka, la sua piccola furbetta a cui aveva dovuto dire addio troppo presto, lei che considerava quasi sua figlia e poi Satine e la grande incognita che ora rappresentava quella che era stata la sua adorata Padmè.
Si sentì opprimere da tutti quei ricordi, ritrovandosi a boccheggiare in cerca di aria.

Dopo quasi un'ora e mezza di attesa si buttò su una sedia, i gomiti appoggiati sulle ginocchia e le mani affondate nei capelli, sentendo vagamente l'ormai vecchia cicatrice partire poco sotto dall'attaccatura del cuoio capelluto.
Il respiro pesante, gli occhi che pizzicavano, come a implorare di lasciar andare le lacrime che ostinatamente non lasciava cadere.
Poco lontano dei passi concitati si avvicinavano.

“Allora?” la voce profonda di Mace Windu lo sorprese.
Alzò di colpo la testa, stupito di vedere di fianco al Cacciatore veterano la figura anziana e rachitica di Yoda.
Poco dietro di loro Ki-Adi Mundi, Aayala Secura e Plo Koon aspettavano una risposta, le facce tese.

“Non mi hanno fatto sapere ancora niente. Lo hanno portato di corsa in sala operatoria e non è più uscito nessuno” esalò, appoggiando la schiena contro lo schienale e ripetendosi per l'ennesima volta che quelle sedioline erano uno strumento di tortura.

Aayala gli si sedette vicino, i lunghi capelli tinti d'azzurro raccolti in due grosse trecce, e gli mise una mano sulla spalla, come a rassicurarlo. Non che aiutasse sul serio.
Intorno a lui gli altri si sedettero o si appoggiarono alle pareti, perdendosi ognuno nei propri pensieri.
Poco dopo un dottore finalmente si fece vedere, dirigendosi verso di lui. Anakin si alzò di colpo, come una molla.
“Signor Kenobi?”

“Skywalker, siamo fratellastri. Come sta?”

Lo sguardo del dottore si fece accomodante, lo invitò a tornare seduto. Anakin rifiutò.
“Signor Skywalker, le condizioni di suo fratello non sono buone. Per ora è stabile, ma i danni subiti dagli organi addominali sono troppo estesi e profondi, dubito fortemente che possa arrivare alla prossima notte”

Fu come se tutto il mondo intorno a lui fosse improvvisamente diventato muto, o l'alternativa era che fosse diventato lui sordo.
Sentì il peso di quelle parole raggiungerlo sempre più velocemente, affondare con violenza dentro al proprio corpo, dilaniandolo silenziosamente dall'interno.
Era una sensazione già provata, un anno e mezzo prima, ma all'epoca Obi-Wan era con lui e si erano fatti forza insieme, si erano impediti di fare cazzate che poi avrebbero rimpianto più che certamente poco dopo.
Ma ora era solo. Solo senza nessuno a sostenerlo, libero di autodistruggersi.

Senza dire una parola si voltò, diede le spalle a tutti quanti e uscì dall'ospedale a passo di marcia, entrando in macchina e partendo, ignorando i richiami degli altri Cacciatori.
Sapeva cosa doveva fare. E sapeva che Obi-Wan lo avrebbe ucciso, quando lo avrebbe rivisto.





Il viaggio per tornare al Dex's Diner con il traffico della prima mattina della magalopoli era stato più snervante di quello che aveva sperato. Dopo una decina di liti scampate alla fine era arrivato a destinazione non solo nervoso, ma decisamente di cattivo umore.
Il proprietario era un contatto di Obi-Wan, un uomo di colore dal fisico robusto di nome Dexter che aveva incontrato un paio di volte per qualche scambio di informazione.
Il locale, un vecchio e squallido bar, era situato in uno degli anfratti più dimenticati della città e quindi punto di ritrovo di innumerevoli demoni e altre creature.
Un vero e proprio raccordo sovrannaturale in cui era possibile trovare tutto quello che ti serviva al giusto prezzo, che esso fosse stata la tua anima o un arto.

Parcheggiò la macchina poco lontano dall'entrata, raccogliendo il sacchettino di erbe preparate poco prima e infilandoselo nella tasca interna del giubbotto. Quando scese si ritrovò immediatamente addosso gli occhi felini di alcuni stregoni. Non ci fece particolarmente caso, spostò leggermente il giubbotto in modo da far vedere il lungo coltello attaccato alla cintola, per poi entrare nella tavola calda senza osservare, insolitamente, la paura dipingersi negli occhi degli uomini.

I grandi coltelli dei Cacciatori erano la loro arma distintiva.
Forgiati e costruiti dal giovane Padawan prossimo a diventare un Cacciatore a tutti gli effetti, essi erano collegati tramite un incantesimo allo spirito stesso del proprietario, dandogli la caratteristica colorazione della lama.
Potevano uccidere qualunque creatura e tagliare la maggior parte dei materiali fintanto che il legame con il Cacciatore rimaneva intatto.

Le luci soffuse del locale illuminavano a malapena lo spazio pressochè vuoto, escludendo qualche Sicario in attesa di un nuovo lavoro.
Vedendo dietro il bancone Dexter intento a pulire un grosso boccale da birra fischiettando un motivetto allegro si sedette ai seggiolini e ordinò un wishkey.
Il barista lo guardò con un sopracciglio alzato, posando il boccale e sistemandosi il grembiule sporco.

“Anakin lo sai vero che sono appena le sei e mezza della mattina?” gli chiese dubbioso.

“Fallo doppio allora” lo fissò dritto negli occhi, non distogliendo lo sguardo finché Dexter non cedette e gli versò il superalcolico richiesto.

Bevve in un solo sorso, facendo cenno di farsi riempire di nuovo il bicchiere e di lasciare la bottiglia. Bevve anche il secondo bicchiere e mentre si riempiva il terzo parlò.

“Dexter dovrei usare il tuo seminterrato, è l'unico posto per kilometri con abbastanza concentrazione di potere demoniaco per fare quello che devo”

“Anakin non vorrai davvero evocare un demone!” Dexter non parve particolarmente felice “Dov'è Obi-Wan, Anakin? Lo chiamo e ti faccio venire a prendere” continuò poi con una leggera apprensione nella voce.

“Obi-Wan al momento non...sta bene. Allora, posso?” il tono urgente del ragazzo non sfuggì al barista. C'era qualcosa di più profondo nascosto da quell'urgenza...ansia, preoccupazione forse? In ogni caso non sembrava volerne parlarne e anche impegnandosi Dexter non avrebbe cavato un ragno dal buco.

Sospirando annuì “Ma non farlo sapere ad Obi-Wan, potrebbe arrabbiarsi non poco! Le scale sono vicino alla cucina, il Sigillo di Baphomet e le candele sono nello scaffale vicino al tavolo. Fai attenzione Anakin”

Un sorriso amaro si formò sulle labbra del Cacciatore “Oh, stai sicuro che Obi-Wan non lo scoprirà, farò molta attenzione affinché vada tutto secondo i piani” poi si alzò, prese la bottiglia di wishkey e cominciò a scendere le scale per il seminterrato.

Trovare l'occorrente non era stato difficile, il seminterrato non era molto grande e gli scaffali non molti.
L'ambiente era leggermente umido e aveva un leggero odore di muffa ma gli arcani oggetti nascosti erano tenuti in ottimo stato.
Stese il Sigillo di Baphomet, un pentagramma circondato da un cerchio in bianco disegnato su una tela nera, sul tavolo e su ogni vertice della stella accese una candela con l'accendino che si portava sempre dietro.
Poi prese una piccola ciotola da uno degli scaffali e ci mise dentro le erbe, ponendola poi in centro al disegno.
Fece un profondo respiro e cominciò ad intonare in latino:

Attenrobendum eos, ad ligandum eos, potiter eos, coram me

Si appoggiò al tavolo e bevve un sorso dalla bottiglia, aspettando.
Per qualche secondo non successe nulla poi la lampadina attaccata al soffitto cominciò ad accendersi e spegnersi mentre un leggero tremolio la faceva muovere.
Qualche secondo dopo del fumo nero cominciò a consolidarsi davanti ai suoi occhi, esattamente nel punto previsto.
Sorrise ma smise immediatamente quando vide il demone davanti a lui.

“Ani seriamente, una Trappola del Diavolo?” gli venne un brivido sentendo quel soprannome, così per lungo tempo inascoltato. Suonava così giusto, un po' come quando dopo tanto tempo torni a casa e la trovi esattamente come l'avevi lasciata.

“Meglio prendere precauzioni, sopratutto con un demone, no? Me lo hai insegnato tu infondo” gli rispose Anakin, un nuovo leggero sorriso a solcargli il viso.

“Allora mi ascoltavi qualche volta!” - Io ti ascoltavo sempre Padmè, anche quando non sembrava - “Ora, per favore, potresti infrangerla? È un attimo...restrittiva” aggiunse infine, guardando il pavimento segnato da un ennesimo grande pentagramma.

Anakin avrebbe tanto voluto rimanere fermo, non fare niente, imporsi di non obbedirle ma al cuore era sempre stato debole e Padmè era sempre stata il suo cuore, anche ora, anche da demone.
Non avrebbe mai potuto farci nulla.
Quindi si chinò, prese un coltellino a serramanico dalla caviglia e tolse un po' di vernice rossa dal pavimento.
Quando si rialzò Padmè lo stava guardando.

“Perchè mi ha evocato Ani, ti avevo detto che ti avrei contattato io, è troppo pericoloso”

“Non mi aspettavo te in realtà Padmè, pensavo di trovare un qualunque demone a cui vendere l'anima per salvare Obi-Wan ma sembra che il destino voglia complicarmi la vita” buttò fuori con una risata amara.

Padmè assunse la sua tipica faccia da rimprovero, quella che nei giorni passati Anakin si era così abituato a vedere poiché la vedeva almeno due volte al giorno e di cui si era visto privato in pochissimo tempo, desiderando rivederla quanto un drogato in astinenza.
Rivederla fu come ricevere finalmente una nuova dose.

“Ma dico, siete capaci di salvarvi senza mettervi in pericolo l'un l'altro? Seriamente Anakin, vuoi diventare un demone? Ho una notizia per te, è orribile. Diventi quello che hai sempre odiato e combattuto e non puoi ribellarti, perché è il tuo essere. Cerchi di trattenerti fino a quando non esplodi e fai stragi. Non è bello Anakin. Non è quello che speravo per noi, per te” Iniziò alterata per poi terminare avanzando verso il ragazzo e prendendogli il viso fra le mani.
“Io non ho avuto scelta, Sidious mi ha portato indietro con qualche rituale. Ma tu, Ani, tu lo stai facendo volontariamente, ti stai buttando in mezzo alle fiamme dell'Inferno di tua spontanea volontà” continuò ad accarezzargli il volto, versando copiose lacrime.

Intenerito, ma deciso nel suo intento, Anakin la prese fra le braccia – e quello era casa, era finalmente tornato nel suo posto del mondo, finalmente quel buco in mezzo al cuore era sanato e poteva tornare a respirare normalmente – e carezzandole
piano la testa le rispose.

“Padmè, è mio fratello, non posso perderlo, non posso. Non dopo aver perso mamma e Qui-Gon. Non dopo Ashoka e Satine e soprattutto non dopo aver pensato di aver perso anche te. Non lo sopporterei. E in ogni caso, pensi davvero che dopo essere venuto a sapere della situazione in cui sei non lo avrei fatto lo stesso?” si staccò un attimo, guardandola negli occhi “Ricordi? Sempre insieme. E se ciò significa buttarsi in mezzo alle fiamme dell'Inferno...beh al Diavolo tutto, ma lo faccio”

Padmè era davvero indecisa. Non poteva fargli quello, non lei che sapeva le conseguenze e che lo conosceva nel profondo e che sapeva di cosa era capace di fare.
Non si sarebbe arreso, avrebbe fatto di tutto per salvare Obi-Wan e per raggiungerla nelle tenebre.
Ed era anche per quello che lo amava, perché era ostinato e testardo. E nel suo essere egoista era la persona più gentile che conosceva, pronta a sacrificarsi per il fratello.
Alla fine prese la sua decisione.

“Sei davvero un idiota lo sai? Non sai in cosa ti stai cacciando” lo ammonì.

Il sorriso che le riservò fu uno di quelli che rivolgeva solo a lei, radianti e luminosi come una stella “Oh, certo che lo so”

Padmè gli passò le mani nei corti capelli biondi, accarezzandogli la nuca “ Ti sei tagliato i capelli. Mi piacevano lunghi”. Un altro sorriso e un “Lo so” sussurato.

“Prometti di farteli crescere?” indugiò ancora lei.

“Lo prometto. Padmè Obi-Wan non ha molto tempo, per favore, se dobbiamo fare qualcosa facciamola il prima possibile” sempre di fretta lui, sempre in movimento. Amava anche questo suo lato.

“Chiudi gli occhi” e lui obbedì, chiuse gli occhi ma non prima di vedere gli occhi di Padmè farsi completamenti neri, come il manto stellato. Visti su di lei, stavano persino una favola, pensò, prima di lasciarsi andare al bacio che gli stava dando, uno urgente e bisognoso.
Uno che sapeva di riconciliazione e di possessione, di promesse e di aspettative.

Poi sentì un freddo atroce diffondersi in tutto il corpo mentre si sentiva velocemente svuotato di qualcosa di importante e di caldo, per essere sostituito da qualcosa di più freddo del ghiaccio.
Aprì gli occhi improvvisamente e vide nero, con i suoi nuovi occhi.







Angolo Autrice:
Ok, lo so, è passato qualcosa come un mese.
Sono imperdonabile, ma ho davvero avuto problemi enormi.
Il capitolo 3 non è neache iniziato e se continua così lo inizierò a scrivere durante le vacanze di Pasqua, a scuola mi stanno sommergendo di compiti e verifiche e con due materie da recuperare la situazione si complica anche di più.
Tenete conto che ad Aprile avrò due settimane di stage, quindi dovrei riuscire a scrivere pure durante quel periodo stancgezza e SWTOR permettendo, perchè quel gioco sta diventando una droga.
E torniamo a noi.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, mi sta davvero piacendo scriverla!
Ringrazio chi ha letto fino a qui e se volete lasciatemi un recensione, mi fareste davvero molto felice!

 
   
 
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