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Autore: AndreMCPro    07/03/2016    1 recensioni
E se gli anime, i manga, i libri e i videogiochi non fossero pura fantasia? E se i creatori di tutti questi fossero stati ispirati da qualcos'altro? Immaginate: se esistono infiniti universi, non potrebbero essercene alcuni in cui tutte queste cose, che secondo noi sono frutto della fantasia, esistono davvero? Ma questo vale anche per le fanfiction, milioni di mondi paralleli a quelli delle opere originali.
E se vi siete inseriti nella vostra stessa storia? Ecco cosa è successo a me...
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alternative Dimensions'
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Alternative Dimensions
Il Diario della Profezia

Cap.43 Caduta
 
«Siete in trappola, ormai. Il mio obiettivo non era il re, ma voi quattro. VOI siete il cuore pulsante di Enderia: tutto ha avuto inizio con voi, e tutto finirà con voi» L’Oscuro abbassa il braccio e una cascata di frecce si dirige su di noi, ma una botola si apre e cadiamo tutti in uno scivolo che ci porta lontano dal luogo dell’imboscata.
«Ma cosa sta succedendo? Presto, trovateli! Devono morire! Voglio le loro teste!»
 
Dopo la caduta e la lunga scivolata ci ritroviamo in una stanza buia e maleodorante. Se non fosse stato per quella trappola saremmo stati colpiti da una miriade di frecce e dubito che fossero frecce normali. Il punto però è capire se quella trappola ci ha salvati o ci ha messo nei guai più di prima.
«Ci siete tutti? Seth, Marco, Andrea… Massimo dove sei? E i nostri amici?» Spark chiama tutti a rapporto per assicurarsi che tutti stiano bene dato che non si vede nulla. Tutti rispondiamo all’appello, più uno.
«Ora che vi siete accertati che siete tutti più o meno interi che ne dite di uscire di qui?»
«CHI SEI? RISPONDI!» Urla Spark, pronto a lottare contro la voce nonostante non veda nemmeno dove ha  i piedi.
«Sei tu, amico mio?» Chiede Massimo. La voce risponde aprendo una porta e facendo così intravedere la sua sagoma.
«Sì, sono io. Quando mi sono allontanato dal nascondiglio ho visto un gruppo di guardie che seguiva le vostre tracce. Non me la sono sentita di abbandonarvi, così ho cercato una soluzione e per fortuna ci siete finiti sopra» Si intravede un sorriso sotto il cappuccio del suo vestito, anche se questo presenta ancora qualche segno della trasformazione
Usciamo tutti dalla stanza e seguiamo il nostro infiltrato.
«E adesso come faremo ad uscire di qui? La base sarà stata completamente chiusa!» Chiede Ettore.
«Potremmo provare a fare come l’altra volta, che dite?» Risponde Massimo, ma tutti lo guardano perplessi.
«Sì, ok, una volta sì ma due è giocare con la morte…»
«Vedo che capisci. Scusami, ragazzo, ma come ti possiamo chiamare? Non sappiamo il tuo nome» Chiede Marco avvicinandosi all’ormai ex oscuro
«Sire, mi spiace ma non lo so» il ragazzo si gira e nei suoi occhi ancora turbati si capisce che sta dicendo il vero «L’unica cosa che so per certo è il motivo per cui mi sono infiltrato e il nome che mi hanno dato affibbiato, Cinque»
«Massimo, tu lo sai?» Chiede Marco voltandosi.
«No, mi spiace, non c’è stato il tempo e comunque abbiamo sempre usato il nome in codice “Angelo Nero”»
«Beh, il nome mi sembra azzeccato. a questo punto potremmo chiamarti Angelo…» Marco poggia la sua mano sulla spalla del nostro amico, che si volta per un attimo. «…sempre se per te va bene»
Angelo accenna un sì con la testa e si intravede un fugace sorriso sotto al cappuccio.
Proseguiamo lungo il corridoio che termina presto in una grotta.
«Scusa… Angelo… ma dove ci stai portando? Non per mancanza di fiducia, ma…» Seth è un po’ dubbioso sul percorso scelto ma Angelo subito lo tranquillizza.
«Questo passaggio è un po’ lungo ma non lo conosce nessuno. Cercate di non restare indietro, basta poco per perdersi e sinceramente non so dove potreste finire»
«Sicuro che non ci seguiranno qui?» Chiede nuovamente Seth.
«No, nessuno ha ispezionato questi tunnel tanto in profondità da sapere dove conducono»
«Va bene. Scusa le domande, ma…»
«Non mi devi spiegazioni: non mi conosci, e avete passato un brutto quarto d’ora, poco fa»
Massimo guarda Seth che si sente un po’ in colpa per tutte le domande e gli da’ una pacca sulla spalla
«Su sbrigati, non restare indietro!»
Seguiamo il nostro amico per ore lungo i tunnel bui delle caverne e più di una volta ci sembra di essere già passati in un determinato punto. Veniamo portati fino al punto più basso e davanti a noi troviamo un grande lago di lava sotterraneo.
«Bene adesso attenti a dove mettete i piedi e cerchiamo di fare in fretta perché il caldo gioca brutti scherzi»
Noi già abbastanza stanchi della lunga camminata e dal combattimento avuto nella grande sala non discutiamo e lo seguiamo senza obiezioni. Raggiungiamo uno spiazzo lontano dalla lava
«Bene, riposatevi qui e rinfrescatevi. ci aspetta una bella salita ma tranquilli, la parte difficile è finita e se siamo fortunati saremo fuori di qui entro mezz’ora»
«Mezz’ora? Ci abbiamo messo almeno tre ore a scendere, figuriamoci a salire!» Esclama Spark appoggiato a Seth. Ettore e suo padre non sembrano nemmeno affaticati e aiutano Marco durante il tragitto mentre io e Massimo teniamo d’occhio il retro del gruppo per assicurarci che nessuno ci segua.
«Andrea, mi avevi detto che avevi un asso nella manica prima, di cosa si trattava?»
«Io e Massimo abbiamo piazzato bombe un po’ ovunque, ma… non siamo riusciti a dare l’impulso per i timer. In altre parole più che un asso è stato un due di picche»
«Non è detto, ho ancora con me il comunicatore. Si potrebbe usare per dare l’impulso?»
Seth non mi da il tempo di verificare che mi anticipa e strappa dalle mani di Angelo il comunicatore. Sembra essersi ripreso completamente, o almeno questo sembra, visto il modo magistrale con cui armeggia con i suoi attrezzi.
«Andrea, tu usi questa frequenza?» E mi indica una serie di numeri che corrisponde al segnale di input. Annuisco.
«Bene, allora si può fare. Ma a cosa ti serve?»
«Voglio attirare la loro attenzione altrove. Sicuramente ci stanno inseguendo, e così facendo saranno costretti a rientrare e molti si perderanno fra queste gallerie»
«Ti vuoi assicurare la strada libera, bella pensata. Beh, quando vuoi basta che accendi il comunicatore e Andrea trasmetterà l’impulso»
Riprendiamo dunque la salita molto ripida e stancante ma come promesso molto breve. Raggiungiamo infatti subito una piazzola e subito i nostri occhi si illuminano.
«Ma quelle sono ferrovie!»
«Già, e se mi seguite qui dietro ci sono anche alcuni carrelli perfettamente funzionanti»
«Ma non avevi detto che nessuno conosce queste gallerie?»
«Esatto, e infatti come avete notato il passaggio è aperto, quindi gli uomini dell’organizzazione non ne sanno nulla e i lavoratori della miniera nemmeno immaginano cosa succederebbe se lo scoprissero. Bene, Andrea adesso se non hai obiezioni premi quel pulsante, così chiudiamo la pratica»
«Nessuna obiezione!» Premo il pulsante e dopo pochi istanti la caverna inizia a tremare.
«Ma che diamine di esplosivi usate voi di Enderia?»
Noi ci guardiamo e scoppiamo a ridere, poi saliamo nei carrelli a due a due e iniziamo la salita verso la libertà.
Raggiunta la fine delle rotaie non ci rimangono che alcuni passi per uscire dalla miniera.
«Direi che oggi è una splendida giornata, voi che dite, ragazzi?»
«Perche Spark?» Chiede Marco sorridendo al suo caro e stimato amico che nel frattempo ha preso la testa della fila e sembra non vedere l’ora di uscire all’aria fresca.
«Beh, sire… prima di tutto l’abbiamo liberata dalla sua prigionia. Secondo, abbiamo un nuovo e fidato amico che, terzo, ci ha aiutato a distruggere la base nemica. E quarto… con l’esercito di assalto preparato che li attanaglia non hanno speranze di salvarsi. Insomma… è fatta!» mentre parla si gira di spalle all’uscita per vedere i nostri occhi, ma quello che vede non sono sguardi di felicita ma pieni di stupore e rabbia. Solo una voce si sente in quel momento.
«Spark, attento!» Un attimo dopo Marco si getta su Sparklez spingendolo da un lato e una spada lo trafigge da parte a parte.
«No Marco!» Spark urla chiamando il suo amico che cade in ginocchio dopo che l’oscuro ha estratto la sua spada.
«Non volevo la tua vita ma poco importa… Imparerai a farti gli affari tuoi, stupido vecchio »
Tutti scattiamo contro il nostro nemico ma alle sue spalle sbucano alcuni soldati che ci impediscono di raggiungere Marco e Spark, che sembra non riuscire ad alzarsi.
«Andrea, presto!» Massimo invoca il mio intervento e di certo io non voglio attendere oltre. Mi proteggo con la spada evitando l’affondo del mio avversario e subito dopo scateno una raffica di fulmini che stende i tre soldati più vicini a me. I rimasti indietreggiano ma il loro comandante li esorta a combattere e loro subito ubbidiscono.
«L’avete voluto voi!» Poso la spada e avvicinando le mani preparo la scarica elettrica più potente che abbia mai utilizzato, almeno volontariamente.
«Tutti a terra!» Il gruppo si abbassa e i soldati avversari nemmeno si accorgono dell’onda rossa che li travolge.
«Bene, e adesso tocca a te, Oscuro!» Urlo, ma Spark si rialza.
«NO LUI È MIO!» Nei suoi occhi c’è tanta di quella rabbia che persino noi facciamo fatica a riconoscerlo.
«Misero moscerino, cosa vorresti fare?» Replica l’oscuro, ma lui si avventa sul suo avversario senza indugiare oltre e con tutta la sua rabbia inizia a scontrarsi con lui, che a sorpresa si vede costretto a retrocedere, permettendo a noi di avvicinarci al corpo inerte di Marco. Massimo subito lo soccorre cercando di fare qualcosa, posa le mani sulla ferita sanguinante e probabilmente senza sapere cosa sta facendo avvolge entrambi con una nube nera. Spark nel frattempo sembra essere in difficoltà, L’oscuro dopo aver subito nei primi minuti sembra stia prendendo il sopravento. Tento di intervenire.
«Fermo! Cosa non capisci di “lui è mio”? soccorrete Marco!»
«Ma Spark…»
«Ho detto NO!» E preso dalla foga respinge di nuovo l’Oscuro»
«Niente male, ragazzo… Nessuno è mai riuscito a durare cosi tanto contro di me»
«Forse non hai capito… Se Marco muore TU muori!»
L’Oscuro inizia a ridere: «Il tuo amico è già morto»
Preso dall’ira Spark attacca di nuovo il suo nemico che tenta di approfittare dell’attacco avventato per trafiggerlo, ma a sorpresa Spark evita il suo colpo e con una mossa decisa non solo colpisce l’Oscuro ma gli stacca il braccio maledetto. Lui cade all’indietro sbalordito e si tampona la ferita.
«Adesso non parli più, mostro?» Spark prende il braccio del nemico che ancora si muove come se avesse una coscienza propria e tenendo impugnata la spada del suo avversario si appresta a dargli il colpo di grazia con la sua stessa arma, ma una voce lo ferma.
«Sparklez!»
Con le sue ultime forze Marco gli impedisce di finire il suo nemico. Lui si ferma e con rabbia getta lontano il braccio scheletrico.
«Ettore, tienilo d’occhio» Ringhia Spark, dopodiché raggiunge Marco ormai in fin di vita.
«Spark…» Di nuovo lo chiama.
«Sono qui, Sire…»
«Non ucciderlo… Non sporcarti le mani del suo sangue maledetto…»
«Ma lui…»
«Tu hai un compito… Sei tu il mio successore… Hai una grande responsabilità verso la tua città e tutto il regno. Resta puro e onesto, e porta avanti il nostro sogno…» Tossisce perdendo sangue ma non si arrende cerca di proseguire.
«Sire, la prego, non spreghi le sue forze…»
«No… Ascolta… hai tanti e buoni amici su cui contare… Realizza il nostro sogno, e non sarò morto invano…» Mentre finisce di parlare stringe la spalla al suo amico che subito implora Massimo di fare qualcosa.
«Ci sto provando, Spark! Ma… non ho mai usato i miei poteri cosi… Io… io ci sto provando…» Massimo è visibilmente scosso e sta sudando.
«Massimo…» La mano sporca di sangue di Marco si posa su quelle di Massimo.
«Marco… non ci riesco…»
«Tranquillo… Lasciami andare… La vecchia signora mi sta aspettando…»
Massimo lo guarda. Tentenna per un attimo, poi una lacrima scende lungo il suo viso, una lacrima nera che cristallizza ancor prima di toccare le mani di Marco. La nube nera svanisce, e Marco esala l’ultimo respiro con un sorriso e tutti i suoi più cari amici intorno a lui.
  
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