22)Tell me that you need
me 'cause I love you so much. Say you'll never leave me 'cause I need
you so much.
Leah p.o.v.
Ho il cuore distrutto, le parole di Mike sono acuminate
schegge di ghiaccio che si sono piantate nella mia cassa toracica.
Forse il mio
cuore era fatto di ghiaccio ed è esploso.
Cosa faccio adesso?
Cammino un po’ sul lungomare di San Diego, ma la vista di
troppe coppiette felice finisce per farmi venire la nausea, loro hanno
tutto
quello che io non avrò mai.
Amore.
Non sono amata dal ragazzo che amo e non sono amata dai
miei genitori, ricchi aristocratici che mi hanno ripudiato non appena
mi sono
laureata.
Gli amici sono la mia famiglia, ma in questo momento non
mi va di farmi vedere da loro e non voglio causare un casino,
sicuramente si
arrabbierebbero tutti con Mike per un motivo o per un altro.
Scendo dal lungomare e mi dirigo verso il centro della
città macinando chilometri a passo marziale, ignorando tutte
le occhiate che
ricevo per il mio strano abbigliamento: una canottiera nera con il
disegno di
un teschio e una gonna nera a balze rifinite a fantasia scozzese fucsia
e con
bel fiocco della stessa fantasia a lato. Gli anfibi con un
po’ di zeppa non
possono mancare.
Vorrei mandare tutti a fanculo e ho fatto il medio a un
paio di persone particolarmente indiscrete.
“Mai vista una persona vestita di nero?”
Ho urlato.
Arrivata alla zona dei locali entro nel primo pub e mi
sedo al bancone.
“Una birra, per favore?”
“Hai ventun’anni?”
Mi chiede il barista, io estraggo la mia carta di identità
esasperata.
Lui la controlla meticolosamente e me la restituisce per
poi portarmi la tanto agognata birra.
La bevo tutta d’un sorso, senza nemmeno solo gustarmela,
giusto per diventare ubriaca il più presto possibile e
dimenticarmi quello che
Mike mi ha detto.
Lui non crede all’amore, come potrebbe accettare il mio?
Ordino un’altra birra e poi un’altra, il barista
inizia a
lanciarmi occhiate di sbieco. Bevo e non parlo, forse teme che abbia la
sbornia
triste e di essere costretto ad ascoltare i miei problemi e a tirarmi
su.
Io ho la sbornia muta, bevo e non parlo.
Smetto di bere solo quando crollo addormentata da qualche
parte.
Ho smesso di ubriacarmi per dimenticare le brutture della
vita quando ho iniziato a studiare medicina, ma stasera ne sento il
bisogno e
non sta andando come dovrebbe.
Le parole di Mike invece di sbiadire lentamente in un
caos indefinito di pensieri diventano sempre più forti,
urlano nella mia testa
come un branco di lupi affamati.
Affamati di me, desiderosi di farmi a pezzi e lasciare
solo brandelli di me sparsi nella mia anima, riducendola a un puzzle
scompigliato da un bambino cattivo.
Considero seriamente di passare a qualcosa di più
pesante, ma poi mi dico che non è il caso, che non ho voglia
di mischiare vodka
e birra e finire per vomitare nel cesso del bar, come
un’ubriacona.
Continuo a bere, la mia vista diventa sfuocata e sento a
stento le parole che mi rivolge il barista, solo allora lascio uscire
un
sospiro sconsolato.
“Ok.”
Dico al ragazzo che noto solo ora ha dei magnifici occhi verdi.
“Ho bevuto troppo, me ne vado.
Quanto ti devo?”
Lui mi dice il prezzo e io pago, nonostante la quantità di
birra riesco a
uscire salda sulle mie gambe e camminando dritta.
Fuori mi stringo le mani alle braccia e guardo la strada.
Casa mia è molto lontana e non ce la farei a ripetere il
percorso a piedi,
quindi mi metto sul bordo del marciapiede e cerco di fermare un taxi.
Ce la faccio e gli detto l’indirizzo di casa mia
strascicando leggermente le parole.
“Sbornia triste?”
Mi chiede il taxista.
“All’incirca. Il ragazzo di cui sono innamorata
è uno
stronzo.”
“Ne troverai uno migliore, sei ancora giovane.”
Io non dico nulla, i miei vestiti traggono in inganno: non sono
più una
ragazzina, non sono più così giovane.
Le mie possibilità di trovare qualcuno si riducono
drasticamente ogni anno che passa e ho paura che rimarrò
zitella a vita per
colpa di Mike Fuentes.
Finalmente arriviamo a casa mia, pago il taxista ed
entro. Dentro e nel giardino è tutto pulito, devono averci
pensato le ragazze.
Domani dovrò spiegare loro cosa è successo e non
mi va, Viviana si arrabbierà e
non posso darle torto.
Sospiro di nuovo e mi tolgo gli anfibi, poi ciabatto fino
al divano e mi ci lascio cadere sopra con le mani tra i capelli. Inizio
ad
avere mal di testa.
Imprecando mangio una merendina e prendo un’aspirina e
poi mi stendo di nuovo. Non
so quanto
rimango a fissare il soffitto senza pensare a niente, so solo che deve
essere
un po’ di tempo perché quando il rumore di un
tuono mi riscuote la sveglia
indica che sono le tre di notte.
Mi alzo in piedi e noto che su San Diego si sta
scatenando un violento temporale estivo che mi costringe ad abbassare
tutte le
tapparelle di casa mia.
Mi siedo di nuovo sul divano, la pace sembra essere
tornata.
All’improvviso qualcuno inizia a bussare con violenza
alla porta, io prendo un coltellaccio da cucina – non si sa
mai – e do
un’occhiata dallo spioncino: è Mike bagnato
fradicio.
Apro la porta e lui nota subito il coltello.
“Volevi uccidermi?”
Chiede strascicando anche lui le parole.
“Avrebbe potuto essere un ladro e tu sei ubriaco marcio.
Cosa vuoi?”
“Fammi entrare, per favore.”
“Va bene.”
Salgo al secondo piano, recupero una salviettone dal bagno e glielo
porgo, lui
ci si avvolge dentro e si siede su una sedia.
“Cosa c’è, Mike?”
“Dobbiamo parlare.”
“Abbiamo già parlato a sufficienza stasera e mi
sembra che tu sia stato
chiaro.”
“Sei ubriaca anche tu.”
Io sbuffo.
“Questo non c’entra.”
Rimaniamo in silenzio per un lungo tempo.
“Stasera ti ho mentito su tutta la linea, non è
vero che
mi dà fastidio il fatto che Jaime stia con Viviana
perché lei l’ha trattato
male.
La verità è che sono invidioso di lui.”
“Non capisco.”
Lo guardo sorpresa, cercando di leggere qualcosa nei suoi occhi scuri,
ma li tiene bassi.
“Lui ha avuto le palle di lottare per il suo amore, io lo
lascio scivolare via ogni giorno, ripetendomi ogni giorno che non
funzionerebbe, che finirei con il ricevere un calcio in culo.”
“Tu sei innamorato?”
Sgrano gli occhi.
“Sì, sono innamorato da un
po’.”
“Di Alysha?”
Pronunciare questa domanda mi costa tutte le mie energie, non so se
reggerei se
lui mi rispondesse che ama quell’oca bionda tatuata.
“No.”
Il mio cuore si stringe in una morsa.
“E di chi?”
“Di te.”
Due semplici parole che sconvolgono il mio mondo.
“Mike, se è una presa per il culo non è
carino.”
“Sono sincero, in vino veritas. È da un
po’ che mi piaci, ma a te non
interessano i ragazzi come me. Quelli che sono gangasta, superficiali,
che
sembrano interessati solo a scopare. A te servirebbe uno come
Vic.”
“Quello che serve a me lascialo decidere a me.”
È il suo
turno di
guardarmi sorpreso.
“Cosa vuoi dire?”
Io prendo fiato.
“Che ti amo, zuccone di un Fuentes! Ma a te le dark non
interessano, non sono sexy o disinibite come piacciono a te.”
“Che ne sai di che tipo di ragazze mi piacciono?”
“Tutte le tue ragazze sono state la fotocopia di Alysha,
barbie alternative.”
“Erano solo scopate.”
Risponde secco lui.
“E chi mi dice che io per te non sia un’altra
scopata?”
“Non lo sei. Tu mi piaci non solo per il fisico, ma anche
per il carattere e tutto il resto, persino il tuo strano modo di vestire.”
“Sei sicuro?”
“Sì.”
“Quindi io ti piaccio e tu mi piaci.”
“Sì, ma non so cosa ci trovi di bello in
me?”
Gli appoggio l’indice all’altezza del cuore.
“Questo. È un cuore d’oro, molto
generoso e poi sei
semplicemente bello.”
“Grazie.”
Mi guarda un attimo e poi le sue labbra sono sulle mie in un bacio
casto che
poi diventa passionale.
Quando ci stacchiamo, lui corre al piano superiore e lo
sento vomitare, salgo anche io e gli tengo la testa.
“Scusa.”
“Prenditi due aspirine, domani sarai come nuovo.”
Lui esegue il mio ordine e poi mi guarda di nuovo.
“Posso dormire qui stasera? Con te.”
Io sono presa in contropiede, ma alla fine balbetto un
“sì.”. Lo porto in
camera mia e si spoglia prima di infilarsi nelle lenzuola nere del mio
letto
matrimoniale, io lo seguo poco dopo e vengo attirata sul suo petto.
Lui si addormenta subito, io trascorro la notte in bianco
più bella della mia vita: tra le sue braccia sto bene, ma
domani, da sobrio, si
ricorderà ancora di tutto?
Vorrà stare con me o mi caccerà via?
Le ore passano lente, lentissime e lui inizia a russare
leggermente e a mugugnare e ogni tanto mi sembra di cogliere il mio
nome.
Finalmente apre gli occhi e mi guarda sorpreso.
“Cosa è successo?”
“Sei venuto qui stanotte e mi hai detto delle cose.”
Dico coincisa io, pronta a essere rifiutata.
“Tipo?”
“Che mi ami da tanto tempo, che sei invidioso di Jaime, poi
mi hai baciato.”
“Oh.”
C’è un lungo silenzio.
“Ok, farò finta di niente, Mike. Torna da
Alysha.”
“No.”
Io lo guardo sconcertata.
“Io e Alysha ci siamo lasciati ed è tutto vero: ti
amo.
Non so la risposta che mi hai dato però, non me
l’hai
detta.”
“Ti amo, Michael Fuentes.”
Lui sorride e mi attira di nuovo a sé, riempiendomi i
capelli di baci.
“Ti amo, Leah.
Non mi lasciare mai, perché adesso che ti ho detto tutta
la verità non so se sopravviverei senza di te.”
“Non ho intenzione di farlo, ormai sei mio.”
Lui sorride e mi accarezza lentamente.
“Dormi, hai delle brutte occhiaie.”
“Sì.”
Rispondo serena e sonnolenta io e per la prima volta mi addormento
felice.
Ho trovato l’altra metà di me stessa, quella che
cercavo
da una vita e che mi fa dormire tranquilla come una bambina dopo tanto
tempo di
sonno agitati o notti insonni.
È bello.
Grazie a Nico_Ackerman per la recensione.