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Autore: __roje    08/03/2016    6 recensioni
-- QUESTA STORIA CONTIENE SCENE DI SESSO ESPLICITE! --
Ryu è un ragazzo di appena sedici anni praticamente invisibile al mondo intero, ma che un bel giorno si trova a fare la conoscenza del ragazzo più ammirato e desiderato della sua scuola, Hara. Solo che quell'incontro darà il via a tutta una serie di episodi tutt'altro che piacevoli per il nostro protagonista. Infatti finirà con lo scoprire che proprio Hara nasconde un carattere davvero particolare e schivo sulla propria vita privata, e spetterà proprio a Ryu scoprire il perchè del suo atteggiamento. Con determinazione e amore Ryu dovrà passo dopo passo arrivare al cuore di una persona che non sa che significa amare, e dovrà combattere contro i suoi demoni.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Wow non mi ero resa conto di quanto fosse breve questo capitolo, beh pazienza sarà meno dolorosa ahahah. Detto questo voglio solo annunciare che domani ci sarà quello del flashback e che siamo sempre più vicini alla fine. Da una parte mi viene da dire finalmente, è stata davvero dura postare quotidianamente e trovare idee per ogni capitolo. Principalmente perché nel mio immaginario c'erano già il flashback e il finale ma no tutto il resto.
Bene gustatevi il capitolo e grazie per le recensioni di ieri <3



CAPITOLO XXX

Non ero ancora pronto per lasciarlo da solo così avvertii mia madre che avrei tardato quella sera e di non aspettarmi per la cena. Chiusi la chiamata e tornai in salone dove vidi Hara steso sul divano col braccio che gli copriva gli occhi.
Immaginai che fosse stanco o magari ancora scosso. “Hai chiamato tua madre?” domandò all’improvviso.
“Ah si, dice che non ci sono problemi.” In quel momento Hara si mise a sedere in maniera più educata e mi guardò intensamente come se volesse dirmi qualcosa ma non lo fece e i suoi occhi caddero sul pavimento. Forse era il momento giusto per affrontare l’argomento riguardo la sua famiglia. Mi misi a sedere accanto a lui, esitai per un istante per paura della sua reazione ma aveva bisogno di sfogare ciò che si teneva dentro. “Hara mi parleresti di tua madre?”
Sorrise nervoso nel sentire quelle parole. “Sapevo che sarebbe arrivata questa domanda. Lo sai già che non dirò proprio nulla perché insisti sempre?”
“Hai sul serio il coraggio di chiedermi perché?! Un ora fa ti sei paralizzato come una statua quando l’hai vista. E' normale che mi faccia delle domande!”
Hara si alzò nervoso e andò verso la cucina. “Beh non farlo dimenticalo!”
Non ci stavo a farmi dire nuovo dire dimentica per la millesima volta così gli andai dietro. “Tu fai sempre così, evadi sulle cose che ti riguardano ma notizia dell’ultima ora queste cose non riguardano solo te ma anche tutte le persone che ti stanno intorno!” Gli urlai contro.
Il suo sguardo era ombroso e distante in quel momento. Si poggiò al tavolo e rise in maniera molto torva, sapevo che quella conversazione non gli stava affatto piacendo ma non mi importò. “Lo vedi sega? Non sono io che distruggo sempre tutto ma lo fai tu e solo perché non puoi mai farti bastare nulla.”
“Come posso farmi bastare quello che ho? Tu non ti apri con me non posso costruire nulla se tu non mi permetti di capirti.” Hara allora si mosse ancora e lasciò la cucina andando dritto verso la rampa di scale per evitare di discutere, ma stavolta non sarebbe scappato. Ero stanco gli rincorrerlo continuamente e quella sarebbe stata l’ultima volta, ero deciso.
Entrò in camera sua e lo seguii. “Dannazione vattene!” Mi urlò contro inferocito.
“No! Smettila di mandarmi via ogni volta che non ti fa comodo.” Non sapevo neppure io da dove nascesse tanta forza, io che infondo ero così piccolo rispetto a lui. Eppure volevo tenergli testa, nonostante i suoi occhi bramassero di mangiarmi vivo io non volevo più cedere.
“Sul serio sega mi stai davvero facendo incazzare. Sparisci!”
“Non ne ho intenzione!” Feci un passo in avanti e Hara mi spinse via allontanandomi da lui, allora tentai ancora ad avvicinarmi e mi afferrò per un braccio spingendomi bruscamente via. Barcollai e caddi proprio sul letto per mia fortuna, almeno l’atterraggio fu comodo, anche se mi ero fatto male alla stessa mano con cui avevo scagliato il pugno e me la toccai dolorante. “Puoi strattonarmi quando vuoi non me ne vado.”
Mi alzai di lì e sistemai come potevo la fasciatura che ormai era rovinata, decisi dunque di toglierla definitivamente sotto i suoi occhi. Mi guardai le nocche e avevano dei chiari lividi sopra.
“Ecco perché trovo stupido che qualcuno si preoccupi per altre persone, si finisce solo per farsi del male.” Disse vedendo i miei lividi.
“Ti sbagli invece. Avrei incassato quel pugno se fosse servito a proteggere Mizumi, e avrei affrontato tua madre e chiunque altro anche per te.”
Si incupì di colpo. Camminai verso di lui, mi avvicinai abbastanza da avvertire il suo calore e il suo profumo. “Perché dovresti fare una cosa del genere non capisco...”
Era chiaro che non capisse a pieno quanto profondi fossero i miei sentimenti e per quanto io potessi provarci non gli erano mai pienamente arrivati. E chissà se li avrebbe mai capiti un giorno.
Chiusi gli occhi e feci un respiro profondo concentrando ogni emozione, ogni ricordo, ogni parola collegata a lui in modo tale che potesse risuonare a pieno nelle mie parole. “Perché ti amo.” E lo fissai intensamente.
Hara sgranò gli occhi nell’udire simili parole. Ero già stato rifiutato una volta, e non avevo ancora imparato la lezione, no perché ci provavo ancora nonostante fosse una dura battaglia la mia.
“Mi ami?” Scandì bene quelle parole come se le avessi dette in un altra lingua.
“Esatto. Per questo non andrò mai via anche se mi cacci. Io tornerò sempre e non ti lascerò solo anche se non mi vorrai qui con te. Ti amo e voglio conoscere tutto di te.”
Oramai la mia strada l’avevo scelta da tempo e tornare dietro non si poteva. Per tutte le volte che avevo maledetto il nostro incontro, mi resi conto che in realtà l’avevo sempre guardato ancora prima di parlargli. Era stata solo una questione di tempo prima che nascesse in me un sentimento del genere.
Hara parve confuso per quelle parole così importanti, e forse spaventato. Cominciò a mostrarmi quello che forse era il suo lato più vulnerabile e un lieve rossore gli apparì in viso. Allora allungò il braccio verso di me, e con la punta delle dita sfiorò la mia guancia con un tocco molto leggero.
“Io credo di essermi sempre accorto dei tuoi sentimenti.” Cominciò a dire passando le sue dita sulle mie labbra e seguendone il contorno. “Ma ho preferito ignorare tutto e farti del male.” Perché diceva una cosa del genere adesso? “Ti ho mentito dal primo momento.” Ero attento ad ogni sua parola come se da ciò dipendesse la mia vita. Il mio cuore aveva iniziato altre capriole e il respiro mi era accorciato. Mi ero completamente perso in quel suo sguardo così cupo.
Hara lasciò andare il mio viso e abbassò gli occhi non riuscendo più a guardarmi in faccia. “Non è vero che non ricordo nulla di quella notte... ho mentito.” Cosa? “Eri ubriaco e ne ho approfittato, ho iniziato io quest’assurdità che tu chiami amore e ho proseguito alimentandola senza darmi un freno.
Io te lo dissi già non posso ricambiare ciò che tu vuoi perché non so farlo, non mi è stato insegnato e francamente ho già sofferto troppo per affezionarmi a qualcuno. L’amore annienta le persone e io sto annientando te dandoti false speranze. Non riuscirai a cambiarmi Ryu.” Terminò sorridendo amaramente.
Ero ammutolito. Improvvisamente quelle voci, quei dannati flashback avuti al karaoke ebbero un senso. Lui aveva sempre saputo quale fosse la realtà e non mi aveva detto nulla, no, piuttosto aveva preferito scherzarci sopra e dirmi di dimenticare come se nulla fosse. Aveva persino inscenato di esserne disgustato ma era stato lui.
“E tu me lo dici solo ora? Cazzo sul serio è tutto ciò che hai da dire? Mi sono distrutto per mesi pensando a tutto ciò e tu hai sempre saputo!” Hara però non mi rispose. Ma non era ciò che mi premeva sapere, piuttosto era altro e lo guardai serio. “Allora dimmi perché l’hai fatto almeno questo me lo devi.”
“Non lo so.”
Era quella la sua risposta. Un semplice, banalissimo e assurdo non lo so. E io avevo fatto partire tutto da ciò. Avevo pensato per mesi che fosse stato uno sbaglio voluto da entrambi in preda all’alcool quando invece non era così. Non sapeva nemmeno lui perchè l’aveva fatto, non c’era alcun miracolo o sentimento celato dietro piuttosto solo la cazzata di un ragazzo che ha approfittato di un altro. E io come un pollo avevo continuato a sperare che almeno infondo qualcosa, un briciolo di sentimento di fosse.
Invece no, era un essere umano solo in apparenza, un involucro incapace di amare. “Io vado a casa.” Dissi semplicemente e non tentò nessuno di fermarmi, piuttosto potei scendere liberamente quelle scale e varcare quella porta per l’ultima volta
Gli avevo rivelato pienamente il mio amore, gli avevo concesso davvero me stesso da primo momento e lui mi aveva preso senza neppure sapere perchè l’avesse fatto. Aveva negato e mentito soltanto.
  
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