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Autore: venusmarion    08/03/2016    1 recensioni
Raccolta di drabble e flashfic su the 100, per lo più IC, qualche AU, out of prompts.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Octavia Blake, Raven Reyes, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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[N.d.A.: Questa è per graciousghost. Chiamiamola tentativo numero 2. Non ho la più pallida idea di cosa sia, in realtà. Ma non ho resistito alla tentazione di provare. Rielaborazione e finale alternativo (nonché aperto) della mia scena preferita di Wuthering Heigths, pp. 69-70 della versione pdf. L'unica frase originale che ho tenuto è in grassetto.]

#1prompt: Imagine your otp in Brönte's Wuthering Heights.
words: 1.031

 

Brönte's
Wuthering Heights

Umido di pioggia e infangato fino ai denti, Bellamy se ne stava rannicchiato dietro le assi di legno vicino al camino acceso, come un cane rimasto senz’osso, con l’unica consolazione di avere un po’ di tepore mentre fuori, a Wuthering Heigths, imperversava la tempesta. 
Abigail, la domestica, era seduta al tavolo con il neonato Artorius Kane tra le braccia, e cercava di farlo addormentare alla melodia di una ninnananna, nonostante i tuoni le strappassero di tanto in tanto sussulti che non favorivano l’addormentarsi del bambino. Bellamy non era certo che lei si fosse accorta della sua presenza dietro le assi, ma su una cosa non aveva dubbi: la canzone che usciva dalle labbra di Abigail era la stessa con cui lei, anni prima, metteva sempre a letto lui e Clarke nella stanza di quercia, lì dove, con calligrafia infantile, i loro nomi erano incisi sul legno del davanzale.
Bellamy fu scosso da un brivido quando a fermare la ninnananna di Abigail fu proprio la voce di Clarke. «Abby?»
Con i nervi fin troppo scoperti per colpa del temporale, Abigail quasi balzò sulla sedia alla vista della ragazza. «Clarke! Mi hai spaventata a morte!»
Bellamy si rintanò il più possibile dietro le assi, intenzionato a non essere visto. Soffriva di sentimenti contrastanti nei confronti di Clarke, in quel momento, e il solo saperla in quella stanza lo turbava. Decise quindi di fingere di non trovarsi lì, ma non poté fare a meno di tendere l’orecchio. Sentì Clarke ridacchiare. «Non volevo spaventarti. E’ solo che non riesco a dormire, Abby.» La risata si trasformò in un sospiro. «Posso farti una confidenza?»
Abigail rise a sua volta. «Questo non promette bene.»
«Rispondi,» insistette Clarke.
Il camino mandò uno scoppiettio rumoroso. Bellamy trattenne il respiro, in attesa.
«Sentiamo,» disse Abigail.
Clarke rise di nuovo. Una risata piccola e nervosa, da far rizzare i peli sulle braccia più della tempesta su Wuthering Heights. «Finn mi ha chiesto di sposarlo.»
Bellamy si voltò verso le assi che lo tenevano nascosto, cercando uno spiraglio per sbirciare la scena. Trovò una piccola crepa nel legno di un paio di centimetri che faceva al caso suo, e strizzò un occhio per mettere meglio a fuoco. Seduta al tavolo davanti ad Abigail e al piccolo Kane, Clarke se ne stava nella sua camicia da notte preferita, i capelli biondi sciolti sulle spalle e il riflesso del fuoco sul viso. 
«Oddio,» disse Abigail. Posò il bambino nella cesta che aveva accanto e gli sistemò le coperte con apprensione, prima di tornare a piantare gli occhi su Clarke. «E tu cosa hai risposto?»
Clarke si strinse nelle spalle, l’espressione imbarazzata nascosta da un mezzo sorriso. «Che ci devo pensare. Ma sto considerando un sì.»
La prima reazione di Abby fu quella di una madre al colmo della felicità. Allungò le mani sul tavolo, per afferrare quelle di Clarke, e le strinse forte, con affetto. «Clarke.» Poi di colpo il volto della domestica si irrigidì, e la sua stretta si fece più lieve. «Ma sei innamorata di lui?»
Clarke inarcò un sopracciglio come se non capisse la domanda. «Certo. E’ tutto quello che hai da dire?»
Abigail non raccolse la provocazione, e insisté. «Cosa ami di lui?» 
Clarke ci pensò su un momento. «E’ di bell’aspetto.» Gli suonò terribile, e anche un po’ esagerato, perciò aggiunse subito: «E’ gentile. Rispettabile. E non —» Si bloccò, in cerca delle parole giuste. «Non credo sia in grado di provare sentimenti cattivi. Odio, rancore —»
«Tutti gli uomini sanno odiare,» ribatté Abigail.
«Ma Finn fa sembrare che non sia così.»
«Allora dov’è il problema?» Abigail ritrasse le mani da quelle di Clarke, adagiandosi sullo schienale della sedia. «Perché c’è un problema, non è così? Te lo leggo in faccia.»
Clarke abbassò lo sguardo sulle dita che teneva intrecciate sul tavolo. «Ho un brutto presentimento.» La sua voce si ridusse ad un sussurro. «E il mio cuore mi dice che sto sbagliando. Se solo Kane non avesse cominciato a trattare Bellamy come un reietto —»
Bellamy si irrigidì di colpo, sentendo il proprio nome. 
«— non mi sarei nemmeno sognata di prendere in considerazione una proposta che non fosse la sua. Ma schierandosi dalla parte di Mr. Pike, come ha fatto, ha bruciato ogni tipo di aspettativa, ed ora è contro di me, contro Kane, il mio tutore. E io non posso nemmeno dirgli quanto —» Clarke annaspò, fermandosi. Bellamy sentì una morsa al petto.
«Cosa?» incalzò Abigail.
«Quanto sia stupido da parte mia amarlo.»
Dimmelo, pensò Bellamy. Dimmelo appena mi vedi, Clarke. Dimmelo sempre. 
«Ogni suo passo falso,» riprese a dire Clarke, «è una mia storta. Ogni suo dolore, una mia fitta. Il mio amore per Finn è come una pioggia passeggera, Abby. Il vento la porta via in fretta e non ne lascia nemmeno il ricordo, o l’odore. Ma Bellamy —» 
Clarke prese fiato, mentre Bellamy, dal suo nascondiglio, lo trattenne.  
«Bellamy è come i temporali di Wuthering Heights, incessanti e inarrestabili, così solidi da tenere testa al vento, e alle stagioni, e al tempo che passa. E come questi temporali, Bellamy mi conosce, Abby. Mi conosce più di quanto io potrò mai conoscere me stessa. Di qualunque cosa siano fatte le anime, la mia e la sua sono identiche.»
«Allora perché sposare Finn?»
Clarke e Abigail sobbalzarono, volgendo le teste verso il camino.
Bellamy non si era nemmeno reso conto di aver parlato ad alta voce, ma non vide altra scelta che sporgersi dal suo nascondiglio di assi, e tirarsi su in piedi, per farsi avanti. I sentimenti che provava non lottavano più dentro di lui come cani da incontri clandestini, ma erano cheti, domati da una sorta di rassegnazione che gli infondeva coraggio nel cuore per dire quello che doveva. «Clarke —»

«Hai sentito tutto?» interruppe lei.
Bellamy annuì, facendosi avanti. «Pensi davvero quello che hai detto?»
Clarke non riuscì a trattenere una lacrima, e Bellamy si ritrovò ai suoi piedi ancora prima di pensare di muoversi. Lei gli afferrò un braccio, scossa dall’essersi appena rivelata, elettrizzata dall’improvvisa prospettiva di qualcosa di inaspettato.
«Facciamo quello che diavolo ci pare,» disse Bellamy. «Che Kane e Pike se la combattano da soli, la loro guerra per Wuthering Heights. Io e te, andiamo via.»

[N.d.A.II: Alcune piccole precisazioni. No, non è una drabble - come avete intuito - ma volevo pubblicarla lo stesso in questa raccolta, perché "ci sta". Abby nel contesto non è la madre di Clarke. Kane è il suo tutore legale, Finn è vivo e Bellamy... Bellamy è Bellamy. Ho voluto inserire il suo essersi schierato dalla parte di Pike in quella che ho inventato essere una contesa sulla proprietà di Wuthering Heights. E poi, ovviamente, ho cambiato il finale. Nella scena originale, la confessione di Cathy viene origliata solo per metà da Heathcliff che credendosi rifiutato scappa e sparisce per tre anni *SUL SERIO, HEATH? NON POTEVI RESTARE MEZZO MINUTO DI PIù A SENTIRE IL RESTO?* Non ho mai sopportato come Cathy e Heathcliff non abbiamo mai avuto il coraggio di affrontare i reciproci sentimenti l'uno per l'altra, perciò in questo the 100 remake Bellamy tira fuori le palle (in senso figurato) e apre la possibilità per un lieto fine. Se Clarke accetta, decidetelo voi. Il finale è aperto.]

  
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