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Autore: L i a r    27/03/2009    4 recensioni
“Tu devi essere Mello, vero?”
Sospirò e annuì, capendo che non l’avrei lasciato in pace.
Si voltò verso di me e gli sorrisi.
Abbassò il capo, come per scusarsi di non poter fare altrettanto.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Note: Mi sono resa conto che questa fic è terribilmente banale. Mi dispiace T_____T"
Potete intasare la mia mail di insulti, davvero U___U Non mi offendo, nono.
Per chi ha commentato:
Elly_Mello: Grazie *-* sono felice che ti sia piaciuto il primo capitolo...Anche io ho letto la tua fic(ma l'ho commentata poi?Non ricordo, DX) è mi è piaciuta tantissimo *____*
Whattina: Grazie infinite! Ossì, sono orgogliosa del mio quinto posto (ma l'ho già detto vero?XD) Tutti questi complimenti però mi fanno arrossire, >\\\<
Norwegian_Wood: Graziegraziegrazie >__< Spero ti piaccia anche il secondo capitolo (ma ne dubito...ehm XD)
_pEaCh_: Grazie mille *-* (mi sa che ci son troppi grazie qui!) Mi fa piacere ti abbia incuriosita <3

Eh, si, buona lettura.




















Conosceva bene il suo lavoro.
Gli bastava guardare in volto il cliente per capire esattamente cosa voleva, e soprattutto quanto era disposto a pagare.
La maggior parte delle volte i clienti non cercavano nemmeno di contrattare.
Desideravano troppo il suo corpo, il suo viso, le sue labbra.
Li odiavo tutti.
Da quello mingherlino che camminava cercando di non farsi notare all’omone che non riusciva nemmeno a nascondere la perversione.
Mi facevano ribrezzo; sapevano solo fargli del male.
Ogni volta che vedevo arrivarne uno stringevo i pugni e cercavo di guardare altrove.
Non capivo esattamente cosa mi succedesse.
Semplicemente mi veniva voglia di tirare fuori il coltello, per non vedere più la sua frustrazione, la rassegnazione, la consapevolezza di non poter fare altrimenti.
Soffriva, era ovvio. Eppure quando ci incontravamo sembrava che il suo volto si illuminasse.

E di riflesso illuminava anche me.
Un po’ come il Sole con la Luna.

Io…credevo di impazzire.
Ogni volta che mi sedevo accanto a lui faticavo per non saltargli addosso.
Lo desideravo, non c’era altra spiegazione o via di uscita.
I primi giorni cercai di affogare gli impulsi andando tutte le sere con ragazze diverse.
Avevo un discreto successo tra il gentil sesso. Non che mi importasse molto, ma in effetti a volte tornava utile.
Quando capii che neppure le donne mi facevano alcun effetto, cominciai a fondermi il cervello con le mie urla interiori.
Io sono etero, cazzo. Mi sono sempre piaciute le donne, cosa mi succede tutto ad un tratto?

È colpa sua.
È così…femmineo. Sensuale. Perfetto.


Un giorno- uno dei tanti - eravamo seduti sempre sulla stessa panchina, quando d’improvviso la sua voce ruppe il silenzio.
“Sai, io non ho mai baciato nessuno.”
In principio non capii cosa avesse detto, la sua voce era così affascinante ed inaspettata! Ma quando il significato della frase arrivò al mio cervello mi voltai verso di lui, sbalordito.
“Davvero?!”
Le sue guance si erano tinte di rosso. Guardò a terra, forse per paura di essersi sbilanciato troppo.
Dove voleva arrivare, confidandomi un suo segreto, e per giunta  così intimo? Proprio lui, che non apriva bocca se non direttamente interpellato…?
Non mi interessava.
Senza rendermene del tutto conto, colsi al volo l’occasione.
Con un braccio gli cinsi le spalle, mentre con l’altra mano avvicinai il suo volto al mio.
“Ti andrebbe di provare, allora?” La sua guancia era terribilmente calda.
Glie la baciai piano, notando con piacere che diventava sempre più rosso.
Ridacchiai, divertito.
La cosa si faceva interessante.
Portò anche lui le sue braccia attorno al mio collo.
“Ma…Matt…Tu non eri etero?”
Mi irrigidii, lo guardai negli occhi.
“Allora? Solo gli stupidi cambiano idea.”
Che risposta idiota.
Anzi, non si poteva chiamare nemmeno risposta.
Però, sinceramente, in quel momento il mio cervello non era propriamente attivo e lucido.
Alzò un sopracciglio, guardandomi come se fossi impazzito – e probabilmente lo ero.
Potei finalmente abbracciarlo: non sapevo di aver aspettato quel momento finché non sentii il suo corpo che aderiva al mio.
Esitai, osservai le sue labbra semi-aperte, sentii le sue mani fredde che scivolavano piano sotto la mia maglietta, poi poggiai delicatamente la mia bocca sulla sua, quasi avessi paura di ferirlo in un qualche modo.
Ed effettivamente era così; aveva un aspetto così fragile…
In un primo momento rimase immobile, lasciandomi libero di fare ciò che volevo, poi si mosse anche lui, assecondando i miei movimenti.
Le mie mani corsero ai suoi pantaloni, con la chiara intenzione di strapparglieli di dosso.
Non oppose resistenza quando arrivai alla sua cerniera. Per fortuna, perché…
“Matt!”
Sobbalzai, lui si allontanò velocemente da me.
Mi girai di scatto, dire che ero incazzato era un eufemismo.
“Cosa?” ringhiai.
Vidi avvicinarsi Mike, un tossicodipendente che veniva regolarmente da me.
Ogni due giorni.
Cazzo, me ne ero totalmente dimenticato.
“Eh, ti stai divertendo vedo!” cominciò a sghignazzare.
Era ancora troppo lontano per riconoscere Mello, così mi posi davanti la visuale del mio cliente.
Mi alzai senza guardare indietro.
Sperai che Mike non lo notasse, non riuscivo a immaginare cosa mi sarebbe successo se la voce fosse girata…
Per fortuna il drogato era troppo ansioso di ricevere la roba per soffermarsi di più sulla mia vita sessuale.
Contai i soldi e lo salutai con un sorriso tirato.
Quando mi voltai per scusarmi con uno sguardo, Mello non c’era più.
  
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