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Autore: Lovelystory    08/03/2016    0 recensioni
Siamo nel 2016, era della tecnologia, dei computer, social networks, smartphone, musica tecno e tanta solitudine per coloro che sono leggermente diversi, coloro che non seguono la massa. È il caso di Claire, una sedicenne sfegatata dei Beatles che non viene accettata da nessuno per i suoi gusti musicali, non ha amici o forse sì, un "amico di vecchia data".....
Genere: Angst, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro personaggio, John Lennon, Nuovo personaggio
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Odiavo quell'epoca, la mia epoca, gli anni 2000, tutta quella tecnologia, i social networks come Facebook dove hai più di mille amici di cui non conosci neanche il nome, la gente che si credeva essere alternativa ma che in realtà erano uguali agli altri. Ma la cosa peggiore era la musica, sempre se si può definirla così: rumore fastidioso pompata al massimo senza capo né coda, senza testo e senza significato; la chiamavano musica house o tecno.  Odiavo quella situazione di finto progresso, dove la gente ti giudicava solo per come ti vestivi o per che musica ascoltavi: bastava essere leggermente diversi per essere etichettato uno sfigato asociale. 
Erano le sette di una mattina di novembre, ero allungata sul mio letto ad ascoltarmi una delle mie canzoni preferite, If I Feel, dei Beatles, quando sentii mia mamma chiamarmi dalla cucina. 
<< Claire è pronta la colazione >> così mi tolsi le cuffiette e mi alzai delicatamente dal letto per poi scendere in cucina per mangiarmi dei deliziosi pancake. Andai in bagno per sistemarmi il lunghi capelli ramati, scompigliati dopo la lunga notte di sonno, e per mettere un filo di eye-liner sui miei occhi verdi facendo risaltare il pallore della mia pelle e le labbra carnose e rosee. Indossai un semplice jeans strappato al ginocchio e una maglia con l'icona dei miei idoli, i Beatles; presi lo zaino con i libri, le cuffiette e il telefono e andai a scuola.
Odiavo la mia classe, era formata da ragazze snobbette che non pensavano ad altro che mettere in mostra mezzo corpo per attirare il sesso opposto, ed era formato da ragazzi tutto muscoli e niente cervello. Per la mor di Dio, brutti non erano, anzi, ma erano talmente stupidi da mettersi le mani nei capelli. In quella classe si salvavano si e no due persone.
Come ho già detto, odiavo la mia generazione. 
<< Ti ascolti ancora quella musica del cavolo? >> domandó Melissa, la ragazza più popolare dell'intero istituto, truccata come una drag queen e improfumata peggio di un cesso alla quale però tutti i maschi andavano dietro.
Mi tolsi le cuffiette solo per educazione.
<< Ci sono problemi? >>
<< Si, stai distruggendo le mie bellissime orecchie con quelle canzoni >> 
<< Non ascoltarle allora >> risposi rimettendomi le cuffiette. 
Notai con la coda dell'occhio che Milissa rimase stupita dal mio menefreghismo nei suoi confronti. Sentii che una delle cuffie venne tolta dal mio orecchio con un gesto alquanto rapido e violento.
<< Forse non hai capito... Ho detto spegnere sta merda >> disse quell'oca ambulante mentre faceva roteare incurante le mie cuffie incitata dal suo gruppetto di oche.
<< Forse non hai capito, smettila di rompermi le palle >> risposi acida. 
<< Ma come ti permetti? Ma tu lo sai chi sono io? Io sono la regina di questa scuola, i ragazzi mi fanno la fila a differenza tua carina, che non fai altro che studiare e stare rinchiusa in casa ad ascoltarsi musica schifosa. >>
Ok, aveva superato ogni limite, era ora che le davo una lezione e in meno che non si dica Melissa si ritrovó col naso sanguinante e con delle ciocche bionde per terra. 
<< Ops >> dissi sarcastica. 
Ovviamente quell'oca lo andò a dire alla professoressa e di conseguenza venni spedita dalla preside che mi diede ben sette giorni di sospensione, ma ne valse la pena vedere Melissa sfigurata. 
Logicamente appena ritornai a casa mi dovetti subire l'immensa predica che i miei genitori mi fecero, venuti subito al corrente di ciò che avevo fatto; ma la cosa non mi fece né caldo né freddo, ovviamente alla scuola ci tenevo, ma la situazione andava avanti da più di due anni ed ero arrivata al limite. 
Me ne andai in camera e la prima cosa che feci fu quella di mettermi le cuffiette e buttarmi sul letto. Non c'era niente di più belli della mia musica per rilassarmi. 
"Se solo fossi vissuta negli anni '60 tutti questo macello non sarebbe mai successo" pensai, poi mi voltai verso un poster dei Beatles e mi concentrai sull'immagine di John Lennon, il mio Beatle preferito.
"Chissà se anche loro hanno passato un'adolescenza di merda come la mia..." Sospirai è una lacrima mi rigó la guancia. "Mi sento così sola, non chiede tanto, solo qualcuno che mi capisca e che mi accetti per quello che sono...". Chiudi gli occhi per qualche minuto. 
Iniziai a piangere ma per la stanchezza mi addormentai. 
   
 
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