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Autore: YakerHenbane    09/03/2016    4 recensioni
Zootropolis, la città dove ogni animale può essere quello che desidera. In questa enorme utopia zoologica seguiamo lo spaccato di vita di tre giovani predatori in cerca del proprio posto nella società. Cosa ha da offrire loro, in termini di possibilità e imprevisti, questa grande metropoli dal cuore peloso? Un terzetto bislacco destinato ad unirsi in una forte amicizia e...
Per quelli interessati al fattore "introspettivo" della storia (qui parla l'autore), i tre personaggi principali sono i miei tre fursona, sostanzialmente incarnazioni di lati diversi di quello che, nel complesso, sono io. La storia può essere letta anche come qualcosa di più interiore di una semplice serie di spaccati di vite quotidiane, anche se tale è e come tale può essere tranquillamente interpretata. Spero che vi piaccia!
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: Furry, Spoiler!, Tematiche delicate
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Diario dell'Autore
Non sono solito fare premesse, ma per questo capitolo mi pareva d'uopo. Innanzitutto, volevo ringraziare i pochi che mi leggono e lasciano recensioni, per me significa molto: come avrete letto dall'introduzione della storia, per me tutti e tre i principali personaggi di questa storia sono molto importanti, sono parti di me e, di conseguenza, tengo molto a loro. Sono estremamente felice di poter narrare questa storia a qualcuno che ha interesse ad ascoltarla, non è nulla di che e non ci metto molto tempo a scrivere un capitolo, di certo non è un capolavoro, ma è un lavoro sentito. Questo capitolo l'ho scritto prima del tempo perché, all'improvviso, mi sono ritrovato dell'umore giusto per scriverlo, dunque lo avrete un po' in anticipo rispetto a quanto pensavo.
Passando al capitolo vero e proprio, spero di essere riuscito a veicolare quel sentimento che volevo portarvi. Senza troppi spoiler, posso dichiarare che questo capitolo sarà un punto fondamentale nella storia generale (e nello sviluppo caratteriale dei personaggi, due cose che in questa storia andranno di pari passo). Alzate le zampe in aria e fatevi sentire a riguardo, per questo capitolo ci tengo particolarmente. Mi rendo conto di aver già blaterato abbastanza e vi lascio allo scritto. Buona lettura!

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…Quella volta aveva davvero passato ogni limite. Kamal e Yaker erano seduti a parlare del più e del meno ad un tavolino interno di una gelateria quando il messaggio arrivò. Era di Riko, una loro compagna di classe; si era presa la premura di scrivergli in privato. Si… Congratulava per la duratura relazione e gli consigliava…
Kamal sentiva la rabbia già accumularsi, doveva continuare a leggere.
…gli consigliava di portare Yaker fuori per l’anniversario del loro primo anno. La tigre strabuzzò gli occhi ed avvicinò la testa allo schermo del cellulare: aveva capito bene?
Yaker finì un sorso di milkshake e gli chiese aggrottando le sopracciglia se andava tutto bene.
Kamal non gli rispose, si preoccupò solo di rispondere alla fennec.
“Scusa ma chi t’ha detto questa roba”
Non mise punteggiatura, era troppo urgente sapere chi era l’artefice di quel casino. Anche se un nome in testa la tigre già ce l’aveva.
“Alexander owo”
Lo sapeva. Chiuse il telefono e lo sbatté sul tavolo rumorosamente, rischiando di romperlo.
“Kamal, si può sapere che ti prende?”
“Hai finito lì?”
La tigre accennava al bicchiere di plastica con cannuccia da cui Yaker stava sorseggiando la bevanda.
“Posso bere per strada.”
“Bene, allora andiamo.”
Avevano già pagato, i due uscirono a lunghi passi. La punta della coda di Kamal guizzava nervosa mentre la tigre ringhiava tra i baffi. Come cazzo si permetteva quella lontra di andare a dire in giro cose false?! La tigre sentiva che non si sarebbe dovuto arrabbiare, si trattava solo di uno scherzo goliardico, tra i tre c’era sempre stato uno scambio di questo tipo. Ma quella volta… Per Kamal era diverso. Il solo pensiero che chiunque potesse pensare di lui che non era uomo abbastanza da avere una fidanzate e che, dunque, era propenso ad andare con altri uomini lo mandava in bestia. E sapeva che non avrebbe dovuto, che in fondo ciò che pensavano gli altri contava ben poco, ma lui si sentiva sminuito, umiliato dal pensiero che gli altri avevano di lui, e la cosa non era sopportabile. Reagiva male, mostrandosi iracondo e quasi violento, solo perché in realtà era profondamente deluso da sé stesso. Dentro di lui c’era una vocina che gli sussurrava di calmarsi, che se anche quelle voci fossero state vere non ci sarebbe stato nulla di male, che tutti avrebbero continuato a tenerlo in alta considerazione. Ma Kamal non ci credeva, aveva avuto abbastanza esperienze in passato che gli facevano pensare il contrario. Lui viveva per l’applauso, dava agli altri quello che loro volevano da lui aspettando il momento in cui si sarebbero alzati in piedi in visibilio.
Ma questo lo faceva veramente felice?
Era talmente tanto immerso nei suoi pensieri che non badava più a Yaker, che teneva il passo lì vicino, il milkshake squagliato ancora in una zampa. Si riaccorse della presenza del lupo solo quando questo gli si pose davanti impedendogli di camminare. Lì si rese conto che neanche lui sapeva dove stava andando. Al lupo bastò un secondo di fronte all’amico per capire il punto del discorso.
“Ok, ora mi mostri cos’è successo.”
Aveva visto quell’espressione già altre volte, e Kamal lo sapeva. Sbuffò frustrato e mostrò i messaggi sul cellulare all’amico. Yaker li lesse velocemente e subito riportò gli occhi su quelli dell’altro, che subito vi lesse la comprensione del problema. Il lupo gli sorrise e gli fece cenno di seguirlo.
“Dai, cerchiamo un posto per sederci.”
I due entrarono in un parco pubblico, deserto a quell’ora, e si sedettero su una panchina. Yaker bevve l’ultimo sorso di milkshake e gettò il bicchiere di plastica in un cestino. Poi si girò verso Kamal, che nel frattempo aveva un po’ fatto sbollire la rabbia e gli poggiò una zampa su una spalla.
“Tutto bene? Va meglio ora?”
La tigre diede una botta alla zampa dell’altro. Ci mancava soltanto che si comportassero anche come una coppietta… Forse l’avevano già fatto prima di allora? Era per quello che i compagni di classe pensavano che-
“Senti, è solo uno scherzo idiota di Alexander, se te la prendi gliela darai vinta.”
Yaker aveva ragione su quel punto, la lontra si sarebbe beccata una bella strigliata di lì a poco. Il lupo si mise più comodo sulla panchina e continuò a parlare.
“E poi stammi a sentire: se tu sai qual è la verità, Kamal, allora quello che sanno gli altri importa poco, no?”
Ecco. Il lupo conosceva fin troppo bene la tigre, aveva toccato la corda giusta come al solito. Il punto era che… Quello che importava agli altri era importante per Kamal. E lui stesso sapeva che non sarebbe dovuto esserlo, ma non poteva farci niente: era semplicemente fatto così, forse. Capiva che era un problema unicamente suo anche dal comportamento di Yaker, che sembrava tranquillo riguardo la situazione. La tigre gli replicò quasi ruggendo.
“E non ti urta?! Sapere che magari quelli in questo momento stanno ridendo di me… DI NOI.”
“Kamal, in primo luogo penso che i nostri compagni non vogliano prenderci in giro: siamo stati fortunati, siamo capitati in una classe intelligente e unita, nessuno lì dentro ha interesse di mettere in mezzo nessun altro. E poi, basta che gli diciamo noi come stanno davvero le cose e…”
Yaker interruppe il discorso, sembrava quasi imbarazzato, ma Kamal aveva capito dove voleva arrivare. Sorrise mesto mentre si fissava le zampe.
“…e fargli capire che Alexander è un’immane testa di cazzo.”
I due risero, ma al contempo interruppero un discorso che, magari, avrebbero voluto mandare avanti. Yaker sorrise alla tigre e gli diede una forte pacca sulla spalla, poi si alzò in piedi in controluce per stiracchiarsi un po’. Kamal lo osservò: era proteso verso il cielo, entrambe le braccia in alto, le gambe tesissime. Poi si lasciò andare e scodinzolò soddisfatto un paio di volte, quasi a voler sgranchire anche la coda. Indossava un paio di jeans a vita bassa, con un apposito foro che gli permetteva di muoverla liberamente. Kamal si diede uno schiaffo psichico sul muso: ma che stava facendo, fissava il didietro di Yaker?! Se faceva così, ovvio che gli altri lo scambiassero per innamorato. Il lupo si voltò e gli fece cenno.
“Dai, è quasi ora. Andiamo davanti a scuola ed intercettiamo Alexander prima che se la svigni.”
Kamal annuì complice e ghignò come faceva lui spesso, si tirò in piedi sulla panchina e saltò giù solo per il gusto di farlo. Seguì il lupo ciondolando, felice di poter contare sempre su di lui, di avere qualcuno con cui confidarsi in quei momenti. A parte i suoi genitori, Yaker era un caso unico. E lo adorava per quello, oltre che per un’enorme marea di ragioni in più.
   
 
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