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Autore: DantesXY    09/03/2016    0 recensioni
La storia narra delle avventure di Matt, un ragazzo di 17 anni che desidera ascendere alla carica che regola e governa il mondo fantastico di Astoria: essere uno Zodiac. Per raggiungere il suo obiettivo, però, verranno messe a dura prova le sue conoscenze e le sue capacità contro mostri, nemici potenti e personaggi oscuri che cercheranno di ostacolare lui e i suoi compagni in un'avventura ricca di mistero e dove la linea di confine fra scienza e magia è impercettibile.
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 1: L’INIZIO
Erano le 7:30 del mattino. La sveglia fece squillare la sua alta e strillante voce per la camera di Matt a pochi centimetri dal letto di quest’ultimo, immerso sotto le coperte fino alle orecchie per attutire inutilmente quel suono. Le palpebre lentamente si  alzarono e aprirono gli occhi a quella piccola camera quadrata, parzialmente illuminata dalla luce del sole che entrava dalle tapparelle dell’unica finestra che si gettava sul mondo esterno. Il ragazzo si mise a sedere sul comodo letto, stiracchiandosi e spegnendo l’odiosa sveglia che continuava imperterrita a squillare, e disse con la voce ancora persa nel sonno -Come detesto…*Yaaaawn*… dovermi svegliare così presto-.  Matt raccolse quello sprint di energia mattutino per alzarsi e muoversi attraverso la camera, arredata con alcuni mobili per i vestiti e una scrivania con un piccolo televisore, fino alla finestra per aprire le tapparelle e riempire la stanza di aria fresca e della piena luce del sole che brillava già alto nel cielo leggermente nuvoloso. -Aaaaah, che bella giornata. Mi scoccia doverla sprecare per questa presentazione. Ma se non mi presento, poi chi lo sente quello?- commentò il giovane con la testa leggermente sporta fuori dalla finestra per assaporare la brezza mattutina e primaverile fra i corti capelli castani e mirare il grande parco, circondato dai diversi edifici che costituivano l’enorme complesso e che lasciavano poco intravedere i palazzi della capitale in lontananza. Tuttavia l’ora si stava attardando. Il tempo per una doccia nel piccolo bagno antistante e per indossare gli abiti da cerimonia e la figura di Matt era già fuori lungo il corridoio del terzo piano in direzione della mensa all’ultimo piano. Il suo abbigliamento era composto da una maglia blu scuro, un paio di pantaloni neri, scarpe comode e ben lucidate e un cappotto bianco immacolato che scendeva fino alle caviglie e che riportava all’altezza del pettorale sinistro una “A” dorata finemente cucita.
Nessuno vi era nel corridoio, probabilmente perché ancora a dormire beatamente, ma ad ogni modo il ragazzo si sentì fortunato a non dover camminare con quel vestiario sgargiante sotto gli occhi di tutti i suoi colleghi. I raggi del sole illuminavano il corridoio dalle ampie vetrate che, dirimpetto alle varie porte delle camere, permettevano di mirare il panorama fino alle scogliere che si gettavano nelle acque dolci del vasto Lago Mardia.
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La struttura dell’Accademia Azmuth era  molto semplice: l’intero complesso, posto a qualche chilometro da Ars Caladon, era costituito da quattro edifici che venivano indicati dalle lettere dell’alfabeto. Mentre gli edifici A e D erano adibiti a dormitori e sale mensa per l’enorme numero di studenti iscritti, gli edifici B e D erano ricolme di aule, saloni e laboratori dove potersi dedicare allo studio e alle lezioni; tutti quelli circondavano un enorme parco dove rilassarsi e praticare lo sport, in particolare all’interno della palestra d’addestramento che si stagliava nel verde degli alberi e nel colore dei fiori che venivano coltivati e curati. Lo scopo di tutto ciò? Addestrare gli studenti per un periodo totale di 5 anni nell’utilizzo e nella scienza conosciuta dei Cristalli, oggetti magici capaci di sprigionare la forza di sette elementi: Fuoco, Acqua, Terra, Aria, Elettricità, Luce e Buio. Gli elementi e le loro combinazioni, messi a disposizione della società sotto un rigidissimo controllo, potevano garantire un sicuro lavoro nei comuni impieghi cittadini oppure all’interno delle tre cariche più prestigiose:
  • Sviluppo e Ricerca Cristalli, dipartimento scientifico il cui obiettivo era quello di carpire i segreti che ancora si celavano nella loro natura;
  • Inquisitori, associazione che costituiva il braccio armato e l’ultima risorsa nelle situazioni di pericolo;
  • Zodiac, la massima carica i cui membri, distinti in base alle 13 costellazioni dello zodiaco, erano messi a capo della gestione di tutto.
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Attraversati i corridoi del dormitorio e scese le scale verso i piani inferiori, Matt giunse nella mensa che sarebbe parsa deserta se non fosse stata per la presenza degli inservienti già pronti a servire la colazione. In lui vi era una scarsa voglia di mangiare ma si accontentò comunque di un bicchiere di latte e caffè accompagnato da un piatto recante una fetta di crostata ai lamponi. Il giovane si sedette ad un tavolo poco lontano, facendo accurata attenzione a non sporcarsi l’abito, e cominciò quasi subito a consumare il suo pasto fino al momento in cui una voce femminile gridò -MATT!!! MATT!- costringendolo a voltarsi. L’origine era una ragazza esile ma ben proporzionata, dalla carnagione leggermente scura, capelli color dell’ebano e vestita anche lei del suo stesso cappotto bianco da cerimonia. Ellen si avvicinò baldanzosa con la sua abbondante colazione ricolma di dolci verso Matt, il quale si portò leggermente oltre sulla panca per concederle spazio. -Buongiorno Ely- disse mentre squadrava la montagnetta di cibo davanti a lei -Dì un pò, non è che tutto quello zucchero ti farà male? Insomma…sembra un po’ esagerato- ma di contro ella rispose con un enorme sorriso stampato sulle labbra -Ma che dici?! Oggi è una giornata importantissima!!! Dobbiamo fare il carico di energie! Anzi, prendine pure tu un po’!!- e senza aver chiesto nulla, ecco che davanti a lui vi furono posti alla rinfusa circa tre fette di crostate e un pezzo di torta al cioccolato.
Durante questo siparietto il luogo si andava lentamente riempiendo, con i vari studenti che cominciavano a salutare e a congratularsi con loro. Ellen, nonostante fosse immersa nel suo ghiotto bottino, ringraziò tutti quanti e lo stesso fece Matt, anche se quest’ultimo era un po’ imbarazzato e desideroso in quel momento di indossare un mantello dell’invisibilità. -A proposito…- eruppe ad un certo punto la ragazza con un pezzo di crostata ancora in mano e pericolosamente puntato verso il naso di egli -…Per caso conosci gli altri cinque che hanno superato le prove insieme a noi? Quello che si è classificato al primo posto deve essere un genio!-. La voce della riuscita dell’impresa da parte di altri cinque studenti lo aveva in effetti sorpreso e incuriosito ma le sue speranze di arrivare al primo posto furono spente appunto da questo sconosciuto concorrente. Matt depose la forchetta sul piatto e rispose con tranquillità -A dir la verità, di loro ne conosco solamente due. Andrew e Fabrice sono due miei vecchi amici, i migliori della loro accademia. Non avevo dubbi che ce l’avrebbero fatta- ma in seguito il suo sguardo si oscurò per un attimo -Invece del primo in classifica ho solo voci, nulla di certo. Bhè, i nostri dubbi verran…- ma il suo parlare venne interrotto dall’arrivo di tre individui alle sue spalle che lo apostrofarono con un secco -Ehi, puledrino!!-.
Colui che lo aveva chiamato con quel nome era Johan, un tipo abbastanza alto e robusto con un taglio di capelli a spazzola che si atteggiava a “Maschio Alpha” della Struttura D e che era sempre accompagnato dai suoi due tirapiedi: Luca, dalla corporatura massiccia ma con un’intelligenza tale da chiedersi come sia riuscito a superare gli esami di ammissione, e Marcus, il più sveglio del trio ma che preferisce restare alle spalle di Johan per evitare battute circa la sua statura minuta. Matt fece finta di non aver sentito quell’odioso soprannome e continuò a restare seduto ma Ellen prese invece le sue difese mettendosi in piedi dalla panca e replicando ironicamente -Ehi, si vede che i vostri cervelli di gallina non ancora appreso la dura batosta dell’altra volta!-. Luca e Marcus fecero un passo indietro e restarono in silenzio senza togliere gli occhi di dosso da lei, colti da un leggero brivido di paura, ma Johan restò fermo immobile e continuò a parlare con quella voce che mostrava una falsa sincerità -Calma! Calma! Stavamo solamente scherzando! Eravamo solamente venuti qui per congratularci con te per aver superato le prove, in particolare con Matt. Sappiamo tutti quanto lui ci tenga a questo. Vero, ragazzi?- con gli altri due che annuivano tranquillamente con la testa. -Grazie, Johan. Se questo è tutto, puoi anche andare- rispose Matt dalla sua postazione, che nel mentre di tutto ciò aveva già cominciato a mandar giù bocconi di torta e crostata offerte precedentemente da Ellen. I tre si allontanarono dopo una smorfia ma sulla strada Johan pronunciò con tono basso ma abbastanza udibile dai due -Si vede che è talmente intenzionato ad entrare negli Zodiac da non farsi scrupoli a passare sopra il suo malconcio paparino!- per concludere con una forte risata. Dopo quelle frasi il ragazzo si elevò con talmente forza e velocità dalla panca che quest’ultima cadde con un tonfo per terra, attirando lo sguardo degli altri studenti che stavano beatamente facendo colazione e discutendo allegramente per i fatti loro; i pugni erano serrati e lo sguardo infuocato puntato sui tre che si erano fermati ad assistere bellamente a quella reazione tanto desiderata. Con la sua voce ricolma di una calma surreale, egli si rivolse alla sua amica -Ely…Mi dici che ore sono?- . Ellen, che intanto lo aveva preso per un braccio per cercare di frenarlo dall’attaccarlo in quel preciso istante, rispose preoccupata -Sono le otto e quindici. Ma ti prego, lascia stare! Lo stanno facendo apposta!-. A parte quella prima informazione, le sue parole erano arrivate vuote all’udito di Matt che, forse rispondendo a sé o alla ragazza, disse sommessamente -Ho quindici minuti di tempo prima dell’inizio della cerimonia. Più che sufficienti per impartire loro una bella lezione- per poi replicare ai tre -Andiamo nella Sala della Cristallizzazione-.
Passare dall’Edificio D all’Edificio B non richiedeva un tragitto molto lungo: una estesa rete di corridoi che costituivano le arterie dell’istituto consentiva di raggiungere qualsiasi destinazione in tempi più o meno brevi. Nel tre minuti che ci vollero per passare dalla mensa alla Sala della Cristallizzazione Matt rimase in silenzio mentre seguiva insieme alla figura di Ellen le schiene dei tre avversari a circa un metro di distanza. Le sue orecchie erano riempite non soltanto dall’eco dei loro passi mossi velocemente per accorciare i tempi ma anche dalle parole della sua amica che cercava di convincerlo a mollare -Ma lasciali perdere! Lo sai che sono una massa di imbecilli…e anche tu che gli vai dietro! E poi hai la presentazione…se rimani coinvolto in uno scontro, in quali condizioni pensi di arrivare lì?! Me lo spieghi?!- senza ottenere alcun risultato. La risposta a quelle numerose esortazioni di rinuncia arrivò a lei nel momento in cui l’enorme portone grigio che conduceva all’interno della stanza si presentò davanti ai loro occhi -Ely, tu sei una buona amica e hai ragione. Ma non permetterò a questi idioti di parlar male dell’uomo che mi ha cresciuto. E poi non è cambiato niente dall’ultima volta in cui ci siamo scontrati- finito di dire ciò, Matt si tolse il cappotto bianco e lo affidò alla sua amica nell’esatto momento in cui la porta venne schiusa per consentire il loro passaggio verso l’interno.
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La Sala della Cristallizzazione si presentava come un gigantesco salone alto dieci metri e largo trenta, con tutte le pareti ricoperte da mattonelle quadrate di un bianco perlaceo. Secondo la storia dell’Accademia Azmuth, la cui fondazione risale ai primi anni dell’ascesa oscura di Milok, quella fu la prima stanza ad essere stata creata grazie ai poteri congiunti degli Zodiac di quel tempo al solo scopo di addestrare i cadetti nello sviluppo dei poteri legati ai cristalli. Le peculiarità di quella consistevano nella sua indistruttibilità e nel completo isolamento dall’ambiente esterno, tale che neanche un’esplosione di immane proporzione sarebbe stata capace di distruggerla o anche solo farsi udire da chi si trovava fuori. Essa continuava ad essere utilizzata per il suo scopo ma all’interno della stanza venne aggiunto un piedistallo con una pietra Omphalos, una delle mistiche pietre perdute di Ars Caladon capaci di riconoscere l’allineamento di una persona per uno o più elementi in base alla sua prestazione fisica, al suo carattere o al suo patrimonio genetico. Bastava semplicemente porre una mano sulla sfera perché quella si illuminasse e indicasse l’elemento prescelto che sarebbe stato trapiantato nel palmo della mano. Molti possono mantenere soltanto un cristallo, alimentato dalle energie psico-fisiche dell’individuo, ma alcuni si sono dimostrati capaci di maneggiare due cristalli senza il minimo sforzo e di creare nuovi e potenti elementi dalla loro unione. Quel luogo così spoglio sarebbe stato il loro campo di battaglia, perfetto per impedire a qualcuno di venire a conoscenza della loro contesa.
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Ellen, Luca e Marcus si allontanarono per lasciare abbastanza campo a Matt e Johan, con questi ultimi posti l’uno davanti all’altro con sguardi inferociti e pronti per lo scontro. -Allora Matt…- esordì dopo poco il bullo -Sei pronto per una bella batosta? Ho imparato dagli errori dei nostri primi scontri…e questa volta non ne uscirai illeso- accompagnando queste parole di carattere oscuro con una luce vermiglia che brillava nella mano destra e una arancione nella mano sinistra, entrambi chiusi a pugno. L’unica risposta che ottenne allora dal ragazzo fu la comparsa anche nelle sue mani due bagliori di colori decisamente diversi dalle sue: una gialla ambrata nella mano destra e una nera nella mano sinistra; il corpo che prima era teso come le corde di un violino si rilassò e lasciò che tali parole uscissero dalle sue labbra -Scemo come sei dubito che tu abbia imparato qualcosa. Oggi voglio essere clemente: ti concederò tre minuti…poi ti spezzerò-. E fu così che lo scontro ebbe inizio.
Johan scattò in avanti verso il suo avversario con il braccio sinistro tirato all’indietro nel tentativo di caricare quello che era un pugno ricoperto da uno spesso strato di roccia e dalle dimensioni quadruplicate, in seguito spinto in avanti in direzione della sua faccia. Per Matt fu semplice schivare quell’attacco frontale grazie a un minimo di forza nelle gambe e al conseguente spostamento laterale che lo portò a qualche passo dal suo assalitore. Quest’ultimo, forse conscio di quella manovra difensiva, utilizzò lo sprint della carica per ruotare su sé stesso verso destra e portare la medesima mano rossa vermiglia verso il suo bersaglio in modo da scagliargli contro un potente getto di fuoco. Quella mossa lo colse alla sprovvista ma fortunatamente il colpo prese di striscio solo il suo braccio sinistro per via della mancanza di sincronia e lo sbilanciamento generato dalla rotazione, andando a bruciare la manica della sua maglia e procurandogli una leggera scottatura. Il dolore non era troppo fastidioso, ma comunque non erano passati nemmeno trenta secondi e già si era fatto rovinare il vestito. Johan rise soddisfatto -Allora che ne dici?! Ti è piaciuto il mio scherzetto, puledrino?! Ahahahahah- e ciò non fece altro che scatenare una rabbia silenziosa nell’animo di Matt che si limitò a tenere il braccio e controllare eventuali danni. Con l’adrenalina in corpo il ragazzo disse con fare più serio e deciso -Smettila di vantarti. Ti ho sottovalutato, lo ammetto, ma non mi rimangerò la mia promessa. Fatti avanti, testa di cavolo!-. Nei momenti successivi lo scontrò proseguì in maniera abbastanza tranquilla: Johan attaccava con i suoi colpi di roccia e con le sue fiammate ma Matt riusciva a schivare tranquillamente, mantenendo comunque una certa guardia contro possibili azioni improvvisate.
I tre minuti stavano per scadere e Il difensore impassibile cominciava a scaldarsi e a caricare i cristalli per una controffensiva mentre l’attaccante manifestava stanchezza e riflessi molto rallentati; il sudore cominciava già a colargli dalla fronte e i bagliori nei suoi palmi erano quasi affievoliti del tutto, quando prima brillavano della stessa luce con cui il sole colpisce gemme preziose. Ad un certo punto Johan esclamò -Tu e il tuo stupido orgoglio…AVANTI! FORZA!! COMBATTI!!!- mentre vedeva Matt riscaldarsi, incurante della rabbia e della frustrazione crescente del suo avversario. Ellen, conscia della strategia dell’amico di stancare Johan per via della sua natura bruta e iraconda, commentò fra sé -Sapevo che ce l’avrebbe fatta. Ora non gli rimane altro che dargli un colpo ben assestato- ma ciò che attirò la sua attenzione fu il fatto che Luca e Marcus non erano minimamente preoccupati per le sorti del loro capo. Questo perché aveva ancora un asso nella manica che Matt non aveva ancora considerato ed era l’unica cosa che gli avrebbe concesso di vincere a costo di tutte le sue energie. Johan appoggiò il palmo sinistro al suolo e caricò il palmo destro indietro, accumulando l’energia del suo cristallo per creare una sfera di fuoco grande quanto un pallone da calcio. L’energia del cristallo della Terra invece venne scaricato nel pavimento e convogliato sotto i piedi del nemico, portando il terreno a innalzarsi verso terra per circa 3 metri sotto forma di una piccola collinetta fatta di roccia e dei detriti delle mattonele completamente distrutte. La sicurezza di Matt cominciò a scemare nel momento in cui si ritrovò a quell’altezza. Chiamò con forza il nome dell’amica -ELLEN!! ELLEN!!- ma quest’ultima venne trattenuta dai due tirapiedi che le impedirono di andare in suo soccorso.  Il battito cardiaco cominciò ad aumentare sempre di più come un tamburo assordante e l’idea di lanciarsi di sotto era l’unica soluzione possibile ma il tempo di raccogliere tutto il coraggio per vincere la paura dell’altezza che la potente sfera di fuoco venne scagliata non verso di lui ma verso la collinetta appena eretta. Vi fu una forte esplosione che costrinse tutti a gettarsi a terra, con pezzi di roccia che vennero scagliati in tutte le direzioni come proiettili e il povero malcapitato che venne investito dalla deflagrazione e lasciato cadere al suolo con un forte tonfo. Nonostante la caduta da tre metri e l’esplosione, Matt era ancora conscio di quello che era successo e preferiva fosse stato il contrario: le orecchie fischiavano, il respiro era difficoltoso, il corpo era pervaso da una terribile scossa di dolori, nel particolare nella spalla destra dove vi era conficcata una scheggia di pietra, la testa soffriva di una forte emicrania e la bocca sapeva di metallo. Sentì ad un certo punto il tocco di Ellen che cercava di capire i punti messi peggio e, una volta passato il fischio, lo stanco vaneggiamento di Johan -Ahahahahah! Ve l’avevo detto che sarei stato in grado di batterlo questa volta!- nonostante i continui rimproveri della ragazza -Hai usato un colpo pericoloso!! E se fosse morto, dove ci sarebbe stata la vittoria?! Bastardo!! MATT!! Mi senti?!-. Tuttavia, anche se il corpo era piegato dal dolore, i bagliori presenti nelle mani di Matt continuavano a brillare di una luce ancor più potente e un sussurro si elevò  dal ragazzo disteso per terra -I tre minuti sono scaduti…ora tocca a me…- spostando la mano sinistra verso il pavimento in cui era riverso e generando una chiazza oscura e evanescente che iniziò a inghiottire il suo corpo. Ellen si discostò per lo spavento, non avendo mai visto quel potere all’opera, mentre la chiazza oscura cominciò a muoversi velocemente da una parte all’altra della stanza attirando lo sguardo di tutti i presenti. Il ferito sentiva il suo corpo leggero come una piuma, inebriato da una strana sensazione di sicurezza generata dalla possibilità di muoversi ovunque egli desiderasse, ma sentiva che le sue poche energie venivano lentamente prosciugate ad ogni secondo. Doveva fare in fretta. La macchia nera scomparve dalla vista per un breve secondo, muovendosi con furtività alle spalle di un intimorito Johan che non si accorse che la figura piegata di Matt era comparsa alle sue spalle. Entrambe le mani vennero portate di scatto all’altezza delle tempie del malcapitato che, dopo la manifestazione di qualche scintilla bluastra e di un leggero crepitio, furono percorse da una potente scarica elettrica che lo fece urlare e piegare dal dolore al suolo. La rabbia e il dolore vennero tramutati in continui pugni e calci carichi di elettricità che non risparmiarono nessuna parte del corpo: arti, addome, torace e svariate volte verso la testa. Per dieci volte quello fu costretto a urlare dal dolore e a implorare di fermarsi. Ellen rimaneva impietrita e sconvolta e Luca e Marcus non osavano avvicinarsi per la paura di venire coinvolti da qualche altra scossa.
Dopo due minuti che sembravano essere durati un’eternità, Johan era percorso da scintille elettriche e produceva continui spasmi sotto lo sguardo di Matt che lo sovrastava, con il pugno destro percorso da continue scariche elettriche che lasciavano presagire solamente il peggio per il povero individuo. -Osa ancora prenderti gioco di me, di mio padre, dei miei amici o di qualsiasi persona a me cara…- enunciò prima di recuperare un po’ di fiato fra il dolore e la stanchezza -...E giuro che ti andrà molto peggio di così. Ricordati di questo…quando riprenderai i sensi…- scagliando il suo colpo di grazia al volto e scatenando un’ennesima scarica elettrica che lo spedì infine al mondo dei sogni. Le iridi grigie si spostarono verso gli altri due studenti che ancora rimasero immobili per lo spavento e il timore e le labbra di Matt si schiusero con queste gelide parole -Questo scontro non è mai avvenuto- per poi dirigersi appoggiato a Ellen oltre il portone per raggiungere l’Infermeria poco distante.
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L’infermeria si trovava sullo stesso corridoio dato che molti degli incidenti avvenivano proprio all’interno della sala fra un allenamento e l’altro. Matt decise di sedersi su uno dei comodi lettini aiutata da Ellen che, grazie alle sue conoscenze in Filtri e Cure Mediche, poteva averne accesso e curare coloro che potevano averne bisogno. Estrasse una fiaschetta di liquido incolore che riportava sull’etichetta “Rinvigorentia” e alcune tipologie di erbe e estratti medicinali: Estratto di Athilax contro le ustioni, Erba Ciprio e Erba Lina per favorire la cicatrizzazione, Estratto di Ox per eventuali lesioni dell’apparato scheletrico e infine Erba Linfa per donare un sensazione antidolorifica. Mischiato il tutto nelle giuste quantità alla Rinvigorentia, capace di donare nuovo vigore al corpo e alla mente, la ragazza ottenne un liquido color vermiglio che venne versato in un bicchiere. Ella si portò davanti al giovane seduto che incrociò il suo sguardo severo e triste al tempo stesso, senza dire una parola e senza tra l’altro il coraggio di dire nulla. -Ascolta…- cominciò Matt ad un certo punto ma subito venne bloccato da un sonoro e violento schiaffo che gli venne scagliato sulla guancia sinistra, accentuando ancora di più il mal di capo. Quando la sua testa ritornò nella posizione originale, i suoi occhi videro lacrime scendere dagli occhi di lei e bagnare le sue guance senza che vi fosse singhiozzo o qualsiasi segno che potesse indicare un eventuale pianto; rimase in silenzio con la pozione in mano a fissarlo per un minuto intero, minuto che sembrava essere un’ora, ma poi trasse un profondo respiro e disse ferma -Promettimi che farai più attenzione…e che non farai mai più una cosa così stupida-. Il ragazzo avrebbe voluto ribattere e cercare di spiegarsi ma, sentendo in cuor suo quanto sia stato imprudente lanciarsi in quello scontro e quanto fosse futile quella battaglia, si limitò a un semplice -Lo prometto…Perdonami- avendo ormai perso quella magnifica sensazione di vittoria. Dopo quelle parole, si accinse a bere la medicina preparatogli con tanta pazienza e cuore da Ellen.
La sostanza aveva un sapore aspro e al contempo dissetante e sviluppò nell’organismo una sensazione di gradevole e caldo tepore grazie alle nuove energie che cominciarono a ridonare forza e vigore al corpo, nel mentre occupato a produrre nuove cellule per riparare le ustioni e le ferite ricevute nello scontro. Il giovane si mise in piedi dal lettino e iniziò a pulirsi della sporcizia accumulata sul volto e sulle mani sotto lo sguardo della ragazza che lo riprese nuovamente -Hai bisogno di una bella dormita. Se sforzi le ferite, finirai per riaprirle- ricevendo un semplice quanto infantile -Va bene-. Mancavano tre minuti all’inizio della presentazione e Matt, per ovviare al problema degli abiti, decise di indossare da sopra il cappotto bianco immacolato e di chiuderlo per tutta la sua lunghezza in modo da mantenere per quanto possibile nascosti i segni della battaglia sui suoi vestiti. In seguito, insieme a Ellen, si diresse di corsa attraverso il cortile centrale in modo da raggiungere la presentazione in tempo.
In mezzo all’enorme parco era stato costruito un palco, ricoperto di stendardi e drappeggi che riportavano una enorme “Z” dorata e il simbolo arcaico di una freccia nera che stagliava sotto la lettera, e davanti ad esso erano stati disposti le sedie per far sedere studenti e docenti delle quattro accademie: Accademia Azmuth dell’Isola Principale; Accademia Shellit di Enas, Primo Satellite; Accademia Ulika di Dyo, Secondo Satellite; Accademia Xiphia di Tria, Terzo Satellite. Ellen e Matt arrivarono giusto in tempo perché il presentatore chiamasse i loro nomi, preceduti da quelli degli altri cinque contendenti per il posto di Sagiptarius, il nono degli Zodiac. Nessuno si accorse di quello che era successo un quarto d’ora prima e la cerimonia si svolse in maniera abbastanza tranquilla anche se abbastanza strana per via della presenza di troupe televisive e di una specie di presentatore che si occupò di presentare i sette ragazzi nell’ordine in cui avevano superato le prove:
  • Alex Callimola, 18 Anni, Accademia Ulika, Punteggio Totale: 100/100
  • Matt Douma, 17 Anni, Accademia Azmuth, Punteggio Totale: 99/100
  • Ellen Triamo, 17 Anni, Accademia Azmuth, Punteggio Totale: 98/100
  • Fabrice Melendez, 18 Anni, Accademia Shellit, Punteggio Totale: 98/100
  • Daniela Cortis, 17 Anni, Accademia Xiphia, Punteggio Totale: 95/100
  • Andrew Fryals, 18 Anni, Accademia Shellit, Punteggio Totale: 93/100
  • Elisa White, 17 Anni, Accademia Xiphia, Punteggio Totale: 90/100
Nessuno di concorrenti ebbe la possibilità di parlare con gli altri candidati ma il gruppo si sarebbe incontrato quella sera per una cena esclusiva in quello che venne definito come “Il Meeting dei Sette”.
   
 
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