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Autore: Manu75    09/03/2016    3 recensioni
"…e tu, femmina dai capelli chiari e dagli occhi freddi e algidi, nel tuo orgoglio soccomberai…prigioniera in una cella di ghiaccio, né calore, né gioia, né amore…tutti voi sarete condannati…io vi maledico! Black, da questa sera, vorrà dire disgrazia e sofferenza e prigionia…e morte! Così è stato detto, che così accada!"
Quando il dovere e l'orgoglio ti spingono contro il tuo cuore, quando una maledizione incombe con tutto il suo potere, quando i sentimenti infuriano nel petto senza poterli placare, il destino sembra solo una gelida trappola. Narcissa Black lo sa bene.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Evan Rosier, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Severus Piton, Sorelle Black | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa, Rodolphus/Bellatrix, Severus/Narcissa, Ted/Andromeda
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Più contesti
Capitoli:
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Grazie, come sempre, a chi legge questa storie e, in particolar modo a: LostHope 92 e Occhioni_Azzurri per aver recensito ^_^ (grazie ragazze!) I prossimi capitoli potrebbero subire dei ritardi perché l'influenza incombe sulla mia famiglia (me compresa)...nel caso chiedo scusa! A presto (spero...)!

Un gelido destino

 

Quarantesimo capitolo

 

(Doveri imprescindibili- ultima parte)

 

 

Regulus non si era mai sentito a proprio agio con suo zio e, del resto, Cygnus aveva sempre dimostrato di preferirgli suo fratello maggiore, Sirius. C’era stato un tempo in cui i continui rimbrotti del fratello di sua madre avevano ferito il ragazzo, ma ora non era più così.
Molte cose erano cambiate in quegli ultimi anni, per prima cosa, Andromeda, la cugina maggiore di Regulus, se n’era andata e aveva sposato un babbano. Quell’avvenimento aveva provocato un terremoto in seno alla famiglia Black, da quel momento Cygnus aveva imposto che il nome di sua figlia non fosse mai più pronunciato, specie in sua presenza. Le occasioni per riunire la famiglia erano divenute sempre più rare e i bei tempi dei giochi e della spensieratezza erano svaniti per sempre.
Regulus aveva compreso che il gesto di sua cugina aveva procurato molto dolore a suo zio e anche a Narcissa, si era reso conto che, andandosene, Andromeda aveva portato via con sé tutto il calore e la serenità della sua famiglia.
La seconda cosa che era accaduta riguardava Sirius, il quale aveva cominciato con il ribellarsi sempre più apertamente alla famiglia. Il suo ingresso ad Hogwarts e il conseguente smistamento nella casa di Godric Grifondoro invece che in quella di Salazar Serpeverde, il suo stringere amicizie con maghi notoriamente traditori del sangue puro, con mezzosangue o persino con sanguesporco avevano causato a Walburga un enorme dolore e a Cygnus la perdita dell’unico erede che ritenesse degno del cognome Black.
Da quel momento, Regulus era divenuto quello su cui puntare, il probabile erede, colui che avrebbe portato avanti il cognome dei Black onorandone le origini nobili e il sangue incontaminato di mago.
Il ragazzo, che adesso aveva undici anni e stava per fare il suo ingresso ad Hogwarts, non si faceva illusioni sul repentino cambiamento di suo zio nei suoi confronti, non che Cygnus lo trattasse con particolare affetto ma, almeno, aveva smesso di maltrattarlo e gli si rivolgeva con fredda cortesia. Un bel progresso agli occhi di Regulus.
Per quanto lo riguardava quell’uomo contava per un solo motivo: era il padre di Narcissa.
Adesso zio e nipote si trovavano nello studio di Cygnus, seduti l’uno di fronte all’altro, in un atmosfera tranquilla ma priva di qual si voglia slancio affettuoso.
- Tua madre mi ha chiesto di farti le raccomandazioni di rito prima della tua partenza- gli disse Cygnus, che sembrava poco interessato alla cosa ma che era sufficientemente legato a sua sorella per esaudire questo suo desiderio.
- Ti ringrazio zio- disse Regulus, compìto - sarò lieto di ricevere ogni tipo di consiglio, tuttavia voglio tranquillizzare te così come ho fatto con mia madre- aggiunse in tono deciso - Io sarò smistato a Serpeverde, su questo non c’è alcun dubbio, perché l’onore della mia famiglia e l’orgoglio di essere un purosangue sono le cose che più contano per me- concluse, garbato e ossequioso, ma determinato.
Cygnus inarcò un sopracciglio.
La sua giornata avrebbe dovuto svolgersi diversamente, dopo aver rimesso al proprio posto Bellatrix avrebbe dovuto sbrigare degli affari importanti al Ministero e a Notturn Alley. Invece, sua sorella gli aveva spedito una lettera via Gufo in cui gli chiedeva di ricevere il suo figlio minore e indottrinarlo circa i suoi doveri e le sue responsabilità una volta giunto ad Hogwarts.
Gli era sembrato un compito piuttosto ingrato, Regulus non suscitava in lui un particolare attaccamento ma, sapendo quanto sua sorella fosse provata dal comportamento di Sirius, aveva accettato.
Anche perché, la parte finale della lettera lo aveva spiazzato e lo aveva spinto ad accollarsi quell’impegno.
- Mi fa piacere che tu abbia chiari i tuoi obiettivi- approvò senza alcun calore - sono certo che la famiglia Black potrà contare anche sul tuo apporto per  mantenere vivo il nostro orgoglio e il buon nome della casata-
Regulus si accorse di provare una certa stizza nei confronti di suo zio che, evidentemente, non lo prendeva sufficientemente sul serio.
- In realtà- proseguì il ragazzino - sono qui anche per un altro motivo-
Cygnus si irrigidì leggermente, sapeva dove Regulus volesse andare a parare ma non gradiva affatto la cosa.
- Ti ascolto- gli disse, comunque.
- So che la mamma te ne ha già parlato - proseguì Regulus -ma voglio essere io a dirtelo. Tutto ciò di cui abbiamo appena parlato: l’orgoglio della famiglia, il rispetto del sangue puro e tutto quello che riguarda la nobiltà del blasone della famiglia Black, intendo non solo mantenerlo ma lottare per essi. Desidero poter dimostrare la mia lealtà all’Oscuro Signore e dedicarmi alla sua giusta lotta-
Cygnus lo fissò, torvo.
- Sei poco più di un bambino - gli disse freddamente - non hai ancora iniziato la tua istruzione magica, non puoi fare magie al di fuori della Scuola di Hogwarts...come pensi che io possa introdurti al Signore Oscuro?- adesso la voce aveva un tono sarcastico ed incredulo insieme.
Regulus si sforzò di non arrossire e di non lasciarsi schiacciare così facilmente.
- Infatti non pretendo che accada adesso- disse lentamente, come parlando ad una persona dura d’orecchi e di comprendonio.
Cygnus si accigliò e un lampo di antipatia attraversò il suo sguardo.
- Io andrò ad Hogwarts, diverrò un Serpeverde, otterrò voti perfetti e affinerò ogni singola arte magica e solo allora, non appena mi sentirò pronto, ti chiederò di aiutarmi a tenere alto il nome dei Black!- concluse il ragazzo cercando di apparire fermo e deciso.
- Se sei convinto che questa sia la tua strada - gli disse Cygnus con un tono duro e definitivo - allora non hai bisogno di me, troverai il tempo e il modo più consoni per  raggiungere il tuo obiettivo. Buona fortuna!-
Il suo era un congedo e non ammetteva repliche.
Regulus ingoiò la delusione e la frustrazione.
Stava facendo di tutto per trovare dentro di sé la forza, il coraggio e la determinazione ma tutti continuavano a trattarlo come un bambino, persino Cissy.
“Devo crescere!” si disse, colmo di rabbia “devo diventare potente!Devo!”
- Bene zio, non mi aspettavo nulla di diverso da te, lo avevo detto alla mamma che era inutile ma lei ha voluto lo stesso provare- disse amaramente, alzandosi - saprò farti ricredere, riuscirò a fare qualcosa che nessun altro ha fatto, otterrò quello che voglio e me la caverò da solo.Ti stupirò, così come ti ha stupito Sirius - il volto di Cygnus si fece di pietra - ma, a differenza sua, io non ti deluderò e, a quel punto, ti chiederò l’unica cosa che mi interessa ricevere da te…-
Chinò il capo in segno di saluto e uscì dalla stanza.

 

Una volta fuori respirò a fondo, combattendo contro il tremito interiore e il desiderio di correre da Narcissa e trarre da lei il calore e l’affetto di cui sentiva profondamente il bisogno.
“Non posso” si rammaricò “non è così che si comporta un uomo adulto e forte…”
Fece un passo e quasi si scontrò con Lucius, che stava arrivando.
- Oh…- mormorò Regulus e sollevò lo sguardo sul suo rivale, colui che minacciava di togliergli la cosa più importante che avesse al mondo.
L’altro lo fissò gelido, con i suoi occhi chiarissimi che non mostravano emozione.
“Cosa mai avrà in comune quest’uomo freddo e odioso con la creatura più dolce della Terra?” si chiese Regulus, infastidito.
Sfoderò un bel sorriso che sembrò spiazzare Malfoy.
- Spero che tu e Narcissa abbiate chiarito!- gli disse, gentilmente - ci vediamo!- e fece per superarlo.
- Siete cugini di primo grado…- gli disse Lucius, con la sua voce insopportabilmente snob e strascicata, mettendo le mani in tasca e arricciando le labbra.
Regulus sussultò leggermente ma si voltò con l’espressione stupita più innocente del mondo.
- Certo! Suo padre e mia madre sono fratello e sorella!-
La bocca dell’altro ragazzo si storse in un sorriso sarcastico.
- Sangue puro, non sangue incestuoso…- lo redarguì Lucius, quasi cordialmente - ad Hogwarts troverai decine di bambine purosangue con cui giocare!- e gli sbatté la porta in faccia, lasciando Regulus pieno di rabbia e frustrazione.


- Oggi mi sento come un impiegato della Gringott- il sorriso di Cygnus era finalmente disteso e l’espressione degli occhi cordiale, senza finzione alcuna.
Era amico di Abraxas Malfoy dai tempi di Hogwarts, avevano condiviso molte cose e molte idee.
Gli aveva invidiato il suo matrimonio felice con una donna non solo bella ma forte e retta come una spada e, sopra ogni cosa, gli aveva invidiato la nascita di un figlio maschio, specie dopo che a lui erano nate solo figlie femmine.
Lucius aveva tutta la sua incondizionata stima e assoluta  ammirazione, era un giovane uomo dal grande talento per gli affari, era determinato e, nonostante la giovane età, era il braccio destro dell’Oscuro Signore.
In cuor suo, Cygnus sperava ardentemente che lui e Narcissa si sposassero e avessero un figlio maschio perché, ne era certo, da quell’unione avrebbe potuto nascere l’unico erede degno dei Black.
- Mi ha sorpreso molto la tua richiesta di incontrarci, so che sei molto impegnato…- tra i due uomini passò una corrente di complicità.
Lucius prese tempo, osservando il volto di Cygnus.
- Ciò che devo dirti non ti piacerà- gli disse poi, parlando con voce chiara.
Cygnus chiuse un attimo gli occhi, con un sorriso rassegnato sul volto.
- Non ricordo più da quanto tempo non ricevo una buona notizia…-
Lucius sorrise a propria volta, sospirando lievemente. Poté sentire nelle narici il profumo delicato che Narcissa gli aveva lasciato addosso.
- Voglio rompere il fidanzamento- disse lentamente, osservando il volto di Cygnus che non mostrò alcuna sorpresa o emozione.
- Posso chiederti perché? - gli chiese l’uomo - Narcissa ha fatto qualcosa che non doveva?- il tono diceva chiaramente che una simile ipotesi era quanto meno incredibile.
- Assolutamente no - lo rassicurò Lucius - lei è...perfetta. Sono io che, in questo momento, ho bisogno di avere la mente libera-
Di nuovo tra i due uomini ci fu un lampo di profonda comprensione.
- Cosa ha detto l’Oscuro Signore?- gli chiese allora Cygnus.
- Non lo sa - Lucius fece un sorrisetto strano, quasi a scusarsi - metto la mia vita nelle tue mani perché, se e quando glielo dirò, non gli dirò certo che ho bisogno di restare lucido...sarebbe come invitarlo a non fidarsi di me e, tu lo sai, ciò non sarebbe una mossa saggia-
Cygnus convenne con un semplice movimento della testa.
- La tua vita è solo nelle tue mani figliolo, per quanto mi riguarda mi atterrò a qualsiasi motivazione vorrai addurre e, del resto, tu hai nelle tue mani la vita delle mie figlie...tutte loro…- aggiunse, fissando Lucius negli occhi.
- Certo, non lo dimentico…- il ragazzo non sorrideva più, fece per alzarsi ma Cygnus lo bloccò con un gesto.
- Narcissa cosa ha detto?-
Questa volta Lucius sorrise apertamente, un sorriso amaro - Non lo sa ancora e, del resto, questo fidanzamento non è stato mai ufficializzato...di nuovo mi metto nelle tue mani!-
Cygnus scosse la testa, leggermente esasperato.
- In realtà La Gazzetta del Profeta ha parlato molto di voi due, per lei potrebbe essere un duro colpo…-
- Molto presto i giornali avranno ben altri argomenti di cui trattare!- disse Lucius, con voce dura e metallica.
Cygnus assentì con un leggero movimento della testa -Mi lasci una brutta incombenza, davvero ingrata! E cosa credi che farà?-
Lucius alzò un sopracciglio.
- Narcissa? Aspetterà!-
I due uomini si congedarono senza aggiungere altro.

 

La casa dei Lestrange si trovava a metà strada tra Londra e Brighton, ben occultata ai babbani ma sufficientemente avulsa anche dai vari siti magici inglesi.
Bellatrix osservò la casa, una volta sciolti gli incantesimi che la tenevano al riparo da sguardi indiscreti, e provò il consueto brivido di repulsione.
“Si possono detestare un mucchio di mattoni? Odiarli al punto da sentire le viscere contorcersi e gli occhi sanguinare al solo guardarli?” si chiese la giovane donna, stringendo i pugni in modo spasmodico.
“ Si, si può...eppure mai odiare quanto odio coloro che vi dimorano!” si rispose sapendo che, una volta varcata quella soglia, si sarebbe ritrovata davanti le persone che avevano giocato pesantemente con il suo futuro.
Quello che suo padre le aveva rivelato solo poche ore prima le agitava dentro una furia incontrollabile.
Si avvicinò lentamente alla porta e l’aprì, ritrovandosi nel vestibolo fiocamente illuminato.
Si tolse il mantello e l’appese, nessuno le venne incontro ma vide un filo di luce filtrare al di sotto delle doppia porta che si trovava alla sua sinistra, vicino alla grande scalinata che dominava l’ingresso e conduceva al primo piano della casa.
“Bene, la mia famiglia dev’essere riunita in salotto!” pensò, dilatando le narici per la rabbia ed il disgusto.
Raddrizzò le spalle e, una volta giunta davanti alla porta, la spinse con forza, senza bussare  e senza delicatezza alcuna.
Il rumore della porta che si spalancava fece sussultare le quattro persone che si trovavano all’interno: il Signor e la Signora Lestrange, Rodolphus e una pallida cameriera dai capelli color stoppa e lo sguardo vacuo.
I Lestrange non volevano elfi domestici al loro servizio e preferivano del personale umano, generalmente selezionato da famiglie purosangue minori e cadute in disgrazia, possibilmente straniere e con difficoltà nell’esprimersi e nel comprendere la lingua inglese, tranne che per gli ordini di natura pratica che necessitavano per svolgere il loro lavoro.
Al momento il personale di servizio era composto da tre persone che erano anche un nucleo familiare: Klemen, il padre, che svolgeva mansione di maggiordomo e uomo tutto fare, Cilka, la madre, che cucinava e fungeva da cameriera personale della Signora Lestrange e Zvonimira, la figlia, che il Signor Lestrange aveva ribattezzato “Mira”, stressatissimo da quei nomi stranieri così difficili, e che svolgeva mille piccole mansioni e, all’occorrenza e piuttosto terrorizzata, faceva da cameriera personale a Bella.
Il suo ingresso non parve rendere nessuno particolarmente felice: Ysaline Lestrange strinse le labbra con disappunto, Rodolphus Senior si sistemò gli occhiali sul naso con aria fintamente rilassata, Mira impallidì ancora di più e si mise in un angolo, come se si aspettasse una punizione, e Rodolphus si accartocciò letteralmente sotto lo sguardo fulminante di sua moglie.
“Che gruppo di inutili lombrichi!” pensò Bella, sentendo la nausea travolgerla.
- Sei rientrata, mia cara…- le si rivolse freddamente, con il suo caldo accento francese, Ysaline che, tra tutti, era quella con il carattere più forte e determinato.
- Mira, lasciaci…- ordinò seccamente Bellatrix - vai a prepararmi un bagno caldo e molto profumato, ho bisogno di togliermi di dosso l’olezzo che sento...anche se, forse, non sono io ad emanarlo…-
Mira scappò dalla stanza e si chiuse la porta alle spalle.
Il silenzio cadde sulla stanza e la prima a romperlo fu nuovamente Ysaline.
- Mi sembri turbata, c’è qualcosa che non va?-
Bellatrix strinse gli occhi e si avvicinò a suo marito.
- Tesoro, non mi accogli come si deve?- gli chiese, artigliandogli una spalla - non ti alzi nemmeno per salutare la tua mogliettina?-
Rodolphus prese a sudare e la guardò con profonda inquietudine.
Bellatrix scoppiò a ridere, gettando indietro la testa.
- Che bel campione! Come sono fortunata!- lasciò la spalla di suo marito come se si fosse scottata - trovo sconfortante che il mio destino sia legato indissolubilmente a tutti voi...mio padre mi ha svelato il bel segreto celato nella nostra unione, possiamo fare a meno di fingere, ormai!-
Rodolphus borbottò qualcosa che poteva suonare come ‘smettila tu…’, Il Signor Lestrange si schiarì la voce, osservando sua nuora con una sorta di cautela -  Il contratto serve a tutelare tutti noi, te compresa- le disse, cercando di apparire conciliante.
- Non vedo alcun profitto per me, se non quello di guadagnarmi uno schiavo sobrio, da quello che ho capito, quindi evitiamo inutili ipocrisie!- Bella fissò il suo sguardo in quello freddo di Ysaline - L’unico che trae dei reali benefici è Rodolphus che, disintossicandosi, dirà addio alla prospettiva di una morte orribile, evitando di farsi esplodere il fegato e, cosa principale, potrà finalmente giacere con me, dopo averci provato per settimane con un’insospettabile energia!-
Il Signor Lestrange parve enormemente imbarazzato e la Signora Lestrange serrò le labbra con forza, ricambiando lo sguardo di Bellatrix con enorme disprezzo.
Ysaline era una delle poche streghe straniere mai ammesse al ‘United Kingdom Council of Pureblood Witches’, lei e Solange  Araujo, strega portoghese che Bella aveva avuto modo di conoscere la notte in cui Aloise aveva maledetto lei e Cissy, erano al momento le uniche non britanniche presenti.
Avevano avuto l’accesso per le loro nobili origini, il sangue puro e il matrimonio con un mago purosangue inglese ma, sopra ogni cosa, avevano potuto accedervi grazie alla profonda amicizia con Aloise Alderman.
Ysaline non aveva potuto presenziare alla festa in maschera tenutasi cinque anni prima, il giorno della Vigilia di Natale, a Malfoy Manor ma Solange le aveva riferito tutto quanto era accaduto tra Bella ed Aloise. Le aveva raccontato tutto dell’imbarazzante episodio dove la protagonista assoluta era stata la preziosa ed antica collana appartenuta alla Signora Alderman, che la ragazza Black aveva sfoggiato senza ritegno dopo averla ricevuta in dono da Heinrich Alderman.
L’ultima volta che Ysaline aveva veduto Aloise, la sua amica alla quale era legata più che ad una sorella, la donna le aveva raccomandato di proteggere Rubinia.
Due giorni dopo la donna si era tolta la vita e il Signor Alderman aveva rifiutato qualsiasi aiuto, aveva venduto quel poco che gli era rimasto ed era sparito con la figlia.
Ysaline si era infuriata con suo marito, quando aveva capito che aveva rotto il fidanzamento tra Rodolphus e Ruby, ma era rimasta assolutamente sgomenta quando aveva saputo che il posto della figlia degli Alderman sarebbe stato preso proprio da Bellatrix Black, per la quale provava il più grande risentimento possibile.
- Non credere che a noi faccia più piacere di quanto non faccia a te, mia cara! - disse la Signora Lestrange, con la voce permeata di odio e disgusto - sapermi imparentata con una nota sgualdrina non mi rende felice! Vedere mio figlio sposato con una donnaccia non mi da alcuna gioia ma, nuora mia, così è…- Bellatrix la guardava con il volto privo di espressione e gli occhi scuri brillanti e incandescenti- a quanto pare noi donne dobbiamo cedere ai voleri degli uomini, vale per me e vale per te...se vuoi evitare di finire a Inis Ceithleann*, ti converrà accogliere tra le tue braccia mio figlio e farlo con la dolcezza e l’ardore che si addicono ad una giovane sposa innamorata! -
Bella continuò a fissare l’altra donna con un interesse misto ad ammirazione.
- Tranquilla Maman- la derise la ragazza, arricciando le labbra rosse e sensuali - tra due mesi, quando il mio adorato consorte rientrerà sobrio dal suo “viaggio”, potrà godere dei miei favori e porsi totalmente al mio servizio, mettendomi al primo posto tra i suoi affetti e facendomi sentire amata e venerata, come si addice ad uno sposo ebbro della passione per la sua sposa- Bellatrix lanciò uno sguardo ammiccante a Rodolphus, che ricambiò con aria molto confusa - Sono certa che mio marito non permetterà che io finisca ad Inileann!-
Inis Ceithleann era una sorta di Azkaban al femminile, un carcere di massima sicurezza che veniva spacciato per un riformatorio dove le streghe purosangue ed oscure, le incantatrici, le fattucchiere e le negromanti di ogni livello,  che si macchiavano di reati considerati minori ma che avevano leso la moralità, macchiato il buon nome, disonorato la pubblica immagine di qualche Mago o Strega purosangue, venivano spedite a scontare una pena che poteva essere di mesi così come di anni.
La bacchetta veniva spezzata  e qualsiasi altro manufatto utilizzato per diffondere la propria magia veniva distrutto e la strega, anche una volta scontata la propria pena, non poteva sostituirli.
Non ci si poteva liberare di Inis Ceithleann, perché le streghe detenute venivano marchiate a fuoco sul volto, sulla guancia destra, e quel marchio era indelebile.
Non servivano Dissennatori ad Inileann, come veniva comunemente chiamata la prigione, perché le carceriere erano le stesse streghe che una volta vi avevano dimorato come detenute, non c’era futuro al di fuori di quelle mura per loro e, una volta esaurita la condanna, quello restava l’unico posto dove fosse consentito loro di riunire le due estremità delle proprie bacchette, sulle quali veniva posto un sigillo bianco.
Solo ad Inis Ceithleann potevano usare ancora, nei limiti, una certa magia oscura per tenere a bada le altre prigioniere.
Le mura stesse di Inileann, erette usando la roccia bianca di un terreno sconsacrato, erano pregne di magia e controllavano, quasi dotate di vita propria, gli incantesimi ed ogni stregoneria che avvenivano all’interno del perimetro magico della prigione.
Entrare a Inis Ceithleann significava non uscirvi mai più.
Essendo vincolata da un contratto magico, Bellatrix rischiava di finire in quell’ incubo maledetto al primo passo falso, senza bisogno di ulteriori prove e di alcun processo.
Ysaline non sembrò convinta dalla presunta resa di Bellatrix ma ritenne che la minaccia di un viaggio senza ritorno per la Bianca Dimora avesse sortito un certo effetto.
- Bene- intervenne il Signor Lestrange - adesso che ci siamo tutti, credo che possiamo accomodarci in sala per la cena-  disse, cercando di assumere un tono fermo ma gentile e porse il braccio a sua moglie.
Rodolphus si alzò goffamente e, incoraggiato dallo sguardo del padre, porse il proprio braccio a sua moglie.
Bella nascose un moto di disgusto e accettò di aggrapparsi al sostegno offertole da suo marito, subito dopo i suoi occhi scuri incontrarono quelli chiari di sua suocera la quale represse, a stento, un lampo di soddisfazione.
“Mi sei simpatica, Ysaline” valutò Bellatrix dentro di sé “Ed è per questo che ti ammazzerò per ultima! L’onore di essere il primo spetta a qualcun altro, spetta a lui!”
E tutti e quattro si avviarono verso la sala da pranzo, come una famiglia unita e in perfetta armonia.


Narcissa, dopo che Lucius l’aveva lasciata da sola, aveva cominciato a girare inquieta per il salotto, non riuscendo a stare ferma.
“Meno male che non dovevo pensare a lui!” si rimproverò, sforzandosi di dimenticare gli attimi di passione vissuti con il ragazzo, i baci e le carezze, la sua risata, il suo profumo.
“Così impazzisco!” pensò Cissy e decise di risalire nella sua stanza, attraversò l’atrio e iniziò a salire le scale, cercando di fare in fretta per la paura di incontrare qualcuno…Lucius.
Giunta a metà scala sentì la porta dello studio di suo padre aprirsi e, presa dal panico, si acquattò cercando di rendersi il meno visibile possibile.
Sarebbe bastato che uno dei due uomini sollevasse lo sguardo per vederla.
“Potrei morire per la vergogna!” pensò lei, soffocando l’imbarazzo e anche un risolino nervoso.
- Allora ci vediamo presto- disse Cygnus, stringendo calorosamente la mano di Lucius.
- Certo, prima di quanto pensiamo, ne sono certo…- rispose il ragazzo e, con sua somma stizza, Narcissa non poté impedire alle sue viscere di contorcersi e al suo corpo di reagire al suono della voce di lui.
“Non sono diversa da Bella!” pensò, sconcertata da quanto la sola presenza di Lucius suscitasse in lei una reazione così sensuale.
- Venerdì sarà solo l’inizio…- Cygnus aveva un tono vibrante e Lucius si limitò ad annuire, poi si voltò e se ne andò.
“L’inizio di cosa?” si interrogò Cissy, dimentica per un attimo dei suoi turbamenti e sinceramente incuriosita, poi rammentò di trovarsi semidistesa lungo le scale e si rialzò fluidamente per correre al piano di sopra e rifugiarsi in camera sua.
La sera si ritrovò a cena con suo padre, ognuno all’estremità opposta del lungo tavolo apparecchiato elegantemente.
Cygnus ci teneva alle formalità, quando, poco prima, si erano incontrati dopo più di tre settimane di separazione l’aveva salutata con un laconico “Bentornata mia cara” senza particolari inflessioni.
Narcissa era abituata a questa fredda cortesia, le rare volte che suo padre le si era rivolto in modo più spontaneo poteva contarle sulle dita di una mano.
Tutto il calore dei suoi primi anni di vita glielo aveva sempre elargito Dorothy e, sentì la nostalgia quasi sfondarle il petto, Andromeda.
Il carattere di Narcissa non era incline al vittimismo, quando qualcosa la turbava tendeva ad accantonare il tutto in un angolo nascosto e cercava di non pensarci investendo le sue energie in cose costruttive  ma, con un certo sgomento, si rendeva sempre più conto di essere molto sola e di sentire la mancanza di una presenza stabile nella sua vita che le donasse amore e sicurezza.
“Qualcuno che sia solo mio…” pensò, abbattuta.
- Ho ricevuto un gufo da Hogwarts- la voce di suo padre la riscosse dalle sue elucubrazioni.
- Oh…-riuscì a dire lei, cercando di deglutire un boccone di pasticcio di pesce “non è esattamente il mio attimo di fulgore, questo!” pensò, indispettita dalla sua goffaggine, mentre cercava di non strozzarsi “Speriamo che al compimento dei sedici anni le cose migliorino!” e l’immagine di sé stessa davanti ad un’enorme torta con tante candeline ed un’improbabile folla esultante che la festeggiava fece capolino nella sua testa. Narcissa la trovò così spassosa che sbuffò, reprimendo una risata, e per poco non sputò sulla candida tovaglia il suo stopposo pasticcio “non so cosa mi prenda! Forse quello che mi ha baciato oggi non era Lucius ma un Dissennatore!”
Cygnus sembrò perplesso ma interpretò a modo suo quella reazione.
- Non hai ragione di preoccuparti- le disse, sorridendole attraverso il tavolo - trattandosi di te non potevano che essere buone notizie!- e fece un gesto in direzione di un elfo domestico che corse, servilmente, verso Narcissa porgendole un piccolo vassoio d’argento su cui giacevano una pergamena con il sigillo di Hogwarts, chiaramente già aperto, e una piccola spilla argentata con incisi una P e lo stemma della casa di Serpeverde.
La comprensione si fece strada nella mente di Narcissa.
- Mi hanno fatto Prefetto…- mormorò, osservando la spilla e cercando di apparire felice.
“Che ti prende Narcissa? Non riesci a gioire nemmeno per questo? Non volevi rendere tuo padre fiero di te?” si chiese, stupefatta lei per prima dal disinteresse che le arrecava quella notizia “Forse Bella ha ragione, sei un bambola di ghiaccio e nulla più…”
- Ebbene?- la voce di Cygnus la riscosse dai suoi pensieri - sei così sorpresa? Vista la tua condotta e la tua media scolastica, visto anche la tua nobile provenienza non c’è da stupirsi che tu abbia ottenuto questo riconoscimento!-
Sembrava davvero confuso dalla sua blanda reazione.
- A dire il vero me n’ero completamente dimenticata! - gli disse lei, sfoderando il più bello dei suoi sorrisi - ci speravo molto, in effetti! Il Professor Slughorn non si era sbilanciato molto, nella Casa di Serpeverde ci sono sempre studenti brillanti e purosangue…ma certo, ovvio, sono davvero felice!- il sorriso si fece più aperto, riuscendo a non sembrare falso.
Suo padre, in ogni caso, ne fu soddisfatto.
Consumarono il loro pasto in silenzio e poi, quando ebbero terminato, Cygnus ordinò agli elfi domestici di lasciarli da soli e di finire di pulire dopo.
Narcissa rimase stupita e capì che suo padre aveva qualcosa da dirle, come sempre il suo volto rimase impassibile mentre la sua mente lavorava frenetica.
“Forse ha a che fare con Bella!” si disse, poco convinta.
Ripensò al pomeriggio appena passato, agli incontri sostenuti da suo padre “ O con Regulus…” rifletté, sempre meno convinta e poi il cuore le mancò un battito.
“Vuole parlarmi di Lucius…”
Strinse i pugni, indossò la sua corazza invisibile, alzò la barriera che usava per respingere gli urti e si preparò ad ascoltare.
Cygnus si era appoggiato allo schienale della sua sedia e si tormentava il mento con la mano sinistra, mentre con la destra tamburellava sul tavolo, come faceva sempre quando doveva decidere qualcosa o dare brutte notizie.
- Come naturalmente sai - iniziò lui con un tono di voce cauto - quattro anni fa, Abraxas Malfoy mi chiese di unire le nostre due famiglie. Nonostante la differenza di età e la prematurità della cosa, la scelta cadde su di te invece che su tua sorella Bellatrix - lui si fermò un attimo, raddrizzò la schiena e appoggiò i gomiti al tavolo, intrecciando le mani.
I suoi occhi chiari, gli occhi grigi dei Black, si fissarono in quelli identici che sua figlia aveva ereditato da lui.
- Temo che quella decisione sia stata troppo precoce, in questi anni Lucius ha ereditato i doveri e gli oneri di un vero capofamiglia, sollevando Abraxas da molte incombenze e trovandosi impegnato su più fronti per garantire la continuità della dinastia dei Malfoy, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista del prestigio- nella sala da pranzo c’era un silenzio assoluto, la voce fredda e pacata di Cygnus giungeva a Narcissa volando attraverso il tavolo - Tu devi terminare i tuoi studi, ti aspettano ancora tre anni ad Hogwarts e io ritengo, giunti a questo punto, che sia assurdo ipotecare il vostro futuro ma, sopra ogni cosa, esporvi all’interesse dell’opinione pubblica con un così esagerato anticipo- Narcissa sopportò con stoico coraggio tutti quei giri di parole e non cambiò di una virgola la propria espressione.
- In sostanza, non potendo ufficializzare al momento questo legame, non sapendo quale futuro e quali impegni vi aspettino per i prossimi tre anni, non essendoci i presupposti per rinnovare ed approfondire il vostro rapporto, così come auspicato dopo la tua permanenza a Malfoy Manor, ti invito a ritenerti libera da qualsiasi impegno con Lucius -
Cadde il silenzio.
Narcissa sentì il suo cuore rallentare il battito e la sua mente, crudelmente, le fece risuonare nelle orecchie la bella risata spontanea e liberatoria di Lucius.
Le labbra le scottarono, rammentando i baci di lui, e lei poté sentire ogni centimetro di pelle che lui aveva baciato e accarezzato, bruciare.
- Non hai nulla da dire?- la interrogò Cygnus, molto serio in volto - eri solo una bambina quando annunciai questo fidanzamento e riuscisti a mantenere un contegno encomiabile. Ora sei una ragazza, una giovane donna, e ancora riesci a stupirmi con la tua reazione pacata e distinta…- non sembrava molto soddisfatto, invero.
Narcissa si sforzò di ritrovare la voce.
- Sono stupita- concesse, lieta di riuscire a mantenere un tono calmo e la voce salda- non me lo aspettavo, lo ammetto. Credevo fosse qualcosa da palesare più avanti, una specie di segreto familiare che sarebbe stato svelato una volta che io avessi raggiunto la maggiore età. Ma, a quanto pare, voi e i Malfoy avete deciso diversamente - sorrise, fredda - sembrerebbe che io sia libera!-
- Ciò non toglie che dovrai mantenere un contegno degno di una Black - l’ammonì Cygnus, senza negare che la decisione fosse stata presa comune da lui e dai Malfoy - mi aspetto da te un comportamento adeguato alla tua età e alla tua posizione sociale, come sempre del resto. Quando avrai terminato gli studi, non ci saranno più ostacoli di sorta e potremo riprendere questo discorso-
Narcissa sentì montare la rabbia dentro di sé.
Lucius l’aveva messa in attesa perché, non aveva alcun dubbio, era stato lui e solo lui a mettere fine al loro fidanzamento.
Come uno strofinaccio da riporre e poi riprendere all’occorrenza, l’aveva accantonata con l’idea di riafferrarla in un secondo momento.
“Dopo aver fatto i suoi porci comodi” pensò risentita, rammentando le parole di Bellatrix e ricordando fin troppo bene la frustrazione che lui le aveva espresso solo un paio di ore prima, quando ancora la teneva tra le braccia.
Quelle braccia forti che l’avevano fatta sentire protetta e desiderata.
Narcissa si alzò dalla sedia, sorridendo pacata, prendendo la pergamena e la spilla di Hogwarts.
- Mi dedicherò ai miei studi, ai miei G.U.F.O e ai miei compiti da Prefetto, sarà un anno impegnativo! - esclamò con voce lieve, appuntandosi la spilla al vestito - se permettete, padre, mi ritirerei nella mia stanza, non vedo l’ora di scrivere alle mie amiche questa bella novità!- concluse, sventolando la pergamena.
Cygnus sembrò spiazzato ma anche confortato dalla reazione così tranquilla di sua figlia e le concesse il suo permesso con molto sollievo.
Per una volta il suo compito era stato semplice.
Narcissa si voltò e lasciò la stanza, chiudendo la porta con garbo.
Appena fuori dalla sala da pranzo scattò e salì di corsa le scale, si precipitò in camera sua e, non appena fu sola, si strappò la spilla di dosso e la gettò con rabbia contro lo specchio del suo secretaire.

- Che tu sia maledetto, Lucius Malfoy!- urlò, riducendo in brandelli la pergamena di Hogwarts -  così come lo sono io! Ti odio! Arriverà il momento in cui soffrirai anche tu, razza di essere dal cuore di ghiaccio! Arriverà il momento in cui sarai tu a struggerti per qualcuno, a soffrire per qualcosa e allora io sarò la, aspetterò quel momento e infierirò su di te! E sappi - gridò a quel Lucius invisibile - che, anche se non lo sai, mi hai fatto un favore! Hai capito? Mi hai fatto solo un favore! Vigliacco!- e scoppiò a piangere disperatamente.
Passata quella tempesta emotiva Narcissa rimase a lungo per terra, abbracciandosi le gambe, il volto appoggiato alle ginocchia.
Gridare le aveva fatto bene, il petto si era come svuotato e si sentiva più leggera.
Sorrise lievemente, se avesse avuto davanti a sé Lucius, probabilmente, lui non le avrebbe nemmeno fatto finire la frase e l’avrebbe messa a tacere con un bacio.
E i suoi baci erano inebrianti, ammise a malincuore.
Rabbrividì leggermente, sapere di non essere più legata a lui nemmeno da quel sottile filo trasparente le dava una sensazione di vulnerabilità, come se qualcuno le avesse strappato la coperta di dosso lasciandola esposta alle intemperie.
Si sentiva scoperta ed inerme.
Con un sospiro si alzò in piedi, andò a sedersi davanti al suo scrittoio prese una pergamena ed una penna, esitò qualche minuto, lottando contro il desiderio di scrivere a Lucius una sfilza di insulti.
Represse un sorriso, immaginando la reazione di lui nel vedersi recapitare un Gufo di quel tenore.
“Potrei mandargli una strillettera!” ridacchiò più forte e poi sospirò.
Uno strano senso di libertà le nacque dentro, sollevando la sua testa insolente e accostandosi al dolore e all’incredulità.
“Non so quello che voglio!” rifletté, rassegnata.
Iniziò a vergare rapidamente delle parole, con la sua bella calligrafia sinuosa ed elegante: ‘Cara Beb, come stai? Indovina chi è diventata Prefetto?’ proseguì in tono leggero e per poco non aggiunse ‘e indovina chi è stata appena scaricata?’ sorrise tra sé e sé, accese una candela per concludere la lettera e poi legò la pergamena alla zampa di Galatea, la sua civetta dall’insolito piumaggio nero, che mandò alla ricerca di Bebhinn.
“Vola lontano, tu che puoi!” pensò, respirò l’aria della notte e richiuse la finestra, sperando di chiudere fuori anche i pensieri negativi.

Fine quarantesimo capitolo


*Ovviamente Inis Cheitleann me la sono inventata io di sana pianta...tranne il nome, che è un sito dell'Irlanda del Nord dove ho immaginato sorgesse la prigione/riformatorio che, nella mia testa malata, immagino come uno di quei collegi/riformatori cattolici di inizio novecento...alla prossima!!
  
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