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Autore: SSJD    10/03/2016    9 recensioni
« Ἄνδρα μοι ἔννεπε, Μοῦσα, πολύτροπον, ὃς μάλα πολλά
πλάγχθη, ἐπεί Τροίης ἱερὸν πτολίεθρον ἔπερσεν »
« Narrami, o Musa, dell'uomo dall'agile mente, che tanto vagò,
dopo che distrusse la sacra città di Troia. »
Da amante delle CO storiche come sono, non poteva mancare il seguito de 'La guerra degli dei', che pubblicai giusto un anno fa...
Con questa però, mi sono voluto 'regalare' una AU persino dell'Odissea. Ebbene sì, ho osato sfidare Omero, dato che la sua trama sarà bella, avventurosa, incredibile quanto volete, ma diciamocelo... la conosciamo tutti e sinceramente... chi non si annoierebbe nel rileggerla ancora? Quindi l'ho modificata. Ebbene sì, a mio piacimento e diletto.
Molti dei fatti raccontati sono effettivamente riportati anche nell'opera originale dell'esimio poeta, soprattutto il viaggio di Ulisse (Vegeta) ma, per rendere la lettura più interessante, ho deciso di modificare giusto un attimino i personaggi e i fatti narrati.
Praticamente ho scritto una AU di una Cross-over... un delirio...
Ma fidatevi, il risultato finale... beh... a me piace un sacco...
Se non avete letto il mio primo racconto, vi invito a leggerne almeno l'introduzione, giusto per inquadrare i protagonisti.
Grazie per l'attenzione e buona lettura.
Genere: Avventura, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: 17, Broly, Crilin, Zangya | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Goku/Vegeta, Pan/Trunks
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Fu la piccola Gine ad accogliere la barca sulla battigia, sotto gli occhi meravigliati di Vegeta che non poteva credere che Goku lasciasse avvicinare la figlia ad un uomo apparentemente sconosciuto, senza preoccuparsi che quest’ultimo potesse farle del male.
Il re dell’isola di Corfù si avvicinò solo dopo che la bambina ebbe preso per mano l’uomo appena sceso dalla scialuppa e con un allegro “Buon pomeriggio!” gli diede il benvenuto.
“Goku…Lieta di rivederti in forze…Tua figlia è bellissima, sana e forte, proprio come te” esclamò il ragazzo inclinando leggermente la testa in segno di saluto a colui che sembrava essere suo amico da sempre.
“Lieta? Goku, mi vuoi spiegare? Chi è questo giovane? Dici che lo conosco…ma…non…
Vegeta si interruppe all’istante. Aveva osservato meglio lo sguardo del giovane, che ora era a meno di un metro da lui dato che, al suo arrivo, il re si era portato a fianco di Goku e l’aveva finalmente riconosciuto. Quello sguardo così profondo, cristallino, puro, poteva appartenere ad un’unica persona. Vegeta si inginocchiò all’istante, chinando il capo in segno di rispetto e, sommessamente, mormorò:
“N-Nishi”
“Vegeta, no…ti prego…Alzati…non merito tutto questo…da parte tua” disse Lapis inarcando le sopracciglia in un’espressione tristissima e andando ad accovacciarsi a fianco del re.
“Siete la dea della saggezza e, come tale, dovete essere rispettata” continuò l’uomo senza osare alzare lo sguardo verso il suo interlocutore.
“No, Vegeta…Ti sbagli…Gli dei non andrebbero rispettati a prescindere. Anche noi a volte sbagliamo e dobbiamo chiedere perdono. Questo è il momento giusto per farlo…Hai penato per ben dieci anni e questo credo sia, in parte, causa mia. Ho chiesto troppo tardi a Kaio Shin di permetterti di abbandonare l’isola di Lunch…Ma ora sono venuta qui, con tuo figlio, per rimediare al mio torto e portarti, finalmente, a casa…” spiegò Lapis accarezzando la testa del re con non poca benevolenza.
A quel punto Vegeta alzò lo sguardo velato da amarissime lacrime, per andare a cercare quello rassicurante del suo interlocutore. Quando lo trovò chiese solo:
“Siete stata voi? Mi avete fatto scappare voi da quell’isola maledetta?”
“Sì, ma sono ancora afflitta per averlo fatto così tardi. Mi perdonerai mai?” chiese il ragazzo parlando con il cuore in mano.
“Siete venuta a riportarmi a casa, con mio figlio…L’avete protetto per tutti questi anni come io vi avevo chiesto di fare…Non avete niente da farvi perdonare e io…non voglio più pensare al passato” concluse dopo aver rivolto uno sguardo riconoscente a Goku e a Chichi, che si era stretta al fianco del marito e osservava la scena commossa.
“Torniamo a casa, Vegeta. La tua terra, tua moglie e il tuo regno, hanno bisogno del loro re” concluse Lapis rialzandosi ed aiutando l’uomo a sollevarsi a sua volta.
“Sì…” riuscì a dire il re ancora sconvolto.
“Goku, Chichi…grazie per esservi presi cura di lui…Penserò io a portarlo a bordo della nave. Suo figlio lo sta attendendo con ansia” spiegò Lapis rivolgendosi ai due sovrani dell’isola.
“Ѐ stato solo un piacere…e un onore…farlo. Immagino che sia stata tu ad evitare che Pan venisse qui…vero, Nishi?” chiese Goku incuriosito.
“Ha già sofferto abbastanza, nella sua vita. Ho pensato che la cosa migliore fosse quella di lasciarle credere…ciò che le ha raccontato Krillin” disse Lapis correggendosi all’ultimo ed evitando così il trauma a Gine, nell’apprendere che suo padre fosse un assassino.
“Chi avete detto loro che vive, su quest’isola?” chiese allora Vegeta per informarsi su cosa non avrebbe dovuto eventualmente rivelare.
“A Trunks ho detto che probabilmente era abitata da Bills…ma che non ne ero così sicuro…Per Pan non ci sono volute altre spiegazioni. Quando ha sentito quel nome, l’ha collegato subito all’odio che quell’essere spregevole aveva verso i Troiani e non ne ha voluto sapere di mettere piede sull’isola. Quando vedranno che ti ho trovato, il loro interesse per gli effettivi abitanti di questa terra verrà completamente annullato. Avrete ben altro a cui pensare…conoscervi, per esempio” spiegò Lapis tornando verso l’imbarcazione ed invitando Vegeta a seguirlo.
Il re si avvicinò, ma passando davanti a Goku, non resistette alla tentazione di abbracciarlo un’ultima volta.
Il giovane re lo accolse tra le sue braccia e lo strinse forte a sé, come per voler sigillare quell’amicizia che non aveva mai smesso di nutrirsi della stima e dell’affetto reciproco che i due provavano, l’uno per l’altro.
“Grazie di tutto, Goku. Ti verrò a trovare, quando potrò” disse Vegeta prima di sciogliere l’abbraccio.
“Ti aspetterò…non farmi attendere altri dieci anni, però!” concluse Goku tentando di far rientrare le lacrime che cercavano prepotentemente di farsi spazio nei suoi occhi scuri.
“Addio, Chichi. Non so come ringraziarvi, per ciò che avete fatto per me” disse allora Vegeta rivolgendosi alla donna che non riusciva bene come loro a trattenere le lacrime.
“Non dovete. Tornate quando volete, re Vegeta. Sarà un onore, ospitarvi di nuovo” concluse Chichi abbozzando un mezzo sorriso.
“Arrivederci Goku, Chichi…e arrivederci anche a te…Gine” salutò Lapis mentre Goku dava una spinta alla piccola imbarcazione, per farle prendere il largo.
 
“Non capisco…Lapis sta tornando con un uomo…Prego gli dei che sia mio padre…” disse sommessamente Trunks porgendo il monocolo che aveva utilizzato fino a quel momento per seguire, anche se solo con gli occhi, ciò che stesse succedendo a riva.
Pan lo prese tra le mani e diede un’occhiata pensierosa alla barca in avvicinamento.
Fece un sospiro e, tornando a guardare il principe a fianco a lei, gli disse:
“Sì, è vostro padre. Non scorderei il suo volto per nulla al mondo”
Gli occhi del ragazzo si riempirono di lacrime di una gioia infinita. Si volse verso la ragazza e, deglutendo il niente, le disse solo:
“Mio padre…”
“Sì, Trunks. L’avete trovato! Sono tanto felice per voi!” esclamò la ragazza appoggiando la sua mano su quella di lui e stringendogliela leggermente, come per dargli forza.
Il giovane principe si voltò di scatto verso di lei e le fece un sorriso che durò un’impercettibile frazione di secondo, prima di tornare ad osservare il mare.
“Che c’è? Perché avete fatto quella faccia? Ho detto qualcosa di strano per caso?” chiese lei tentando di farlo sorridere di nuovo per smorzare la tensione che, ora, si poteva quasi palpare nell’aria.
“Mi avete chiamato Trunks…Venite” fu l’unica cosa che rispose il ragazzo prima di spostarsi sul ponte nel punto in cui sarebbe stata, di lì a pochi ma interminabili minuti, issata la barca che, nel contempo, si era avvicinata con remate lente, ma possenti.
Trunks aspettò, con il cuore che sentiva quasi scoppiargli nel petto, che la scialuppa fosse messa in sicurezza per poi avvicinarsi e tendere la mano tremante all’uomo che, per primo, stava per scendere sul pontile.
Quando il loro sguardi si incrociarono, non ci furono parole da dire. Padre e figlio si abbracciarono e, finalmente, si lasciarono andare in un pianto liberatorio, carico di gioia e di immenso amore reciproco.
Pan si commosse nel vedere il ricongiungimento dei reali di Itaca e anche lei, come Lapis, non poté trattenere le lacrime.
Quando il momento di commozione terminò e padre e figlio sciolsero finalmente l’abbraccio, fu Vegeta a parlare per primo:
“Ragazzo mio, che gioia rivederti così forte e in salute! Sai, hai gli stessi occhi di tua madre…Come sta? Come sta la mia regina?”
Trunks abbassò lo sguardo e scosse la testa sconsolato, per poi sospirare rumorosamente e dire:
“Purtroppo a Itaca le cose non vanno molto bene, padre. Proci e gentaglia di ogni tipo…ah…da molti anni approfittano dell’ospitalità di mia madre. Si nutrono dei frutti delle nostre terre e ora…ora…
Il ragazzo si interruppe. Come poteva spiegare a suo padre, che aveva appena rincontrato dopo tutti quegli anni, che il suo trono era minacciato e che la fedeltà di sua moglie era messa a dura prova ormai da troppo tempo?
“Non angosciarti oltre, figlio mio, ho compreso da me. Vorrà dire che dovremo affrettarci e andare a riprenderci la nostra isola. Anche se siamo in pochi, ce la faremo, vedrai…Certo, solo in tre…Questi vecchi marinai non sono in grado di impugnare una spada, finirebbero uccisi in men che non si dica” constatò Vegeta guardando leggermente sconsolato la ciurma.
“Siamo in quattro, sire” intervenne Pan facendo voltare tutti verso di lei.
“Pan…giusto?” chiese Vegeta per farle capire che anche lui non si era dimenticato di lei, nonostante la sua trasformazione da bimba ad incantevole donna.
“Corretto, re Vegeta. Ѐ un onore e un privilegio, fare la vostra conoscenza. Vostro figlio ha avuto la benevolenza di farmi partecipare a questo viaggio, solo per…conoscervi e per consentirmi di ringraziarvi, per avermi salvato la vita, a Troia, anni fa. Ma ora, sarò ben lieta di rendere giustizia al vostro trono, combattendo al vostro fianco, per cacciare i disonesti che mirano a conquistarlo” spiegò la ragazza con molta sincerità.
“Siete una splendida donna, principessa. Il salvarvi la vita è stato l’unico sollievo che ha riempito i miei ricordi di quella dannata guerra. Ma ditemi, sapete duettare di spada?” chiese Vegeta stupito del coraggio della giovane donna.
“No, lei…è un’arciera, padre” intervenne Trunks arrossendo.
Vegeta incurvò leggermente le sopracciglia un’espressione mista tra perplessità e vacuo ottimismo, dopodiché le disse:
“Principessa, l’onore di rivedervi è mio. Più tardi mi farete vedere come tirate con l’arco. Devo essere sicuro che non corriate alcun pericolo, non potrei mai perdonarmelo. Forza, issate le vele. Abbiamo tempo per i racconti. Lapis, ci seguirete fino a Itaca?” domandò Vegeta rivolgendosi alla dea.
“Naturalmente. Avete ancora bisogno di me” rispose il ragazzo con un sorriso.
 
Dopo due giorni dalla partenza da Corfù la nave veleggiava a fatica verso sud, dato che i venti ancora non erano volti a loro favore. Vegeta stava sul ponte a guardare la terra dell’amico Goku allontanarsi lentamente, ma inesorabilmente, dalla sua vista. Pensava tra sé che ci sarebbe tornato, un giorno, a trovare colui che aveva senza dubbio contribuito a salvare ciò che rimaneva del suo essere uomo e a fargli riscoprire che, nel suo cuore, c’era ancora spazio per l’amore verso la sua Bulma e verso suo figlio Trunks. Solo loro potevano riuscire a cancellare completamente i brutti ricordi di quell’assurda avventura durata fin troppo tempo, che non sarebbe ancora terminata, se Nishi non fosse intervenuta a suo favore.
Rallegrandosi per la buona piega che la sua vita aveva finalmente preso, si voltò ad osservare il figlio che, con un sorriso sognante sulle labbra, gestiva con fermezza il timone della nave.
“Re Vegeta…sire…perdonate”
Fu la voce di Pan a distrarlo dai suoi pensieri benevoli nei confronti di quel ragazzo che amava tantissimo, nonostante avesse passato tutta la sua esistenza, lontano da lui.
Il re si voltò e trovò la ragazza armata di tutto punto con il suo arco e le sue frecce. Alzò un sopracciglio perplesso e le chiese cortesemente:
“Quello è il vostro arco?”
La ragazza lo guardò un po’ stranita per poi abbassare lo sguardo sulla sua arma e rassegnata dire:
“Ehm…sì. Cos’ha che non va?”
“Ѐ troppo piccolo per voi. Le vostre braccia sono forti, meritate di meglio che questo oggetto. Chi ve lo ha donato?” chiese allora Vegeta dopo aver esaminato l’arma che la ragazza gli aveva consegnato.
“Ehm…mio padre…voglio dire…Krillin” rispose la ragazza timidamente.
“Ah…Quell’uomo ha sempre fatto costruire le cose in proporzione a se stesso…Quando tutto sarà finito, a Itaca, ve ne costruirò io stesso, uno adatto a voi. Mi fate vedere come tirate?” disse restituendoglielo.
“Certo, a cosa posso mirare?” chiese lei dubbiosa dopo essersi fatta scappare un sorriso, ripensando all’altezza poco signorile del suo padre adottivo.
“Mhmm…vediamo…quel gabbiano lassù? Ѐ ottimo per il pranzo di oggi…” esclamò Vegeta dopo essersi guardato intorno per qualche secondo e puntando con indifferenza lo sguardo verso la povera bestiola.
“Come? Io non ho mai ucciso un essere vivente!” esclamò la ragazza ritraendosi un pochino, all’idea di fare del male a qualcuno.
A quelle parole seguì qualche attimo di silenzio. Solo qualche secondo in cui, nella mente di Pan passò la domanda, senza alcuna risposta, di come avrebbe potuto uccidere Vegeta se non riusciva a procurare a se stessa nemmeno il pranzo del mezzogiorno, mentre lo sguardo di Trunks, rivolto all’amico Lapis, significava solo una cosa: “Te l’avevo detto”.
Negli stessi pochi secondi, la dea Nishi, nelle sembianze di Lapis, pensò tra sé che, molto probabilmente, quella ragazza non avrebbe mai potuto fare del male nemmeno a Goku, ma avrebbe mostrato compassione e perdono, nei suoi confronti. Tutti questi pensieri, furono interrotti dalla voce di Vegeta che, tra lo sconsolato e l’indispettito, disse:
“Ma come? Trunks mi aveva detto che eravate un’ottima arciera…A cosa pensate di dover tirare, una volta arrivati a Itaca?”
La ragazza alzò lo sguardo, diventato improvvisamente serio e ribatté:
“Sono un’ottima arciera. Ho una mira infallibile, nonostante il mio arco vi disgusti. Solo che non vedo la necessità di uccidere una povera creatura innocente”
“La necessità c’è…è il vostro, nonché mio, pranzo” spiegò Vegeta inarcando le sopracciglia, come se avesse detto qualcosa di scontato.
“Il fatto è che…non credo di esserne capace…” disse lei mestamente, abbassando di nuovo lo sguardo.
“Principessa, permettetemi di insegnarvi. Ho bisogno di sapere che ci sarete d’aiuto, una volta arrivati a Itaca. Abbiamo davvero bisogno di fidarci del fatto che sarete pronta a difendere voi stessa e noi altri, prima di intraprendere la dura lotta che temo ci aspetti. Lo capite?” chiese l’uomo parlandole con voce calda e piena sincerità.
“Sì…lo capisco…” disse la ragazza volgendo ancora un’occhiata sconsolata verso il gabbiano inconsapevole, che ancora si spulciava, accovacciato sulla traversa dell’albero maestro.
“Lapis, mi portereste un arco e una freccia, per cortesia?” chiese allora Vegeta spiazzando tutti.
Il ragazzo non fece domande e scese velocemente in coperta a recuperare la sua stessa arma che, poco dopo, consegnò al re che ne aveva fatta richiesta, con un semplice: “Prego, Sire”
“Grazie, Lapis” gli rispose con un impercettibile sorriso.
Vegeta tese l’arco con la freccia innescata e lo puntò verso il gabbiano, prendendo la mira, per poi riabbassarlo e voltarsi verso la ragazza, dicendole:
“Siete pronta?”
Al suo cenno affermativo, proseguì:
“Forza, allora. Puntate, tirate e lanciate. Io farò lo stesso, con voi. Così lo colpiremo entrambi e voi non vi sentirete troppo in colpa per avermi procurato un così succulento pranzetto. Va bene?”
Alla ragazza sembrò un’idea eccellente. Se lei lo avesse mancato, l’uccello sarebbe morto ugualmente per mano di Vegeta, quindi non sarebbe stata per niente, o quasi, colpa sua, il sacrificio dell’innocente bestiola.
Il piano funzionò. La freccia scagliata dal re si infilò nello stesso identico punto di quella di Pan nel petto dell’animale che finì, prima sul pontile della nave e, qualche ora dopo, nei piatti dei quattro commensali che pranzarono allegri per l’ottimo cibo che stavano inaspettatamente gustando.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
NCA: Ferme tutte, niente panico. Respirate e calmatevi, ora vi spiego tutto.
Nella storia originale, durante il viaggio Telemaco fu accompagnato da
Atena, dea della saggezza (per questo sa proprio tutto!), che assunse l'aspetto di Mentore, suo aio, al quale Ulisse lo aveva affidato prima di partire per la guerra di Troia. Fu proprio lei a consigliare a Telemaco di partire alla ricerca di notizie di suo padre. Una volta saputo che si trovava ad Ogigia, da Calipso, Telemaco decise di tornare a Itaca incontrando poi lì suo padre in arrivo dall’isola dei Feaci.
 
NCA DB: Nishi non me lo sono inventato, è il nome dell’unica Kaio Shin femmina di DB.

 
   
 
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